Il mio problema è che mi sveglio spesso
salve, sono una ragazza di 36 anni, biologa nutrizionista e vorrei aver un consulto da voi.
la mia storia comincia all'età di 25 anni, quando al mio fidanzato viene diagnosticato un carcinoma testicolare.dopo un anno e mezzo di terapie e lotte la mia vita finisce con la sua.non aveva una famiglia reale alle spalle, perciò io ho dovuto diventar da fidanzata a mamma, a infermiera.ho passato un anno con lui a milano da sola, visto che la mia famiglia non mi appoggiava e la sua non si rendeva conto della gravità.dopo la sua morte,fino all'ultimo io non ho accettato, ho seguito un percorso psicoterapeutico, con farmaci antidepressivi, di cui sinceramente ricordo sono sereopin e effexor.dopo 7 mesi mi trasferisco in un altra città, non potendo regger il peso dei ricordi.qui incontro una persona che per lavoro ha rapporti con famigliari di malati tumorali e io che andavo a cercar solo persone che avessero vissuto il mio vissuto, ho trovato un appoggio.meglio di qualsiasi altro psicologo lui poteva capirmi.e così è stato, pian pian mi ha scalato i farmaci e la nostra storia è durata 6 anni.6 anni di convivenza, tra lati e bassi ma bella storia.finchè 4 anni fa a mia madre vien diagnosticato un tumore al seno con metastasi ossee.ricado nel baratro;divento sicuramente intrattabile e ansiosa e vedo il tempo scorrer velocemente, spingo per il matrimonio, avrei voluto aver mia madre con me sana, e lui scappa.a 6 mesi dalla data mi dice che non è pronto che con la malattia di mia mamma farebbe una vita di inferno e lui vuol viver bene.torno a casa mia per seguir mia madre.son passati 4 anni, la malattia procede ma molto lentamente, ma io non ho più una vita emotiva.inizialmente non capivo speravo tornasse indietro, avevo raggiunto i 40 kg, mangiavo e dimagrivo, ciclo bloccato per mesi e mai il naso fuori casa.poi ho iniziato a pensar a mia madre,giravo medici per lei, pregavo solo per lei.poi vedendo la situazione normalizzarsi ho ripreso a viver.ora il mio problema è che mi sveglio spesso con l'ansia,ho giorni in cui il mio umore è a terra,non sono più riuscita ad aver una storia d'amore normale.l'ultima mia avventura è legata ad un ragazzo spagnolo conosciuto a formentera trascinata finora, dopo un fine sett a testa in italia e spagna.il mio problema è che mi sento di non valere ,di non riuscir a lasciar nelle persona un segno che mi faccia riviver una bella storia duratura.ho 36 anni,ho la responsabilità di 5 ambulatori, sono secondo me carina e allora perchè mi sento inutile.solo nel mio lavoro trovo soddisfazioni, mi martella in testa la stessa cosa sempre:perchè mi abbandonano o mi rifiutano, perchè alla fine io che do il 100% da subito alle mie storie poi finiscono..sono io che mi cerco storie impossibili?mi sento vuota, sospiro in continuo e la mattina iniziar la giornata è un incubo.non so se è giusto chieder a voi avrete sicuram casi più gravi, e non so nemmeno quello che aspetto..spero in un suggerimento, un chiarimento..infinite grazie, davvero.
la mia storia comincia all'età di 25 anni, quando al mio fidanzato viene diagnosticato un carcinoma testicolare.dopo un anno e mezzo di terapie e lotte la mia vita finisce con la sua.non aveva una famiglia reale alle spalle, perciò io ho dovuto diventar da fidanzata a mamma, a infermiera.ho passato un anno con lui a milano da sola, visto che la mia famiglia non mi appoggiava e la sua non si rendeva conto della gravità.dopo la sua morte,fino all'ultimo io non ho accettato, ho seguito un percorso psicoterapeutico, con farmaci antidepressivi, di cui sinceramente ricordo sono sereopin e effexor.dopo 7 mesi mi trasferisco in un altra città, non potendo regger il peso dei ricordi.qui incontro una persona che per lavoro ha rapporti con famigliari di malati tumorali e io che andavo a cercar solo persone che avessero vissuto il mio vissuto, ho trovato un appoggio.meglio di qualsiasi altro psicologo lui poteva capirmi.e così è stato, pian pian mi ha scalato i farmaci e la nostra storia è durata 6 anni.6 anni di convivenza, tra lati e bassi ma bella storia.finchè 4 anni fa a mia madre vien diagnosticato un tumore al seno con metastasi ossee.ricado nel baratro;divento sicuramente intrattabile e ansiosa e vedo il tempo scorrer velocemente, spingo per il matrimonio, avrei voluto aver mia madre con me sana, e lui scappa.a 6 mesi dalla data mi dice che non è pronto che con la malattia di mia mamma farebbe una vita di inferno e lui vuol viver bene.torno a casa mia per seguir mia madre.son passati 4 anni, la malattia procede ma molto lentamente, ma io non ho più una vita emotiva.inizialmente non capivo speravo tornasse indietro, avevo raggiunto i 40 kg, mangiavo e dimagrivo, ciclo bloccato per mesi e mai il naso fuori casa.poi ho iniziato a pensar a mia madre,giravo medici per lei, pregavo solo per lei.poi vedendo la situazione normalizzarsi ho ripreso a viver.ora il mio problema è che mi sveglio spesso con l'ansia,ho giorni in cui il mio umore è a terra,non sono più riuscita ad aver una storia d'amore normale.l'ultima mia avventura è legata ad un ragazzo spagnolo conosciuto a formentera trascinata finora, dopo un fine sett a testa in italia e spagna.il mio problema è che mi sento di non valere ,di non riuscir a lasciar nelle persona un segno che mi faccia riviver una bella storia duratura.ho 36 anni,ho la responsabilità di 5 ambulatori, sono secondo me carina e allora perchè mi sento inutile.solo nel mio lavoro trovo soddisfazioni, mi martella in testa la stessa cosa sempre:perchè mi abbandonano o mi rifiutano, perchè alla fine io che do il 100% da subito alle mie storie poi finiscono..sono io che mi cerco storie impossibili?mi sento vuota, sospiro in continuo e la mattina iniziar la giornata è un incubo.non so se è giusto chieder a voi avrete sicuram casi più gravi, e non so nemmeno quello che aspetto..spero in un suggerimento, un chiarimento..infinite grazie, davvero.
[#1]
Gentile ragazza, la sua e' una storia di momenti difficili e pieni di sofferenza. E' stata accanto a due persone per lei importanti in percorsi di malattia dolorosissimi. In entrambi i casi ha messo se stessa in secondo piano e ora che vede sua madre stare meglio ha iniziato a prendere coscenza di quello che tutto questo ha comportato per la sua vita. Ora si trova a fare i conti con "una vita emotiva" che sembra ancora bloccata, con un tono dell'umore abbassato, stati di ansia e un'autostima piuttosto "provata". Lei si chiede perché i partner che ha avuto l'abbiano abbandonata nonostante il suo dare il 100% di se stessa. Io credo che potrebbe partire da qui e per una volta provare a dare il 100% A se stessa. Ricominci a prendersi cura di se magari con l'aiuto di uno psicologo/psicoterapeuta. Cerchi di sbloccare la sua vita emotiva e di ricominciare a vivere la sua di vita!
In bocca al lupo
Cordialmente
In bocca al lupo
Cordialmente
Dr.ssa Cecilia Sighinolfi
Psicologa e Psicoterapeuta
cecilia_sighinolfi@yahoo.it
[#2]
Gentile Utente,
dopo l'ottima risposta della Collega Sighinolfi sarà per me difficile poterle dire qualcosa in più.
Diciamo solo che l'ansia, dopo tutto quello che le è successo, è davvero una reazione normale, che Lei stessa deve aspettarsi: è il Suo corpo che le sta dicendo che qualcosa non va, che il disagio interiore è arrivato al limite.
Quando Lei avverte questo "segnale", anzichè dargli spazio, tende a soffocarlo, iper-investendo nelle attività gratificanti come il lavoro: il risultato è che il "segnale" non smette di farsi sentire, e Lei è sempre più stanca.
Alcune persone sono davvero più sfortunate di altre, e spesso questa sfortuna non ha un "perchè".
Forse, a questo punto, dovrebbe smettere di chiedersi perchè le Sue storie d'amore sono complicate, oppure perchè Lei non ha avuto una famiglia "convenzionale" come tutti gli altri.
Adesso, come dice la Collega, Lei deve diventare un po' più egoista, pensare a se stessa.
Ha bisogno di un supporto farmacologico probabilmente: senta il parere di uno psichiatra.
E poi credo sia giunto il momento di iniziare una psicoterapia. Lo faccia per se stessa, per il Suo futuro, e per il Suo lavoro, non per gli altri.
Ma lo faccia.
Spero che la pagina nera di questo Suo libro sia voltata definitivamente.
dopo l'ottima risposta della Collega Sighinolfi sarà per me difficile poterle dire qualcosa in più.
Diciamo solo che l'ansia, dopo tutto quello che le è successo, è davvero una reazione normale, che Lei stessa deve aspettarsi: è il Suo corpo che le sta dicendo che qualcosa non va, che il disagio interiore è arrivato al limite.
Quando Lei avverte questo "segnale", anzichè dargli spazio, tende a soffocarlo, iper-investendo nelle attività gratificanti come il lavoro: il risultato è che il "segnale" non smette di farsi sentire, e Lei è sempre più stanca.
Alcune persone sono davvero più sfortunate di altre, e spesso questa sfortuna non ha un "perchè".
Forse, a questo punto, dovrebbe smettere di chiedersi perchè le Sue storie d'amore sono complicate, oppure perchè Lei non ha avuto una famiglia "convenzionale" come tutti gli altri.
Adesso, come dice la Collega, Lei deve diventare un po' più egoista, pensare a se stessa.
Ha bisogno di un supporto farmacologico probabilmente: senta il parere di uno psichiatra.
E poi credo sia giunto il momento di iniziare una psicoterapia. Lo faccia per se stessa, per il Suo futuro, e per il Suo lavoro, non per gli altri.
Ma lo faccia.
Spero che la pagina nera di questo Suo libro sia voltata definitivamente.
[#3]
>>> non so se è giusto chieder a voi avrete sicuram casi più gravi, e non so nemmeno quello che aspetto..spero in un suggerimento, un chiarimento..infinite grazie, davvero.
>>>
Gentile ragazza, il fatto che lei abbia ancora aspettative e speranze è un'importante risorsa, da non sottovalutare assolutamente. Il fatto che abbia trovato la forza di rivolgersi a noi chiedendoci consiglio, dopo tutto ciò che le è capitato, attesta che c'è ancora una parte di lei, malgrado i rovesci, che non vuole arrendersi.
In questi casi non possiamo fare altro che suggerire di rivolgersi a un collega, di persona, perché purtroppo per email si può far ben poco per aiutare gli altri. Ci arrivano domande cariche di speranza, che però siamo costantemente costretti non a ridimensionare, ma a suggerire di mettere da parte sino a che non si sarà trovata la forza di rivolgersi a un professionista di persona.
Questo è quanto mi sento anch'io di suggerirle, perché anche se non la conosco, è probabile che lei meriti qualcosa in più di quanto ha avuto sinora.
Cordiali saluti
>>>
Gentile ragazza, il fatto che lei abbia ancora aspettative e speranze è un'importante risorsa, da non sottovalutare assolutamente. Il fatto che abbia trovato la forza di rivolgersi a noi chiedendoci consiglio, dopo tutto ciò che le è capitato, attesta che c'è ancora una parte di lei, malgrado i rovesci, che non vuole arrendersi.
In questi casi non possiamo fare altro che suggerire di rivolgersi a un collega, di persona, perché purtroppo per email si può far ben poco per aiutare gli altri. Ci arrivano domande cariche di speranza, che però siamo costantemente costretti non a ridimensionare, ma a suggerire di mettere da parte sino a che non si sarà trovata la forza di rivolgersi a un professionista di persona.
Questo è quanto mi sento anch'io di suggerirle, perché anche se non la conosco, è probabile che lei meriti qualcosa in più di quanto ha avuto sinora.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 1.5k visite dal 26/10/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.