Efficacia cipralex

buonasera a tutti, gentilissimi Dottori, prima di esporVi il mio problema, vorrei innanzitutto ringraziarVi per lo splendido lavoro che svolgete in questo sito.
Dunque sono una donna di 37 anni, sposata da 13 con uno splendido bambino di quasi 7, vita stressante (e chi non ce l'ha.., ma tutto sommato tranquilla; buon lavoro, ottimi amici, splendida famiglia (siamo 5 figli!) Unico neo la perdita di mio padre nel 1995 per un infarto fulminante a cui assisto impotente...Sono sempre stata una bimba prima e una ragazza poi, ansiosa, ma è nel 2000 che l'ANSIA vera e propria incombe bella mia esistenza. A seguito di una fortissima laringite, dopo un colpo di tosse resto senza respiro, mi si chiude la laringe e vivo momenti di panico puro, ho visto la morte così vicina, annaspavo nella ricerca dell'aria ma niente; poi non sò come respiro col naso e la mia gola si apre di nuovo...ma nulla sarà + come prima...ho iniziato ad avere problemi di deglutizione: ho paura ad ingoiare, temo di restare soffocata, il medico di base nn mi tranquillizza perchè ipotizza un'edema della glottide (e come faccio ad essermi salvata allora? questo me lo dico dopo che vari medici e controlli successivi sfatano i dubbi e cambio anche dottore)mi fa fare accertamenti e comunque mi prescrive XANAX al bisogno. La situazione va avanti così per un anno dopo di che una neurologa mi prescrive ZOLOFT da 50 e mi suggerisce terapia cognitivo-comportamentale... Piano, molto piano comincio a stare meglio (e non dico bene perchè malgrado la terapia non starò mai al 100%)nel dicembre 2001 (sono ancora in cura con Zoloft) resto incinta, nel febbraio 2002 lo perdo, bruttissima esperienza, ma questo mi da la forza per sospendere la medicina, liberarmi di una schiavitù (così la sento...)VOGLIO UN FIGLIO!! Ad aprile resto incinta di nuovo e stavolta la gravidanza, seppur con tanta paura e un'ansia latente viene portata a termine magnificamente. Nasce mio figlio e il post partum pur non senza crisi e paure, viene per fortuna superato. PAssano anni in cui la miansia non è svanita, ma ci convivo, fin quando si riaffaccia prepotente nel 2007 (ho continuato comunque periodicamente gli incontri con lo psicologo) e nel gennaio 2008 si rende necessario intervenire di nuovo farmacologicamente (ho un disturbo di disregolazione neuro-vegetativa, lo psico mi dice che accumulo stress! )ho disturbi sempre + debilitanti, i miei nn sono attacchi di panico, bensì ansia generalizzata con difficoltà di respiro, muscoli tesi, gola chiusa ecc. Inizio Cipralex dapprima da 10 e ad aprile 2008 da 20. Sono quasi 2 anni che sono in cura e attualmente non mi sento ancora al 100%! Il mio psicologo dice che nn è il caso di smettere la terapia farmacologica visto che nn sono ancora stabile, ma il mio quesito è: Ci sono organismi intolleranti agli psico-farmaci? possibile che le due diverse tipologie di farmaco nn abbiano svolto mai appieno la loro efficacia? Perdonate la mia prolissità, ma continuando così un 2°figlio?
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Utente
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dott.ssa Torreggiani,
la ringrazio infinitamente per la sua gentile risposta, cercherò di chiarirle i punti richiesti e di aggiungere anche alcune cose. Sono in cura dallo stesso psicologo dal 2001, il medico ha comunque consultato il neurologo della sua struttura ,che mi ha prescritto medicinale e dosaggio, ma dalla prescrizione in poi ha continuato sempre lo psicologo a suggerirmi di continuare la terapia senza cambiarla, dicendomi comunque che il cipralex è un ottimo prodotto. Frequento un gruppo di auto-aiuto col supporto di una dolcissima psicologa con la frequenza di 2-3 incontri al mese, mentre le sedute dallo psicologo che mi ha in cura si limitano a 5 max 6 incontri all'anno per valutare il quadro della mia situazione e monitorare peggioramenti e/o miglioramenti stagionali.Lo psicologo curante negli incontri mi suggerisce comportamenti e pensieri da adottare nelle situazioni ansiogene. Aggiungo di avere una vera fobia soprattutto del vomito (e pensi che mi è capitato un figlio vomitone!!!), di avere terrore di tamponi faringei, tubi in gola, insomma tutto quello che possa passare attraverso la mia gola. Non è un caso che il mio disturbo maggiore si focalizzi soprattutto lì..cosa lo ha provocato o cosa io non riesco a mandar giù, è ancora in corso di comprensione..(ahimè, può essere tutto, tanto o niente del mio vissuto di 37 anni...)La mia domanda però ritorna quella: dopo 2 anni di cura farmacologica è possibile che io stia meglio ma nonn bene? (mi era successa la stessa cosa con lo zoloft!) eppure sento che su determinate persone questi farmaci fanno miracoli....Io rimando, rimando e rimando un secondo figlio al momento in cui starò meglio, ma questo momento, vista la mia età sembra troppo lontano...devo avere il coraggio di dire allo psicologo di voler provare ad interrompere la cura per vedere cosa succederà?(comunque accuso ancora difficoltà respiratorie e a volte nodo in gola...) scusi la mia diffusa lungaggine, ma non sono riuscita a spiegarmi brevemente...Grazie ancora per il tempo che vorrà dedicarmi. Un saluto
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
come le ha sottolineato la Collega oltre al farmaco sarebbe necessario, nel Suo caso, un lavoro psicoterapeutico individuale.

Attraverso un lavoro mirato i sintomi da Lei descritti possono rientrare in pochissimo tempo (mesi e non anni per intenderci), per questo ho il sospetto che fin'ora Lei non abbia fatto un tale lavoro specifico sull'ansia.

C'è da dire che in questi anni le è davvero capitato di tutto, per cui comprendo che l'ansia possa essere una reazione praticamente "scontata" in una situazione di tale incertezza.

Adesso Lei è riuscita ad avere il bimbo, quindi il peggio è passato, e proprio ora Lei ha la possibilità di dedicare maggiori energie per affrontare queste paure fastidiose.

Le allego questi articoli sull'ansia, nella speranza che le possano servire (anche se, da come si descrive mi sembra "un'esperta" del settore).

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/315-il-panico-e-l-agorafobia.html

Per quanto concerne il farmaco e la decisione di interromperlo per la seconda gravidanza dovrebbe confrontarsi con lo psichiatra che la segue e che, meglio di noi, conosce la Sua situazione in modo tale da poter fare un bilancio tra pro e contro.

Non demorda, mi raccomando, segua le indicazioni degli specialisti, e vedrà che tutto andrà per il meglio: d'altronde il Suo bimbo è la dimostrazione che non ci si deve mai abbandonare al pessimismo, no?
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Utente
Utente
Gentilissimi dott.ssa Torreggiani e dott.Bulla, GRAZIE!
Immagino che non sia facile dare delle risposte via internet, a persone che non si conoscono, ignorando tanti presupposti di base, ma Voi siete riusciti in così poco a CAPIRE così tanto....Grazie davvero del tempo e della sensibilità con cui mi avete risposto, farò tesoro dei vostri consigli! Tanti aspetti della mia vita mi frullano nella testa...devo provare a dare a questo frullato una compattezza....Ci proverò, se mi permettete, di tanto in tanto, quando i dubbi mi assilleranno più del solito, anche con il vostro prezioso e gentile aiuto! Vi terrò aggiornati sulle mie decisioni e chissà, magari vi informerò anche della mia prossima gravidanza, brindando virtualmente con VOI!! GRAZIE E A PRESTO!
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Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Grazie a Lei di averci scritto.
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