Blocco sessuale orgasmo
salve,
sono una ragazza di 27 anni e solo recentemente ho iniziato ad avere una vita sessuale.
il mio problema riguarda da un lato il blocco sessuale dall'altro la mancanza di orgasmo.
ho una costante paura di essere lasciata, di non essere amata, ma di essere solo usata. e so di dire una cattiveria perché il mio ragazzo (col quale sto da 4 mesi anche se ci vediamo una volta al mese visto che abitiamo in città diverse) è fantastico.
il punto è la mia prima pseudo-esperienza sessuale che è stata negativa: una storia difficile a 20 anni, tira e molla, e lui che non vuole più vedermi e sentirmi dopo aver fatto petting per la prima volta (mi aveva già toccata, ma era la prima volta che mi penetrava con le dita).
dopo quella volta non ho più avuto ragazzi.
il mio attuale ragazzo sa che sono vergine e non mi mette fretta, anzi vuole che sia perfettamente sicura di volerlo fare. ma ho come paura a lasciarmi andare.
pratichiamo petting spinto (per evitare ansie da "gravidanza acrobatica" ho anche iniziato a prendere la pillola) ma quando sento di essere molto eccitata ho come paura a continuare a provare piacere. qualcosa dentro me mi dice di fermarmi.
è come salire le scale, vedere l'orgasmo sul ballatoio e non voler salire l'ultimo gradino.
a volte riesco a lasciarmi andare un po', ma non so neanche se è un orgasmo.
quando mi masturbo da sola provo piacere ma mi fermo sempre prima (spesso non sono sola a casa, quindi non posso lasciarmi andare). col mio ragazzo però è molto più piacevole.
adesso vorrei superare questo problema dell'orgasmo. lui mi chiede se sono venuta, ma come faccio a capirlo? so che è una domanda scema alla mia età...
vorrei fare l'amore con lui ma ho paura di essere lasciata subito dopo. non potrei sopportare nuovamente una situazione simile. anche il fatto di abitare lontani a volte mi fa pensare "ma quale futuro potrebbe esserci per noi?".
ho paura che tutto finisca. ho paura di stare male ancora, di piangere e di disperarmi.
pensieri che si affollano nella mia mente soprattutto nel momento del piacere.
e pensando troppo non riesco a concentrarmi, o meglio, a lasciarmi andare.
immagino che un'educazione molto puritana (e per esempio la preoccupazione di mia madre che sa che prendo la pillola e di ogni volta che incontro il mio ragazzo, con conseguente litigata tra me e lei, ovvero lei "hai troppa fretta di fare certe cose" e io "sono affari miei") facciano anche la loro parte.
per essere pronta e avvicinarmi al sesso in modo cosciente e sicuro ho anche fatto una visita dal ginecologo e a livello fisico sto benissimo.
sono tanto sbagliata?
la prego, avrei bisogno di un consiglio.
grazie
sono una ragazza di 27 anni e solo recentemente ho iniziato ad avere una vita sessuale.
il mio problema riguarda da un lato il blocco sessuale dall'altro la mancanza di orgasmo.
ho una costante paura di essere lasciata, di non essere amata, ma di essere solo usata. e so di dire una cattiveria perché il mio ragazzo (col quale sto da 4 mesi anche se ci vediamo una volta al mese visto che abitiamo in città diverse) è fantastico.
il punto è la mia prima pseudo-esperienza sessuale che è stata negativa: una storia difficile a 20 anni, tira e molla, e lui che non vuole più vedermi e sentirmi dopo aver fatto petting per la prima volta (mi aveva già toccata, ma era la prima volta che mi penetrava con le dita).
dopo quella volta non ho più avuto ragazzi.
il mio attuale ragazzo sa che sono vergine e non mi mette fretta, anzi vuole che sia perfettamente sicura di volerlo fare. ma ho come paura a lasciarmi andare.
pratichiamo petting spinto (per evitare ansie da "gravidanza acrobatica" ho anche iniziato a prendere la pillola) ma quando sento di essere molto eccitata ho come paura a continuare a provare piacere. qualcosa dentro me mi dice di fermarmi.
è come salire le scale, vedere l'orgasmo sul ballatoio e non voler salire l'ultimo gradino.
a volte riesco a lasciarmi andare un po', ma non so neanche se è un orgasmo.
quando mi masturbo da sola provo piacere ma mi fermo sempre prima (spesso non sono sola a casa, quindi non posso lasciarmi andare). col mio ragazzo però è molto più piacevole.
adesso vorrei superare questo problema dell'orgasmo. lui mi chiede se sono venuta, ma come faccio a capirlo? so che è una domanda scema alla mia età...
vorrei fare l'amore con lui ma ho paura di essere lasciata subito dopo. non potrei sopportare nuovamente una situazione simile. anche il fatto di abitare lontani a volte mi fa pensare "ma quale futuro potrebbe esserci per noi?".
ho paura che tutto finisca. ho paura di stare male ancora, di piangere e di disperarmi.
pensieri che si affollano nella mia mente soprattutto nel momento del piacere.
e pensando troppo non riesco a concentrarmi, o meglio, a lasciarmi andare.
immagino che un'educazione molto puritana (e per esempio la preoccupazione di mia madre che sa che prendo la pillola e di ogni volta che incontro il mio ragazzo, con conseguente litigata tra me e lei, ovvero lei "hai troppa fretta di fare certe cose" e io "sono affari miei") facciano anche la loro parte.
per essere pronta e avvicinarmi al sesso in modo cosciente e sicuro ho anche fatto una visita dal ginecologo e a livello fisico sto benissimo.
sono tanto sbagliata?
la prego, avrei bisogno di un consiglio.
grazie
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Gentile ragazza, leggendo la sua richiesta, anche prima di arrivare al punto dove dice di aver ricevuto un'educazione molto puritana, già s'intuiva che uno dei suoi problemi sta nel senso di colpa che in lei sembra piuttosto forte.
Infatti esordisce parlando della sua paura di essere abbandonata, ma subito dopo si affretta a precisare che "so di dire una cattiveria verso il mio ragazzo". Come se il semplice ammettere una paura significasse già parlar male di qualcun'altro.
E per concludere, si chiede - e ci chiede - se è "tanto sbagliata".
Credo che il suo problema sessuale si possa ricondurre a questa rigidità e autocolpevolizzazione, e nella conseguente difficoltà a lasciarsi andare, pur avendone forte il desiderio.
Le suggerisco di parlarne di persona con uno psicologo, per farsi aiutare ad ammorbidire quei punti che più ne hanno bisogno.
Cordiali saluti
Infatti esordisce parlando della sua paura di essere abbandonata, ma subito dopo si affretta a precisare che "so di dire una cattiveria verso il mio ragazzo". Come se il semplice ammettere una paura significasse già parlar male di qualcun'altro.
E per concludere, si chiede - e ci chiede - se è "tanto sbagliata".
Credo che il suo problema sessuale si possa ricondurre a questa rigidità e autocolpevolizzazione, e nella conseguente difficoltà a lasciarsi andare, pur avendone forte il desiderio.
Le suggerisco di parlarne di persona con uno psicologo, per farsi aiutare ad ammorbidire quei punti che più ne hanno bisogno.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
la ringrazio per la risposta.
immagino che il mio modo di essere unito alle mie esperienze passate non siano molto di aiuto.
poi sono una persona molto ansiosa, che vuole avere ogni cosa sotto controllo. non le sto a dire quando facevo gli esami all'università quale ansia!
alla fine ho pensato di lasciarmi andare, sperando vada tutto bene, e di fare l'amore con il mio ragazzo.
penso che forse, una volta fatto, sarà più facile visto che non c'è altro da temere.
anche io avevo pensato di parlare con uno psicologo.
purtroppo faccio un lavoro che mi assorbe molto (infatti avrà visto a che ora ho inviato la richiesta di consulto) e l'unico psicologo che abita vicino me è una persona, dal mio punto di vista inaffidabile, che anzi mi fa temere molto l'andare da uno psicologo: tempo fa, durante un convegno abbiamo avuto modo di parlare di omosessualità e affidamento di bambini alle coppie omosessuali (io sono favorevole). diciamo, per usare un eufemismo, che mi ha aggredita dicendo che l'omosessualità è una patologia e visto che io la pensavo in quel modo, che avrei affidato un bambino a una coppia gay, allora sperava che non sarei mai diventata madre. non credo proprio che andrò da questo tizio a parlare dei miei problemi sessuali (magari sarebbe capace di dirmi che mi sento in colpa perché la castità è l'unico valore da seguire).
credo proprio che la strada di andare a parlare con un professionista sia al momento impercorribile, anche se so che sarebbe la cosa giusta.
c'è qualcosa che posso fare da me?
immagino che il mio modo di essere unito alle mie esperienze passate non siano molto di aiuto.
poi sono una persona molto ansiosa, che vuole avere ogni cosa sotto controllo. non le sto a dire quando facevo gli esami all'università quale ansia!
alla fine ho pensato di lasciarmi andare, sperando vada tutto bene, e di fare l'amore con il mio ragazzo.
penso che forse, una volta fatto, sarà più facile visto che non c'è altro da temere.
anche io avevo pensato di parlare con uno psicologo.
purtroppo faccio un lavoro che mi assorbe molto (infatti avrà visto a che ora ho inviato la richiesta di consulto) e l'unico psicologo che abita vicino me è una persona, dal mio punto di vista inaffidabile, che anzi mi fa temere molto l'andare da uno psicologo: tempo fa, durante un convegno abbiamo avuto modo di parlare di omosessualità e affidamento di bambini alle coppie omosessuali (io sono favorevole). diciamo, per usare un eufemismo, che mi ha aggredita dicendo che l'omosessualità è una patologia e visto che io la pensavo in quel modo, che avrei affidato un bambino a una coppia gay, allora sperava che non sarei mai diventata madre. non credo proprio che andrò da questo tizio a parlare dei miei problemi sessuali (magari sarebbe capace di dirmi che mi sento in colpa perché la castità è l'unico valore da seguire).
credo proprio che la strada di andare a parlare con un professionista sia al momento impercorribile, anche se so che sarebbe la cosa giusta.
c'è qualcosa che posso fare da me?
[#3]
Purtroppo è molto difficile riuscire a risolvere da soli questo tipo di problemi. Se fosse una cosa scontata, avrebbe già trovato da sola la soluzione. E se d'altra parte ha trovato la forza di rivolgersi a noi, vuol dire che anche lei ha capito che l'aiuto professionale è la cosa migliore e più sensata da fare.
Di psicologi/psicoterapeuti bravi e capaci ne esistono tanti, basta cercarli. E anche se non ricevono proprio dietro l'angolo, forse allungarsi un po' può valer bene la probabile soluzione del suo problema. Sì, perché problemi come quelli che descrive si possono risolvere bene con l'aiuto adatto.
D'altra parte è tipico delle persone ansiose (e un po' ossessive) esitare e avere paura anche ad andare dallo psicologo. Come vede anche questo fa parte del suo problema, non è qualcosa di diverso. È sempre una forma di rigidità.
Faccia una ricerca. Faccia delle telefonate e inizi a chiedere ai professionisti già per telefono se sono in grado di venirle incontro. Già da una semplice chiamata si possono capire tante cose, specie quando si ha la sua sensibilità.
Può leggere prima quest'articolo, per maggiori informazioni su cosa aspettarsi da una terapia e su come scegliersi un terapeuta:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Cordiali saluti
Di psicologi/psicoterapeuti bravi e capaci ne esistono tanti, basta cercarli. E anche se non ricevono proprio dietro l'angolo, forse allungarsi un po' può valer bene la probabile soluzione del suo problema. Sì, perché problemi come quelli che descrive si possono risolvere bene con l'aiuto adatto.
D'altra parte è tipico delle persone ansiose (e un po' ossessive) esitare e avere paura anche ad andare dallo psicologo. Come vede anche questo fa parte del suo problema, non è qualcosa di diverso. È sempre una forma di rigidità.
Faccia una ricerca. Faccia delle telefonate e inizi a chiedere ai professionisti già per telefono se sono in grado di venirle incontro. Già da una semplice chiamata si possono capire tante cose, specie quando si ha la sua sensibilità.
Può leggere prima quest'articolo, per maggiori informazioni su cosa aspettarsi da una terapia e su come scegliersi un terapeuta:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
Cordiali saluti
[#5]
Gentile Utente,
forse Lei non sarà "brava" a riconoscere ed a controllare il Suo orgasmo, ma di certo è un'ottima psicologa visto che da sola ha centrato in pieno la diagnosi.
L'orgasmo, sia maschile che femminile, è nemico del "controllo". Lei di questo ne è consapevole, ma non riesce a fare a meno di controllarsi, giusto?
Ho come l'impressione che Lei si sia costruita da sola un labirinto senza uscita: voglio l'orgasmo ma non voglio lasciarmi andare. Un problema irrisolvibile messo in questi termini, non trova?
Smetta di pensare continuamente a tutti questi dubbi (orgasmo? psicologo? sessualità?, ecc.) e passi all'azione.
Io le consiglio di rivolgersi ad una psicologa: visto il Suo rapporto un po' difficoltoso con la sfera sessuale pensare di parlarne tranquillamente con uno psicologo maschio forse è un obiettivo difficilmente raggiungibile.
Le consiglio anche di leggere questi articoli sull'anorgasmia femminile, potrebbe trovare degli spunti interessanti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
forse Lei non sarà "brava" a riconoscere ed a controllare il Suo orgasmo, ma di certo è un'ottima psicologa visto che da sola ha centrato in pieno la diagnosi.
L'orgasmo, sia maschile che femminile, è nemico del "controllo". Lei di questo ne è consapevole, ma non riesce a fare a meno di controllarsi, giusto?
Ho come l'impressione che Lei si sia costruita da sola un labirinto senza uscita: voglio l'orgasmo ma non voglio lasciarmi andare. Un problema irrisolvibile messo in questi termini, non trova?
Smetta di pensare continuamente a tutti questi dubbi (orgasmo? psicologo? sessualità?, ecc.) e passi all'azione.
Io le consiglio di rivolgersi ad una psicologa: visto il Suo rapporto un po' difficoltoso con la sfera sessuale pensare di parlarne tranquillamente con uno psicologo maschio forse è un obiettivo difficilmente raggiungibile.
Le consiglio anche di leggere questi articoli sull'anorgasmia femminile, potrebbe trovare degli spunti interessanti
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/
[#6]
Ex utente
la ringrazio per i due link.
mi sono ritrovata soprattutto nel caso di un plateau prolungato senza tuttavia raggiungere l'orgasmo vero e proprio.
anzi in questa fase di plateau mi trovo spesso a pregare il mio ragazzo di fermarsi. cosa che lo lascia parecchio interdetto (anche se non vuole darlo a vedere e inizia a tranquillizzarmi).
devo darle ragione anche sul problema di rivolgersi a uno psicologo uomo. penso che avrei molte difficoltà anche con una donna. ho scritto qui perché su internet è molto più facile parlare di certi argomenti.
leggo nell'articolo: "Per eliminare il supercontrollo e l’inibizione si impiegano delle esperienze sessuali prescritte, studiate in modo da stimolare il naturale processo della scarica orgasmica".
di cosa si tratta? questi termini mi preoccupano un po'...
sul fatto di pensarci troppo su, anche qui mi sa che ha ragione.
alla fine prendo la pillola con diligenza, useremmo anche il preservativo quindi dovrei stare tranquilla per eventuali gravidanze.
non ho 15 anni, quindi non c'è rischio di bruciare le tappe.
credo proprio che sarebbe meglio passare all'azione, avere un rapporto completo e vedere come va.
potrebbe funzionare? ho paura di passare all'autocontrollo involontario e non riuscire più a venirne fuori :(
mi sono ritrovata soprattutto nel caso di un plateau prolungato senza tuttavia raggiungere l'orgasmo vero e proprio.
anzi in questa fase di plateau mi trovo spesso a pregare il mio ragazzo di fermarsi. cosa che lo lascia parecchio interdetto (anche se non vuole darlo a vedere e inizia a tranquillizzarmi).
devo darle ragione anche sul problema di rivolgersi a uno psicologo uomo. penso che avrei molte difficoltà anche con una donna. ho scritto qui perché su internet è molto più facile parlare di certi argomenti.
leggo nell'articolo: "Per eliminare il supercontrollo e l’inibizione si impiegano delle esperienze sessuali prescritte, studiate in modo da stimolare il naturale processo della scarica orgasmica".
di cosa si tratta? questi termini mi preoccupano un po'...
sul fatto di pensarci troppo su, anche qui mi sa che ha ragione.
alla fine prendo la pillola con diligenza, useremmo anche il preservativo quindi dovrei stare tranquilla per eventuali gravidanze.
non ho 15 anni, quindi non c'è rischio di bruciare le tappe.
credo proprio che sarebbe meglio passare all'azione, avere un rapporto completo e vedere come va.
potrebbe funzionare? ho paura di passare all'autocontrollo involontario e non riuscire più a venirne fuori :(
[#7]
"credo proprio che sarebbe meglio passare all'azione, avere un rapporto completo e vedere come va."
Mi scusi, ma per "passare all'azione" intendevo affrontare il problema con una specialista in psicologia o sessuologia, forse mi sono espresso male.
Le sconsiglierei infatti, a questo punto, gli esperimenti fai-da-te.
Mi scusi, ma per "passare all'azione" intendevo affrontare il problema con una specialista in psicologia o sessuologia, forse mi sono espresso male.
Le sconsiglierei infatti, a questo punto, gli esperimenti fai-da-te.
[#9]
Cara ragazza,
Lei conosce molto bene la storia delle sue paure e dei suoi timori. Dice infatti che ha una grande paura di essere lasciata e di non essere amata. E poco hanno a che vedere con il suo attuale compagno. Vengono da lontano queste paure.
Ecco perchè a mio parere la situazione andrebbe affrontata con l'aiuto di uno specialista.
Posso fornirle qualche spunto, seguendo un po' la Sua richiesta.
Cosa significa per Lei lasciarsi andare?
Che tipo di paura è la Sua? La paura di provare piacere da dove viene secondo Lei?
Che idea ha del piacere? E del piacere sessuale?
Che idea ha dell'orgasmo? (mi sembra che Lei voglia avere una definizione dall'esterno, anzichè sentire le sensazioni del Suo corpo e assaporare quel momento).
Che idea ha dell'intimità?
Uno specialista può aiutare a mettere un po' d'ordine in ciò che Lei già sta chiaramente vedendo.
Saluti
Lei conosce molto bene la storia delle sue paure e dei suoi timori. Dice infatti che ha una grande paura di essere lasciata e di non essere amata. E poco hanno a che vedere con il suo attuale compagno. Vengono da lontano queste paure.
Ecco perchè a mio parere la situazione andrebbe affrontata con l'aiuto di uno specialista.
Posso fornirle qualche spunto, seguendo un po' la Sua richiesta.
Cosa significa per Lei lasciarsi andare?
Che tipo di paura è la Sua? La paura di provare piacere da dove viene secondo Lei?
Che idea ha del piacere? E del piacere sessuale?
Che idea ha dell'orgasmo? (mi sembra che Lei voglia avere una definizione dall'esterno, anzichè sentire le sensazioni del Suo corpo e assaporare quel momento).
Che idea ha dell'intimità?
Uno specialista può aiutare a mettere un po' d'ordine in ciò che Lei già sta chiaramente vedendo.
Saluti
Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica
[#10]
No, mi riferisco all'avere rapporti con intenzioni di "auto-verifica", per vedere cosa funziona e cosa no.
In tal modo la sessualità perde la necessaria dimensione "spontanea", e si rischia di accumulare solo disagio, come mi sembra Lei stia facendo.
Quindi non si vittimizzi inutilmente e segua i nostri consigli: ha bisogno di uno specialista in carne ed ossa.
In tal modo la sessualità perde la necessaria dimensione "spontanea", e si rischia di accumulare solo disagio, come mi sembra Lei stia facendo.
Quindi non si vittimizzi inutilmente e segua i nostri consigli: ha bisogno di uno specialista in carne ed ossa.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 10.7k visite dal 30/11/2009.
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