Imparare ad avere una vita sociale
Non so se possa essermi di aiuto, ma il punto è che l'unico mezzo attraverso il quale riesco ade sprimermi meglio e scrivere.
Non voglio discutere del perchè e dell'evolversi della mia vita nell'ambito familiare, quindi mi limiterò al mio vissuto personale ed al mio aspetto comportamentale.
Io non ho avuto la possibilità di formare un carattere autonomo, purtroppo sono venuti a mancare aspetti e tappe che (per quanto pensavo superflue) in realtà mi sto rendendo conto che sono indispensabili per la definizione di un carattere.
Senza divulgarmi molto mi limito ad accennare che non ho giocato con altri bambini, durante la crescita sono uscito di casa per svago pochissime volte.
Non ho mai frequentato amici e tutt'oggi non esco di casa (se non per fare dei servizi).
Da giugno sto provando a cambiare, a fare conoscenze, a porre più attenzione a me stesso, a riprendere gli studi, ma sento di continuare a fallire. Per me ammettere di non farcela da solo è un peso che non riesco ad accettare.
Ho provato a rivolgermi ad una struttura pubblica, ma non riesco ad esprimermi a dire quali siano veramente i miei disagi e i miei spettri, anzi ho un forte timore a confessarmi e mi crea ansia quel poco che ho rilevato di me. Inoltre poi le seduto sono ogni 2 settimane e le reputo eccessivamente lunghe, anche perchè quel poco di coraggio che riesco ad aquisire nel comunicare, viene interrotto a causa del lungo periodo che passa.
Vi accenno brevemente a cosa sento che non va.
Innanzitutto sono ossessionato dal pensiero altrui ed ho anche paura degli altri, non riesco ad essere sereno e disinvolto se vi sono delle persone presenti, sento di essere diverso, di non saper portare dei ragionamenti e quindi resto sempre più in silenzio, non esternando neache quel poco che sono in grado di dire.
Inoltre quando sto con la mia famiglia , non riesco a essere calmo, spesso ho scatti di rabbia anche per questioni futili.
I miei familiari non si rendono conto della situazione che sto vivendo, pensano che sia normale che non esca di casa e che si è facilmente irritabile.
Vorrei sapere se il servizio sanitario offre delle possibilità migliori, visto che le sedute sono eterne e che vi sono dei tirocinanti con scarsa esperienza ed incapacità nel comprendere la qestione.
Vorrei avviare uan terapia cognitivo-comportamentale, ma purtroppo non posso rivolgermi a privati perchè non ho possibilità economiche ne la possibilità di chedere aiuto ai miei familiari (che non sannoe non voglio sappiano nulla).
Come posso fare?
Non voglio discutere del perchè e dell'evolversi della mia vita nell'ambito familiare, quindi mi limiterò al mio vissuto personale ed al mio aspetto comportamentale.
Io non ho avuto la possibilità di formare un carattere autonomo, purtroppo sono venuti a mancare aspetti e tappe che (per quanto pensavo superflue) in realtà mi sto rendendo conto che sono indispensabili per la definizione di un carattere.
Senza divulgarmi molto mi limito ad accennare che non ho giocato con altri bambini, durante la crescita sono uscito di casa per svago pochissime volte.
Non ho mai frequentato amici e tutt'oggi non esco di casa (se non per fare dei servizi).
Da giugno sto provando a cambiare, a fare conoscenze, a porre più attenzione a me stesso, a riprendere gli studi, ma sento di continuare a fallire. Per me ammettere di non farcela da solo è un peso che non riesco ad accettare.
Ho provato a rivolgermi ad una struttura pubblica, ma non riesco ad esprimermi a dire quali siano veramente i miei disagi e i miei spettri, anzi ho un forte timore a confessarmi e mi crea ansia quel poco che ho rilevato di me. Inoltre poi le seduto sono ogni 2 settimane e le reputo eccessivamente lunghe, anche perchè quel poco di coraggio che riesco ad aquisire nel comunicare, viene interrotto a causa del lungo periodo che passa.
Vi accenno brevemente a cosa sento che non va.
Innanzitutto sono ossessionato dal pensiero altrui ed ho anche paura degli altri, non riesco ad essere sereno e disinvolto se vi sono delle persone presenti, sento di essere diverso, di non saper portare dei ragionamenti e quindi resto sempre più in silenzio, non esternando neache quel poco che sono in grado di dire.
Inoltre quando sto con la mia famiglia , non riesco a essere calmo, spesso ho scatti di rabbia anche per questioni futili.
I miei familiari non si rendono conto della situazione che sto vivendo, pensano che sia normale che non esca di casa e che si è facilmente irritabile.
Vorrei sapere se il servizio sanitario offre delle possibilità migliori, visto che le sedute sono eterne e che vi sono dei tirocinanti con scarsa esperienza ed incapacità nel comprendere la qestione.
Vorrei avviare uan terapia cognitivo-comportamentale, ma purtroppo non posso rivolgermi a privati perchè non ho possibilità economiche ne la possibilità di chedere aiuto ai miei familiari (che non sannoe non voglio sappiano nulla).
Come posso fare?
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Mi sembra di poter dire che la sua sia fobia sociale e cioè una paura marcata e persistente che riguarda le situazioni sociali che spesso vengono evitate, talvolta sono sopportate nel timore di essere giudicati dagli altri. La Fobia Sociale tipicamente esordisce nell’adolescenza e talvolta emerge da una storia infantile di inibizione o timidezza. Emergono nel suo caso problematiche familiari che le provocano rabbia e che alimentano questo suo sentirsi poco compreso. La sua difficoltà in terapia riguardano il chiedere aiuto, capisco la sua ricerca di professionisti capaci ma credo sia importante per lei cominciare col provare ad aprirsi di più nel percorso che sta già svolgendo ogni due settimane.
Lei stesso dice "Per me ammettere di non farcela da solo è un peso che non riesco ad accettare". Questa è una difficoltà spesso presente in questo tipo di patologia, provi a fidarsi e vedrà che anche il tirocinante a suo modo potrà esserle d'aiuto.
Cordiali saluti, Enrico Vellani
Lei stesso dice "Per me ammettere di non farcela da solo è un peso che non riesco ad accettare". Questa è una difficoltà spesso presente in questo tipo di patologia, provi a fidarsi e vedrà che anche il tirocinante a suo modo potrà esserle d'aiuto.
Cordiali saluti, Enrico Vellani
Dott. Enrico Vellani
Psicologo Clinico
vellanienrico@libero.it
http://vellanienrico.sitiwebs.com/
[#2]
Gentile Utente,
un'eccessiva attenzione verlo le reazioni degli altri porta la persona a comportamenti di evitamento: la società diventa fonte di timore, meglio evitarla quando possibile per evitare il disagio.
Lei stesso può leggere questo articolo sull'ansia sociale e vedere se si ritrova
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
Essendo un disturbo d'ansia l'indicazione è per la terapia cognitivo-comportamentale. Ma ciò non significa che Lei debba rinunciare a curarsi per un problema di soldi.
Potrebbe leggere questo articolo dal titolo "Come spendere meno dallo psicologo" e vedere se all'interno trova dei suggerimenti adatti alla Sua situazione.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/407-come-spendere-meno-dallo-psicologo.html
un'eccessiva attenzione verlo le reazioni degli altri porta la persona a comportamenti di evitamento: la società diventa fonte di timore, meglio evitarla quando possibile per evitare il disagio.
Lei stesso può leggere questo articolo sull'ansia sociale e vedere se si ritrova
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
Essendo un disturbo d'ansia l'indicazione è per la terapia cognitivo-comportamentale. Ma ciò non significa che Lei debba rinunciare a curarsi per un problema di soldi.
Potrebbe leggere questo articolo dal titolo "Come spendere meno dallo psicologo" e vedere se all'interno trova dei suggerimenti adatti alla Sua situazione.
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/407-come-spendere-meno-dallo-psicologo.html
[#3]
Ex utente
Si, ho letto con attenzione ciò che riguarda la fobia sociale.
Il punto è che non solo è insita tale fobia, ma effettivamente non sò neanche relazionarmi a livello sociale e quindi tendo sempre più ad isolarmi.
Riguardo al secondo link, purtroppo ne ho tratto ben poche conclusioni. Rimane comunque il problema di mancanza di denaro e dell'impossibilità di chiedere aiuto ai familiari (che voglio tenere lontani dalla vicenda).
Sto provando a apercorrere un percorso in autonomia, di autoconvincimento, oltre a mettermi alla prova.
Ma non è facile e ho sempre la sensazione che ogni passo avanti che faccio, basta poco per farmi ritornare indietro.
Il punto è che non solo è insita tale fobia, ma effettivamente non sò neanche relazionarmi a livello sociale e quindi tendo sempre più ad isolarmi.
Riguardo al secondo link, purtroppo ne ho tratto ben poche conclusioni. Rimane comunque il problema di mancanza di denaro e dell'impossibilità di chiedere aiuto ai familiari (che voglio tenere lontani dalla vicenda).
Sto provando a apercorrere un percorso in autonomia, di autoconvincimento, oltre a mettermi alla prova.
Ma non è facile e ho sempre la sensazione che ogni passo avanti che faccio, basta poco per farmi ritornare indietro.
[#4]
Gentile Utente,
nel secondo link le ho messo delle indicazioni su come si richiede un aiuto a basso costo, addirittura gratuitamente se si fa riferimento al servizio pubblico.
Lei è maggiorenne per cui può chiedere una consulenza senza dover dire nulla ai suoi genitori.
Ma ho l'impressione che il problema non siano solo i soldi: paura? pessimismo? poca fiducia nei confronti delle materie Psi-?
nel secondo link le ho messo delle indicazioni su come si richiede un aiuto a basso costo, addirittura gratuitamente se si fa riferimento al servizio pubblico.
Lei è maggiorenne per cui può chiedere una consulenza senza dover dire nulla ai suoi genitori.
Ma ho l'impressione che il problema non siano solo i soldi: paura? pessimismo? poca fiducia nei confronti delle materie Psi-?
[#5]
Ex utente
Certo che ho une certa paura, ho la sensazioen di portare alla luce parti di me che ho sempre tenuto nascosto, di essere giudicato, di essere visto in malo modo e di portare a frantumare la maschera che mi sono creato.
Ma non solo, ho come la sensazione di non essere in grado di trovare o rivolgermi alla persona giusta, temendo di percorrere una strada sbagliata.
Sono estremamente confuso e senza forze per reagire, forse sarà il momento ma non faccio altro che rimandare a domani, giorno dopo giorno.
Ma non solo, ho come la sensazione di non essere in grado di trovare o rivolgermi alla persona giusta, temendo di percorrere una strada sbagliata.
Sono estremamente confuso e senza forze per reagire, forse sarà il momento ma non faccio altro che rimandare a domani, giorno dopo giorno.
[#6]
Capisco.
In effetti c'è il rischio di "sbagliare" persona: purtroppo sembra che Lei non se la senta di correre questo rischio, e quindi sceglie di restare a casa e di soffrire.
Se adesso è confuso non le conviene effettuare scelte, ma dovrebbe darsi un pochino di tempo e lasciare che la confusione diminuisca.
In effetti c'è il rischio di "sbagliare" persona: purtroppo sembra che Lei non se la senta di correre questo rischio, e quindi sceglie di restare a casa e di soffrire.
Se adesso è confuso non le conviene effettuare scelte, ma dovrebbe darsi un pochino di tempo e lasciare che la confusione diminuisca.
[#7]
Gentile utente, purtroppo quando si è nella sua condizione ci si trova di fronte a un paradosso: si vorrebbe imparare ad avere una vita sociale, ma allo stesso tempo si vorrebbe farlo senza confrontarsi con gli altri. Quindi nemmeno con lo psicologo, perché anche lui è un "altro", e particolarmente "pericoloso", perché sa vederci dentro.
D'altra parte, come si dice, non si può fare una frittata senza rompere le uova.
La paura di non essere in grado di trovare la persona giusta al primo colpo potrebbe essere una "giustificazione" ossessiva della sua paura di aprirsi verso gli altri, che così a sua volta ne viene legittimata e riconfermata.
Insomma il suo è un paradosso che difficilmente riuscira a rompere da solo, dall'interno, senza un minimo di confronto diretto e, soprattutto, senza mettere in conto la possibilità di sbagliare qualcosa.
Cominci con il convincersi che qualunque cosa decida di fare, provando a uscire dalla sua situazione sicuramente sbaglierà qualcosa, all'inizio, proprio perché le sue abilità sono ancora tutte da costruire.
Il suo successo inizierà a concretizzarsi quando riuscirà ad accettare che come per imparare a camminare, all'inizio si deve cadere molte volte.
Cordiali saluti
D'altra parte, come si dice, non si può fare una frittata senza rompere le uova.
La paura di non essere in grado di trovare la persona giusta al primo colpo potrebbe essere una "giustificazione" ossessiva della sua paura di aprirsi verso gli altri, che così a sua volta ne viene legittimata e riconfermata.
Insomma il suo è un paradosso che difficilmente riuscira a rompere da solo, dall'interno, senza un minimo di confronto diretto e, soprattutto, senza mettere in conto la possibilità di sbagliare qualcosa.
Cominci con il convincersi che qualunque cosa decida di fare, provando a uscire dalla sua situazione sicuramente sbaglierà qualcosa, all'inizio, proprio perché le sue abilità sono ancora tutte da costruire.
Il suo successo inizierà a concretizzarsi quando riuscirà ad accettare che come per imparare a camminare, all'inizio si deve cadere molte volte.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#8]
Ex utente
mah, mi ero proprio dimenticato di aver lanciato questo sasso nello stagno.
Bisogna accettare di sbagliare, non che sia un aspetto che rifiuti in assoluto di accettare ma semplicemente chiedo:
Guarda quel bambino, cavolo, ha attraversato la strada senza guardare e per poco non veniva investito; eh, deve ancora imparare.
Guarda quell'uomo, ha attraversato la strada senza guardare e per poco non veniva investito; eh, deve ancora imparare!?!?
Esistono tappe, più o meno poste in modo convenzionale dalla società che non si possono attraversare con la stessa scioltezza e disinvoltura (o impossibilità proprio di percorrerle) indipendentemente dall'età.
Bisogna accettare di sbagliare, non che sia un aspetto che rifiuti in assoluto di accettare ma semplicemente chiedo:
Guarda quel bambino, cavolo, ha attraversato la strada senza guardare e per poco non veniva investito; eh, deve ancora imparare.
Guarda quell'uomo, ha attraversato la strada senza guardare e per poco non veniva investito; eh, deve ancora imparare!?!?
Esistono tappe, più o meno poste in modo convenzionale dalla società che non si possono attraversare con la stessa scioltezza e disinvoltura (o impossibilità proprio di percorrerle) indipendentemente dall'età.
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>>> Esistono tappe, più o meno poste in modo convenzionale dalla società che non si possono attraversare con la stessa scioltezza e disinvoltura (o impossibilità proprio di percorrerle) indipendentemente dall'età.
>>>
Questo potrebbe essere vero, oppure potrebbe essere solo una sua convinzione limitante che avrebbe bisogno di attraversare e risolvere, per poter continuare a evolversi.
Cordiali saluti
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Questo potrebbe essere vero, oppure potrebbe essere solo una sua convinzione limitante che avrebbe bisogno di attraversare e risolvere, per poter continuare a evolversi.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 9 risposte e 6.1k visite dal 27/10/2009.
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