Paura di crescere?

sono un ragazzo di quasi 22 anni e da due mesi non capisco più niente di me stesso e a tal proposito vi volevo chiedere un consiglio. All'età di circa 14 anni mi sono reso conto di avere attrazioni sessuali verso persone del mio stesso sesso e sono corso da una psicologa con cui ho fatto solo un incontro e di cui non ho un ricordo positivo. All'inizio non accettavo di essere gay e per anni mi sono rifugiato nella fantasia immaginando di essere donna. Devo aggiungere che ho sempre avuto diverse paure e forse soprattutto della morte. Mi sono balenati in mente pensieri alquanto strani all'età di circa 16 anni ho cominciato a pensare che anime di defunti potessero impadronirsi dei miei familiari e ho cominciato a temere che le persone che più amo potessero non esistere (credevo di avere ormai quasi superato questa fase fantascientifica, per lo meno fino a due mesi fa). In alcuni momenti ho avuto paura di poter far male ai miei cari, ad esempio ucciderli. Cercando su internet ho trovato scritto che tale paura è data o da una forma di aggressività latente o da un evento che in passato abbia messo a repentaglio la vita di persone care. In effetti sia mia madre che mio fratello (le persone a cui voglio più bene in assoluto), hanno entrambi rischiato di morire a causa di una gravidanza difficile, anche se io sono venuto a conoscenza di ciò più o meno a pericolo scampato. Comunque a parte dei momenti di crisi ho sempre vissuto più o meno bene. (Comincio a pensare, anche a seguito di conversazioni fatte con degli amici che forse queste sono scuse che voglio dare a me stesso, così come il fatto che mia madre ha avuto minacce d'aborto quando era in attesa di me).Due anni fa circa ho avuto una esperienza pseudo-sessuale con un ragazzo, poi sono andato a vivere all'estero per qualche mese e quando sono ritornato lui era fidanzato e lo è tutt'ora con una ragazza. Il periodo, seppur breve trascorso insieme a lui, è stato bellissimo in quanto lui mi dava la sicurezza di cui io sono sempre stato carente e non avrei avuto alcun problema a passare il resto della mia vita insieme a lui. Il nostro allontanamento mi ha fatto stare molto male anche se ormai credevo che tutto fosse superato fin quando alcuni giorni fa si è rifatto vivo in qualità d'amico e ciò mi fa entrare un po' in crisi. Un evento molto importante è successo 2 mesi fa quando ho cominciato a soffrire di attacchi di panico. Ciò in realtà mi ha messo di fronte a me stesso e ho capito che tali attacchi erano degli sfoghi psichici ed infatti adesso non me ne vengono praticamente più (anche se ad intervalli mi capita di avere dei tic, ad esempio agli occhi, che avevo avuto per alcuni periodi in anni precedenti). Da allora ho cominciato a non immaginare di essere quello che non ero, ossia una ragazza. Credo di aver avuto un vuoto di personalità poiché abbattendo quella che mi ero costruito con la fantasia non ne avevo una di riserva. Tutto ciò mi ha messo di fronte alla realtà, sono stato molto male ma ora comincio a stare meglio. Ho avuto ed in parte ho forti sbalzi d'umore e nei momenti positivi ho cominciato anche ad apprezzare parti del corpo femminile. Mi pongo interrogativi su qualsiasi cosa, su chi sono, sul perchè della vita e comincio ad aver paura che il mondo in cui vivo possa essere frutto della mia immaginazione, nel frattempo mi sono ritornate in mente vecchie e nuove paure. Io credo di stare migliorando e di cominciare ad avere di nuovo un rapporto più riavvicinato con la realtà e con me stesso anche se ciò un po' mi spaventa (ho notato infatti che da quando ho smesso di immaginare di essere una ragazza sono spariti automaticamente altre forme di tic, come ad es. l'abitudine di ripetere più o meno nella mente nomi di altre persone che potessero in un certo senso essere vittime al posto dei miei familiari di eventuali morti o robe del genere). Per lo meno anche se non mi piaccio non mi vergogno di quello che sono e sono stato e comincio ad accertarmi ed infatti trovo meno difficoltà a parlare di questi problemi. Non voglio rivolgermi da un'analista sia per la brutta esperienza sopracitata e sia perchè voglio confrontarmi con me stesso e farcela da solo, infatti non prenderò mai medicinali, a parte qualche camomilla, per risolvere questi problemi. Naturalmente se sono qui a scrivere non metto in dubbio il valore del vostro lavoro ma vorrei riservarmi l'opzione psicologo per un secondo momento, per cementare il tutto. Allo stesso tempo però, vi scrivo perchè ho paura di sbagliare qualcosa e quindi di non riuscire a superare questa crisi da cui io voglio uscire vincitore. Credo che sia un momento importante anche per la mia sessualità, io non avrei ormai alcun problema ad accettare di essere gay ma sono quasi sicuro che questi orientamenti derivino da paure e difficoltà psicologiche che voglio risolvere. Il mio problema fondamentale è la paura di essere o diventare pazzo, alienarmi dalla realtà. Metto in discussione qualsiasi cosa, persone, oggetti, affetti, non ci capisco più niente. Forse non riesco ad accettare i miei limiti di essere umano, ho sempre pensato, pur essendo insicuro, di essere perfetto ma con il passare del tempo è emerso che non sono Dio e non posso dare una spiegazione scientifica a tutto cio che vedo. Forse il non accettare la mia impotenza reale mi ha fatto fungire nell'imaginazione, ma non lo so.Leggo riviste di pscicologia on line e mi riconosco nei sintomi di qualsiasi formadi malattia mentale.Se può esservi d'aiuto, ho un rapporto confidenziale con mia madre, mentre con mio padre ho un rapporto più distaccato che sto cercando di recuperare ma per me è quasi impossibile ora parlare di queste situazione con lui. Ho anche una sorella di 4 anni più grande che si sposerà l'anno prossimo ed anche questo mi ha messo un po' in crisi (forse ho paura del futuro? Non voglio crescere?Infatti mi turba molto ad esempio vedere cambiamenti fisici di mio fratello minore, forse perchè mi spaventa il fatto che lui sta diventando grande ed io non mi sento per lui un buon modello comportamentale). Un altra cosa che volevo segnalare alla vostra attenzione è che già da piccolo mi capitava di sentire delle voci di streghe che mi davano indicazioni su ciò che dovevo fare. Ho inoltre paura della solitudine, se sono in compagnia sto meglio. Ho paura di non uscire da questa situazione o di ricascarci in futuro! :( So che probabilmente la mia email è piuttosto lungae e allo stesso tempo un po' riduttiva, infatti ci sono molte cose scaturite da questa mia autoanalisi che ometto per questioni di spazio; ma comunque vorrei se possibile avere un vostro parere in merito a quanto da me scritto: sto comportandomi bene o sarò un omosessuale schizofrenico ? Mi auguro di avere buone notizie e mi scuso per il disturbo. Un' ultima cosa, so che avete molto lavoro, ma poiché nei momenti negativi è davvero difficile trovare delle risposte da soli, potrei ricevere almeno solo un rigo di risposta in cui mi si dica che sto procedendo più o meno bene o che ho completamente sbagliato strada? ( se l'email è troppo lunga tagliatela pure)
Grazie
[#1]
Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11
Caro utente,

la sua mail è un vero turbinio di pensieri!

Innanzitutto, nonostante la precisione di alcuni suoi passaggi nel descriversi, non credo proprio sia il caso di fare una diagnosi on-line, nè tantomeno è possibile poter sapere se lei sta "comportandosi bene o diventerà un omosessuale schizofrenico".

Sicuramente la continua ricerca di informazioni riguardanti sintomi più o meno organizzati, non può far altro che alimentare la fantasia di soffrire della malattia su cui ci sta documentando, piuttosto che di quella di cui si leggerà il giorno dopo. E' un meccansimo di autosuggestione abbastanza diffuso.

Internet è uno strumento che offre delle grandi possibilità di informazione e comunicazione, ma se bastassero da sole le informazioni che si trovano scritte (on-line, ma anche sui libri), gli specialisti avrebbero faticato per tanti anni inutilmente.


La descrizione dei suoi stati d'animo, del comparire o sparire di alcuni sintomi, di alcuni pezzetti della sua storia familiare, sicuramente comunicano il suo desiderio di comprendere che cosa le stia succedendo, al di là del fatto di avere attraversato periodi di sofferenza anche importanti.

Tuttavia non credo proprio che da soli sia possibile affrontare tematiche così complesse come quelle da lei citate, all'interno di una storia clinica in cui sono presenti ricordi sin dall'infanzia, con sintomi specifici e anche piuttosto diversi tra loro. Lei a un certo punto parla della sua onnipotenza... forse l'idea di potercela fare da solo c'entra qualcosa? O la (pur comprensibile) paura di doversi affidare a qualcun altro nel momento del bisogno?

Non mi sento proprio, quindi, di dirle se stia facendo bene o male: ha sicuramente fatto un buon cammino di autoconsapevolezza, ma da solo oltre un certo limite non si può andare.

Si rivolga a uno specilista, e affronti con lui tutti i dubbi, le domande e le sofferenze che ha cercato di comunicare a noi on-line!

Cordialmente,

Roberta Cacioppo
r.cacioppo@psicologia-milano.it

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

[#2]
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale attivo dal 2006 al 2008
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Gentile ragazzo,
la sua mail,è una richiesta di aiuto, questo è positivo.
Cio' che scrive mette in luce disagi, paure,uno stato di confusione mentale,incertezze,ma anche una gran voglia di far chiarezza in se stesso e nel contempo desiderio e timore nell'affrontare interventi terapeutici.
Ha fatto ricerche su internet,ma questo ,per chi non è specialista competente in materia, genera solo altra confusione.
Importante,ora, rivolgersi in primis ad uno specialista psichiatra,per un'adeguata diagnosi,gli eventuali psicofarmaci ,che lei "mai "prenderebbe", sono importantissimi,per non cronicizzare i suoi disturbi.
Indi, altettanto importante è un intervento psicoterapeutico,tenga presente che comunque è sempre "lei " che fa un percorso,che prende consapevolezza di sè.
Ha fatto un cammino di autoconsapevolezza,ma da soli "oltre un certo limite non si puo' andare"
Ripeto ,è sempre e comunque LEI al centro del percorso psicoterapeutico, è lei che collabora,opera,percorre,insieme con ...

Con i migliori auguri

Dott.ssa I. Di Sipio

www.psicomedicina.mi.it
[#3]
Dr. Daniele Bonanno Psicologo, Sessuologo 73 1
Gentile utente,
mi associo alle considerazioni chiaramente proposte dalle colleghe.
Ritengo che la sua capacità di autoanalisi e la curiosità di approfondire una comprensione della sua situazione sarebbero davvero una preziosa risorsa all'interno di un lavoro sia psicodiagnostico che psicoterapeutico. In caso contrario il rischio è che tali energie si disperdano in un susseguirsi di auto-diagnosi senza alcuna utilità; d'altronde lei stesso ha potuto notare come un sintomo possa significare tutto e niente se non organizzato all'interno di una comprensione della globalità della sua persona, possibile soltanto attraverso il competente supporto di un professionista.
Una consultazione psichiatrica sembra anche a me necessaria fermo restando che continuerà ad essere lei a decidere della sua vita, ma avrà finalmente a disposizione gli strumenti e il supporto professionale necessario per farlo realmente.
Relativizzare l'esperienza di un singolo colloquio psicologico vissuto negativamente non credo che sarà per lei impresa difficile; si trattava d'altronde di tutt'altra fase della sua vita e della sua auto-consapevolezza.
Cordialmente.

Dott. Daniele Bonanno
bonanno@aisps.net

Dott. Daniele Bonanno
Psicologo perfezionato in Sessuologia Clinica
bonanno@aisps.net - http://www.aisps.net

[#4]
Utente
Utente
Ops, ho capito come rispondere! Non vi nego che il consigliarmi una visita psichiatrica non ha allietato le mie giornate, comunque provo a scrivere un altra email in quel settore prima di decidere che fare della mia vita. Vi ringrazio per le risposte e per avre letto la mia email...lo so un pò noiosa:)
[#5]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
immagino che la prospettiva di visite specialistiche non la entusiasmi, nemmeno io forse ne sarei felice. Però nella vita a volte si devono fare anche cose poco piacevoli, soprattutto quando si parla della propria salute.

Per cui mi associo a quanto espresso dai Colleghi nel consigliarle una consulenza psichiatrica (che è più semplice e tranquilla di quanto lei immagini) e psicologica.

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it
Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è la difficoltà a mantenere l'erezione. Definita anche impotenza, è dovuta a varie cause. Come fare la diagnosi? Quali sono le cure possibili?

Leggi tutto