Prostituta, autostima ed erezione
Cerco di esprimermi nel minor spazio possibile, pur vergognandomi come un ladro per quanto dirò.
Da due anni frequento settimanalmente una giovanissima prostituta russa con la quale mi son sempre trovato benissimo: incontri molto appassionati, infuocati e al contempo molto teneri, molto soddisfacenti, con una coloritura del rapporto “da fidanzati". Ovviamente ho sensi di colpa per la sua giovane età, che col tempo ho messo a tacere grazie alla sua disponibilità.
La relazione con questa ragazza costituiva per me un fattore stabilizzante anche nella vita "normale", sentirmi accettato mi procurava serenità, autostima, ottimismo per il futuro, mi sentivo appagato e naturalmente gliene ero grato. Per assurdo aveva riflessi positivi anche sulla qualità dei rapporti con mia moglie. Il feeling e la gratitudine mi hanno spinto a proporle, nel maggio scorso, di estendere il nostro rapporto, semplicemente vedendoci magari per un caffé, una pizza; contemporaneamente le inviavo sms, etc.
Questo atteggiamento ha probabilmente spaventato la "mia" russa, che ha una vita privata propria, facendo progressivamente peggiorare anche i nostri rapporti, che adesso ci vedono spesso scorbutici, scortesi, ipertesi, nervosi. Da un mese a questa parte ho cominciato ad accusare anche un’erezione non completa e meno duratura, che ho attribuito all'ansia ed alla tensione, spesso palpabile, che i nostri incontri generavano. Tale problema adesso si sta estendendo anche alla vita con mia moglie con cui ho comunque rapporti perfetti.
L'ultimo incontro, di pochi giorni fa, è stato addirittura una litigata furiosa.
Ho spesso cercato in questi mesi di prendere le distanze da un tale coinvolgimento, ma non sono mai riuscito ad astrarmene e, addirittura, il pensare che la "mia" russa possa non volermi più incontrare mi genera un'apprensione fortissima. In più, non mi interessano le prostitute in sé, solo questa ragazza.
Probabilmente per lei sono un problema e comunque vorrei assolutamente trovare il modo di ridimensionare questa che da infatuazione sta diventando una malattia, come il fumo di sigaretta. Non ho però il coraggio di troncare.
Dunque siamo arrivati alle domande:
1- non ho nessuno cui chiedere aiuto, se non per assurdo la mia "lei", pertanto vi chiedo consiglio su come poter trovare un percorso logico che mi permetta di riprendere il contatto con la realtà
2- il mio comportamento è da catalogare come malattia ? Ho cioè secondo voi bisogno di cure farmacologiche ?
3- il principio di disfunzione erettile cui ho accennato è un problema che posso ritenere temporaneo ?
4- ho sempre lasciato la mia famiglia fuori da queste mie perversioni e voglio che così continui, anche a costo di chiudere la relazione, ma temo di non riuscire a farlo. Mi aiutate per favore ?
Grazie e cordiali saluti
Da due anni frequento settimanalmente una giovanissima prostituta russa con la quale mi son sempre trovato benissimo: incontri molto appassionati, infuocati e al contempo molto teneri, molto soddisfacenti, con una coloritura del rapporto “da fidanzati". Ovviamente ho sensi di colpa per la sua giovane età, che col tempo ho messo a tacere grazie alla sua disponibilità.
La relazione con questa ragazza costituiva per me un fattore stabilizzante anche nella vita "normale", sentirmi accettato mi procurava serenità, autostima, ottimismo per il futuro, mi sentivo appagato e naturalmente gliene ero grato. Per assurdo aveva riflessi positivi anche sulla qualità dei rapporti con mia moglie. Il feeling e la gratitudine mi hanno spinto a proporle, nel maggio scorso, di estendere il nostro rapporto, semplicemente vedendoci magari per un caffé, una pizza; contemporaneamente le inviavo sms, etc.
Questo atteggiamento ha probabilmente spaventato la "mia" russa, che ha una vita privata propria, facendo progressivamente peggiorare anche i nostri rapporti, che adesso ci vedono spesso scorbutici, scortesi, ipertesi, nervosi. Da un mese a questa parte ho cominciato ad accusare anche un’erezione non completa e meno duratura, che ho attribuito all'ansia ed alla tensione, spesso palpabile, che i nostri incontri generavano. Tale problema adesso si sta estendendo anche alla vita con mia moglie con cui ho comunque rapporti perfetti.
L'ultimo incontro, di pochi giorni fa, è stato addirittura una litigata furiosa.
Ho spesso cercato in questi mesi di prendere le distanze da un tale coinvolgimento, ma non sono mai riuscito ad astrarmene e, addirittura, il pensare che la "mia" russa possa non volermi più incontrare mi genera un'apprensione fortissima. In più, non mi interessano le prostitute in sé, solo questa ragazza.
Probabilmente per lei sono un problema e comunque vorrei assolutamente trovare il modo di ridimensionare questa che da infatuazione sta diventando una malattia, come il fumo di sigaretta. Non ho però il coraggio di troncare.
Dunque siamo arrivati alle domande:
1- non ho nessuno cui chiedere aiuto, se non per assurdo la mia "lei", pertanto vi chiedo consiglio su come poter trovare un percorso logico che mi permetta di riprendere il contatto con la realtà
2- il mio comportamento è da catalogare come malattia ? Ho cioè secondo voi bisogno di cure farmacologiche ?
3- il principio di disfunzione erettile cui ho accennato è un problema che posso ritenere temporaneo ?
4- ho sempre lasciato la mia famiglia fuori da queste mie perversioni e voglio che così continui, anche a costo di chiudere la relazione, ma temo di non riuscire a farlo. Mi aiutate per favore ?
Grazie e cordiali saluti
[#1]
gentile utente, la sua perdita di contatto con la realtà, se così possiamo definirla per puri scopi esemplificativi, è stata quella di provare ad allargare il rapporto con questa giovane prostituta anche a livello emotivo. Non che una cosa del genere non sia possibile , ma , dalla reazione della ragazza, è evidente che questo non è quello che vuole quest'ultima e ciò l'ha gettata in una dimensione simile al classico innamorato non corrisposto. Il miglioramento iniziale del rapporto con sua moglie non è certo dovuto al rapporto con la ragazza ma al suo stato di esaltazione che la spingeva, come dice lei, a rendere rosea anche la sua vita famigliare. Ed ora che sta vivendo l'angoscia del distacco manda a rotoli anche la sua dimensione di coppia e sessuale.
Provi ad uscire da questo circolo vizioso possibilmente con l'aiuto di uno specialista. Un confronto con un terapeuta le sarà certamente di aiuto
saluti
Provi ad uscire da questo circolo vizioso possibilmente con l'aiuto di uno specialista. Un confronto con un terapeuta le sarà certamente di aiuto
saluti
Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
www.psicoterapiataranto.it
https://www.facebook.com/groups/316311005059257/?ref=bookmarks
[#3]
il consiglio che molti le darebbero sarebbe semplicemente quello di evitare altri tentativi di contatto con questa ragazza. ma è in grado di farlo?
inoltre chi le dice che non metterà poi in atto le stesse dinamiche con altre creando situazioni simili?
se è in grado di sottrarsi a tutto questo allora, forse, da solo potrebbe riuscirci.Altrimenti si faccia aiutare da uno speciualista.
saluti
inoltre chi le dice che non metterà poi in atto le stesse dinamiche con altre creando situazioni simili?
se è in grado di sottrarsi a tutto questo allora, forse, da solo potrebbe riuscirci.Altrimenti si faccia aiutare da uno speciualista.
saluti
[#4]
Gentile signore, concordo con il collega nel riassumere il suo caso come quello di un uomo che si è innamorato di una ragazza, considerandola tutt'ora, anche dopo che il rapporto con lei è molto peggiorato, come la "sua" russa, anche se è evidente che questa ragazza vede in lei più il cliente che il fidanzato e che quindi non si sente affatto "sua".
Alla luce di questo, se lei riuscirà a uscirne da solo, dipenderà molto da quanto lei è stato capace in passato di gestire i rifiuti in amore (non necessariamente con prostitute). Se è sempre stato capace di farlo, riuscirà da solo anche ora.
Ma se ha il cuore troppo tenero, senza un aiuto esterno potrebbe soffrire più del necessario.
Mi perdoni se sono stato così franco.
Cordiali saluti
Alla luce di questo, se lei riuscirà a uscirne da solo, dipenderà molto da quanto lei è stato capace in passato di gestire i rifiuti in amore (non necessariamente con prostitute). Se è sempre stato capace di farlo, riuscirà da solo anche ora.
Ma se ha il cuore troppo tenero, senza un aiuto esterno potrebbe soffrire più del necessario.
Mi perdoni se sono stato così franco.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#5]
Utente
Grazie ad entrambi.La franchezza è benvenuta: quel che mi dite è vero e me ne rendo conto. In altre parole razionalmente sono ben cosciente della situazione, emotivamente fatico ad abbandonare "un sogno" che è durato parecchio e che mi ha dato tanto.
Cercherò di gestire la fine di questa relazione in modo da soffrirne il meno possibile.
Grazie di nuovo
Saluti a voi
Cercherò di gestire la fine di questa relazione in modo da soffrirne il meno possibile.
Grazie di nuovo
Saluti a voi
[#6]
"emotivamente fatico ad abbandonare "un sogno" che è durato parecchio e che mi ha dato tanto. "
Gentile Utente,
credo che il problema sia proprio questo: il Suo "sogno" le ha permesso di idealizzare il rapporto con questa ragazza russa, che ormai pare abbastanza chiaramente improntato alla logica clientelare, almeno da parte della ragazza.
Però tutto questo (cercare di approfondire il rapporto, il disturbo dell'erezione, il litigio dell'ultimo episodio, la tristezza di questo momento) ci dicono qual'è la vera cosa di cui Lei ha bisogno, e che evidentemente il Suo matrimonio non le può dare.
Da solo può cercare di ritrovare all'interno del matrimonio questa "cosa" di cui Lei ha tanto bisogno, oppure chiudere con Sua moglie e cercarla altrove.
Sono tutte scelte difficili da portare avanti individualmente: se non dovesse riuscirvi può sempre richiedere un supporto psicologico.
Gentile Utente,
credo che il problema sia proprio questo: il Suo "sogno" le ha permesso di idealizzare il rapporto con questa ragazza russa, che ormai pare abbastanza chiaramente improntato alla logica clientelare, almeno da parte della ragazza.
Però tutto questo (cercare di approfondire il rapporto, il disturbo dell'erezione, il litigio dell'ultimo episodio, la tristezza di questo momento) ci dicono qual'è la vera cosa di cui Lei ha bisogno, e che evidentemente il Suo matrimonio non le può dare.
Da solo può cercare di ritrovare all'interno del matrimonio questa "cosa" di cui Lei ha tanto bisogno, oppure chiudere con Sua moglie e cercarla altrove.
Sono tutte scelte difficili da portare avanti individualmente: se non dovesse riuscirvi può sempre richiedere un supporto psicologico.
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#7]
Utente
Buongiorno a Lei Dott. Bulla. Mi permetta di dissentire dal suo parere.
No, la mia vita familiare non è in discussione, men che meno il rapporto con mia moglie che per me è assolutamente un riferimento intoccabile.
La difficoltà e la sofferenza derivano dal fatto che speravo che il rapporto con la ragazza russa potesse continuare oltre all'aspetto clientelare, ma così non è. Ciò non significa che questa ragazza fosse il mio desiderio per la vita. E' stata una ventata di giovinezza e passione che, ipocritamente ed egoisticamente, pensavo di poter conservare accanto al mio rapporto coniugale.
Insomma, una sbandata per una ragazza molto giovane che mi ha fatto un po' perder la testa; sbandata forte perché la prima ed unica della mia vita, ma sempre sbandata è, quindi temporanea e limitata nel tempo.
Mia moglie è la donna della mia vita, lo è sempre stata e lo sarà.
Mi è servito comunque moltissimo il suo parere perché se dalla mia descrizione può apparire che la mia vita coniugale sia a rischio equivale ad una segnalazione importante per me: starò molto attento a tenere il rapporto con la ragazza nei limiti della normalità.
Grazie ancora e saluti
No, la mia vita familiare non è in discussione, men che meno il rapporto con mia moglie che per me è assolutamente un riferimento intoccabile.
La difficoltà e la sofferenza derivano dal fatto che speravo che il rapporto con la ragazza russa potesse continuare oltre all'aspetto clientelare, ma così non è. Ciò non significa che questa ragazza fosse il mio desiderio per la vita. E' stata una ventata di giovinezza e passione che, ipocritamente ed egoisticamente, pensavo di poter conservare accanto al mio rapporto coniugale.
Insomma, una sbandata per una ragazza molto giovane che mi ha fatto un po' perder la testa; sbandata forte perché la prima ed unica della mia vita, ma sempre sbandata è, quindi temporanea e limitata nel tempo.
Mia moglie è la donna della mia vita, lo è sempre stata e lo sarà.
Mi è servito comunque moltissimo il suo parere perché se dalla mia descrizione può apparire che la mia vita coniugale sia a rischio equivale ad una segnalazione importante per me: starò molto attento a tenere il rapporto con la ragazza nei limiti della normalità.
Grazie ancora e saluti
[#8]
Benissimo, vedo che ha colto perfettamente il senso delle mie parole: rilegga quanto è successo alla luce dei suori rapporti coniugali ricordando che la Sua vita non ha compartimenti stagni, proprio come la mia.
Grazie a Lei di averci scritto, e buona fortuna
Grazie a Lei di averci scritto, e buona fortuna
[#9]
E' ovvio che la sua vita coniugale sia a rischio: tradisce sua moglie e per di più paga per farlo.
Se la moglie lo scoprisse, come minimo troverebbe le valigie fuori dalla porta di casa.
Non ne faccio un moralismo, ma scenda con i piedi per terra e si renda conto delle possibili conseguenze delle sue azioni.
Se la moglie lo scoprisse, come minimo troverebbe le valigie fuori dalla porta di casa.
Non ne faccio un moralismo, ma scenda con i piedi per terra e si renda conto delle possibili conseguenze delle sue azioni.
Dr.ssa Valentina Pontello
Ginecologa Fitoterapeuta Counsellor Consulente in sessualità tipica e atipica
https://linktr.ee/vvpginecologa
[#10]
Utente
Buongiorno Dott.ssa Valentina.
Lei ha ovviamente ragione in assoluto e dal punto di vista morale; il problema se vogliamo è ( o era ) in certo qual modo più grave, in quanto le mie difficoltà non sono iniziate per la pratica (immorale e disonesta nei confronti di mia moglie) del sesso a pagamento, ma proprio per il tipo di rapporto che ho creduto di stabilire con questa ragazza. E' questo il motivo per cui ho chiesto un consiglio psicologico on line, perché mi pareva di rendermi conto che QUESTO rapporto andava al di là del lecito. Ancorché cosciente del mio torto, non mi ero mai sentito in crisi per la pratica del sesso a pagamento, perhé non contava molto se non per la parte fisica. Mi rendo conto che non siano belle frasi e posizioni sostenibili da una persona un minimo seria e ragionevole, però è così.
Posso dirle che il mio non è un caso isolato, posso dirle anche che purtroppo il mondo del sesso a pagamento conta frequentatori ben più assidui di me, basta vedere qualche sito specializzato.
A mia "scusante" c'è forse solo il fatto che quella specie di "recupero momentaneo di dimensione ludica" l'ho sempre lasciato confinato fuori dalla vita normale, sia concreta che affettiva.
E' proprio per questo che mi sono accorto che il rapporto con la ragazza russa non era un rapporto con una prostituta, ma stava rischiando di diventare qualcosa di più e, quindi, pericoloso.
Ha comunque ragione in assoluto a dire di scendere coi piedi per terra, cosa che infatti sto facendo, anche se posso dirle che non è affatto facile. Per questo ringrazio ancora una volta tutti i medici che mi hanno cortesemente dato il loro consiglio, che è stato di grande utilità. Il suo parere poi mi è ancora più utile perché ci leggo anche la dimensione femminile del giudizio: il suo "sdegno" nei miei confronti mi fa capire forse ancora meglio il mio errore.
Cordiali saluti
PS solo un appunto: "tradisce sua moglie e per di più paga per farlo". A mio parere il "per di più" è ( o era )una garanzia di non rischio. Avere un rapporto con una persona è a rischio coinvolgimento emotivo, quindi è un "vero tradimento" (mi permetta questo luogo comune), averne uno mercenario interessa solo il piano fisico, un po' come la partitella a tennis ( mi perdoni l'immaturità del paragone). Il fatto è che nel caso della russa non son riuscito, per mio carattere, credo, a tenere separato il lato affettivo da quello emotivo. Fortuna vuole che almeno lei (la ragazza russa) sia stata concreta ed abbia rifiutato il rapporto, altrimento davvero avrei corso seri rischi.
Non so se la mia "autoanalisi" sia chiara e razionale, ho semplicemente tentato di spiegarle le mie sensazioni, oltre che, forse, ipocritamente, cercare di scusarmi in qualche modo.
Lei ha ovviamente ragione in assoluto e dal punto di vista morale; il problema se vogliamo è ( o era ) in certo qual modo più grave, in quanto le mie difficoltà non sono iniziate per la pratica (immorale e disonesta nei confronti di mia moglie) del sesso a pagamento, ma proprio per il tipo di rapporto che ho creduto di stabilire con questa ragazza. E' questo il motivo per cui ho chiesto un consiglio psicologico on line, perché mi pareva di rendermi conto che QUESTO rapporto andava al di là del lecito. Ancorché cosciente del mio torto, non mi ero mai sentito in crisi per la pratica del sesso a pagamento, perhé non contava molto se non per la parte fisica. Mi rendo conto che non siano belle frasi e posizioni sostenibili da una persona un minimo seria e ragionevole, però è così.
Posso dirle che il mio non è un caso isolato, posso dirle anche che purtroppo il mondo del sesso a pagamento conta frequentatori ben più assidui di me, basta vedere qualche sito specializzato.
A mia "scusante" c'è forse solo il fatto che quella specie di "recupero momentaneo di dimensione ludica" l'ho sempre lasciato confinato fuori dalla vita normale, sia concreta che affettiva.
E' proprio per questo che mi sono accorto che il rapporto con la ragazza russa non era un rapporto con una prostituta, ma stava rischiando di diventare qualcosa di più e, quindi, pericoloso.
Ha comunque ragione in assoluto a dire di scendere coi piedi per terra, cosa che infatti sto facendo, anche se posso dirle che non è affatto facile. Per questo ringrazio ancora una volta tutti i medici che mi hanno cortesemente dato il loro consiglio, che è stato di grande utilità. Il suo parere poi mi è ancora più utile perché ci leggo anche la dimensione femminile del giudizio: il suo "sdegno" nei miei confronti mi fa capire forse ancora meglio il mio errore.
Cordiali saluti
PS solo un appunto: "tradisce sua moglie e per di più paga per farlo". A mio parere il "per di più" è ( o era )una garanzia di non rischio. Avere un rapporto con una persona è a rischio coinvolgimento emotivo, quindi è un "vero tradimento" (mi permetta questo luogo comune), averne uno mercenario interessa solo il piano fisico, un po' come la partitella a tennis ( mi perdoni l'immaturità del paragone). Il fatto è che nel caso della russa non son riuscito, per mio carattere, credo, a tenere separato il lato affettivo da quello emotivo. Fortuna vuole che almeno lei (la ragazza russa) sia stata concreta ed abbia rifiutato il rapporto, altrimento davvero avrei corso seri rischi.
Non so se la mia "autoanalisi" sia chiara e razionale, ho semplicemente tentato di spiegarle le mie sensazioni, oltre che, forse, ipocritamente, cercare di scusarmi in qualche modo.
Questo consulto ha ricevuto 10 risposte e 10.7k visite dal 30/10/2009.
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