Ossessione sul mio orientamento sessuale
Salve sono un ragazzo di 22 anni, sono ormai da 1 anno che combatto contro questo mio dubbio di essere omosessuale.
Non mi ritengo omosessuale, ma tuttavia il un giorno in seguito alla vista di una serie tv in cui erano presenti due gay, mi sono chiesto se potessi esserlo anche io e da allora è stato un incubo.
Ormai vivo le mie giornate a pensare e riflettere su questa cosa, molte volte non riesco neanche a trovare la forza di alzarmi dall letto e ho anche molta difficolta a dormire a causa dell'ansia generata da vari pensieri, di me che mi bacio con un uomo,
di me che provo ad avere contatti più intimi con un uomo, questo mi provoca ansia e sopratutto specie di spasmi, come quando vedi una cosa o mangi una cosa che ti fa schifo. Per questo ho ritenuto che l'unico modo per cercare di capirlo era quello di guardare porno gay, cosa che già avevo provato a fare da ragazzino, tuttavia la cosa non mi garbava minimamente e ho deciso di lasciar perdere, mentre ora spinto da questo dubbio ho deciso di guardarne uno, mi faceva abbastanza ribrezzo vedere due uomini che si baciavano, toccavano, infatti molte volte mi veniva anche il vomito e distoglievo lo sguardo.
Tuttavia nonostante questo continuo a tornare a controllare, perché penso che questa cosa in un certo senso possa essere solo frutto di una paura di poterlo essere, poiché non voglio nascondere minimamente una parte di me, eventualmente perché in questo periodo in seguito anche a delle relazioni andate male è come se le ragazze non mi piacessero più.
Preso da questo ho iniziato ad alternare porno etero con porno gay, ma nonostante mi rendessi conto di trovarmi molto a mio agio guardando porno etero e arrivando all'orgasmo, mi sono reso anche conto che masturbandomi in un porno gay, quest'ultimo diventa da inguardabile (senza masturbazione) a guardabile/piacevole portandomi una volta all'orgasmo al quale si è susseguita ansia, sbigottimento, schifo e inadeguatezza
Ora non capisco se è perché alternando porno etero/gay la mia mente si confonda e associa cose del porno etero al porno gay o se eventualmente la mia psiche essendo abituata alla vista di porno etero come cosa normale voglia convincermi del fatto che in realtà sono etero.
Mi rendo conto che il porno etero per me rappresenta un luogo sicuro, un posto dove mi sono sempre trovato a mio agio e soddisfatto, quello che mi confonde è che nonostante mi faccia schifo guardare porno gay senza masturbarmi, appena applico la masturbazione i miei pensieri mutino, quasi come se mi piacesse ( cosa che invece nei porno etero non mi succede anche senza applicare masturbazione poichè questi inizialmente li trovo eccitanti e non stomachevoli come nel porno etero) inoltre insistendo per un bel po mischiando porno etero con porno gay, quest'ultimo mi provoca erezione e talvolta l'orgasmo (cosa che penso non dovrebbe accadere se la cosa realmente mi facesse schifo) potrebbe essere che a furia di sforzarmi io mi sia abituato anche a trovare i porno gay durante la masturbazione eccitanti, sono arrivato una sola volta realmente, stavo per arrivare un altra volta, ma appunto non sapendo se davvero lo stessi trovando eccitante o no ho preferito evitare di arrivare all'orgasmo sul porno gay.
Quell'unica volta dopo essere arrivato all'orgasmo mi ha fatto sentire malissimo, ho avuto ansia, 1000 pensieri intrusivi, non ho dormito per tutta la notte e anche sbigottimento dato dal fatto di essere arrivato all'orgasmo su una cosa che pensavo non mi interessasse, perchè ripeto senza masturbazione questo diventa il 90% delle volte stomachevole, mentre altre volte totalmente neutro, ma non eccitante.
Il problema è che io non desidero minimamente provare questo tipo di cose, né di baciare un ragazzo, né di andarci a letto e neanche di avere relazioni sentimentali.
Appena penso una singola di queste cose o provo a mettermi nella situazione mi sento male e ho tipo degli spasmi strani.
Non ne posso più, vorrei capire cosa ne pensate voi di tutta questa situazione, se è un ossessione o se è una specie di omosessualità latente/non accettata.
Grazie in anticipo
Non mi ritengo omosessuale, ma tuttavia il un giorno in seguito alla vista di una serie tv in cui erano presenti due gay, mi sono chiesto se potessi esserlo anche io e da allora è stato un incubo.
Ormai vivo le mie giornate a pensare e riflettere su questa cosa, molte volte non riesco neanche a trovare la forza di alzarmi dall letto e ho anche molta difficolta a dormire a causa dell'ansia generata da vari pensieri, di me che mi bacio con un uomo,
di me che provo ad avere contatti più intimi con un uomo, questo mi provoca ansia e sopratutto specie di spasmi, come quando vedi una cosa o mangi una cosa che ti fa schifo. Per questo ho ritenuto che l'unico modo per cercare di capirlo era quello di guardare porno gay, cosa che già avevo provato a fare da ragazzino, tuttavia la cosa non mi garbava minimamente e ho deciso di lasciar perdere, mentre ora spinto da questo dubbio ho deciso di guardarne uno, mi faceva abbastanza ribrezzo vedere due uomini che si baciavano, toccavano, infatti molte volte mi veniva anche il vomito e distoglievo lo sguardo.
Tuttavia nonostante questo continuo a tornare a controllare, perché penso che questa cosa in un certo senso possa essere solo frutto di una paura di poterlo essere, poiché non voglio nascondere minimamente una parte di me, eventualmente perché in questo periodo in seguito anche a delle relazioni andate male è come se le ragazze non mi piacessero più.
Preso da questo ho iniziato ad alternare porno etero con porno gay, ma nonostante mi rendessi conto di trovarmi molto a mio agio guardando porno etero e arrivando all'orgasmo, mi sono reso anche conto che masturbandomi in un porno gay, quest'ultimo diventa da inguardabile (senza masturbazione) a guardabile/piacevole portandomi una volta all'orgasmo al quale si è susseguita ansia, sbigottimento, schifo e inadeguatezza
Ora non capisco se è perché alternando porno etero/gay la mia mente si confonda e associa cose del porno etero al porno gay o se eventualmente la mia psiche essendo abituata alla vista di porno etero come cosa normale voglia convincermi del fatto che in realtà sono etero.
Mi rendo conto che il porno etero per me rappresenta un luogo sicuro, un posto dove mi sono sempre trovato a mio agio e soddisfatto, quello che mi confonde è che nonostante mi faccia schifo guardare porno gay senza masturbarmi, appena applico la masturbazione i miei pensieri mutino, quasi come se mi piacesse ( cosa che invece nei porno etero non mi succede anche senza applicare masturbazione poichè questi inizialmente li trovo eccitanti e non stomachevoli come nel porno etero) inoltre insistendo per un bel po mischiando porno etero con porno gay, quest'ultimo mi provoca erezione e talvolta l'orgasmo (cosa che penso non dovrebbe accadere se la cosa realmente mi facesse schifo) potrebbe essere che a furia di sforzarmi io mi sia abituato anche a trovare i porno gay durante la masturbazione eccitanti, sono arrivato una sola volta realmente, stavo per arrivare un altra volta, ma appunto non sapendo se davvero lo stessi trovando eccitante o no ho preferito evitare di arrivare all'orgasmo sul porno gay.
Quell'unica volta dopo essere arrivato all'orgasmo mi ha fatto sentire malissimo, ho avuto ansia, 1000 pensieri intrusivi, non ho dormito per tutta la notte e anche sbigottimento dato dal fatto di essere arrivato all'orgasmo su una cosa che pensavo non mi interessasse, perchè ripeto senza masturbazione questo diventa il 90% delle volte stomachevole, mentre altre volte totalmente neutro, ma non eccitante.
Il problema è che io non desidero minimamente provare questo tipo di cose, né di baciare un ragazzo, né di andarci a letto e neanche di avere relazioni sentimentali.
Appena penso una singola di queste cose o provo a mettermi nella situazione mi sento male e ho tipo degli spasmi strani.
Non ne posso più, vorrei capire cosa ne pensate voi di tutta questa situazione, se è un ossessione o se è una specie di omosessualità latente/non accettata.
Grazie in anticipo
Gentile utente di Medicitalia,
comunica un malessere importante, è tormentato dal dubbio di essere omosessuale, a volte non riesce ad alzarsi dal letto e ha problemi di insonnia. Immagino quanto sia faticoso.
In questa sede provo darle tre indicazioni.
La prima è di non considerare la pornografia quale elemento utile per discriminare il suo orientamento sessuale.
La seconda è di ascoltare, se riesce, la sua dimensione istintuale e la sua scelta relazionale, cosa che lei stesso sembra già suggerire, quando dice: "Non desidero minimamente provare questo tipo di cose, né di baciare un ragazzo, né di andarci a letto e neanche di avere relazioni sentimentali".
La terza è di ridurre il giudizio sull'omosessualità. Comunica sensazioni viscerali soggettive molto negative quali il "disgusto, il vomito, lo schifo". Sono sensazioni di disprezzo che hanno a che fare con un giudizio molto pesante che porta con sé.
Mi sono oltretutto chiesto se il suo malessere possa essere anche legato alla delusione nei confronti delle sue ultime frequentazioni, che magari possono averla gettata nello sconforto. Allora ci tengo a darle ancora un'ulteriore indicazione. Cioè il fatto di prendere un po' di tempo, soprattutto se ci sono recenti e dolorose ferite, per poi aprirsi nuovamente a nuove esperienze.
Mi auguro che le mie parole possano essere di possibile confronto per lei. In ogni caso valuti di approfondire i suoi vissuti dal vivo. Il peso del suo malessere mi sembra rilevante e dura ormai da tempo. Non lo sopporti da solo.
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
comunica un malessere importante, è tormentato dal dubbio di essere omosessuale, a volte non riesce ad alzarsi dal letto e ha problemi di insonnia. Immagino quanto sia faticoso.
In questa sede provo darle tre indicazioni.
La prima è di non considerare la pornografia quale elemento utile per discriminare il suo orientamento sessuale.
La seconda è di ascoltare, se riesce, la sua dimensione istintuale e la sua scelta relazionale, cosa che lei stesso sembra già suggerire, quando dice: "Non desidero minimamente provare questo tipo di cose, né di baciare un ragazzo, né di andarci a letto e neanche di avere relazioni sentimentali".
La terza è di ridurre il giudizio sull'omosessualità. Comunica sensazioni viscerali soggettive molto negative quali il "disgusto, il vomito, lo schifo". Sono sensazioni di disprezzo che hanno a che fare con un giudizio molto pesante che porta con sé.
Mi sono oltretutto chiesto se il suo malessere possa essere anche legato alla delusione nei confronti delle sue ultime frequentazioni, che magari possono averla gettata nello sconforto. Allora ci tengo a darle ancora un'ulteriore indicazione. Cioè il fatto di prendere un po' di tempo, soprattutto se ci sono recenti e dolorose ferite, per poi aprirsi nuovamente a nuove esperienze.
Mi auguro che le mie parole possano essere di possibile confronto per lei. In ogni caso valuti di approfondire i suoi vissuti dal vivo. Il peso del suo malessere mi sembra rilevante e dura ormai da tempo. Non lo sopporti da solo.
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma e Pescara
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

Utente
Salve dottore intanto la ringrazio per la risposta.
Rispondendo al suo dilemma riguardante le precedenti frequentazioni/relazioni la risposta è affermativa, ho avuto diversi problemi in queste ultime.
La 1 ragazza che ho avuto mi ha molto spesso messo in 2 piani rispetto al suo migliore amico e mi faceva sentire inutile e inadeguato.
Mentre la 2 non ero sicuro del fatto che mi piacesse ed è iniziata una sorta di scopamicizia, nella quale però non c'era solo una classico interesse di quel tipo, perché io mi rendevo conto che con lei stavo bene e mi dava banalmente ciò che la mia 1 ragazza non mi dava, semplicemente per non farla soffrire abbiamo deciso entrambi di iniziare una scopamicizia.
Tuttavia quest'ultima è terminata con una sua improvvisa relazione, senza informarmi per nulla della cosa.
A questa si susseguirono una serie di periodi in cui io cercavo di allontanarmi da lei perché la situazione mi faceva stare male, ma purtroppo in seguito alla richiesta di lei di non allontanarmi, poiché parte fondamentale della sua vita non sono riuscito a lasciarla andare, sperando che prima o poi sarebbe tornata.
Tuttavia io non riuscivo a sopportare la situazione e quindi molte volte me la prendevo con lei perchè mi dava evidenti segnali di interesse, abbiamo anche dormito insieme.
Così esausto dalla situazione e da questi pensieri sono esploso e le ho detto che non la volevo mai piu vedere ne piu sentire.
Da quel momento ho provato a ricercare chiedendole scusa, sembrava aver capito e che volesse riprendere rapporti almeno d'amicizia con me, ma è sparita senza darmi una spiegazione.
Riguardo alle sensazioni di disgusto e anche vomito, sono date dal fatto che se mi immagino in certe dinamiche omosessuali non riesco proprio a non provare queste sensazioni, molte volte ho pensieri come:< tocca questo ragazzo> però a quel punto anche se mi sforzo c'è una forza dentro di me che non mi permette di neanche fare certe cose, non ci riesco proprio.
Tuttavia questi pensieri continuano a tormentarmi e non riesco neanche più a pensarmi in una relazione con nessuna ragazza, mi rendo conto che ormai sono spaventato da loro e dalla parola relazione in generale e non so come uscirne.
Ho provato a cercare su internet e mi rendo conto che in molte cose mi ritrovo, rimuginare, pensieri ossessivi/intrusivi e continue messe alla prova per capire di essere omosessuale oppure no.
Tuttavia è un dubbio a cui non riesco a trovare soluzione.
Sto anche andando dalla psicologa, ma non capisco perché non sta funzionando come vorrei.
Continuo a stare male comunque.
Specifico che comunque non ho mai avuto problemi sessuali con nessuna delle mie due ragazze e con entrambe mi sono sempre sentito soddisfatto avendo anche erezioni spontanee di fronte a situazioni, tocchi.
Rispondendo al suo dilemma riguardante le precedenti frequentazioni/relazioni la risposta è affermativa, ho avuto diversi problemi in queste ultime.
La 1 ragazza che ho avuto mi ha molto spesso messo in 2 piani rispetto al suo migliore amico e mi faceva sentire inutile e inadeguato.
Mentre la 2 non ero sicuro del fatto che mi piacesse ed è iniziata una sorta di scopamicizia, nella quale però non c'era solo una classico interesse di quel tipo, perché io mi rendevo conto che con lei stavo bene e mi dava banalmente ciò che la mia 1 ragazza non mi dava, semplicemente per non farla soffrire abbiamo deciso entrambi di iniziare una scopamicizia.
Tuttavia quest'ultima è terminata con una sua improvvisa relazione, senza informarmi per nulla della cosa.
A questa si susseguirono una serie di periodi in cui io cercavo di allontanarmi da lei perché la situazione mi faceva stare male, ma purtroppo in seguito alla richiesta di lei di non allontanarmi, poiché parte fondamentale della sua vita non sono riuscito a lasciarla andare, sperando che prima o poi sarebbe tornata.
Tuttavia io non riuscivo a sopportare la situazione e quindi molte volte me la prendevo con lei perchè mi dava evidenti segnali di interesse, abbiamo anche dormito insieme.
Così esausto dalla situazione e da questi pensieri sono esploso e le ho detto che non la volevo mai piu vedere ne piu sentire.
Da quel momento ho provato a ricercare chiedendole scusa, sembrava aver capito e che volesse riprendere rapporti almeno d'amicizia con me, ma è sparita senza darmi una spiegazione.
Riguardo alle sensazioni di disgusto e anche vomito, sono date dal fatto che se mi immagino in certe dinamiche omosessuali non riesco proprio a non provare queste sensazioni, molte volte ho pensieri come:< tocca questo ragazzo> però a quel punto anche se mi sforzo c'è una forza dentro di me che non mi permette di neanche fare certe cose, non ci riesco proprio.
Tuttavia questi pensieri continuano a tormentarmi e non riesco neanche più a pensarmi in una relazione con nessuna ragazza, mi rendo conto che ormai sono spaventato da loro e dalla parola relazione in generale e non so come uscirne.
Ho provato a cercare su internet e mi rendo conto che in molte cose mi ritrovo, rimuginare, pensieri ossessivi/intrusivi e continue messe alla prova per capire di essere omosessuale oppure no.
Tuttavia è un dubbio a cui non riesco a trovare soluzione.
Sto anche andando dalla psicologa, ma non capisco perché non sta funzionando come vorrei.
Continuo a stare male comunque.
Specifico che comunque non ho mai avuto problemi sessuali con nessuna delle mie due ragazze e con entrambe mi sono sempre sentito soddisfatto avendo anche erezioni spontanee di fronte a situazioni, tocchi.
Salve,
le due relazioni che descrive sembra siano state fonte di grande malessere per lei. Parla più approfonditamente della seconda, lasciandomi la sensazione di avere sentito tradita la sua fiducia in modo forte.
Questa ragazza dev'essere stata importante per lei, immagino non si aspettasse che si fidanzasse e che comunque, alla fine, sparisse. Questo in realtà può succedere quando c'è uno sbilanciamento tra i partner. Anche se siete stati sinceri e lei era molto legato a questa ragazza, ho l'impressione che l'interesse di questa ragazza fosse diverso dal suo. Quando è così, quando non si è sullo stesso piano a livello affettivo, creare un legame è molto difficile. Il rischio è esattamente quello che è capitato a lei. Provo a farle un esempio generico, non so se possa essere calzante al suo caso.
Inizialmente una ragazza molto interessata, magari innamorata, ci rimane molto male sapendo che il ragazzo non ricambia i suoi sentimenti allo stesso modo. Può succedere che, proprio perché innamorata, non riesca a dire di no e accetti il tipo di relazione suggerito da lui.
Entrambi ne beneficiate e ne godete ma, se per il ragazzo quel legame è sufficientemente buono, per la ragazza non è così, il suo vissuto è diverso. Si accontenta, magari nutrendo speranze che, però, il tempo purtroppo non le confermerà. Lui d’altronde, pur molto coinvolto, non sembra innamorato.
Mentre il ragazzo vive, come sto dicendo, questo legame in un modo stabile, la ragazza invece si troverà in una condizione completamente diversa. Suo malgrado, è costretta a fare un'elaborazione e dei bilanci, fino ad allontanarsi per poter trovare altrove le corrispondenze che cerca. Quando lei interromperà questa relazione, per il ragazzo sarà una doccia fredda, non se lo sarebbe mai aspettato. L'affetto e l'intimità erano intensi.
Entrambi perdono qualcosa di speciale. La ragazza lo sapeva fin dall'inizio, il ragazzo lo scopre alla fine. Nessuno dei due, in ogni caso, è stato capace di essere responsabile dei sentimenti dell'altro e forse rinunciare, fin da subito, a creare un legame sbilanciato.
Quello che voglio comunicarle con questo racconto, lei stesso lo intuisce, d’altronde, quando dice: "non volevo far soffrire" questa ragazza. Forse, allora, può fermarsi a riflettere se un'amicizia di letto non sia stata una buona idea e se, come sto cercando di dirle, dovevate confrontarvi e forse fermarvi prima.
Forse per poter andare avanti e fare nuove esperienze, per darsi l'occasione di conoscere una ragazza giusta per lei, deve poter accettare la perdita di quest'ultima. Riconoscendo la verità dei vostri sentimenti, delle differenze tra voi, dei limiti che non siete riusciti ad affrontare insieme, può pacificarsi con il passato e sentire speranza per il futuro.
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
le due relazioni che descrive sembra siano state fonte di grande malessere per lei. Parla più approfonditamente della seconda, lasciandomi la sensazione di avere sentito tradita la sua fiducia in modo forte.
Questa ragazza dev'essere stata importante per lei, immagino non si aspettasse che si fidanzasse e che comunque, alla fine, sparisse. Questo in realtà può succedere quando c'è uno sbilanciamento tra i partner. Anche se siete stati sinceri e lei era molto legato a questa ragazza, ho l'impressione che l'interesse di questa ragazza fosse diverso dal suo. Quando è così, quando non si è sullo stesso piano a livello affettivo, creare un legame è molto difficile. Il rischio è esattamente quello che è capitato a lei. Provo a farle un esempio generico, non so se possa essere calzante al suo caso.
Inizialmente una ragazza molto interessata, magari innamorata, ci rimane molto male sapendo che il ragazzo non ricambia i suoi sentimenti allo stesso modo. Può succedere che, proprio perché innamorata, non riesca a dire di no e accetti il tipo di relazione suggerito da lui.
Entrambi ne beneficiate e ne godete ma, se per il ragazzo quel legame è sufficientemente buono, per la ragazza non è così, il suo vissuto è diverso. Si accontenta, magari nutrendo speranze che, però, il tempo purtroppo non le confermerà. Lui d’altronde, pur molto coinvolto, non sembra innamorato.
Mentre il ragazzo vive, come sto dicendo, questo legame in un modo stabile, la ragazza invece si troverà in una condizione completamente diversa. Suo malgrado, è costretta a fare un'elaborazione e dei bilanci, fino ad allontanarsi per poter trovare altrove le corrispondenze che cerca. Quando lei interromperà questa relazione, per il ragazzo sarà una doccia fredda, non se lo sarebbe mai aspettato. L'affetto e l'intimità erano intensi.
Entrambi perdono qualcosa di speciale. La ragazza lo sapeva fin dall'inizio, il ragazzo lo scopre alla fine. Nessuno dei due, in ogni caso, è stato capace di essere responsabile dei sentimenti dell'altro e forse rinunciare, fin da subito, a creare un legame sbilanciato.
Quello che voglio comunicarle con questo racconto, lei stesso lo intuisce, d’altronde, quando dice: "non volevo far soffrire" questa ragazza. Forse, allora, può fermarsi a riflettere se un'amicizia di letto non sia stata una buona idea e se, come sto cercando di dirle, dovevate confrontarvi e forse fermarvi prima.
Forse per poter andare avanti e fare nuove esperienze, per darsi l'occasione di conoscere una ragazza giusta per lei, deve poter accettare la perdita di quest'ultima. Riconoscendo la verità dei vostri sentimenti, delle differenze tra voi, dei limiti che non siete riusciti ad affrontare insieme, può pacificarsi con il passato e sentire speranza per il futuro.
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma e Pescara
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

Utente
Salve dottore, grazie nuovamente per la risposta.
Il problema è che ora, nonostante sia consapevole di tutto ciò che è successo, non riesco ad andare avanti per più motivi: il primo perché in generale non mi sento di immettermi in una nuova relazione; il secondo è che con questi pensieri ricorrenti non mi sento tranquillo neanche ad approcciare una ragazza, poiché queste ultime è come se non mi interessassero. Mi focalizzo più sul capire se magari trovo bello un ragazzo e controllo me stesso per capire se ne sono attratto oppure no. Molte volte, immaginando certe cose, entro in uno stato d'ansia e di stress tale da non potermi neanche eventualmente godere le uscite tranquille con i miei amici. Tutte queste cose succedono in modo incontrollabile e, una volta che mi arriva un pensiero, ne sussegue un altro, e l'unico modo per riprendermi da questa situazione è concentrarmi su un'altra cosa, non rimanendo sul pensiero.
Questa situazione in generale mi fa anche sentire diverso dagli altri, che vedo godersi la propria vita in modo tranquillo e spensierato. Inoltre, quando magari sono tra amici con i quali ho anche parlato di questa situazione, scherzano sul fatto di fare coming out e anche transizione, quindi anche questa è un'aggiunta a tutta la situazione.
Vedo tutti sicuri e tranquilli e un tempo anche io ero così, non avevo mai minimamente dubitato della mia sessualità. A causa di tutta questa incertezza, non riesco neanche a decidere cosa fare della mia vita riguardo lavoro, scuola e università, poiché questa ansia/dubbio riguardo la mia sessualità si insedia anche nella vita quotidiana, prendendomi gran parte della mia giornata.
Il problema è che ora, nonostante sia consapevole di tutto ciò che è successo, non riesco ad andare avanti per più motivi: il primo perché in generale non mi sento di immettermi in una nuova relazione; il secondo è che con questi pensieri ricorrenti non mi sento tranquillo neanche ad approcciare una ragazza, poiché queste ultime è come se non mi interessassero. Mi focalizzo più sul capire se magari trovo bello un ragazzo e controllo me stesso per capire se ne sono attratto oppure no. Molte volte, immaginando certe cose, entro in uno stato d'ansia e di stress tale da non potermi neanche eventualmente godere le uscite tranquille con i miei amici. Tutte queste cose succedono in modo incontrollabile e, una volta che mi arriva un pensiero, ne sussegue un altro, e l'unico modo per riprendermi da questa situazione è concentrarmi su un'altra cosa, non rimanendo sul pensiero.
Questa situazione in generale mi fa anche sentire diverso dagli altri, che vedo godersi la propria vita in modo tranquillo e spensierato. Inoltre, quando magari sono tra amici con i quali ho anche parlato di questa situazione, scherzano sul fatto di fare coming out e anche transizione, quindi anche questa è un'aggiunta a tutta la situazione.
Vedo tutti sicuri e tranquilli e un tempo anche io ero così, non avevo mai minimamente dubitato della mia sessualità. A causa di tutta questa incertezza, non riesco neanche a decidere cosa fare della mia vita riguardo lavoro, scuola e università, poiché questa ansia/dubbio riguardo la mia sessualità si insedia anche nella vita quotidiana, prendendomi gran parte della mia giornata.
Salve,
i dubbi e le paure sull’omosessualità restano forti, me ne rendo conto. Anche in quest’ultima replica racconta quanto angoscioso sia il suo stato d’animo.
Attualmente sta vivendo un senso di smarrimento. È disorientato su se stesso, non è più sicuro di essere eterosessuale, non ha relazioni intime, non sa che lavoro fare né come organizzare il suo futuro.
È stato responsabile a rivolgersi a una psicologa, anche se purtroppo dice di non essere soddisfatto. Questo può essere un punto critico. Forse il fatto che non senta che stia funzionando sta aumentando il suo malessere, con la sensazione che non potrà risolverlo. Se stesse accadendo questo, ci tengo a dirle che non è così. Anche se ora sente una grande difficoltà, può sicuramente fronteggiarla e superarla.
Senz’altro è suo diritto fare le sue valutazioni sul suo percorso di cura, anche riflettendo sulla possibilità di cambiarlo se necessario. Tuttavia deve anche considerare che alla sua domanda sul suo orientamento sessuale non è possibile rispondere in modo rapido. Sarebbe una risposta superficiale.
Immagini ad esempio che io ora le dicessi no, lei non è omosessuale. Lei smetterebbe di pensarlo? Oppure se le dicessi che al contrario lo è, lei ne sarebbe persuaso? Non penso.
Nessuno può dirle cosa sente dentro di sé nè come vuole vivere la sua vita. Una terapia serve per sviluppare il suo mondo interiore, affinché sia lei a riconoscere cosa sente e cosa desidera.
Nel considerare il lavoro della psicologa, valuti se il motivo della sua insoddisfazione possa essere il fatto di non avere ancora avuto una risposta alla sua domanda. Se così fosse, questo potrebbe essere eventualmente un pregio. Come sto cercando di dirle, infatti, bisogna portare lei a darsi una risposta, facendo una ricerca interiore, con il tempo che serve. Soltanto lei può accedere alla sua autencità.
Se ci soffermiamo sul suo racconto e sulle due strade che lei espone (sono ossessivo oppure ci sono desideri omosessuali?), entrambe sono percorribili, seppure opposte. Provo a spiegarglielo sinteticamente, secondo il mio punto di vista, che è psicoanalitico.
Nella prima strada potremmo immaginare un'ipotesi: lei sarebbe talmente deluso dal mondo femminile (psicologa compresa) che cercherebbe di annullare il suo interesse, come sembra accaderle effettivamente, attraverso una modalità ossessivo-compulsiva a tema omosessuale. In tal modo si difenderebbe dall'attrazione per le ragazze che finirebbero per ferirla, come lei purtroppo sa sulla sua pelle.
Nella seconda strada potremmo immaginare un'altra ipotesi: lei avrebbe una curiosità omosessuale che sarebbe fonte di forte angoscia. Metterebbe allora in atto una modalità compulsiva, cioè quella di guardare i porno come test, nel tentativo di abbassare i livelli di angoscia e di annullare il suo interesse omosessuale.
Tenga presente che, nel mio modo di pensare, ossessioni e compulsioni sono modalità per abbassare i livelli di angoscia e allontanarsi da una situazione vissuta come pericolosa. A titolo esemplificativo, una delle tipiche ossessioni è quella di pensare in modo ripetitivo, per esempio contare fino a cento, per avere la garanzia di evitare un danno. Una delle tipiche compulsioni, invece, è quella di tornare indietro per verificare di avere chiuso il gas, la porta di casa o la macchina oppure quella di lavarsi le mani un numero definito di volte per scongiurare qualcosa di brutto, come ad esempio contagi e malattie.
Tornando alle sue due strade, scegliere una delle due ipotesi che ne deriva è impossibile senza fare i necessari approfondimenti dal vivo. Oltretutto sono solo due strade, ce ne potrebbero essere anche altre, che in questa sede non possiamo considerare.
Mi rendo conto che non soddisfo la sua richiesta di questo consulto, ma mi auguro di averle comunque dato alcuni spunti e di averle comunicato come può muoversi, rassicurandola sinceramente che riuscirà a stare meglio.
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
i dubbi e le paure sull’omosessualità restano forti, me ne rendo conto. Anche in quest’ultima replica racconta quanto angoscioso sia il suo stato d’animo.
Attualmente sta vivendo un senso di smarrimento. È disorientato su se stesso, non è più sicuro di essere eterosessuale, non ha relazioni intime, non sa che lavoro fare né come organizzare il suo futuro.
È stato responsabile a rivolgersi a una psicologa, anche se purtroppo dice di non essere soddisfatto. Questo può essere un punto critico. Forse il fatto che non senta che stia funzionando sta aumentando il suo malessere, con la sensazione che non potrà risolverlo. Se stesse accadendo questo, ci tengo a dirle che non è così. Anche se ora sente una grande difficoltà, può sicuramente fronteggiarla e superarla.
Senz’altro è suo diritto fare le sue valutazioni sul suo percorso di cura, anche riflettendo sulla possibilità di cambiarlo se necessario. Tuttavia deve anche considerare che alla sua domanda sul suo orientamento sessuale non è possibile rispondere in modo rapido. Sarebbe una risposta superficiale.
Immagini ad esempio che io ora le dicessi no, lei non è omosessuale. Lei smetterebbe di pensarlo? Oppure se le dicessi che al contrario lo è, lei ne sarebbe persuaso? Non penso.
Nessuno può dirle cosa sente dentro di sé nè come vuole vivere la sua vita. Una terapia serve per sviluppare il suo mondo interiore, affinché sia lei a riconoscere cosa sente e cosa desidera.
Nel considerare il lavoro della psicologa, valuti se il motivo della sua insoddisfazione possa essere il fatto di non avere ancora avuto una risposta alla sua domanda. Se così fosse, questo potrebbe essere eventualmente un pregio. Come sto cercando di dirle, infatti, bisogna portare lei a darsi una risposta, facendo una ricerca interiore, con il tempo che serve. Soltanto lei può accedere alla sua autencità.
Se ci soffermiamo sul suo racconto e sulle due strade che lei espone (sono ossessivo oppure ci sono desideri omosessuali?), entrambe sono percorribili, seppure opposte. Provo a spiegarglielo sinteticamente, secondo il mio punto di vista, che è psicoanalitico.
Nella prima strada potremmo immaginare un'ipotesi: lei sarebbe talmente deluso dal mondo femminile (psicologa compresa) che cercherebbe di annullare il suo interesse, come sembra accaderle effettivamente, attraverso una modalità ossessivo-compulsiva a tema omosessuale. In tal modo si difenderebbe dall'attrazione per le ragazze che finirebbero per ferirla, come lei purtroppo sa sulla sua pelle.
Nella seconda strada potremmo immaginare un'altra ipotesi: lei avrebbe una curiosità omosessuale che sarebbe fonte di forte angoscia. Metterebbe allora in atto una modalità compulsiva, cioè quella di guardare i porno come test, nel tentativo di abbassare i livelli di angoscia e di annullare il suo interesse omosessuale.
Tenga presente che, nel mio modo di pensare, ossessioni e compulsioni sono modalità per abbassare i livelli di angoscia e allontanarsi da una situazione vissuta come pericolosa. A titolo esemplificativo, una delle tipiche ossessioni è quella di pensare in modo ripetitivo, per esempio contare fino a cento, per avere la garanzia di evitare un danno. Una delle tipiche compulsioni, invece, è quella di tornare indietro per verificare di avere chiuso il gas, la porta di casa o la macchina oppure quella di lavarsi le mani un numero definito di volte per scongiurare qualcosa di brutto, come ad esempio contagi e malattie.
Tornando alle sue due strade, scegliere una delle due ipotesi che ne deriva è impossibile senza fare i necessari approfondimenti dal vivo. Oltretutto sono solo due strade, ce ne potrebbero essere anche altre, che in questa sede non possiamo considerare.
Mi rendo conto che non soddisfo la sua richiesta di questo consulto, ma mi auguro di averle comunque dato alcuni spunti e di averle comunicato come può muoversi, rassicurandola sinceramente che riuscirà a stare meglio.
Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis
Dr. Enrico de Sanctis - Roma e Pescara
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 485 visite dal 07/04/2025.
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