Insomma, vorrei capire come uscire da questo disagio e soprattutto se è un disagio
Non so come descrivere il mio disagio. Ho già chiesto consulto riguardo il problema dell'eccessiva disattenzione. Cercherò di essere molto sintetico.
. Invidia spasmodica: molte volte, quando le persone mi dicono di aver fatto o aver conseguito risultati importanti provo un dolore quasi fisico, come privazione. Mi sento vuoto, privato d'esperienza. - Sono gay, e, per esempio, sentendo un ragazzo della mia stessa sessualità affermare di aver avuto un rapporto sessuale con una ragazza mi crea invidia o qualcosa simile alla privazione-
.Incapacità di realizzazione. Sono molto propositivo, però, i progetti non si proiettano nel futuro. Vedo solamente la soddisfazione che mi darebbe, il risultato, ma di per sè non ho obbiettivi, solo desideri di soddisfazione. Non ho una visione chiara del futuro, molte volte vengo colto dall'ansia perchè so che non so cosa fare.
. Apatia: non provo niente per nessuna persona. Non riesco, mi riesce difficile. Quando qualcuno si confida con me, penso solo a me stesso, mi dispiace, ma sempre in relazione a me stesso, quindi sono sempre subdolo.
. Esperienze negative/positive: non hanno significato, non ho problemi a raccontarle, non valgono niente, è come se il corso della mia vita fosse privo di significato. Però, ricordo ciò che non ho fatto. Recentemente anche il dolore concreto vorrei provare. Immagino spesso di avere un tumore, anzi vorrei averlo, vorrei provare l'ebrezza di avere un problema vero.
Non cerco pietà, nè niente. Non me la merito. Non sono una bella persona, per 20 anni non ho concluso niente. Sono un 20 enne, non comprendo per quale ragione mi senta constatemente in ritardo. Sono insicuro, confuso. Vorrei trovare un modo per uscirne. Però, so che non ho diritto di chiedere aiuto, e ho paura, perchè non sono nè più, nè meno di una persona normale. PErò certe cose mi bloccano, mi fanno stare male. Sono cose narcisistiche egoiste. Vorrei tantissimo amare. Mi pare difficile, non sembra che abbia questa capacità. Le persone vanno e vengono. Non sono niente, potrebbero morire, a volte sento un dolore allo stomaco quando le guardo.
Ogni cosa ha una fine, ma non uno svolgimento. L'inizio non ha neppure un significato.
Non ho mai lavorato, si vede. Voglio comprendere perchè invidio, perchè non provo niente, perchè non ho progetti e non sia felice di vivere se non quando sto totalemente in uno stato idiota, oppure qperchè sia dipendente da pc, dove non faccio niente.
Insomma, vorrei capire come uscire da questo disagio e soprattutto se è un disagio. Visto che di me stesso non mi fido.
. Invidia spasmodica: molte volte, quando le persone mi dicono di aver fatto o aver conseguito risultati importanti provo un dolore quasi fisico, come privazione. Mi sento vuoto, privato d'esperienza. - Sono gay, e, per esempio, sentendo un ragazzo della mia stessa sessualità affermare di aver avuto un rapporto sessuale con una ragazza mi crea invidia o qualcosa simile alla privazione-
.Incapacità di realizzazione. Sono molto propositivo, però, i progetti non si proiettano nel futuro. Vedo solamente la soddisfazione che mi darebbe, il risultato, ma di per sè non ho obbiettivi, solo desideri di soddisfazione. Non ho una visione chiara del futuro, molte volte vengo colto dall'ansia perchè so che non so cosa fare.
. Apatia: non provo niente per nessuna persona. Non riesco, mi riesce difficile. Quando qualcuno si confida con me, penso solo a me stesso, mi dispiace, ma sempre in relazione a me stesso, quindi sono sempre subdolo.
. Esperienze negative/positive: non hanno significato, non ho problemi a raccontarle, non valgono niente, è come se il corso della mia vita fosse privo di significato. Però, ricordo ciò che non ho fatto. Recentemente anche il dolore concreto vorrei provare. Immagino spesso di avere un tumore, anzi vorrei averlo, vorrei provare l'ebrezza di avere un problema vero.
Non cerco pietà, nè niente. Non me la merito. Non sono una bella persona, per 20 anni non ho concluso niente. Sono un 20 enne, non comprendo per quale ragione mi senta constatemente in ritardo. Sono insicuro, confuso. Vorrei trovare un modo per uscirne. Però, so che non ho diritto di chiedere aiuto, e ho paura, perchè non sono nè più, nè meno di una persona normale. PErò certe cose mi bloccano, mi fanno stare male. Sono cose narcisistiche egoiste. Vorrei tantissimo amare. Mi pare difficile, non sembra che abbia questa capacità. Le persone vanno e vengono. Non sono niente, potrebbero morire, a volte sento un dolore allo stomaco quando le guardo.
Ogni cosa ha una fine, ma non uno svolgimento. L'inizio non ha neppure un significato.
Non ho mai lavorato, si vede. Voglio comprendere perchè invidio, perchè non provo niente, perchè non ho progetti e non sia felice di vivere se non quando sto totalemente in uno stato idiota, oppure qperchè sia dipendente da pc, dove non faccio niente.
Insomma, vorrei capire come uscire da questo disagio e soprattutto se è un disagio. Visto che di me stesso non mi fido.
[#1]
Gentile ragazzo, dalla sua richiesta emergono sia il disagio che pensa di provare sia una certa sofferenza per questo suo stato. Lei dice di non provare nulla ma in realtà prova invidia, un'emozione molto forte e prova ansia. Inoltre mi sembra di notare una certa " durezza" nei suoi confronti: non si sente degno di essere aiutato e non si considera una bella persona: posso immaginare che questo la faccia soffrire. Non stare bene con se stessi fa soffrire! Lei pone questioni importanti che credo necessitino di una consulenza professionale. Credo che lei abbia tutto il diritto di chiedere e ricevere un aiuto per la sua sofferenza, così come credo che lei abbia tutto il diritto di conoscere la felicita'. Si rivolga ad uno psicologo/psicoterapeuta e cominci il suo percorso alla ricerca di se stesso, alla ricerca di quella persona di cui potersi fidare.
In bocca al lupo
In bocca al lupo
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it
[#2]
>>> Non ho mai lavorato, si vede. Voglio comprendere perchè invidio
>>>
Gentile utente, mi sembra che lei stesso sappia, in fondo, da cosa dipendono questi sentimenti così negativi. Ad esempio, se non ha mai lavorato o studiato, o prodotto qualcosa, è comprensibile che possa provare invidia per chi invece è più avanti di lei.
La felicità non cade dal cielo, ma deriva dalle cose che facciamo e che ci piacciono. Quindi se lei non ha mai fatto niente di concreto, non deve fare altro che iniziare, un passettino alla volta e senza fretta, un'attività lavorativa o di studio che le piaccia e che la appassioni.
Cordiali saluti
>>>
Gentile utente, mi sembra che lei stesso sappia, in fondo, da cosa dipendono questi sentimenti così negativi. Ad esempio, se non ha mai lavorato o studiato, o prodotto qualcosa, è comprensibile che possa provare invidia per chi invece è più avanti di lei.
La felicità non cade dal cielo, ma deriva dalle cose che facciamo e che ci piacciono. Quindi se lei non ha mai fatto niente di concreto, non deve fare altro che iniziare, un passettino alla volta e senza fretta, un'attività lavorativa o di studio che le piaccia e che la appassioni.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#3]
Utente
Vede. Attualmente studio Geologia, sono felice di quello che sto facendo, ma non sento mai l'impulso a fare, e seppur consegua dei risultati che mi rendono lodevole, non li sento miei. Attualmente sto praticando judo e un tempo ero attivo, ma niente di tutto ciò mi lascia qualcosa, non mi invoglia a fare niente di più. E' come se fossi apatico a ciò che faccio. Sento una profonda invidia lo stesso, non ne comprendo la ragione. E' da un mesetto che mi sento poco vitale, non riesco a gestire il mio tempo e quelle volte che mi cimento mi sento stupido. Mi viene letteralemnte la bile alla bocca. Non comprendo la ragione. Dovrei studiare e basta e fare judo e informarmi. Ma non lo faccio, sono in balia di una poca voglia di fare, nonostante sembri che faccia. Questo rende il tutto tanto estetico. Non so cosa sia vero in me e generalmente mi sento in colpa per un rancore indecifrabile. Poi non riesco a stare attento e ci arrivo dopo...
[#4]
Bene, in questo caso ritengo che sarebbe appropriata almeno una visita specialistica per verificare che il suo umore non abbia subito un abbassamento. Potrebbe essere stato causato da qualche evento particolare, da una combinazione di eventi, oppure essere insorto in maniera indipendente.
Lo specialista da consultare è lo psicologo/psicoterapeuta oppure lo psichiatra.
Può intanto leggere quest'articolo informativo, se vuole:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm
Cordiali saluti
Lo specialista da consultare è lo psicologo/psicoterapeuta oppure lo psichiatra.
Può intanto leggere quest'articolo informativo, se vuole:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_depress.htm
Cordiali saluti
[#5]
Gentile Ragazzo
non credo che la sua felicità possa derivare dal fatto che lei faccia o non faccia qualcosa, o meglio, è chiaro che se qualcuno fa qualcosa di gratificante se ne sentirebbe soddisfatto ma il punto trovare la spinta anche solo per desiderare di fare questo qualcosa.
Si, è un vero circolo vizioso che non si sa bene da dove inizi.
Detto ciò, da quello che ci racconta è possibile individuare alcuni segni legati alla riduzione del tono dell'umore; la mancanza di motivazione, ovvero di tensione verso le cose e l'incapacità di intraprendere qualsiasi percorso,l'appiattimento affettivo, i sentimenti di svalutazione, l'assenza di aspettative per il futuro sono tutte componenti ipotizzabili in un problema di tipo depressivo.
Tuttavia credo che non sia vero che lei non senta niente, sta sentendo il disagio legato a questa situazione e di conseguenza il bisogno di trovare una via d'uscita. Ha fatto bene a scriverci, questo, se lo desidera, può essere il primo passo verso l'uscita. Contatti uno psichiatra per una valutazione e successivamente uno psicotarapeuta perchè al suo problema potrebbe realmente trovare la soluzione che cerca.
In bocca al lupo
non credo che la sua felicità possa derivare dal fatto che lei faccia o non faccia qualcosa, o meglio, è chiaro che se qualcuno fa qualcosa di gratificante se ne sentirebbe soddisfatto ma il punto trovare la spinta anche solo per desiderare di fare questo qualcosa.
Si, è un vero circolo vizioso che non si sa bene da dove inizi.
Detto ciò, da quello che ci racconta è possibile individuare alcuni segni legati alla riduzione del tono dell'umore; la mancanza di motivazione, ovvero di tensione verso le cose e l'incapacità di intraprendere qualsiasi percorso,l'appiattimento affettivo, i sentimenti di svalutazione, l'assenza di aspettative per il futuro sono tutte componenti ipotizzabili in un problema di tipo depressivo.
Tuttavia credo che non sia vero che lei non senta niente, sta sentendo il disagio legato a questa situazione e di conseguenza il bisogno di trovare una via d'uscita. Ha fatto bene a scriverci, questo, se lo desidera, può essere il primo passo verso l'uscita. Contatti uno psichiatra per una valutazione e successivamente uno psicotarapeuta perchè al suo problema potrebbe realmente trovare la soluzione che cerca.
In bocca al lupo
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 1.8k visite dal 10/11/2009.
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