Psicoterapeuta transfert e delusione

Buongiorno, sono in terapia da 7 mesi con un psicoterapeuta/psichiatra non giovane, di orientamento psicodinamico.
Ho iniziato per una depressione reattiva ansiosa, con comorbidità di DCA cronico.
Penso di essere in pieno transfert erotico perché pur non trovando il terapeuta fisicamente attraente all'inizio (cosa che mi ha convinto a iniziare il percorso con un terapeuta uomo) ora ne sono fortemente attratta. Il desiderio è iniziato dopo 2 mesi, con delle fantasie sessuali dopo le sedute, che duravano un paio di giorni. Qualche volta ho fatto sogni sessualmente espliciti, con lui riconoscibile e mi sono masturbata. Ho portato anche questo in seduta, e ho chiesto se fosse un bene. Il terapeuta mi ha rassicurato, dicendo che vuole dire che la terapia funziona. Deduco quindi che nel suo orientamento prevede e utilizza il transfert. Ma che tipo di transfert "va bene"?
Comunque questo mi ha tranquillizzato su alcune sue "manovre seduttive" (complimenti per il mio aspetto migliorato, da quando sono in terapia, atteggiamenti galanti, sottointendere che anche al terapeuta capita di avere delle fantasie sulle pazienti), alle quali voglio dare connotazione tecnica, come se avesse indotto il mio stato per poi contenerlo e-me ne rendo conto-lo sta facendo. Ma non sono sicura che esiste una tecnica del genere in psicoterapia. Questa è la prima domanda.
Perché ora sento un desiderio viscerale, potente. Sono anche gelosa delle altre pazienti. A volte sono in preda di questa emozione, penso continuamente a lui. Se è è in vacanza mi manca. Non per questo lo contatto, però, non vedo l'ora di rivederlo. Sono anche arrabbiata perché mi ha "abbandonato" per tre sedute, e me l'ha comunicato a decisione presa senza preavviso. So che va bene così, che è materiale da portare in seduta, ma sono triste lo stesso.
Cerco di rispettare il setting, non mandare messaggi, ad esempio su whatsapp, se non per comunicazioni di tipo pratico, anche se mi costa fatica e a volte potrei aspettare la seduta. Il medico risponde in maniera più che adeguata: non sempre e non immediatamente se non necessario, quando risponde è conciso e gentile. Stop.
Sul transfert ho la sensazione che tenga bene le redini, e spero, mi aiuterà a scendere da questo treno, a terapia conclusa, al momento giusto.
Spero che non sia dolorosissimo perché mi sento vulnerabile.

La seconda domanda riguarda il fatto che in seduta, il terapeuta più volte mi lascia delusa, perché non ricorda alcune cose delle quali ho parlato precedentemente. Ad esempio, una importante malattia che ho avuto, alcuni avvenimenti che li racconto su mia figlia. Cose che ripeto più volte. Lo sento distratto su questo, come se resettasse tutto o quasi tra una seduta e l'altra, che prendesse distacco. Ma poi penso che non è importante che lui ricordi tutto quello che racconto. Che deve necessariamente prendere distanza. Ho la sensazione che i giochi siano da un'altra parte: ovvero che la partita si gioca su un piano diverso, non tanto su quello che racconto ma su ciò che succede nella stanza della terapia, e sulla relazione paziente/terapeuta.
Questa cosa ha senso secondo la vostra esperienza e preparazione? Grazie
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19k 608
Gentile utente,


".. Questa cosa ha senso secondo la vostra esperienza e preparazione? Grazie"
Noi non forniamo pareri su terze persone, siano esse parenti o terapeuti di chi scrive. Le Linee guida del servizio e il codice deontologico di psicologi/e lo vietano.

Detto ciò, due note:
- forse i pensieri su di lui sono diventati il nuovo contenuto del DOC? Lei sa che i contenuti cambiano, il funzionamento ossessivo della mente rimane.
- per la narrazione che Lei ci porta, molti di noi psicoterapeuti si comporterebbero in modo simile, ritenendolo adeguato.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Gentile Dott.sa Brunialti, tengo conto della sua precisazione per quanto riguarda le linee guida, e La ringrazio.

Faccio una precisazione anche io: soffro di disturbi dell’alimentazione (per la precisione BN) non di disturbo ossessivo compulsivo, se anche non è da escludere qualche tratto della personalità in tale senso, ma non mi è stato diagnosticato.

Cordiali Saluti
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Gentile Dott.sa Brunialti, non vorrei disturbarla ancora, ma non mi è chiaro per quale motivo sarebbe ritenuta adeguata da molti di voi psicoterapeuti questi tipo di dinamica.
Significa che la terapia basa la sua riuscita sul potere che il terapeuta esercita attraverso il transfert? Che è necessario? Che è questa la terapia?
Se fosse una terapeuta donna, non avrei un transfert erotico, forse sarebbe più adatto?
In questo caso, questo tipo di transfert mi sembra che anziché aiutare, mina l'alleanza terapeutica, perché mi rende pretenziosa, dipendente, triste e insoddisfatta. Aggiunge un ulteriore problema alla via mia vita reale, i miei pensieri si concentrano li, mi sembra diventi una ulteriore fuga dal reale, come il DCA. Mi sento ancora più fragile e inadeguata in questo rapporto che nei rapporti interpersonali in genere.

Se mi comporto e vivo in questo modo il rapporto con il terapeuta, nonostante io non abbia un DOC diagnosticato, significherebbe forse che:

- sto gestendo male questo transfert, (ma spetterebbe il 50% di responsabilità al massimo, la restante spetterebbe al terapeuta, mi auguro) dato che nella mia vita reale probabilmente questa parte erotica non trova sufficiente soddisfazione o terreno fertile.
Ma non c'è la reale possibilità di diventare l'amante del terapeuta, a cosa serve quindi? Mi porta solo altra frustrazione. Si va in terapia per sentirsi più frustrati?

- insieme al DCA ho anche un DOC che emerge in questo modo, perché tendo alla fissazione e sto replicando il mio modello comportamentale con il terapeuta. Cosicché lui possa intervenire?


La ringrazio se vorrà intervenire ancora
Cordiali Saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19k 608
Gentile utente,

è inevitabile che la relazione con il/la terapeta venga *investita* di qualche genere di sentimenti ed emozioni: avviene per tutte le relazioni.
Ed ancora: è inevitalie che il/la pazientye trasferisca sul/la psicoterapeuta copioni che già conosce, dato che li mette in atto inconsapevolmente in altre relazioni: seduzione, evitamento, interpretazione, disconferma, ecc.
Alcuni approcci teorici ritengono che questo processo psichico possa essere utilizzato a vantaggio della crescita della persona/paziente e volto al superamento di quei copioni rigidi e inefficaci che l'hanno portat* in terapia.
In quale maniera sta avvenendo nella psicoterapia che La riguarda?
Questo lo deve chiedere al suo terapeuta.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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Dott. Brunialti,
grazie per i preziosi spunti di riflessione
Cordiali Saluti
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 19k 608
Interessanti riflessioni su un punto fondamentale.

Cari saluti.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
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