Oppressa dalla situazione familiare in cui mi trovo: uscire di casa può essere la soluzione?

Buongiorno a tutti,
sono una ragazza di 27 anni.
Purtroppo vivo ancora a casa con la mia famiglia (mamma, papà e fratello di 17 anni, col quale non ho un buon rapporto).
Ho cominciato a lavorare da sei mesi, appena conclusa l'università, e il sogno è quello di uscire di casa tra qualche mese, con l'occasione di iniziare la specializzazione.
A casa sto bene, se non fosse per il brutto rapporto che, da anni, si è creato con mio fratello: mi sento oppressa dal suo atteggiamento (in particolare nei miei confronti, un po' meno nei confronti dei miei genitori), al punto di essermi accorta che l'oppressione che avverto, si ripercuote anche fuori casa, nei momenti di condivisione con i miei amici e al lavoro.
Per meglio spiegarmi, faccio qualche esempio: a casa, usa atteggiamenti di "punizione/privazione" nei miei confronti, come ad esempio impedirmi di entrare in cucina per prepararmi un caffè o mangiare qualcosa; quando sono in bagno, spesso succede che se lui dovesse avere necessità, apre la porta, entra e mi butta fuori; viceversa, nel caso dovessi avere bisogno io, devo aspettare un sacco di tempo che lui esca dal bagno, occupandolo per ore per stare a prepararsi; quando ci vediamo a casa non mi saluta, non mi parla, a volte esce con brutte parole di disprezzo nei miei confronti.
Mi sento molto oppressa da questo atteggiamento che dura ormai da anni e mi sono accorta di essere diventata ultimamente più svogliata anche nella vita fuori casa: ho meno voglia di uscire con gli amici, mi sento svogliata, sto smettendo di proporre iniziative di gruppo, e di mettermi in gioco nelle iniziative con gli amici.
È come se si stesse facendo strada, piano piano, una sindrome depressiva, che cerco di nascondere agli altri dietro la scusa del lavoro pesante.
Premesso che, adesso come adesso, non ne avrei ancora le possibilità economiche, nel caso in cui in un futuro a breve termine ci fosse la possibilità, uscire di casa potrebbe essere la soluzione?
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.7k 198
Gentile utente,
vivere nella propria casa nella sofferenza dei maltrattamenti da parte di chi dovrebbe al contrario manifestarle affetto senza dubbio è doloroso.
Rimane però da capire:
- come e quando è iniziata questa serie di angherie da parte di suo fratello;
- in che modo lei, maggiore di dieci anni, ha cercato di rintuzzarle e come mai non c'è riuscita;
- soprattutto in che modo rispondono a questa situazione i vostri genitori, investiti ancora del compito dell'educazione nei confronti del figlio minorenne e comunque tenuti, anche come padroni di casa, a porre le regole della civile convivenza.
In attesa che lei risponda a queste domande, che l'aiuteranni anche a riflettere, le suggerisco di chiudersi a chiave com'è comune consuetudine quando va in bagno, e ad entrare serenamente in cucina quando ne ha necessità.
Dice un vecchio proverbio: "Chi pecora si fa, il lupo se la mangia"...
Restiamo in attesa.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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