Si ferma per 2 giorni e per me ogni volta è un dolore

a seguito del terremoto che ha colpito L'Aquila alcuni mesi fa, mi sono trasferita in un' altra cittadina dove ho ripreso a lavorare e dove condivido il mio appartamentino con il mio ragazzo. Non avevamo mai avuto esperienze di convivenza prima, ma ci troviamo molto bene. Il problema è che lui studia ancora e i suoi genitori non lo aiutano in modo concreto economicamente...andiamo avanti da mesi con il mio stipendio e con gli aiuti ai terremotati. Premetto che si vive bene anche così, che non servono tanti soldi per essere felici e che sono contenta di aiutare il mio ragazzo, ma le mie domande sono: Perchè i suoi genitori non fanno mai domande circa il nostro stato economico? Perchè non mi hanno mai detto una parola sul fatto che sto provvedendo a loro figlio? Perchè neanche un pallido grazie??? Da tempo vivo nell'incubo che ce l'abbiano con me perchè gli ho portato via il figlio maschio...e sono convinta che loro siano profondamente certi che questa sia solo una situazione temporanea...che loro figlio presto tornerà nella sua vera casa...con loro! Altri segnali che rafforzano questa mia teoria provengono proprio da lui...spesso, troppo spesso parla di un futuro che ha per protagonista casa sua...non nostra. I miei parenti non condividono il modo in cui sto portando avanti la faccenda...io vado avanti ferma delle poche certezze che mi sono rimaste: lo amo, sono sicura che a parti inverse lui avrebbe fatto le stesse identiche cose per me. Ho solo tanta paura che non sia pronto per tutto questo...a volte penso che sarebbe meglio che tornasse davvero con i suoi, ma poi solo all'idea mi si spezza il cuore. Quando va a trovare i suoi (e questo succede tutte le settimane) si ferma per 2 giorni e per me ogni volta è un dolore...vorrei che non fosse così perchè so che è giusto e che non devo essere oppressiva ne un ostacolo tra lui e la famiglia. Vorrei solo sapere se sto facendo bene così o se sto sbagliando tutto. Grazie.
[#1]
Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.3k 372
Gentile ragazza, fa senz'altro bene a non essere oppressiva, ma non deve nemmeno cadere nell'errore opposto, ovvero di peccare di scarsa comunicazione. Queste questioni si possono risolvere solo parlandone. Prima di tutto fra voi due, e successivamente anche con i genitori di lui.

I dubbi che esprime sono plausibili, certo, ma restano solo ipotesi fino a che non troverete il modo di parlarne apertamente. Per non fasciarsi la testa prima che sia rotta.

Aggiungo anche che non deve considerarsi un ostacolo fra lui e la sua famiglia, perché è nell'ordine naturale delle cose che le persone crescano e vadano a vivere insieme: i rapporti con le famiglie d'origine possono benissimo essere mantenuti.

È vero però che alcune famiglie faticano a "mollare" la presa sui figli, e devono essere "educate" in tal senso. E questo è compito vostro. Perché se le sue ipotesi si rivelassero fondate, ovvero se i genitori di lui fossero irritati dalla vostra convivenza, aspettarsi che loro "capiscano" da soli e vi diano il loro beneplacito sarebbe probabilmente una perdita di tempo. È una cosa che dovrete conquistarvi. Con rispetto, certo, ma con fermezza, perché è nel vostro diritto.

Cordiali saluti

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com

[#2]
Dr.ssa Roberta Cacioppo Psicologo, Psicoterapeuta 340 11
Gentile ragazza,
credo che il primo passo importante da fare per lei sia quello di parlare in maniera diretta con il suo fidanzato, spiegandogli le stesse cose che ha scritto a noi oggi.

Le questioni economiche sono uno dei tanti aspetti della vita di coppia, soprattutto quando c'è una convivenza, e in quanto tali vanno affrontate. Anche perchè spesso - ritenendo poco "elegante" o addirittura meschino parlarne - creano malintesi che rischiano di ripercuotersi anche su altre questioni. D'altra parte lei stessa, partendo dal discorso economico, ha allargato le sue riflessioni al rapporto con il suo conivente e con la sua famiglia.

Ne parli quindi con il suo fidanzato, che sicuramente ha ben presente la situazione, ma che forse - come lei - non sa come affrontare l'argomento.

Non sottovaluterei anche la situazione particolarmente fragile dal punto di vista emotivo di chi, come voi, ha vissuto un'esperienza dura come quella del terremoto.

Cordialmente,

Roberta Cacioppo - Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa clinica -
www.psicoterapia-milano.it
www.sessuologia-milano.it

[#3]
Dr. Daniel Bulla Psicologo, Psicoterapeuta 3.6k 187
Gentile Utente,
anche secondo me il primo passo da fare è parlarne col diretto interessato. Gli dica anche che ha scritto a noi.

Ogni coppia ha il proprio regolamento interno: alcune si tengono alla larga dai reciproci genitori, altre vivono praticamente in simbiosi con i suoceri, ecc. Ma l'importante è che questo sistema di regole sia condiviso da entrambi i membri della coppia, altrimeni ci si sente frustrati ed incompresi, proprio come sta succedendo a Lei.

Diciamo inoltre che questa potrebbe essere la prima vera prova, per testare l'equilibrio della coppia.

Concordo inoltre con la Collega Cacioppo nel non sottovalutare il quadro psicologico comunque complicato di chi ha dovuto cambiare drasticamente il proprio stile di vita a causa del terremoto.

Forse potrebbe interessarle questo articolo sulle conseguenze psicologiche del terremoto in Abruzzo

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/317-le-conseguenze-psicologiche-del-terremoto-in-abruzzo.html

Cordialmente

Daniel Bulla

dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_