Stress ed ansia?
Gentile Dottore,
premetto che sono una ragazza abbastanza "paranoica" e fantastico moltissimo con la mente anche andando a fare brutti pensieri.
detto questo, sto vivendo un periodo di tensione, soprattutto dovuto alla sfera lavorativa e famigliare. al lavoro purtroppo mi ritrovo affiancata (senza speranze di uscita... sto svolgendo un dottorato di ricerca e lavoro tante ore al giorno sotto le direttive di questa persona) ad una ragazza che detesta il suo lavoro e che riflette le sue frustrazioni nei rapporti interpersonali. trovo difficoltà a gestirmi con lei e con la conseguente paura di non sentirmi mai all'altezza delle aspettative. dal punto di vista famigliare, ho avuto un passato un po' turbolento, con mia madre sempre dallo psichiatra e sempre pronta a lamentarsi di qualsiasi cosa. questo ha fatto sì che io crescessi con la "dedizione" di cercare sempre di accontentare gli altri, di sentirmi all'altezza, di sentirmi accettata per come sono.
un paio di mesi fa ho avuto un litigio con mia madre ed ho sentito come una furia fortissima montarmi nel petto. mi sono sempre riuscita a controllare ed anche in quella occasione mi sono controllata ma non nascondo che avrei spaccato qualsiasi cosa avessi avuto per le mani. la stessa sensazione è capitata un paio di volte (più leggera però) nei giorni seguenti per delle sciocchezze, giorni in cui mi sentivo particolarmente tesa. ho iniziato a cercare di tranquillizzarmi, di fare le cose meno di fretta, meno con apprensione, canalizzando i pensieri su cose positive e che mi rasserenano piuttosto che sui problemi giornalieri. ho ottenuto un miglioramento, quella sensazione di agitazione e furia non è più capitata ma mi è accaduto di sentirmi male a causa di una indigestione e di forti sbalzi di calore. da lì ho paura possa riaccadere e mi sto riagitando nuovamente. in più, da giovane, ho avuto uno strappo al pettorale sinistro, mai curato. la palestra ed ad esempio il portare uno zaino molto pesante, mi procurano fastidio al pettorale sinistro, delle volte dando fastidio alla spalla. lei può ben capire che molto di questo fastidio è suggestione: temo un infarto. ho fatto visite, esami del sangue ed ECG ad ottobre. tutto ok. faccio sport costante e non ho problemi.
se vado dal dottore mi dice che è stress e lo so benissimo. ma diversi anni fa stavo male per stress (sentivo, e sento anche ora delle volte, come una sensazione di sfarfallio al petto) e mi ha prescritto il lexotan (avevo 19 anni). ho gettato la prescrizione e non l'ho mai preso. non voglio andare in mano ad uno psichiatra, non con l'esempio di mia madre. voglio farcela da sola e ce la posso fare. ma come posso scongiurare la paura di questo infarto?? mi sento stupida, mi ritengo una persona abbastanza intelligente e razionale ma quando mi vengono quste paure non so controllarmi. mi rendo conto che questo messaggio sembra più una confessione che altro, ma non so davvero che pesci pigliare.
La ringrazio per l'attenzione
S.
premetto che sono una ragazza abbastanza "paranoica" e fantastico moltissimo con la mente anche andando a fare brutti pensieri.
detto questo, sto vivendo un periodo di tensione, soprattutto dovuto alla sfera lavorativa e famigliare. al lavoro purtroppo mi ritrovo affiancata (senza speranze di uscita... sto svolgendo un dottorato di ricerca e lavoro tante ore al giorno sotto le direttive di questa persona) ad una ragazza che detesta il suo lavoro e che riflette le sue frustrazioni nei rapporti interpersonali. trovo difficoltà a gestirmi con lei e con la conseguente paura di non sentirmi mai all'altezza delle aspettative. dal punto di vista famigliare, ho avuto un passato un po' turbolento, con mia madre sempre dallo psichiatra e sempre pronta a lamentarsi di qualsiasi cosa. questo ha fatto sì che io crescessi con la "dedizione" di cercare sempre di accontentare gli altri, di sentirmi all'altezza, di sentirmi accettata per come sono.
un paio di mesi fa ho avuto un litigio con mia madre ed ho sentito come una furia fortissima montarmi nel petto. mi sono sempre riuscita a controllare ed anche in quella occasione mi sono controllata ma non nascondo che avrei spaccato qualsiasi cosa avessi avuto per le mani. la stessa sensazione è capitata un paio di volte (più leggera però) nei giorni seguenti per delle sciocchezze, giorni in cui mi sentivo particolarmente tesa. ho iniziato a cercare di tranquillizzarmi, di fare le cose meno di fretta, meno con apprensione, canalizzando i pensieri su cose positive e che mi rasserenano piuttosto che sui problemi giornalieri. ho ottenuto un miglioramento, quella sensazione di agitazione e furia non è più capitata ma mi è accaduto di sentirmi male a causa di una indigestione e di forti sbalzi di calore. da lì ho paura possa riaccadere e mi sto riagitando nuovamente. in più, da giovane, ho avuto uno strappo al pettorale sinistro, mai curato. la palestra ed ad esempio il portare uno zaino molto pesante, mi procurano fastidio al pettorale sinistro, delle volte dando fastidio alla spalla. lei può ben capire che molto di questo fastidio è suggestione: temo un infarto. ho fatto visite, esami del sangue ed ECG ad ottobre. tutto ok. faccio sport costante e non ho problemi.
se vado dal dottore mi dice che è stress e lo so benissimo. ma diversi anni fa stavo male per stress (sentivo, e sento anche ora delle volte, come una sensazione di sfarfallio al petto) e mi ha prescritto il lexotan (avevo 19 anni). ho gettato la prescrizione e non l'ho mai preso. non voglio andare in mano ad uno psichiatra, non con l'esempio di mia madre. voglio farcela da sola e ce la posso fare. ma come posso scongiurare la paura di questo infarto?? mi sento stupida, mi ritengo una persona abbastanza intelligente e razionale ma quando mi vengono quste paure non so controllarmi. mi rendo conto che questo messaggio sembra più una confessione che altro, ma non so davvero che pesci pigliare.
La ringrazio per l'attenzione
S.
[#1]
Gentile ragazza,
visto quello che scrive, direi che essendo tutto tranquillo dal punto di vista fisico può pensare di rivolgersi a uno psicologo, con cui potrà affrontare le ansie che ci ha descritto.
Cordialmente,
visto quello che scrive, direi che essendo tutto tranquillo dal punto di vista fisico può pensare di rivolgersi a uno psicologo, con cui potrà affrontare le ansie che ci ha descritto.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
[#2]
Gentile ragazza,
la sua richiesta evidenzia da parte sua una buona consapevolezza dei suoi pensieri e delle sue sensazioni.
Da una parte lei afferma che pur comprendendo di essere sotto stress e di avere sintomi di origine psicologica (confermati anche dall'assenza di cause organiche) lei non è in grado di "controllare" questi pensieri e quindi ne è in qualche modo spaventata. Dall'altra parte afferma anche di non volere chiedere aiuto perchè ha avuto l'esempio (suppongo negativo) dell'esperienza di sua madre.
Un altro punto importante che emerge dalla sua richiesta è che fino ad oggi lei si è sempre comportata secondo le aspettative delle altre persone con la paura di non essere all'altezza della situazione e quindi di deludere queste aspettative.
Personalmente credo che sia arrivato il momento di mettere per un attimo da parte le altre persone e di concentrarsi maggiormente su se stessa. Le sue paure, la rabbia che ha provato in quelle due occasioni, la tensione che sperimenta sul lavoro, la sensazione di sfarfallio al petto che sperimenta quando è sotto stress...sono tutti segnali di sofferenza. Lei ha già provato ad aiutarsi da sola e se è riuscita ad ottenere alcuni risultati non è però riucita a risolvere del tutto la situazione. Per questo credo sia ora di affidarsi ad un professionista esterno. Provi a contattare uno psicologo-psicoterapeuta per una valutazione.
I segnali sono tanti, forse è arrivato il momento di fermarsi a raccoglierli.
Un cordiale saluto
la sua richiesta evidenzia da parte sua una buona consapevolezza dei suoi pensieri e delle sue sensazioni.
Da una parte lei afferma che pur comprendendo di essere sotto stress e di avere sintomi di origine psicologica (confermati anche dall'assenza di cause organiche) lei non è in grado di "controllare" questi pensieri e quindi ne è in qualche modo spaventata. Dall'altra parte afferma anche di non volere chiedere aiuto perchè ha avuto l'esempio (suppongo negativo) dell'esperienza di sua madre.
Un altro punto importante che emerge dalla sua richiesta è che fino ad oggi lei si è sempre comportata secondo le aspettative delle altre persone con la paura di non essere all'altezza della situazione e quindi di deludere queste aspettative.
Personalmente credo che sia arrivato il momento di mettere per un attimo da parte le altre persone e di concentrarsi maggiormente su se stessa. Le sue paure, la rabbia che ha provato in quelle due occasioni, la tensione che sperimenta sul lavoro, la sensazione di sfarfallio al petto che sperimenta quando è sotto stress...sono tutti segnali di sofferenza. Lei ha già provato ad aiutarsi da sola e se è riuscita ad ottenere alcuni risultati non è però riucita a risolvere del tutto la situazione. Per questo credo sia ora di affidarsi ad un professionista esterno. Provi a contattare uno psicologo-psicoterapeuta per una valutazione.
I segnali sono tanti, forse è arrivato il momento di fermarsi a raccoglierli.
Un cordiale saluto
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it
[#3]
Gentile Utente,
la Sua presenza qui indica che, sotto sotto, Lei sospetta che da sola non potrà farcela, infatti spera almeno in un consiglio.
Io penso che tutto nasca dalla cattiva idea che, a seguito dell'eseperienza materna, Lei si è formata relativamente all'ambiente pschiatrico e psicologico: teme che rivolgersi ad uno di questi Professionisti possa sancire definitivamente la Sua somiglianza con la madre, e quindi immagina uno scenario similmente negativo.
Questo ha fatto si che Lei diventasse sempre più "sorda" rispetto ai segnali che corpo e mente le hanno inviato in questi anni: ora il nodo è venuto al pettine, e Lei teme di non potercela fare.
Le mie sono solo supposizioni ovviamente, magari mi sto sbagliando completamente.
Ma nel caso in cui non mi sbagliassi, credo le convenga prendere in seria considerazione l'idea di una valutazione psicoterapeutica: poi deciderà il da farsi.
Non aspetti troppo tempo però, mi raccomando.
la Sua presenza qui indica che, sotto sotto, Lei sospetta che da sola non potrà farcela, infatti spera almeno in un consiglio.
Io penso che tutto nasca dalla cattiva idea che, a seguito dell'eseperienza materna, Lei si è formata relativamente all'ambiente pschiatrico e psicologico: teme che rivolgersi ad uno di questi Professionisti possa sancire definitivamente la Sua somiglianza con la madre, e quindi immagina uno scenario similmente negativo.
Questo ha fatto si che Lei diventasse sempre più "sorda" rispetto ai segnali che corpo e mente le hanno inviato in questi anni: ora il nodo è venuto al pettine, e Lei teme di non potercela fare.
Le mie sono solo supposizioni ovviamente, magari mi sto sbagliando completamente.
Ma nel caso in cui non mi sbagliassi, credo le convenga prendere in seria considerazione l'idea di una valutazione psicoterapeutica: poi deciderà il da farsi.
Non aspetti troppo tempo però, mi raccomando.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.7k visite dal 08/12/2009.
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