Ansia e poi....
salve. sono un uomo di 35 anni. fin da quando avevo 16 anni ho sofferto di colite spastica. Tale colite non è stata mai diagnosticata se non per esclusione. Gli esami delle feci risultano negative sia per la presenza del sangue occulto che per la presenza di parassiti. La colite nel corso di questi vent'anni è sparite per lunghissimi periodi di serenità tornando invece in periodi di stress (fine di relazioni sentimentali, traslochi per lavoro, stress da ufficio). Tre anni fa ho dovuto cambiare città per lavoro, dal sud al nord, è finita una relazione sentimentale molto importante e ho tagliato molte relazioni affettive che avevo nella mia precedente città. Dpo un periodo di relativa calma (ho cercato di reagire occupandomi con molte attività sportive e di volontariato) ho intrapreso una nuova relazione. Ciononostante la nostalgia per il passato (ex fidanzata, ex amici, ex stile di vita, casa...) non è scomparsa e con questa spesso anche la malinconia. Da quest'anno, da agosto, ho cominciato ad avere delle strane crisi che non sapevo definire....paura che i miei pensieri mi sfuggissero...paura di ammalarmi o si essere già malato...ricerca del senso della vita. Ho così iniziato ad andare da una psicologa la quale mi dice di avere pazienza e che probabilmente si tratta di ansia generalizzata. Mi ha consigliato di fare training autogeno e così ho iniziato...ancora pochi risultati. La colite è tornata, creandomi la paura di uscire, mangiare fuori, fare weekend a casa dei genitori della mia ragazza. Ho paura di star male e il fastidio di apparire "malato" o "problematico". La domanda, il consulto...è il seguente: vorrei avere conferma che il percorso intrapreso sia giusto (cioè psicoterapia, ansiolin alla bisogna, training autogeno) e se la paura che quest'ansia possa peggiorare in panico, depressione, pazzia o esaurimento è fondata.
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Gentile utente, alla sua domanda si può rispondere in due modi.
Il primo modo è guardare alle sue cure attuali, guardare al suo disturbo e chiedersi: sono cure indicate per quel disturbo? In questo caso si potrebbe tendenzialmente rispondere di sì, che potrebbero essere adeguate.
Ma il secondo modo dovrebbe considerare anche se il problema è stato risolto oppure c'è ancora. E dato che c'è ancora, è evidente che la cura non sta facendo effetto, e che quindi dovrebbe probabilmente essere rivista, almeno in alcuni aspetti.
Inoltre qualsiasi percorso di cura per l'ansia dovrebbe mettere progressivamente il paziente in condizione di fare a meno di tutte le "stampelle" delle quali ha bisogno per andare avanti: quindi anche dell'ansiolitico.
Il training autogeno è terapeutico e può fare certamente bene (anch'io lo insegno) ma non è terapia di per se.
Posso chiederle, quindi, che tipo di psicoterapia sta facendo, e da quanto tempo?
Cordiali saluti
Il primo modo è guardare alle sue cure attuali, guardare al suo disturbo e chiedersi: sono cure indicate per quel disturbo? In questo caso si potrebbe tendenzialmente rispondere di sì, che potrebbero essere adeguate.
Ma il secondo modo dovrebbe considerare anche se il problema è stato risolto oppure c'è ancora. E dato che c'è ancora, è evidente che la cura non sta facendo effetto, e che quindi dovrebbe probabilmente essere rivista, almeno in alcuni aspetti.
Inoltre qualsiasi percorso di cura per l'ansia dovrebbe mettere progressivamente il paziente in condizione di fare a meno di tutte le "stampelle" delle quali ha bisogno per andare avanti: quindi anche dell'ansiolitico.
Il training autogeno è terapeutico e può fare certamente bene (anch'io lo insegno) ma non è terapia di per se.
Posso chiederle, quindi, che tipo di psicoterapia sta facendo, e da quanto tempo?
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Egregio dottore,
la ringrazio molto per la pronta risposta.
Non mi è facile descrivere il tipo di psicoterapia che sto seguendo. Non sono uno psicologo e non so distinguere tra le diverse terapie possibili. In ogni caso posso dirLe che mi sembra una terapia da ascolto (se così può essere definita). Vado da una psicologa e racconto le mie ansie...non è psicoanalisi e non faccio ipnosi....non mi sembra che si scavi nel mio passato. Racconto il passato prossimo, il presente, le paure...le sensazioni quotidiane, le delusioni, i sogni, le aspettative. Ho iniziato la psicoterapia da poco, ho fatto solo 4 incontri in 1 mese e mezzo. A volte mi sembra non serva altre volte mi convinco di sì. L'ansiolin non l'ho ancora preso. E' sul comodino ma finora sono riuscito ad evitarne l'assunzione. Mi sembra di cedere. Tra l'altro la psicologa mi ha detto di prenderlo all'occorrenza e forse solo in un'occasione l'avrei fatto, ma non ero a casa. Ho utilizzato delle tisane alla valeriana, anche 2 al giorno, ma credo si tratti di palliativi. Per il resto sto focalizzando le cause, anche se credo che si tratti di strascichi lontani...tre anni fa ho lasciato casa e fidanzata per trasferirmi per lavoro e forse non ho ancora superato il trauma con annessi e connessi (paragoni vita di prima vita attuale, fidanzata di prima fidanzata attuale). Tutti problemi "leggeri" se paragonati ai drammi reali che possono coinvolgere quotidianamente la gente. Questo forse acuisce il mio senso di colpa o meglio di inadeguatezza. A tutto ciò si aggiunge il fastidio per la colite spastica che è strettamente collegata all'ansia. Per fortuna gli episodi di diarrea sono sporadici (circa 1 ogni 20 giorni) ma comunque condizionano la mia vita di relazione. Mi colpevolizzo molto di tutto ciò perchè per volontariato vado in ospedale e sono testimone di situazioni ben più gravi (tumori) che colpiscono miei coetanei e quindi mi sembra di essere esagerato. Grazie ancora per la sua disponibiltà. Spero di non essere stato troppo prolisso e di aver risposto alla sua richiesta di chiarimento.
la ringrazio molto per la pronta risposta.
Non mi è facile descrivere il tipo di psicoterapia che sto seguendo. Non sono uno psicologo e non so distinguere tra le diverse terapie possibili. In ogni caso posso dirLe che mi sembra una terapia da ascolto (se così può essere definita). Vado da una psicologa e racconto le mie ansie...non è psicoanalisi e non faccio ipnosi....non mi sembra che si scavi nel mio passato. Racconto il passato prossimo, il presente, le paure...le sensazioni quotidiane, le delusioni, i sogni, le aspettative. Ho iniziato la psicoterapia da poco, ho fatto solo 4 incontri in 1 mese e mezzo. A volte mi sembra non serva altre volte mi convinco di sì. L'ansiolin non l'ho ancora preso. E' sul comodino ma finora sono riuscito ad evitarne l'assunzione. Mi sembra di cedere. Tra l'altro la psicologa mi ha detto di prenderlo all'occorrenza e forse solo in un'occasione l'avrei fatto, ma non ero a casa. Ho utilizzato delle tisane alla valeriana, anche 2 al giorno, ma credo si tratti di palliativi. Per il resto sto focalizzando le cause, anche se credo che si tratti di strascichi lontani...tre anni fa ho lasciato casa e fidanzata per trasferirmi per lavoro e forse non ho ancora superato il trauma con annessi e connessi (paragoni vita di prima vita attuale, fidanzata di prima fidanzata attuale). Tutti problemi "leggeri" se paragonati ai drammi reali che possono coinvolgere quotidianamente la gente. Questo forse acuisce il mio senso di colpa o meglio di inadeguatezza. A tutto ciò si aggiunge il fastidio per la colite spastica che è strettamente collegata all'ansia. Per fortuna gli episodi di diarrea sono sporadici (circa 1 ogni 20 giorni) ma comunque condizionano la mia vita di relazione. Mi colpevolizzo molto di tutto ciò perchè per volontariato vado in ospedale e sono testimone di situazioni ben più gravi (tumori) che colpiscono miei coetanei e quindi mi sembra di essere esagerato. Grazie ancora per la sua disponibiltà. Spero di non essere stato troppo prolisso e di aver risposto alla sua richiesta di chiarimento.
[#3]
Bene, quindi ha iniziato da poco ed è un po' presto per trarre delle conclusioni.
Come vede è cruciale imparare a distinguere le sensazioni di come lei SENTE che sta andando la terapia, dagli effetti CONCRETI che la terapia sta ottenendo. Mantenga sempre ben presente questa distinzione.
Rimuginare sulle cause passate e colpevolizzarsi non le servirà a nulla, ma del resto questo fa parte del suo disturbo e dovrà imparare a superarlo, NON a conviverci.
Da ciò che dice effettivamente non sembrerebbe trattarsi di una terapia cosiddetta "attiva", dove si ricevono indicazioni precise su compiti da fare fra una seduta e l'altra. Questo tipo di terapie è il più efficace nell'ansia, ma è assolutamente possibile che anche il percorso che sta facendo lei la porti a buoni risultati.
Quindi, eviti di porsi troppe domande per il momento e vada avanti: le conclusioni le trarrà più avanti, diciamo almeno fra qualche mese.
Cordiali saluti
Come vede è cruciale imparare a distinguere le sensazioni di come lei SENTE che sta andando la terapia, dagli effetti CONCRETI che la terapia sta ottenendo. Mantenga sempre ben presente questa distinzione.
Rimuginare sulle cause passate e colpevolizzarsi non le servirà a nulla, ma del resto questo fa parte del suo disturbo e dovrà imparare a superarlo, NON a conviverci.
Da ciò che dice effettivamente non sembrerebbe trattarsi di una terapia cosiddetta "attiva", dove si ricevono indicazioni precise su compiti da fare fra una seduta e l'altra. Questo tipo di terapie è il più efficace nell'ansia, ma è assolutamente possibile che anche il percorso che sta facendo lei la porti a buoni risultati.
Quindi, eviti di porsi troppe domande per il momento e vada avanti: le conclusioni le trarrà più avanti, diciamo almeno fra qualche mese.
Cordiali saluti
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Ex utente
"Rimuginare sulle cause passate e colpevolizzarsi non le servirà a nulla, ma del resto questo fa parte del suo disturbo e dovrà imparare a superarlo, NON a conviverci."
grazie. questo è davvero un consiglio da seguire...anche se non sarà facile.
per il momento cercherò di avere pazienza anche se non è facile perchè non avevo mai avuto fenomeni come questi...dico "mentali"... dell'anima...e mi fanno paura....non riesco a non chiedermi se posso peggiorare....
comunque starò a vedere.
per quanto riguarda la terapia che seguo...l'unica cosa in più che mi dice di fare la mia psicologa è di scrivere...appuntarmi...quando e cosa mi ha fatto entrare in crisi.
grazie ancora.
grazie. questo è davvero un consiglio da seguire...anche se non sarà facile.
per il momento cercherò di avere pazienza anche se non è facile perchè non avevo mai avuto fenomeni come questi...dico "mentali"... dell'anima...e mi fanno paura....non riesco a non chiedermi se posso peggiorare....
comunque starò a vedere.
per quanto riguarda la terapia che seguo...l'unica cosa in più che mi dice di fare la mia psicologa è di scrivere...appuntarmi...quando e cosa mi ha fatto entrare in crisi.
grazie ancora.
[#5]
Gentile Utente,
il miglior trattamento dei disturbi d'ansia è legato all'associazione tra farmacoterapia e psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
E' chiaro che Lei, da non esperto, non può conoscere bene le differenze tra i diversi approcci psicologici. Ma di certo Lei deve chiedersi se "a pelle", tanto per iniziare, si fida oppure no di questa Psicologa.
Me lo chiederei anche alla luce del fatto che Lei ha sentito il bisogno di chiedere rassicurazioni circa la terapia su questo sito.
La richiesta di rassicurazioni è un sintomo tipico di chi soffre d'ansia, ma che purtroppo alimenta continuamente l'ansia stessa, soprattutto nella spiacevole forma del "dubbio".
Magari Lei si fida di questa Psicologa, ma il "dubbio" rimane.
Io ne parlerei apertamente: le dica che ci ha scritto chiedendoci rassicurazioni, perchè questo sarebbe un passo importante all'interno della vostra terapia.
Inoltre le allego questi articoli, sui dubbi, sull'ansia e sulla paura della malattia, nella speranza che possano aiutarla a chiarirsi meglio le idee (anche se non le toglieranno i dubbi!)
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
tenga duro, vedrà che ce la farà.
il miglior trattamento dei disturbi d'ansia è legato all'associazione tra farmacoterapia e psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale.
E' chiaro che Lei, da non esperto, non può conoscere bene le differenze tra i diversi approcci psicologici. Ma di certo Lei deve chiedersi se "a pelle", tanto per iniziare, si fida oppure no di questa Psicologa.
Me lo chiederei anche alla luce del fatto che Lei ha sentito il bisogno di chiedere rassicurazioni circa la terapia su questo sito.
La richiesta di rassicurazioni è un sintomo tipico di chi soffre d'ansia, ma che purtroppo alimenta continuamente l'ansia stessa, soprattutto nella spiacevole forma del "dubbio".
Magari Lei si fida di questa Psicologa, ma il "dubbio" rimane.
Io ne parlerei apertamente: le dica che ci ha scritto chiedendoci rassicurazioni, perchè questo sarebbe un passo importante all'interno della vostra terapia.
Inoltre le allego questi articoli, sui dubbi, sull'ansia e sulla paura della malattia, nella speranza che possano aiutarla a chiarirsi meglio le idee (anche se non le toglieranno i dubbi!)
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/406-il-trattamento-delle-ossessioni.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/408-ipocondria-la-paura-delle-malattie.html
tenga duro, vedrà che ce la farà.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.9k visite dal 11/11/2009.
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