Anoressia e esasperazione
Buonasera,
non è la prima volta che scrivo su questo sito e vi ringrazio per l'aiuto che cercate di dare.
Sono una ragazza di 22 anni e da un annetto soffro di anoressia,è iniziata come una dieta e ora,soprattutto negli ultimi mesi è diventata solo una terribile ossessione.
Vado da una psicologa due volte a settimana,ma ho la sensazione che qualcosa non funzioni...
Voglio guarire,cerco di sforzarmi,per me e per le persone che mi amano,ma sono in lotta continua che una parte di me stessa che invece mi proibisce di farlo.
è esasperante...ormai gira tutto intorno alle calorie,al numero sulla bilancia che deve scendere e all'esasperazione che tutto ciò ne comporta.
ho solo voglia che tutto questo finisca,vorrei morire,ma non ne ho il coraggio.
Avevo pensato di rivolgermi ad un centro per la cura del dca,ma la mia psicologa sostiene che non serve e che devo avere più forza di volontà e che cmq non sono così magra da dover andare in un centro(in effetti peso 52 kg per 168)
Cosa dovrei fare?io giuro che cerco di mettercela tutta,ma non ce la faccio più.
non è la prima volta che scrivo su questo sito e vi ringrazio per l'aiuto che cercate di dare.
Sono una ragazza di 22 anni e da un annetto soffro di anoressia,è iniziata come una dieta e ora,soprattutto negli ultimi mesi è diventata solo una terribile ossessione.
Vado da una psicologa due volte a settimana,ma ho la sensazione che qualcosa non funzioni...
Voglio guarire,cerco di sforzarmi,per me e per le persone che mi amano,ma sono in lotta continua che una parte di me stessa che invece mi proibisce di farlo.
è esasperante...ormai gira tutto intorno alle calorie,al numero sulla bilancia che deve scendere e all'esasperazione che tutto ciò ne comporta.
ho solo voglia che tutto questo finisca,vorrei morire,ma non ne ho il coraggio.
Avevo pensato di rivolgermi ad un centro per la cura del dca,ma la mia psicologa sostiene che non serve e che devo avere più forza di volontà e che cmq non sono così magra da dover andare in un centro(in effetti peso 52 kg per 168)
Cosa dovrei fare?io giuro che cerco di mettercela tutta,ma non ce la faccio più.
[#1]
Gentile ragazza, l'approccio interdisciplinare e quindi quello che prevede l'integrazione di piu' figure professionali che collaborano verso un obiettivo condiviso e' indicato per il trattamento dei disturbi alimentari. Se lei non crede di ottenere miglioramenti con la terapeuta che la segue attualmente lei ha tutto il diritto di rivolgersi ad un centro specializzato. Difficilmente, infatti, si risolvono questi disturbi con la "volonta'" e non e' necessario aspettare di avere un BMI preoccupante per rivolgersi ad un centro specializzato, anzi prima si affrontano e prima se ne puo' uscire.
Un cordiale saluto
Un cordiale saluto
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it
[#2]
Gentile ragazza, molte volte l'anoressia inizia con una una dieta dalla quale poi non si riesce più a uscire, perché ci si attacca al nuovo comportamento di controllo del peso. Si ha l'illusione del controllo e invece lo stiamo perdendo.
L'anoressia ha molto a che vedere con l'ossessività e dev'essere trattata in modo da sbloccare l'atteggiamento disfunzionale, rendendo la persona più flessibile e più in grado di fare scelte diverse, non solo in campo alimentare.
Se la sua psicoterapia non sta funzionando, deve parlarne con la sua terapeuta, oppure prendere in considerazione la possibilità di cambiare terapia. La ricerca ha mostrato che se dopo 15-20 sedute di psicoterapia ancora non si hanno segni tangibili di miglioramento, è inutile proseguirla.
Cordiali saluti
L'anoressia ha molto a che vedere con l'ossessività e dev'essere trattata in modo da sbloccare l'atteggiamento disfunzionale, rendendo la persona più flessibile e più in grado di fare scelte diverse, non solo in campo alimentare.
Se la sua psicoterapia non sta funzionando, deve parlarne con la sua terapeuta, oppure prendere in considerazione la possibilità di cambiare terapia. La ricerca ha mostrato che se dopo 15-20 sedute di psicoterapia ancora non si hanno segni tangibili di miglioramento, è inutile proseguirla.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Ex utente
Gentile dott.Santonocito,
purtroppo è proprio così, si ha l'illusione di avere tutto sotto controllo,ma quando ci si accorge di non essere più in grado di fermare il circolo che si è creato diventa una lotta contro sé stessi...e io non ne posso più.
Il fatto è che con la mia terapeuta non so come comportarmi, nel senso che è sempre stata molto cordiale e disponibile e non ho il coraggio di dirle che ho la sensazione non vada bene.(Tra l'altro sono in terapia da fine luglio)
Ho un pò la paura di essere io a sbagliare qualcosa...è vero che da quando ho iniziato non mi sembra di aver visto miglioramenti,e dal punto di vista fisico sono passata da 59 a 52 kg, ma è anche vero che non so cosa dovrei o potrei aspettarmi da un terapeuta.
Inoltre tra poco sarà natale e inizierà il mio incubo:cene su cene, e io ho solo voglia di chiudermi in casa e morire.
La ringrazio per la sua cortesia!
purtroppo è proprio così, si ha l'illusione di avere tutto sotto controllo,ma quando ci si accorge di non essere più in grado di fermare il circolo che si è creato diventa una lotta contro sé stessi...e io non ne posso più.
Il fatto è che con la mia terapeuta non so come comportarmi, nel senso che è sempre stata molto cordiale e disponibile e non ho il coraggio di dirle che ho la sensazione non vada bene.(Tra l'altro sono in terapia da fine luglio)
Ho un pò la paura di essere io a sbagliare qualcosa...è vero che da quando ho iniziato non mi sembra di aver visto miglioramenti,e dal punto di vista fisico sono passata da 59 a 52 kg, ma è anche vero che non so cosa dovrei o potrei aspettarmi da un terapeuta.
Inoltre tra poco sarà natale e inizierà il mio incubo:cene su cene, e io ho solo voglia di chiudermi in casa e morire.
La ringrazio per la sua cortesia!
[#4]
Gentile ragazza, posso comprendere la sua difficoltà nel confrontarsi con la sua terapeuta rispetto alle sue sensazioni. D'altra parte però questo "non detto" potrebbe costituire un ostacolo per la terapia con il risultato che lei non si sentirà compresa e la terapeuta non riuscirà ad aiutarla nel modo migliore.
Proprio perchè si avvicina un periodo particolarmente rischioso e stressante per lei ("io ho solo voglia di chiudermi in casa e morire") credo sia necessario che vi confrontiate su questi punti. Provi a parlarle: le spieghi le sue perplessità e la sua sensazione di "non andare da nessuna parte". Se poi dovesse continuare a non vedere progressi allora dovrebbe prendere in coonsiderazione l'idea di rivolgersi a qualcun altro o meglio ad un centro specializzato.
Un cordiale saluto.
Proprio perchè si avvicina un periodo particolarmente rischioso e stressante per lei ("io ho solo voglia di chiudermi in casa e morire") credo sia necessario che vi confrontiate su questi punti. Provi a parlarle: le spieghi le sue perplessità e la sua sensazione di "non andare da nessuna parte". Se poi dovesse continuare a non vedere progressi allora dovrebbe prendere in coonsiderazione l'idea di rivolgersi a qualcun altro o meglio ad un centro specializzato.
Un cordiale saluto.
[#7]
Se alle sedute arriva con l'angoscia, significa che la sua terapia non sta procedendo come dovrebbe. Il fatto che la terapeuta sia cordiale e disponibile va bene, ma la psicoterapia non consiste in questo.
Rispondendo alla sua precedente richiesta le avevo già suggerito un articolo per capire cosa aspettarsi da una psicoterapia. Questo può essere un buon punto di partenza:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
La psicoterapia può essere centrata sul paziente o sul terapeuta.
Nel primo caso il terapeuta non prende l'iniziativa d'innescare un cambiamento, ma aspetta che sia il paziente a trovare il suo personale modo di farlo. Quindi i tempi possono essere più lunghi.
Nel secondo caso è invece il terapeuta che, strategicamente, assume su di sé la responsabilità di suggerire comportamenti e riflessioni che aiutano a sbloccare la situazione problematica.
Non necessariamente uno dei due tipi è superiore all'altro, si tratta anche di una questione di preferenza da parte del paziente.
Cordiali saluti
Rispondendo alla sua precedente richiesta le avevo già suggerito un articolo per capire cosa aspettarsi da una psicoterapia. Questo può essere un buon punto di partenza:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
La psicoterapia può essere centrata sul paziente o sul terapeuta.
Nel primo caso il terapeuta non prende l'iniziativa d'innescare un cambiamento, ma aspetta che sia il paziente a trovare il suo personale modo di farlo. Quindi i tempi possono essere più lunghi.
Nel secondo caso è invece il terapeuta che, strategicamente, assume su di sé la responsabilità di suggerire comportamenti e riflessioni che aiutano a sbloccare la situazione problematica.
Non necessariamente uno dei due tipi è superiore all'altro, si tratta anche di una questione di preferenza da parte del paziente.
Cordiali saluti
[#8]
Cara ragazza, si conceda il lusso di sfruttare pienamente il percorso terapeutico che ha intrapreso! Si permetta di parlare apertamente con la sua terapeuta delle sue paure e dell'angoscia che la stanno accompagnando in terapia, delle difficoltà, del desiderio di controllo e di come si sente quando sente di non riuscire ad avere il controllo.
Poi faccia chiarezza: ma lei cosa si aspetta da questa terapia? Ed eventualmente condivida queste idee con la psicologa.
Saluti
Poi faccia chiarezza: ma lei cosa si aspetta da questa terapia? Ed eventualmente condivida queste idee con la psicologa.
Saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#9]
Gentile utente,
La terapia non consiste nello sforzarsi, quindi non è questo che le si richiede. Lo sforzo deve essere rivolto a interagire con lo psicologo o con il medico seguendo le indicazioni, non a cercare di non avere i sintomi.
Detto questo, l'obiettivo della psicoterapia è ovviamente raggiungere un controllo della preoccupazione per il peso, non del peso in sé. Questo è scontato, ma andrebbe meglio definito nei tempi, cosicché lei non si attenda risultati immediati laddove non sono previsti, o che comprenda dove è che migliora, in quali aspetti, così da non confondere la cura con il controllo del peso. In altre parole: la cura non è uno strumento che "aiuta" l'anoressia verso i suoi obiettivi, e quindi inizialmente può sembrarle che non la stia aiutando nello scopo che è al centro dei suoi pensieri, controllare il peso. La terapia interviene sul nucleo della malattia, che è sulla centralità dell'idea di controllare il peso, vero nucleo patologico di questa condizione.
Sarebbe utile anche un inquadramento psichiatrico, cioè medico, perché esistono comunque situazioni mediche da verificare e una diagnosi psichiatrica da fare a 360 gradi.
La terapia non consiste nello sforzarsi, quindi non è questo che le si richiede. Lo sforzo deve essere rivolto a interagire con lo psicologo o con il medico seguendo le indicazioni, non a cercare di non avere i sintomi.
Detto questo, l'obiettivo della psicoterapia è ovviamente raggiungere un controllo della preoccupazione per il peso, non del peso in sé. Questo è scontato, ma andrebbe meglio definito nei tempi, cosicché lei non si attenda risultati immediati laddove non sono previsti, o che comprenda dove è che migliora, in quali aspetti, così da non confondere la cura con il controllo del peso. In altre parole: la cura non è uno strumento che "aiuta" l'anoressia verso i suoi obiettivi, e quindi inizialmente può sembrarle che non la stia aiutando nello scopo che è al centro dei suoi pensieri, controllare il peso. La terapia interviene sul nucleo della malattia, che è sulla centralità dell'idea di controllare il peso, vero nucleo patologico di questa condizione.
Sarebbe utile anche un inquadramento psichiatrico, cioè medico, perché esistono comunque situazioni mediche da verificare e una diagnosi psichiatrica da fare a 360 gradi.
Dr.Matteo Pacini
http://www.psichiatriaedipendenze.it
Libri: https://www.amazon.it/s?k=matteo+pacini
[#10]
Gentile Utente,
a quanto detto dai Colleghi aggiungo che forse il nocciolo sta proprio qui: il fatto che la psicoterapia non sia "centrata" sul sintomo anoressico forse permette a Lei di avvertire qualche "grado di libertà" in più, come se continuando ad andare da questa terapeuta Lei avvertisse di avere ancora un'uscita d'emergenza.
E' per questo che il rivolgersi ad un centro specializzato le fa paura: perchè Lei sa che in questi centri si va proprio lì, al nocciolo della questione.
E allora cosa succede? Che Lei aspetta, e dice a se stessa che le dispiace mollare la psicoterapeuta perchè "è gentile". Da come scrive mi sembra abbastanza intelligente da comprendere che una psicoterapia (a maggior ragione per un DCA) non si porta avanti perchè il terapeuta è gentile.
Quando si tratta di DCA bisogna rivolgersi a persone specializzate in questo tipo di trattamento, poichè le condizioni di salute del paziente spesso non permettono di aspettare troppo tempo.
Ora si trova di fronte ad un bivio: continuare a trascinarsi in questa "comoda" (mi passi il termine) psicoterapia oppure affrontare un percorso forse più doloroso ma diretto alla soluzione dei Suoi sintomi anoressici.
Immagino che questo le faccia tanta paura, ma guardi che una volta iniziato il percorso le cose saranno molto più semplici.
Intanto non si tratta solo di "forza di volontà": bisogna inquadrare, come suggerito dal Dottor Pacini, il sottostante disturbo ossessivo e trattarlo. Questo le permette di "fare spazio" nella Sua mente oggi piena di riferimenti a cibo, peso e formse corporee.
Non è necessario abbandonare subito la Sua terapeuta se adesso non se la sente: si rivolga subito ad uno di questi Centri (io a Milano le consiglierei l'Istituto Auxologico Italiano) e faccia il colloquio inziale.
Non molli, mi raccomando!
a quanto detto dai Colleghi aggiungo che forse il nocciolo sta proprio qui: il fatto che la psicoterapia non sia "centrata" sul sintomo anoressico forse permette a Lei di avvertire qualche "grado di libertà" in più, come se continuando ad andare da questa terapeuta Lei avvertisse di avere ancora un'uscita d'emergenza.
E' per questo che il rivolgersi ad un centro specializzato le fa paura: perchè Lei sa che in questi centri si va proprio lì, al nocciolo della questione.
E allora cosa succede? Che Lei aspetta, e dice a se stessa che le dispiace mollare la psicoterapeuta perchè "è gentile". Da come scrive mi sembra abbastanza intelligente da comprendere che una psicoterapia (a maggior ragione per un DCA) non si porta avanti perchè il terapeuta è gentile.
Quando si tratta di DCA bisogna rivolgersi a persone specializzate in questo tipo di trattamento, poichè le condizioni di salute del paziente spesso non permettono di aspettare troppo tempo.
Ora si trova di fronte ad un bivio: continuare a trascinarsi in questa "comoda" (mi passi il termine) psicoterapia oppure affrontare un percorso forse più doloroso ma diretto alla soluzione dei Suoi sintomi anoressici.
Immagino che questo le faccia tanta paura, ma guardi che una volta iniziato il percorso le cose saranno molto più semplici.
Intanto non si tratta solo di "forza di volontà": bisogna inquadrare, come suggerito dal Dottor Pacini, il sottostante disturbo ossessivo e trattarlo. Questo le permette di "fare spazio" nella Sua mente oggi piena di riferimenti a cibo, peso e formse corporee.
Non è necessario abbandonare subito la Sua terapeuta se adesso non se la sente: si rivolga subito ad uno di questi Centri (io a Milano le consiglierei l'Istituto Auxologico Italiano) e faccia il colloquio inziale.
Non molli, mi raccomando!
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 2.3k visite dal 01/12/2009.
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Approfondimento su DCA: Disturbi del Comportamento Alimentare
I disturbi alimentari (DCA), come anoressia, bulimia e binge eating, sono patologie legate a un comportamento disfunzionale verso il cibo. Sintomi, cause, cura.