Comportamento insolito del partner
Gentili Dottori, avrei bisogno di aiuto per comprendere il comportamento di mio marito.
Siamo sposati da 13 anni e stiamo insieme da 20.
Abbiamo 3 figli e uno in arrivo.
Questa gravidanza non è stata cercata, inizialmente lui voleva che abortissi poi ha accettato la mia ferma decisione di andare avanti.
Abbiamo vissuto una crisi profonda dove lui si sentiva obbligato ad accettare un figlio che non desiderava, si è chiuso ed allontanato per un periodo di circa due mesi, dove ogni richiesta di chiarimento o di avvicinamento portava a rifiuti, rabbia da parte di entrambi e ovvi litigi.
Poi qualche sera fa tutto è cambiato, ad un mio abbraccio prima di dormire è scattata la passione e siamo stati insieme con molto trasporto e così la sera dopo e la sera dopo ancora, partendo da lui l'iniziativa di cercarmi.
La cosa che mi lascia un po' perplessa è che lui generalmente è un uomo che non esprime facilmente le sue emozioni e soprattutto non è un tipo affettuoso o che usa i rapporti sessuali per fare la pace.
Dal canto mio per non fermare questo suo slancio, non ho fatto domande, sto cercando di fare il possibile per riportare serenità nel nostro rapporto accettando e apprezzando ogni suo gesto di apertura e riavvicinamento, ma ho paura che il nodo della questione resti irrisolto finché non venga inevitabilmente fuori portando di nuovo dolore e allontanamento.
Come devo interpretare questo approccio da parte sua?
E soprattutto come è meglio che io mi comporti in questa situazione?
Grazie anticipatamente a chi vorrà aiutarmi in questo momento di confusione e di sconvolgimento anche ormonale in quanto mi trovo oggi alla fine del primo trimestre.
Resto in attesa di un vostro gentile riscontro.
Siamo sposati da 13 anni e stiamo insieme da 20.
Abbiamo 3 figli e uno in arrivo.
Questa gravidanza non è stata cercata, inizialmente lui voleva che abortissi poi ha accettato la mia ferma decisione di andare avanti.
Abbiamo vissuto una crisi profonda dove lui si sentiva obbligato ad accettare un figlio che non desiderava, si è chiuso ed allontanato per un periodo di circa due mesi, dove ogni richiesta di chiarimento o di avvicinamento portava a rifiuti, rabbia da parte di entrambi e ovvi litigi.
Poi qualche sera fa tutto è cambiato, ad un mio abbraccio prima di dormire è scattata la passione e siamo stati insieme con molto trasporto e così la sera dopo e la sera dopo ancora, partendo da lui l'iniziativa di cercarmi.
La cosa che mi lascia un po' perplessa è che lui generalmente è un uomo che non esprime facilmente le sue emozioni e soprattutto non è un tipo affettuoso o che usa i rapporti sessuali per fare la pace.
Dal canto mio per non fermare questo suo slancio, non ho fatto domande, sto cercando di fare il possibile per riportare serenità nel nostro rapporto accettando e apprezzando ogni suo gesto di apertura e riavvicinamento, ma ho paura che il nodo della questione resti irrisolto finché non venga inevitabilmente fuori portando di nuovo dolore e allontanamento.
Come devo interpretare questo approccio da parte sua?
E soprattutto come è meglio che io mi comporti in questa situazione?
Grazie anticipatamente a chi vorrà aiutarmi in questo momento di confusione e di sconvolgimento anche ormonale in quanto mi trovo oggi alla fine del primo trimestre.
Resto in attesa di un vostro gentile riscontro.
Gentile utente,
le rispondo sapendo molto poco di lei (pur avendo letto i suoi scritti precedenti, quelli di area non psicologica) e nulla di suo marito. Dovrò quindi procedere sulla base di esperienze professionali e di intuizione.
Premetto che il riavvicinamento di suo marito è comunque una cosa bella da apprezzare e da non turbare con ricerche di chiarimenti che in questo momento potrebbero risultare fuori luogo; anche perché se c'è qualcosa da spiegare, dev'essere il protagonista di questo cambiamento a volerlo spiegare, e per ora forse non è chiaro nemmeno a lui stesso.
Capisco che per lei sia stato motivo di sofferenza il sentirsi chiedere di abortire, ma vorrei invitarla a considerare anche le ragioni di suo marito.
Viviamo in tempi in cui le azioni che possono portare a concepire un figlio devono essere meditate e responsabili, e questo a vantaggio del figlio stesso, di ciascuno dei genitori, del loro legame, e anche degli altri figli, se esistono.
Si poteva accettare un figlio come dono del Cielo oppure come disgrazia inevitabile quando non esistevano validi strumenti contraccettivi, ma ormai da decenni questi hanno cambiato il senso stesso di responsabilità procreativa.
Non solo sul piano medico, ma su quello morale, esporsi ad una gravidanza non voluta è inopportuno per gli equilibri affettivi, gestionali ed economici della coppia e dell'intera famiglia, ma soprattutto perché porta con sé il rischio dell'aborto, scelta che per molte persone -le più sollecite della tutela dei propri figli- è devastante.
Io non so per quale ragione voi non abbiate adottato un idoneo metodo contraccettivo. Ho però notato che i ginecologi di Medicitalia le hanno più volte raccomandato la contraccezione.
Suo marito può essersi sentito in colpa, se la mancata cautela è da imputarsi a lui, o ingannato se è invece da imputarsi a lei che ci scrive.
In ogni caso l'impressione di aver agito sconsideratamente o di essere stato raggirato può aver causato ostilità verso l'incolpevole nascituro, e irritazione verso di lei. Di qui quei primi due mesi che forse hanno visto crescere in suo marito l'idea di essere "obbligato ad accettare un figlio che non desiderava".
Poi lo scioglimento, che forse già camminava verso di lui e che ha potuto trovare espressione grazie al suo abbraccio: il piccolo embrione non è colpevole, e lei, moglie, è affettuosa con suo marito; nonostante tutto gli vuole bene.
Diciamo che l'ostinazione dolorosa di chi voleva mantenere la propria posizione anche a rischio di farsi male, finalmente si è sciolta.
A me sembra che non le parole, ma gli abbracci e la tenerezza quotidiana debbano accompagnare questo periodo, finché sarà lui a decidersi a parlare.
Auguri infiniti.
le rispondo sapendo molto poco di lei (pur avendo letto i suoi scritti precedenti, quelli di area non psicologica) e nulla di suo marito. Dovrò quindi procedere sulla base di esperienze professionali e di intuizione.
Premetto che il riavvicinamento di suo marito è comunque una cosa bella da apprezzare e da non turbare con ricerche di chiarimenti che in questo momento potrebbero risultare fuori luogo; anche perché se c'è qualcosa da spiegare, dev'essere il protagonista di questo cambiamento a volerlo spiegare, e per ora forse non è chiaro nemmeno a lui stesso.
Capisco che per lei sia stato motivo di sofferenza il sentirsi chiedere di abortire, ma vorrei invitarla a considerare anche le ragioni di suo marito.
Viviamo in tempi in cui le azioni che possono portare a concepire un figlio devono essere meditate e responsabili, e questo a vantaggio del figlio stesso, di ciascuno dei genitori, del loro legame, e anche degli altri figli, se esistono.
Si poteva accettare un figlio come dono del Cielo oppure come disgrazia inevitabile quando non esistevano validi strumenti contraccettivi, ma ormai da decenni questi hanno cambiato il senso stesso di responsabilità procreativa.
Non solo sul piano medico, ma su quello morale, esporsi ad una gravidanza non voluta è inopportuno per gli equilibri affettivi, gestionali ed economici della coppia e dell'intera famiglia, ma soprattutto perché porta con sé il rischio dell'aborto, scelta che per molte persone -le più sollecite della tutela dei propri figli- è devastante.
Io non so per quale ragione voi non abbiate adottato un idoneo metodo contraccettivo. Ho però notato che i ginecologi di Medicitalia le hanno più volte raccomandato la contraccezione.
Suo marito può essersi sentito in colpa, se la mancata cautela è da imputarsi a lui, o ingannato se è invece da imputarsi a lei che ci scrive.
In ogni caso l'impressione di aver agito sconsideratamente o di essere stato raggirato può aver causato ostilità verso l'incolpevole nascituro, e irritazione verso di lei. Di qui quei primi due mesi che forse hanno visto crescere in suo marito l'idea di essere "obbligato ad accettare un figlio che non desiderava".
Poi lo scioglimento, che forse già camminava verso di lui e che ha potuto trovare espressione grazie al suo abbraccio: il piccolo embrione non è colpevole, e lei, moglie, è affettuosa con suo marito; nonostante tutto gli vuole bene.
Diciamo che l'ostinazione dolorosa di chi voleva mantenere la propria posizione anche a rischio di farsi male, finalmente si è sciolta.
A me sembra che non le parole, ma gli abbracci e la tenerezza quotidiana debbano accompagnare questo periodo, finché sarà lui a decidersi a parlare.
Auguri infiniti.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 247 visite dal 28/04/2025.
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