Ansia e attacchi di panico dopo una relazione

Buongiorno, mi ritrovo qui a scrivere dopo aver letto tanti e tanti consulti perché sono davvero disperata Premetto che ho già sofferto di ansia e attacchi di panico ormai 10 anni fa, da cui sono uscita con una TCC.
A giugno dell’anno scorso la mia prima relazione è terminata (non per mio volere), in concomitanza col mio licenziamento (che è seguito ad un anno terribile in cui ho lavorato e nel mentre mi sono laureata).

Già prima di licenziarmi ho iniziato a soffrire di strani disturbi gastrointestinali: crampi, nausea fortissima, fino ad arrivare a un attacco d’ansia che mi ha fatto collegare il tutto a dei sintomi psicosomatici, manifestazioni del mio malessere.
Poi il mio ex mi ha lasciata e da lì è crollato tutto: non riuscivo più a mangiare, non avevo voglia di fare nulla, a luglio sono praticamente a stento uscita di casa.
L’estate passa e a settembre faccio il test d’ingresso all’università e piano piano (molto piano) inizio a stare meglio.
Seppure sempre tormentata da sintomi fisici: ero sempre stanca, demotivata, appetito al minimo, ma mi sforzo di uscire di casa per qualsiasi motivo perché ero terrorizzata di cadere in depressione, ma noto che col migliorare del mio umore, sto meglio anche fisicamente.

Intanto però non smetto di sentire il mio ex, io lo chiamavo quando stavo male, lui mi rispondeva, mi manchi, mi manchi anche tu, così a febbraio gli chiedo di rivederci per cavarne un ragno dal buco.
Ci vediamo, passiamo la serata insieme, e dopo qualche giorno lui mi conferma che non aveva intenzione di recuperare il nostro rapporto.

Esattamente una settimana dopo arriva un attacco di panico fortissimo, penso il peggiore mai avuto in vita mia, io collego il tutto al nostro incontro.
Capisco che c’è un grande problema in me e inizio una nuova psicoterapia (con cui mi trovo molto bene).
Dopo questo evento però il mio umore è caduto a pezzi: non ho la forza di fare nulla, sono andata in evitamento totale e non mi allontano da casa, non guido più, non riesco a studiare.
Ho anche consultato uno psichiatra per una terapia farmacologica, ma la risposta è stata io penso tu abbia abbastanza risorse per superare questo momento da sola.

Io sono avvilita, mi sembra impossibile che una relazione mi abbia fatto tutto questo, non so come ricostruire la mia persona e la mia vita.
Non so se dovrei fare accertamenti fisici, se consultare un altro psichiatra (a mio parere avrei bisogno di un antidepressivo, ma anche la mia terapeuta continua a dirmi che non sono depressa) ma soprattutto, passerà mai tutto questo?
La sola psicoterapia può aiutarmi a rimettere insieme i pezzi?
Sono mesi che passo l’inferno e io mi rifiuto di continuare a stare così, non so più a cosa aggrapparmi per riprendere la mia vita in mano.
Per ricominciare ad uscire a viaggiare a studiare.
Perché mi manca sentirmi me stessa.

Vi ringrazio in anticipo e spero che tutto ciò non sembri stupido, sono solo spaventata.
Dr.ssa Paola Cattelan Psicologo, Psicoterapeuta 621 14
Buongiorno,
lei descrive un malessere profondo e invalidante, sia dal punto di vista fisico che psichico.
Certamente un controllo dal punto di vista medico è consigliabile, per questo può rivolgersi al suo medico di base.
Ci sono comunque alcuni aspetti che è indicato trattare in psicoterapia; forse ha bisogno di un percorso che vada più in profondità rispetto al precedente.
Per quanto riguarda i farmaci, chiedere un secondo parere non mi sembra un'idea insensata.

Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it

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