Problema con psicologa
salve, sono un ragazzo di 28 anni sono due mesi che svolgo psicoterapia con una psicologa,premetto che mi sono sempre comportato nel pieno rispetto, a sua insaputa me ne sono innamorato pazzamente da stare male, tante' che ho voluto confessargli la situazione sperando fossi capito e magari confortato con qualsiasi gesto anche un abbraccio ed aiutarmi a superare la crisi,ma lei appena messa al corrente prendeva immediatamente le distanze da me dandomi quel senso di distacco pauroso come se mi avessero ucciso dentro ,la psicologa ha preso posizione affermando che tra paziente e medico non si puo' avere nessun tipo di contatto fisico e mentale di nessun genere,io avrei voluto solo un po' di conforto e comprensione ma neppure quella e chiudemmo la seduta molto freddamente me ne andai tra pianti e in piena crisi quasi da pensare ad un suicidio,la cosa che mi ha lasciato piu' incredulo e di vedere tanta indifferenza da parte di un operatore che dovrebbe fare della propria sensibilita' una vera arma per aiutare il paziente cercando di aiutarlo , arrivati a questo punto forse sarebbe meglio cambiare psicologa per iniziare un nuovo ciclo,come mia prima esperienza devo ammettere che mi ha lasciato molto diffidente per il semplice fatto che una persona come nel mio caso che va in psicanalisi per dei motivi seri e quindi e' perso dentro se stesso quando magari trova una fonte di speranza nella propria psicanalista questa dovrebbe capire il valore del suo ruolo e potrebbe essere quasi sotto inteso che il paziente si possa attaccare in maniera possessiva in quel momento particolare della propria vita,a questo punto ho le idee molto confuse sarei molto grato se qualche specialista mi darebbe un suo consiglio e una sua valutazione sull'accaduto.
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Carissimo, il suo sfogo è pienamente comprensibile; mi preme rassicurarla innanzitutto sul fatto che, all'interno di un contesto di psicoterapia, l'emergere di sentimenti anche di grande intensità nei confronti del terapeuta non è assolutamente un fatto insolito. Ciò che è importante, in quest'ambito, è la riflessione e l'elaborazione delle dinamiche che si innescano tra paziente e terapeuta: per questo le propongo, prima di abbandonare la terapia che ha intrapreso, di riferire alla sua terapeuta i sentimenti di sofferenza che ha provato in seguito all'episodio di cui parla : potrebbe essere il modo per recuperare (e rafforzare) la fiducia che lei sembra avere attualmente perduto, e trovare importanti spunti di riflessione ed arricchimento del lavoro che state svolgendo.
Un caro saluto.
Un caro saluto.
Dr.ssa Francesca Rubino
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Ex utente
la ringrazio dottoressa per il conforto e il consiglio,molto probabilmente faro'l'ultima seduta per confermare alla psicoterapista che cambiero' analista,forse ho sbagliato io forse ha sbagliato lei resta il fatto che ho un muro alto 5 metri tra me e lei per come sono io meglio cambiare altrimenti ci sara' sempre un certo imbarazzo e quella macchia indelebile rimarrebbe cmq sempre presente ,con questa costante penso sia quasi impossibile continuare un progetto,gia' di disagi c'e' ne sono troppi nel quotidiano quando si va dallo psicoanalista si spera che almeno li ci si trova a proprio agio....
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Naturalmente, se lei sente che la frattura che si è creata non sia sanabile, la scelta di rivolgersi ad uno altro terapeuta è la migliore. La fiducia nel proprio analista è fondamentale per portare avanti un buon lavoro terapeutico. Dal mio punto di vista, comunque, lei non ha sbagliato nel rivelare i suoi sentimenti alla sua terapeuta: ci tengo a rincuorarla a questo proposito.
Un caro saluto e auguri per tutto!
Un caro saluto e auguri per tutto!
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 2.4k visite dal 23/11/2009.
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