Come comportarsi con una eventuale ricaduta? sono in cura con paroxetina 10mg da 1 anno
Salve a tutti, sono un ragazzo di 27 anni, dopo il periodo di covid ho subito un disturbo ansioso con attacchi di panico.
Descrivo brevemente i miei sintomi all'inizio della disavventura: risveglio con tachicardia che mi buttava giu' non appena mi alzavo dal letto ed una forte inquietudine che mi spinsero a chiudermi nel mio cerchio familiare per sentirmi "protetto".
Dopo un periodo di sedute con la mia psicologa, ma senza avere grandissimi risultati, decido sotto consiglio del mio medico di affrontare una terapia di supporto con paroxetina da 20mg che ho preso per circa un anno per poi passare a metà a 10 come sono tutt'ora.
Non posso dire di non essermi ripreso completamente, certo la pastiglia mi ha dato vari disturbi durante la terapia ma mai nulla di ingestibile.
Anche con la dose dimezzata riesco tranquillamente a controllare la mia ansia e godermi abbastanza i miei giorni.
Ho avuto, credo, un evento traumatico pochi giorni fa.
Son partito insieme a degli amici in un viaggio in macchina dal sud della puglia fino a Torino, dov'è andato tutto liscio finchè non ho sentito il bisogno di ritornare nel mio porto sicuro, ovvero casa mia con i miei genitori e mio fratello.
Mi sento leggermente instabile emotivamente, piango perchè mi sento in colpa di aver sentito quella mancanza di casa e le palpitazioni al mattino si fanno risentire.
Ora voglio sottolineare che sono sempre stato un ragazzo "qualsiasi", ho frequentato l'università a Ferrara laureandomi in Biotecnologie e successivamente in Scienze della Nutrizione Umana come specializzazione per la mia carriera.
All'inizio non sopportavo il fatto che questa ansia smisurata avesse colpito proprio me, ma con il tempo l'ho accettata e accolta come parte del mio essere.
Ma vorrei ritornare al mio equilibrio che con tanta fatica avevo ricostruito e temo di vederlo dissolversi per un evento traumatico che è stato il viaggio.
Vorrei un vostro gentilissimo parere, per capire come posso comportarmi e soprattutto come fare per riprendere la mia vita in mano.
Descrivo brevemente i miei sintomi all'inizio della disavventura: risveglio con tachicardia che mi buttava giu' non appena mi alzavo dal letto ed una forte inquietudine che mi spinsero a chiudermi nel mio cerchio familiare per sentirmi "protetto".
Dopo un periodo di sedute con la mia psicologa, ma senza avere grandissimi risultati, decido sotto consiglio del mio medico di affrontare una terapia di supporto con paroxetina da 20mg che ho preso per circa un anno per poi passare a metà a 10 come sono tutt'ora.
Non posso dire di non essermi ripreso completamente, certo la pastiglia mi ha dato vari disturbi durante la terapia ma mai nulla di ingestibile.
Anche con la dose dimezzata riesco tranquillamente a controllare la mia ansia e godermi abbastanza i miei giorni.
Ho avuto, credo, un evento traumatico pochi giorni fa.
Son partito insieme a degli amici in un viaggio in macchina dal sud della puglia fino a Torino, dov'è andato tutto liscio finchè non ho sentito il bisogno di ritornare nel mio porto sicuro, ovvero casa mia con i miei genitori e mio fratello.
Mi sento leggermente instabile emotivamente, piango perchè mi sento in colpa di aver sentito quella mancanza di casa e le palpitazioni al mattino si fanno risentire.
Ora voglio sottolineare che sono sempre stato un ragazzo "qualsiasi", ho frequentato l'università a Ferrara laureandomi in Biotecnologie e successivamente in Scienze della Nutrizione Umana come specializzazione per la mia carriera.
All'inizio non sopportavo il fatto che questa ansia smisurata avesse colpito proprio me, ma con il tempo l'ho accettata e accolta come parte del mio essere.
Ma vorrei ritornare al mio equilibrio che con tanta fatica avevo ricostruito e temo di vederlo dissolversi per un evento traumatico che è stato il viaggio.
Vorrei un vostro gentilissimo parere, per capire come posso comportarmi e soprattutto come fare per riprendere la mia vita in mano.
Gentile utente,
"Dopo un periodo di sedute con la mia psicologa, ma senza avere grandissimi risultati,.."
la mia domanda è:
La psicologa che la segue è anche psicoterapeuta? Solo così uno psicologo può curare attraverso la psicoterapia. Il dato, di fondamentale importanza, lo si trova sull'Albo nazionale Psicologi.
Questo lo dico perchè delle volte ci si affida ad un* psicolog* quando invece ci sarebbe bisogno di uno psicoterapeuta.
Che l'abbinamento psicoterapia-farmacologia sia in alcuni casi maggiormente produttivo che non uno solo di questi due percorsi lo potrà leggere anche qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .
Ovviamente la psicoterapia abbisogna di una partecipazione attiva da perte del paziente, e di una valutazione attenta delle situazioni-rischio assieme al/la priopri* Psy.
L'esperienza del viaggio era stata valutata insieme in seduta, sulla base della concreta situazione attuale?
L'esperienza del viaggio in macchina è stata eccessiva, evidentemente. Ma da qui a parlare di ricaduta ne passa. Sono trascorsi solo "pochi giorni" e il fallimento brucia notevolmente. L'elaborazione del lutto è agli inizi, nella fase della tristezza. Chieda alla Sua Psy di aiutarLa ad elaborare la perdita; se il tipo di terapia non si rivela efficace, cambi terapeuta..
Per i farmaci parli con il suo MMG, ma senza confondere la tristezza di un fallimento con un umore flesso patologico.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
"Dopo un periodo di sedute con la mia psicologa, ma senza avere grandissimi risultati,.."
la mia domanda è:
La psicologa che la segue è anche psicoterapeuta? Solo così uno psicologo può curare attraverso la psicoterapia. Il dato, di fondamentale importanza, lo si trova sull'Albo nazionale Psicologi.
Questo lo dico perchè delle volte ci si affida ad un* psicolog* quando invece ci sarebbe bisogno di uno psicoterapeuta.
Che l'abbinamento psicoterapia-farmacologia sia in alcuni casi maggiormente produttivo che non uno solo di questi due percorsi lo potrà leggere anche qui: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .
Ovviamente la psicoterapia abbisogna di una partecipazione attiva da perte del paziente, e di una valutazione attenta delle situazioni-rischio assieme al/la priopri* Psy.
L'esperienza del viaggio era stata valutata insieme in seduta, sulla base della concreta situazione attuale?
L'esperienza del viaggio in macchina è stata eccessiva, evidentemente. Ma da qui a parlare di ricaduta ne passa. Sono trascorsi solo "pochi giorni" e il fallimento brucia notevolmente. L'elaborazione del lutto è agli inizi, nella fase della tristezza. Chieda alla Sua Psy di aiutarLa ad elaborare la perdita; se il tipo di terapia non si rivela efficace, cambi terapeuta..
Per i farmaci parli con il suo MMG, ma senza confondere la tristezza di un fallimento con un umore flesso patologico.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 128 visite dal 03/04/2025.
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