Autonomia da genitori
Quanto sto per scrivere ha come premessa che non mi trovo in una situazione facile dal punto di vista famigliare, psichico (funzionamento borderline con tratti narcisistici e in passato dca) e lavorativo e che ho noti problemi di separazione da mia madre, per cui non riesco a farmi scivolare di dosso quello che pensa.
Da tempo ormai non riesco a trovare un equilibrio personale, tanto meno lavorativo, non sono nemmeno riuscito a portare a termine un periodo di prova lavorativo.
Mia mamma inizialmente non ha commentato, stasera si è detta in toni accesi quantomeno perplessa dalla mia incapacità di tenere minimamente fede agli impegni presi.
Il punto è che davvero non lo faccio apposta, ma lei non si capacita di come la mia condizione psichica abbia un impatto tale sulla mia vita.
Ora, lungi da me deresponsabilizzarmi, ma mi eviterei volentieri certe figure barbine.
Lei pare non capirlo.
Ho condiviso con lei i miei vissuti di vergogna per provare a farle capire che non lo faccio per capriccio e lei mi ha detto di non riprendere più a lavorare.
Ma come faccio?
A parte la questione economica (comunque vincolante), è proprio una questione di soddisfazione personale.
E poi, temo, che non sia non lavorando che il problema si risolva... Ho questa sensazione.
Voi come mi consigliate di affrontare il tema con lei?
Da tempo ormai non riesco a trovare un equilibrio personale, tanto meno lavorativo, non sono nemmeno riuscito a portare a termine un periodo di prova lavorativo.
Mia mamma inizialmente non ha commentato, stasera si è detta in toni accesi quantomeno perplessa dalla mia incapacità di tenere minimamente fede agli impegni presi.
Il punto è che davvero non lo faccio apposta, ma lei non si capacita di come la mia condizione psichica abbia un impatto tale sulla mia vita.
Ora, lungi da me deresponsabilizzarmi, ma mi eviterei volentieri certe figure barbine.
Lei pare non capirlo.
Ho condiviso con lei i miei vissuti di vergogna per provare a farle capire che non lo faccio per capriccio e lei mi ha detto di non riprendere più a lavorare.
Ma come faccio?
A parte la questione economica (comunque vincolante), è proprio una questione di soddisfazione personale.
E poi, temo, che non sia non lavorando che il problema si risolva... Ho questa sensazione.
Voi come mi consigliate di affrontare il tema con lei?
Beh, ma sa, se lo chiede agli psicologi (invece che agli amici) non riceverà una risposta-consiglio, ma qualche spunto di riflessione.
Forse il focus è da spostare dal come comunicare con la mamma, al lavorare sui "problemi di separazione" da sua madre, non tanto per farsi scivolare addosso le cose, quanto per la costruzione di una sua identità e per lo svincolo da un ambiente familiare che probabilmente fa da fertilizzante ai suoi disturbi.
Non so con che tipo di cure abbia affrontato/stia affrontando i suoi disturbi di cui riporta le diagnosi, ma tendenzialmente richiedono terapie combinate e un'impegnativa psicoterapia.
Forse il focus è da spostare dal come comunicare con la mamma, al lavorare sui "problemi di separazione" da sua madre, non tanto per farsi scivolare addosso le cose, quanto per la costruzione di una sua identità e per lo svincolo da un ambiente familiare che probabilmente fa da fertilizzante ai suoi disturbi.
Non so con che tipo di cure abbia affrontato/stia affrontando i suoi disturbi di cui riporta le diagnosi, ma tendenzialmente richiedono terapie combinate e un'impegnativa psicoterapia.
Dr.ssa Paola Cattelan
psicoterapeuta Torino
pg.cattelan@hotmail.it
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 144 visite dal 25/03/2025.
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