Aggressivita in adolescente
QUESTA RICHIESTA DI CONSULTO NON RIGUARDA ME MA I MIEI FIGLI.12 ANNI FA HO ADOTTATO TRE BAMBINI DI 3, 7 E 9 ANNI,UN MASCHIO E DUE FEMMINE.I BAMBINI ERANO STATI DIVISI FIN DA PICCOLISSIMI E NON SI CONOSCEVANO FRA DI LORO. ALL'INIZIO MANIFESTAVANO MEDI DISTURBI PSICOLOGICI TIPO SCARSA CONCENTRAZIONE NELLO STUDIO, DISTURBI AFFETTIVI,OSTILITA' RECIPROCA.TUTTAVIA NELL'ARCO DI 1 ANNO SIAMO RIUSCITI A CREARE UNA FAMIGLIA UNITA PUR TRA TANTI COMPRENSIBILI PROBLEMI.SOPRATTUTTO TRA LE DUE SORELLINE SI ERA CREATO UN LEGAME AFFETTIVO MOLTO FORTE E CONDIVIDEVANO TUTTO.ADESSO QUESTA SITUAZIONE QUASI IDILLIACA SI E'LETTERALMENTE FRANTUMATA DA CIRCA 8 MESI.LE DUE RAGAZZE ORMAI DI 18 E 15 ANNI STANNO VIVENDO UNA STORIA SENTIMENTALE CON 2 RAGAZZI E QUESI NUOVI SENTIMENTI HANNO SCATENATO NUOVAMENTE IN LORO GRAVI PROBLEMI AFFETTIVI.LA RAGAZZA PIU' GRANDE DICE CHE ODIA LA SORELLA, CHE LA VUOLE UCCIDERE,LA PICCHIA ANCHE PER STRADA E DA 6 MESI NON LE PARLA.LA RAGAZZA PIU PICCOLA GRIDA E PIANGE PER NIENTE DICE CHE ODIA LA SORELLA ED ALZA LE MANI SUL SUO RAGAZZO.INOLTRE HA DELLE CRISI NERVOSE IN CUI BUTTA TUTTO PER ARIA.OLTRE A QUESTO SEMPRE LA PIU PICCOLA CERCA DI REGREDIRE ALL'ETA INFANTILE CON RICHIESTE DI BIBERON E ATTEGGIAMENTI INFANTILI.I FIDANZATI DEELE RAGAZZE FREGUENTANO CASA MIA ED IO HO AVUTO L'IMPRESSIONE CHE SIANO PROPRIO LORO AD AIZZARE LE RAGAZZE L'UNO CONTRO L'ALTRA.HO PROPOSTO A TUTTI QUANTI DELLE SEDUTE DI PSCOTERAPIA MA SI SONO RIFIUTATI ED INTANTO LA SITUAZIONE CONTINUA A PEGGIORARE.CHE FARE? PREMETTO CKE LE DUE RAGAZZE CONTINUANO AD AVERE COL FRATELLO UN BUON RAPPORTO AFFETTIVO.GRAZIE A CHI VORRA RISPONDERMI
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Salve,
immagino che la situazione per come lei la descrive sia terribile da sopportare e per voi genitori e per i figli. L'adolescenza è un periodo molto complesso che proprio in conseguenza della crisi che propone all'individuo, può essere vissuta in modo traumatico. La storia della vostra famiglia è particolare, tre adozioni non sono facili da gestire, ma a quanto ci dice, sembra che fino poco tempo fa tutto andasse per il meglio, qualcosa sembra aver incrinato la pace domestica, ma ancor più sembra avere infiammato rapporti che prima funzionanvano. Lei sospetta che siano i fidanzati delle due figlie ad aizzarle l'una contro l'altra, ma perchè dovrebbero? Cosa ne guadagerebbero?
La fortuna di avere il figlio maschio come possibile mediatore non è da sottovalutare. Io le proporrei un percorso di terapia familiare in uno dei centri specializzati della sua città (se ve ne sono) in cui veniate coinvolti tutti. Così facendo credo che sarebbe più facile anche portare alla collaborazione le figlie anche sfuttando il loro legame col fratello.
Con infiniti auguri,
dott. Cristiano Pacetti
immagino che la situazione per come lei la descrive sia terribile da sopportare e per voi genitori e per i figli. L'adolescenza è un periodo molto complesso che proprio in conseguenza della crisi che propone all'individuo, può essere vissuta in modo traumatico. La storia della vostra famiglia è particolare, tre adozioni non sono facili da gestire, ma a quanto ci dice, sembra che fino poco tempo fa tutto andasse per il meglio, qualcosa sembra aver incrinato la pace domestica, ma ancor più sembra avere infiammato rapporti che prima funzionanvano. Lei sospetta che siano i fidanzati delle due figlie ad aizzarle l'una contro l'altra, ma perchè dovrebbero? Cosa ne guadagerebbero?
La fortuna di avere il figlio maschio come possibile mediatore non è da sottovalutare. Io le proporrei un percorso di terapia familiare in uno dei centri specializzati della sua città (se ve ne sono) in cui veniate coinvolti tutti. Così facendo credo che sarebbe più facile anche portare alla collaborazione le figlie anche sfuttando il loro legame col fratello.
Con infiniti auguri,
dott. Cristiano Pacetti
Dott. Cristiano Pacetti
Psicologo - psicoterapeuta
Consulente Tecnico d'Ufficio presso il Tribunale di Prato
[#2]
Gentile Utente,
la prima cosa che farei, fossi in Lei, è quella di contattare uno psicologo/a, oppure un consultorio familiare, dove Lei stessa dovrebbe rivolgersi onde ottenere alcuni chiarimenti e suggerimenti da adottare in questa situazione complessa. Magari inizierei informandomi presso il medico di famiglia.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
la prima cosa che farei, fossi in Lei, è quella di contattare uno psicologo/a, oppure un consultorio familiare, dove Lei stessa dovrebbe rivolgersi onde ottenere alcuni chiarimenti e suggerimenti da adottare in questa situazione complessa. Magari inizierei informandomi presso il medico di famiglia.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
[#3]
Psicologo, Psicoterapeuta
Buongiorno, leggendo il suo messaggio mi arriva sia la sua forte preoccupazione sia quanto questo stato di cose impatti sull'intero nucleo famigliare.Credo che momenti di crisi siano anche delle notevoli opportunità di evoluzione per tutti gli attori coinvolti nel momento in cui si voglia interrogarsi su cosa succede e si sia disposti a mettersi in gioco non solo come singoli ma come famiglia.
Concordo quindi col collega dicendole che difficilmente uno da solo è responsabile di un problema ma che forse servirebbe a tutti un aiuto per capire di più cosa sta avvenendo nella vostra famiglia ora. In questo senso di solito prima si fa qualche consulenza, poi, se potrà andare bene per voi,potrebbe prospettarsi un percorso di terapia famigliare.
Questa potrebbe essere una strada utile per capire prima i bisogni ed il significato di certe modalità relazionali attuali, poi per cercare insieme quelcosa di nuovo che permetta di vivere più serenamente.
Spero di averla aiutata o quantomeno di non averla confusa di più.
Cordialmente
Dott. Marco Santachiara
Concordo quindi col collega dicendole che difficilmente uno da solo è responsabile di un problema ma che forse servirebbe a tutti un aiuto per capire di più cosa sta avvenendo nella vostra famiglia ora. In questo senso di solito prima si fa qualche consulenza, poi, se potrà andare bene per voi,potrebbe prospettarsi un percorso di terapia famigliare.
Questa potrebbe essere una strada utile per capire prima i bisogni ed il significato di certe modalità relazionali attuali, poi per cercare insieme quelcosa di nuovo che permetta di vivere più serenamente.
Spero di averla aiutata o quantomeno di non averla confusa di più.
Cordialmente
Dott. Marco Santachiara
[#4]
Gentile Utente,
concordo con quanto espresso dai colleghi. Se ritiene che il suo medico sia sensibile al problema chieda a lui di consigliarle nel servizio pubblico (consultorio familiare) o anche in ambito privato uno specialista che le possa chiarire una strategia da seguire affinchè si riesca a stimolare la partecipazione delle sua figlie.
Cordiali Saluti
Massimo Ronchei
concordo con quanto espresso dai colleghi. Se ritiene che il suo medico sia sensibile al problema chieda a lui di consigliarle nel servizio pubblico (consultorio familiare) o anche in ambito privato uno specialista che le possa chiarire una strategia da seguire affinchè si riesca a stimolare la partecipazione delle sua figlie.
Cordiali Saluti
Massimo Ronchei
[#5]
Gentile utente,
quando in età adolescenziale si manifestano difficoltà importanti come quelle da lei descritte, la causa profonda è da cercarsi in epoca molto più precoce: non focalizzerei quindi l'attenzione sui ragazzi delle sue figlie, che probabilmente sono semplicemente la causa scatenante.
Inoltre la situazione dei bambini adottati presenta frequentemente delle complessità particolari, motivo per cui spesso questi vengono seguiti in terapia per periodi anche piuttosto lunghi fin da tenera età.
Concordo quindi con i colleghi che le hanno consigliato di rivolgersi a uno specialista. Se i suoi figli si oppongono a questo tipo di scelta, può pensare in prima battuta di rivolgervisi insieme a suo marito. Potrebbe così cominciare a esplorare la vostra attuale situazione familiare e affrontare l'emergenza.
Si informi quindi sulla possibilità di recarsi a un professionista o un centro specializzato in terapia familiare.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo
r.cacioppo@psicologia-milano.it
quando in età adolescenziale si manifestano difficoltà importanti come quelle da lei descritte, la causa profonda è da cercarsi in epoca molto più precoce: non focalizzerei quindi l'attenzione sui ragazzi delle sue figlie, che probabilmente sono semplicemente la causa scatenante.
Inoltre la situazione dei bambini adottati presenta frequentemente delle complessità particolari, motivo per cui spesso questi vengono seguiti in terapia per periodi anche piuttosto lunghi fin da tenera età.
Concordo quindi con i colleghi che le hanno consigliato di rivolgersi a uno specialista. Se i suoi figli si oppongono a questo tipo di scelta, può pensare in prima battuta di rivolgervisi insieme a suo marito. Potrebbe così cominciare a esplorare la vostra attuale situazione familiare e affrontare l'emergenza.
Si informi quindi sulla possibilità di recarsi a un professionista o un centro specializzato in terapia familiare.
Cordialmente,
Roberta Cacioppo
r.cacioppo@psicologia-milano.it
Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it
[#6]
Gentile Utente,
la situazione che Lei illustra è complessa sopratutto perchè il problema si è costruito all'interno della relazione frà diverse persone che hanno sicuramente dei trascorsi di difficile gestione; sicuramente è necessario consultare uno specialista in Psicoterapia che analizzi e fondo le dinamiche interne alla famiglia. Se le sue figlie non volessero collaborare rimane la possibilità, non trascurabile, di recarvisi con suo marito. Infatti a volte (sopratutto nelle situazioni difficili) l'intervento si avvia coinvolgendo solo alcuni membri della famiglia per poi allargarsi anche agli altri.
Cordiali saluti
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
la situazione che Lei illustra è complessa sopratutto perchè il problema si è costruito all'interno della relazione frà diverse persone che hanno sicuramente dei trascorsi di difficile gestione; sicuramente è necessario consultare uno specialista in Psicoterapia che analizzi e fondo le dinamiche interne alla famiglia. Se le sue figlie non volessero collaborare rimane la possibilità, non trascurabile, di recarvisi con suo marito. Infatti a volte (sopratutto nelle situazioni difficili) l'intervento si avvia coinvolgendo solo alcuni membri della famiglia per poi allargarsi anche agli altri.
Cordiali saluti
Ilenia Sussarellu
i.sussarellu@libero.it
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 4.8k visite dal 22/03/2007.
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