Ostacolo relazione dovuta a figli
Buongiorno,
sono arrivata a chiedere un consulto perchè non riesco a trovare più nessuna altra soluzione.
Ho trent'anni, ho una relazione sentimentale da 5 con il mio compagno che è vedovo e ha un figlio ora di 21. Viviamo attualmente ognuno a casa sua, ci vediamo regolarmente noi due, col figlio il rapporto è praticamente inesistente.
La relazione è stata subito ufficiale, lui mi ha fatto entrare nella sua famiglia durante le feste e avevamo progetti per il futuro, l'unico problema è sempre stato il figlio che, ha rifiutato qualsiasi tentativo di rapporto da parte mia, e ad un certo punto ha vietato al padre il matrimonio e l'avere altri figli insieme a me. Il problema, a quando riferito dal mio compagno, non è la mia persona ma il ruolo che rivesto, in quanto questo ruolo è solo della madre defunta. Quindi io gli ho offerto la mia disponibilità ad andare da uno psicologo o un mediatore famigliare ma, il figlio assolutamente non vuole andarci e il padre, essendo maggioreggio, non lo obbliga dicendo anche che non serve a niente. La soluzione che propone lui è di andare a vivere insieme così ci si rende conto se sotto lo stesso tetto il rapporto può svilupparsi e magari smussare quei paletti imposti. Io non sono della stessa opinione e intanto sono passati 5 anni e la situazione è sempre questa, peggiorata dal fatto che, i miei genitori, che avevano accettato con sacrificio e accolto in famiglia il mio compagno e anche il figlio, ora non vogliono più sentirne parlare e rischio di avere problemi anche con loro.
Adesso mi chiede per queste feste di andare lì da loro, ma io, non vedendosbocchi possibili non me la sento e ho quasi timore di rompere qualcosa, anche se forse smuoverebbe le acque.
Magari il mio non andare può essere utile per fargli capire che per "colpa" sua noi discutiamo e abbiamo problemi seri, gli interessebbe qualcosa? o sentirebbe solo profumo di vittoria??? Dimenticavo, della madre argomento tabù.
Non ha superato la perdita? o è solo egoismo? Aiutatemi vi prego.
H
sono arrivata a chiedere un consulto perchè non riesco a trovare più nessuna altra soluzione.
Ho trent'anni, ho una relazione sentimentale da 5 con il mio compagno che è vedovo e ha un figlio ora di 21. Viviamo attualmente ognuno a casa sua, ci vediamo regolarmente noi due, col figlio il rapporto è praticamente inesistente.
La relazione è stata subito ufficiale, lui mi ha fatto entrare nella sua famiglia durante le feste e avevamo progetti per il futuro, l'unico problema è sempre stato il figlio che, ha rifiutato qualsiasi tentativo di rapporto da parte mia, e ad un certo punto ha vietato al padre il matrimonio e l'avere altri figli insieme a me. Il problema, a quando riferito dal mio compagno, non è la mia persona ma il ruolo che rivesto, in quanto questo ruolo è solo della madre defunta. Quindi io gli ho offerto la mia disponibilità ad andare da uno psicologo o un mediatore famigliare ma, il figlio assolutamente non vuole andarci e il padre, essendo maggioreggio, non lo obbliga dicendo anche che non serve a niente. La soluzione che propone lui è di andare a vivere insieme così ci si rende conto se sotto lo stesso tetto il rapporto può svilupparsi e magari smussare quei paletti imposti. Io non sono della stessa opinione e intanto sono passati 5 anni e la situazione è sempre questa, peggiorata dal fatto che, i miei genitori, che avevano accettato con sacrificio e accolto in famiglia il mio compagno e anche il figlio, ora non vogliono più sentirne parlare e rischio di avere problemi anche con loro.
Adesso mi chiede per queste feste di andare lì da loro, ma io, non vedendosbocchi possibili non me la sento e ho quasi timore di rompere qualcosa, anche se forse smuoverebbe le acque.
Magari il mio non andare può essere utile per fargli capire che per "colpa" sua noi discutiamo e abbiamo problemi seri, gli interessebbe qualcosa? o sentirebbe solo profumo di vittoria??? Dimenticavo, della madre argomento tabù.
Non ha superato la perdita? o è solo egoismo? Aiutatemi vi prego.
H
[#1]
Gentila ragazza, non è possibile interpretare il pensiero di una terza persona senza conoscerla. Tuttavia è davvero probabile che il rifiuto del ragazzo sia la conseguenza della sua mancata elaborazione del lutto. Ma è un problema che dovrebbe risolvere lui con l'aiuto di uno psicologo e , amio avviso, accompagnato anche dal padre. Se la cosa appare difficile si dovrebbe cominciare con un intervento indiretto, ossia è il padre che dovrebbe cominicare a consulatare uno psicologo della famiglia e trovare con quest'ultimo strategie per intervenire o agganciare il figlio. Ne parli con il suo compagno di questo.
saluti
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#2]
Gentile utente,
in questa situazione complicata credo che il suo compagno sia la persona che può maggiormente mettersi in gioco, essendo proprio lui "tra l'incudine e il martello"!
Se da una parte è comprensibile che il suo partner voglia rifarsi una vita sentimentale, dall'altra lo è che il figlio senta minacciata l'immagine della madre; ma d'altra parte deve essere chiaro che non sarà mai una sostituzione, e in questo un grande lavoro lo deve compiere il padre.
Lei potrebbe essere la donna più meravigliosa del mondo, perfetta, etc., e comunque non potrebbe essere accettata dal ragazzo, che naturalmente deve fare i conti con un dolore che evidentemente è rimasto ancora poco elaborato. Ed è difficile pensare che la sola imposizione della sua rpesenza in casa basti a mitigare la difficile amosfera.
Credo quindi si tratti innanzitutto di una questione da affrontare tra padre e figlio, come ha consigliato il collega precedente, anche con un possibile aiuto psicologico. Le "colpe", le "vittorie", lo "smuovere le acque" con espedienti troppo razionali, in situazioni simili non hanno senso, e soprattutto rischierebbero di peggiorare i vostri rapporti.
Cordialmente,
in questa situazione complicata credo che il suo compagno sia la persona che può maggiormente mettersi in gioco, essendo proprio lui "tra l'incudine e il martello"!
Se da una parte è comprensibile che il suo partner voglia rifarsi una vita sentimentale, dall'altra lo è che il figlio senta minacciata l'immagine della madre; ma d'altra parte deve essere chiaro che non sarà mai una sostituzione, e in questo un grande lavoro lo deve compiere il padre.
Lei potrebbe essere la donna più meravigliosa del mondo, perfetta, etc., e comunque non potrebbe essere accettata dal ragazzo, che naturalmente deve fare i conti con un dolore che evidentemente è rimasto ancora poco elaborato. Ed è difficile pensare che la sola imposizione della sua rpesenza in casa basti a mitigare la difficile amosfera.
Credo quindi si tratti innanzitutto di una questione da affrontare tra padre e figlio, come ha consigliato il collega precedente, anche con un possibile aiuto psicologico. Le "colpe", le "vittorie", lo "smuovere le acque" con espedienti troppo razionali, in situazioni simili non hanno senso, e soprattutto rischierebbero di peggiorare i vostri rapporti.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
[#3]
Utente
Grazie ad entrambi, mi sono dimenticata di segnalarvi che con la scusa dell'andare male a scuola ( ancora alle superiori ) il mio compagno riprese il contatto con la psicologa che seguì suo figlio quando morì sua madre, ma alla 2 seduta quando stava cominciando a parlare della situazione, il figlio non ha voluto più andarci.
La psicologa disse al mio compagno ( io non ero presente ) che è possibile che figli anche adulti e ormai fuori da casa possono rifiutare il nuovo rapporto continuando a condizionarlo.
Infatti, il figlio del mio compagno ha già riferito che non vuole che il padre si rifaccia una famiglia con me neanche se lui andrà fuori casa...
io gli ho detto comunque di andare noi stavolta magari anche da qualcun'altro ma lui sembra irremovibile..
mi sa che non ho più molte speranze...
La psicologa disse al mio compagno ( io non ero presente ) che è possibile che figli anche adulti e ormai fuori da casa possono rifiutare il nuovo rapporto continuando a condizionarlo.
Infatti, il figlio del mio compagno ha già riferito che non vuole che il padre si rifaccia una famiglia con me neanche se lui andrà fuori casa...
io gli ho detto comunque di andare noi stavolta magari anche da qualcun'altro ma lui sembra irremovibile..
mi sa che non ho più molte speranze...
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 4.6k visite dal 06/12/2009.
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