Sono in attesa, la mia relazione non è sana, lui vuole che io porti avanti la gravidanza io no

Ho 35 anni, scopro di essere in attesa e sono a 6 settimane, sono fidanzata da 3 anni ma ci conosciamo da una vita perché amici di comitiva, lui era fidanzato e convivente con un’altra donna con la quale ha provato ad avere figli e non è mai successo, perché dopo analisi effettuate risultava avere spermatozooi lenti.
Tradisce questa donna con me x due anni, io stanca che lui nn prendesse decisioni lo metto allo scoperto.
Tentiamo una storia, storia che dal 2022 va avanti tra alti e bassi, una storia forse malsana e tossica dove spesso lui mi ha rimarcato di essersi pentito di ciò che aveva fatto, che aveva perso la pace, litighiamo per ogni banalità e lui ad ogni lite scappava mi bloccava e poi tornava a piacimento.
Ogni lite era l’occasione per mollarmi, cosa che però non ha mai fatto x davvero.
Al termine della sua ex storia lui torna a vivere dalla mamma, e io vivo dai miei come sempre.
Io però posseggo una casa che ho arredato e il mio obiettivo è una convivenza con lui, ma qui il tempo passa e lui nn mette mai in pratica nulla.
Trova solo scuse per temporeggiare... spesso nascondendosi dietro il fatto che la mamma è sola, e per problemi di salute nn vuole lasciar sola.
Ad oggi io sono in attesa, non mi sento pronta a portare avanti questa gravidanza, perché nonostante lo amo nn mi sento sicura non ho mai avuto grosse responsabilità e vorrei prima imparare a vivere sola (o come avrei voluto con lui) e poi fare quello passo.
Adesso che però è successo, lui vuole diventare papà da sempre e a tutti o costi.
Ha 43 anni e sa che sarebbe la sua ultima occasione a sua detta.
Mi ha confermato che la storia già barcollante finirebbe dopo l’ aborto.
Sto male perché qls scelta faccia perdo comunque e non vorrei perdere lui.
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.6k 197
Gentile utente,
data la situazione, e la confusione in cui si trova, a me sembra che il colloquio diretto con un* psicolog* sarebbe indispensabile.
Questo colloquio l'aiuterebbe:
-a valutare attentamente i pro e i contro della gravidanza;
-a verificare con attenzione il legame col suo partner;
-a guardare con realismo la sua speranza di "imparare a vivere sola o [...] con lui".
Analizzando i punti uno per uno, permettere o no a questo bambino di nascere sembra un punto cruciale, una scelta di non-ritorno per il suo partner, per la vostra relazione, per lei stessa.
La storia col partner lei la definisce "forse malsana e tossica", ma non sembra comprendere che le relazioni si costruiscono in due. Inoltre lei dichiara nello stesso tempo: "non vorrei perdere lui".
Infine, se lei vuole incamminarsi in una vita adulta, matura e responsabile, dovrebbe capire che i tempi sono maturi per attuare questo progetto, in quanto i suoi trentacinque anni non sono l'età di un'adolescente.
In un qualunque consultorio troverà la persona che potrà aiutarla, ma vista la condizione di urgenza non vedrei male anche il rivolgersi ad un privato.
Le auguro di fare chiarezza.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Ho effettuato un colloquio presso un consultorio, con una psicologa , ma fondamentalmente non è servito a molto perché la scelta è mia e solo mia.
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.6k 197
Gentile utente,
la scelta di abortire o non abortire, per legge, è solo sua.
Io però le ho parlato delle idee, dei sentimenti, dei progetti che stanno a monte della sua scelta: queste sono le cose che deve ampiamente discutere con un* psicolog*, per non avere, un domani, il rammarico di non aver minimamente previsto le conseguenze dell'una e dell'altra scelta.
Le faccio un esempio: ad oggi il suo partner vorrebbe il bambino, ma vorrebbe anche rimanere ad abitare con la madre.
Lei scrive: "ha confermato che la storia già barcollante finirebbe dopo l’aborto".
E se invece la gravidanza rendesse tutti e due finalmente maturi e consapevoli delle vostre vere responsabilità? Se fosse il punto di svolta verso una nuova impostazione adulta delle vostre visioni della vita? Se vi permettesse di percepirvi non più come figli, ma come genitori? Non più come capricciosi amanti, ma come partner che costruiscono con amore una famiglia, un futuro?
Ha ben valutato l'importanza che il suo uomo annette alla propria paternità?
Si rende conto che lei stessa va verso il decremento fisiologico della fertilità?
Sul versante opposto, il suo sentirsi "immatura" a trentacinque anni non potrebbe significare che forse lei non sarà mai pronta per la maternità?
Queste ed altre riflessioni lei dovrebbe fare con l'aiuto di un* specialista, qualcuno che non si limiti a riferirle quello che dice la legge che lei certo già conosce, ma che possa presentarle, per averli studiati sui testi e nell'esperienza, i molteplici risvolti di una gravidanza e della sua interruzione, ponendo i casi generali a confronto con le particolari esigenze, pratiche ed emotive, di lei che ci scrive.
Da queste pagine non possiamo fare nient'altro, se non invitarla a leggere le moltissime lettere di chi ha affrontato lo stesso problema.
La saluto col proverbio "chi prima non pensa, in ultimo sospira".

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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La ringrazio dott. Seguirò il suo consiglio oggi andando da uno specialista anche se il tempo è quasi giunto al termine, lei ha ragione con ciò che dice ma a volte mi chiedo perché un figlio dovrebbe essere la svolta per maturare, e non sia stato affrontato prima? Non ho mai sentito di diventare madre perché spesso nn mi sento all’altezza, e ho paura di crescere, non ho voglia delle visite da fare, e tutto l’impegno che ne consegue , un po’ perché amo la mia libertà ma allo stesso tempo ho paura di pentirmene e perdere il mio compagno , ho paura d restare sola vengo da una famiglia con genitori separati dove mio padre non si è comportato bene con mia mamma, con lui ho un rapporto ma nn si è mai comportato da padre sono confusa e nn vorrei avere
Il peso del malessere del
Mio compagno ma nemmeno accontentare gli altri
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.6k 197
Cara utente,
vedo che le mie parole stanno inducendo in lei proprio quello che auspicavo: una riflessione approfondita.
Come un giocatore apre a ventaglio le sue carte per scegliere quelle da giocare, lei sta valutando i pro e i contro delle due scelte che le si aprono davanti interrogando profondamente sé, i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue paure.
Giustamente si chiede: "perché un figlio dovrebbe essere la svolta per maturare, e non sia stato affrontato prima?"
Si può rispondere che i rapporti sessuali senza contraccezione fanno parte del periodo immaturo di lei che ci scrive; non altrettanto vale per il suo partner, che un figlio lo voleva, ma a sua volta avrebbe dovuto chiedersi prima della gravidanza se era disposto a formare una famiglia.
Diciamo che avete giocato col fuoco come bambini imprudenti, ma dopo che vi siete scottati avete nuovi elementi di riflessione e di maturazione, e poco tempo per prendere le vostre decisioni.
Se il suo compagno si limita a minacciare di lasciarla nel caso lei rinunciasse al bambino, ma non mette sull'altro piatto della bilancia l'azione concreta di venire a vivere con lei o almeno di progettare una sistemazione per la madre, sta ancora giocando.
Lei stessa, se pensa che lui in fondo non la lascerà se abortisce, oppure se avrà il bambino solo per accontentare lui, ma senza indurlo a fare passi concreti nell'assunzione di responsabilità adulta, si mostrerà ancora immatura.
Dopo due o tre colloqui ravvicinati con uno specialista, penso sarà lui stesso a suggerire un incontro di coppia.
Auguri. Se vuole ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Buonasera dott.
Ho effettuato la visita oggi per avere appuntamento day ospital e data per laborto perché non so se per paura o non so cosa, so bene che la scelta decisiva avverrà in ospedale, all’ultimo momento. Dagli incontri fatti con gli psicologi, è emerso sicuramente che io abbia nel tempo ripetuto gli schemi che vivo in casa, che ho un ruolo di figlia che non vuole sganciarsi, ma anche che mi stia precludendo una cosa che davvero possa rendermi felice. Ad oggi io ho paura anche di abortire non so se per la paura del
Rapporto con il mio compagno( che x forza di causa maggiore cambierebbe in peggio) oppure xke possa pentirmene come scelta personale, lui mi ha da subito detto e promesso che si impegnerebbe in tutto e se portassi avanti la gravidanza a venir a vivere con me, io ho moltissima paura sia del mio corpo che cambia, sia nel volermi impegnare più di tanto in una esperienza così immersiva sia xke vorrei prima affrontare un ostacolo grande ovvero andare via da casa e crearmi in primis la mia quotidianità e imparar a star sola , sono anni che avrei voluto farlo, ho cercato aiuto in lui ma lui nn mi ha mai preso in considerazione, xche senza un progetto e con la scusa della mamma, rimandava sempre. Il salto forse x me sarebbe troppo grande e vero che passerebbero 9 mesi ma vissuti sicuramente in una condizione differente. Di fatto io ho difficoltà di mio a lasciare casa di mamma e se nn imparo questa cosa ho paura per le mie conseguenze mentali, così come se abortisco xke sentirei il peso del suo malesseri su di me.
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