Ansia da prestazione e compagno distaccato
Buongiorno
Premetto sia la prima volta che tento a cercare un parere professionale sperando davvero di far luce su ciò che inizia a mangiare il mio stomaco.
Sono due anni quasi che io ed il mio compagno stiamo insieme.
Io sono molto innamorata e penso e spero anche lui.
La nostra relazione è nata con un intesa sessuale molto ma molto forte.
I rapporti non mancavano, anzi.
Con il passare del tempo però questi sono drasticamente diminuiti.
Sono e penso di essere tutt’oggi una compagna molto presente, che spesso si è seduta con lui per cercare di capire come aiutarlo o per lo meno capire cosa non li piacesse più di me.
Da ciò che mi ha sempre detto, questo suo problema si è sempre presentato nelle relazioni precendenti.
Ha paura di fallire durante l atto e questo inevitabilmente li causa stress e ansia da prestazione.
Recentemente non abbiamo avuto rapporti per due mesi pur convivendo.
Siamo una coppia davvero bella ma io sto molto male.
Ogni giorno mi mangio lo stomaco con la paura di subire un tradimento.
Non mi piaccio più, sono sempre nervosa e solo per una volta vorrei sentirmi sessualmente desiderata dall’uomo che un giorno vorrei sposare.
Mi son sempre fatta a pezzetti per aiutare il prossimo ma credo che sia dovuto alla mia inconscia paura di veder le persone andare via come mio padre ha fatto quando ero piccola.
Mi manca avere intimità con il mio compagno e non so davvero più cosa fare.
Premetto sia la prima volta che tento a cercare un parere professionale sperando davvero di far luce su ciò che inizia a mangiare il mio stomaco.
Sono due anni quasi che io ed il mio compagno stiamo insieme.
Io sono molto innamorata e penso e spero anche lui.
La nostra relazione è nata con un intesa sessuale molto ma molto forte.
I rapporti non mancavano, anzi.
Con il passare del tempo però questi sono drasticamente diminuiti.
Sono e penso di essere tutt’oggi una compagna molto presente, che spesso si è seduta con lui per cercare di capire come aiutarlo o per lo meno capire cosa non li piacesse più di me.
Da ciò che mi ha sempre detto, questo suo problema si è sempre presentato nelle relazioni precendenti.
Ha paura di fallire durante l atto e questo inevitabilmente li causa stress e ansia da prestazione.
Recentemente non abbiamo avuto rapporti per due mesi pur convivendo.
Siamo una coppia davvero bella ma io sto molto male.
Ogni giorno mi mangio lo stomaco con la paura di subire un tradimento.
Non mi piaccio più, sono sempre nervosa e solo per una volta vorrei sentirmi sessualmente desiderata dall’uomo che un giorno vorrei sposare.
Mi son sempre fatta a pezzetti per aiutare il prossimo ma credo che sia dovuto alla mia inconscia paura di veder le persone andare via come mio padre ha fatto quando ero piccola.
Mi manca avere intimità con il mio compagno e non so davvero più cosa fare.
Gentile utente,
Due elementi fanno riflettere:
1- il fatto che "questo suo problema si è sempre presentato nelle relazioni precedenti" e
2- "La nostra relazione è nata con un intesa sessuale molto ma molto forte".
Inizio da 2-.
Nella fase in cui l'intesa sessuale era molto molto forte, lui non aveva paura di fallire durante l'atto e questo inevitabilmente gli causa stress.
La domanda che occorre farsi è:
come mai prima non aveva paura di fallire e adesso sì? Non so se lui al proposito abbia delle ipotesi.
1- Occorre prendere in seria considerazione tutti quegli schemi comportamentali che si ripetono nel tempo provocando sempre lo stesso genere di conseguenze negative. Sono segno infatti che la persona non riesce da sola a modificarli, al punto che hanno portato ripetutamente alla conclusione di relazioni precedenti.
E dunque, prima che lo schema abbia il suo esito prevedibile, occorre rivolgersi ad un* psicolog* e psicoterapeuta per approfondire la questione. Potrebbe rappresentare il luogo e il tempo giusto per dare una risposta alla domanda precedente:
come mai ad un periodo ottimale dal punto di vista sessuale, seguono delle paure che incidono pesantemente su su questa sfera?
E poi: come modificare questo copione?
Ne avete già parlato tra Voi di tale possibilità?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Due elementi fanno riflettere:
1- il fatto che "questo suo problema si è sempre presentato nelle relazioni precedenti" e
2- "La nostra relazione è nata con un intesa sessuale molto ma molto forte".
Inizio da 2-.
Nella fase in cui l'intesa sessuale era molto molto forte, lui non aveva paura di fallire durante l'atto e questo inevitabilmente gli causa stress.
La domanda che occorre farsi è:
come mai prima non aveva paura di fallire e adesso sì? Non so se lui al proposito abbia delle ipotesi.
1- Occorre prendere in seria considerazione tutti quegli schemi comportamentali che si ripetono nel tempo provocando sempre lo stesso genere di conseguenze negative. Sono segno infatti che la persona non riesce da sola a modificarli, al punto che hanno portato ripetutamente alla conclusione di relazioni precedenti.
E dunque, prima che lo schema abbia il suo esito prevedibile, occorre rivolgersi ad un* psicolog* e psicoterapeuta per approfondire la questione. Potrebbe rappresentare il luogo e il tempo giusto per dare una risposta alla domanda precedente:
come mai ad un periodo ottimale dal punto di vista sessuale, seguono delle paure che incidono pesantemente su su questa sfera?
E poi: come modificare questo copione?
Ne avete già parlato tra Voi di tale possibilità?
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

Utente
Gentile dottoressa
Ci tengo prima di tutto a ringraziarla delle sue parole.
Provo a rispondere alle sue domande :
Il mio compagno, da quel che so, ha terminato una relazione molto importante in passato proprio per questo motivo.
Io ho cercato e cerco tutt’oggi di rassicurarlo quotidianamente facendolo sentire apprezzato e amato per quello che lui è.
Ho mostrato il mio malessere e lui mi ha mostrato il suo e ho visto la sua paura di perdermi per questo motivo.
Sa dí auto sabotare consciamente questa relazione e questo è ciò che più mi strema.
Da quel che so, questo problema inizialmente non si è presentato perché per lui è sempre così
Vive inconsciamente e lucidamente con un copione da lui creato con titolo deve per forza andare così
Nella relazione precedente avviarono un percorso di terapia di coppia con esito non soddisfacente, per questo motivo si è convinto di non voler ripetere l’esperienza.
Ciò che inizia a pesarmi é il mio malessere.
Ho attacchi di pianto che nascondo per non frustrarlo.
Non ho più voglia di farmi bella perché non mi sento apprezzata dal mio compagno, figuriamoci se dovrei farlo io.
Non mi riconosco più.
A volte mi chiedo se sbaglio io.
Ho promesso che avrei aiutato il mio compagno nel bene e nel male ma credo che sarò io a rivolgermi ad un esperto per ritrovare prima me stessa.
Ci tengo prima di tutto a ringraziarla delle sue parole.
Provo a rispondere alle sue domande :
Il mio compagno, da quel che so, ha terminato una relazione molto importante in passato proprio per questo motivo.
Io ho cercato e cerco tutt’oggi di rassicurarlo quotidianamente facendolo sentire apprezzato e amato per quello che lui è.
Ho mostrato il mio malessere e lui mi ha mostrato il suo e ho visto la sua paura di perdermi per questo motivo.
Sa dí auto sabotare consciamente questa relazione e questo è ciò che più mi strema.
Da quel che so, questo problema inizialmente non si è presentato perché per lui è sempre così
Vive inconsciamente e lucidamente con un copione da lui creato con titolo deve per forza andare così
Nella relazione precedente avviarono un percorso di terapia di coppia con esito non soddisfacente, per questo motivo si è convinto di non voler ripetere l’esperienza.
Ciò che inizia a pesarmi é il mio malessere.
Ho attacchi di pianto che nascondo per non frustrarlo.
Non ho più voglia di farmi bella perché non mi sento apprezzata dal mio compagno, figuriamoci se dovrei farlo io.
Non mi riconosco più.
A volte mi chiedo se sbaglio io.
Ho promesso che avrei aiutato il mio compagno nel bene e nel male ma credo che sarò io a rivolgermi ad un esperto per ritrovare prima me stessa.
Gentile utente,
comprendo bene la situazione. Creda, è più frequente di qual che si pensi.
"..avviarono un percorso di terapia di coppia con esito non soddisfacente".
Alcune precisazioni.
1- Occorre fare ben attenzione al/la professionista che si sceglie.
Per *curare" (e tale è il caso dei copioni negativi) occorre che lo/la psicolog* sia anche psicoterapeuta. Che cioè dopo la laurea abbia frequentato ulteriori 4 anni di specializzazione.
Se è psicoterapeuta, tale dato è rilevabile nella bacheca del/la professionista, consultando l'Ordine degli Psicologi - Albo.
Esistono vari tipi di specializzazione. Per le *psicoterapie di coppia* la specializzazione suddetta è in "Terapia della famiglia".
Se la problematica riguarda la sessualità, il perfezionamento in "Sessuologia clinica" è ottimo (professionista deve essere Sessuologo clinico e psicoterapeuta; in www.FISSonline.it - Albo).
2-Se si inizia con una psicoterapia di coppia con professionista specializzat*, può accadere che ad un certo punto essa si trasformi in psicoterapia individuale. Quando ad es. viene individuata una dipendenza in uno dei due (ad es. da porno, che distrugge o interferisce con la sessualità di coppia) in quel caso si prosegue con la persona che soffre di tale problema, che è individuale.
Al contrario, quando si inizia individualmente, in mancanza d'altro.
Condivido la sua intenzione di iniziare da sola, in mancanza d'altro.
Nella scelta del/la psicoterapeuta sia accorta,
scelga un/a professionista come da punto 1-. In questo modo lui potrà entrare, se ad un certo punto si convincesse a chiedere e ricevere aiuto.
"..Ho promesso che avrei aiutato il mio compagno nel bene e nel male..."
Rispetto la sua promessa e a Sua volontà di mantener fede.
Però essa - "nel bene e nel male" - solitamente riguarda le patologie anche psichiche ma inguaribili, cioè alle quali non c'è possibilità di guarigione.
E poi ci sono le patologie incurabili, per le quali non c'è cura.
Ma per quel che sta succedendo al Suo compagno è possibilissimo che la cura ci sia, sia pure a prezzo di un preciso lavoro psicologico di lui su di sè, che affonda le radici in territori inconsapevoli.
E dunque potrebbe trattarsi di una problematica curabile e guaribile.
P.S. Una visita uro/andrologica male non farà.
Un caro saluto.
Dott. Brunialti
comprendo bene la situazione. Creda, è più frequente di qual che si pensi.
"..avviarono un percorso di terapia di coppia con esito non soddisfacente".
Alcune precisazioni.
1- Occorre fare ben attenzione al/la professionista che si sceglie.
Per *curare" (e tale è il caso dei copioni negativi) occorre che lo/la psicolog* sia anche psicoterapeuta. Che cioè dopo la laurea abbia frequentato ulteriori 4 anni di specializzazione.
Se è psicoterapeuta, tale dato è rilevabile nella bacheca del/la professionista, consultando l'Ordine degli Psicologi - Albo.
Esistono vari tipi di specializzazione. Per le *psicoterapie di coppia* la specializzazione suddetta è in "Terapia della famiglia".
Se la problematica riguarda la sessualità, il perfezionamento in "Sessuologia clinica" è ottimo (professionista deve essere Sessuologo clinico e psicoterapeuta; in www.FISSonline.it - Albo).
2-Se si inizia con una psicoterapia di coppia con professionista specializzat*, può accadere che ad un certo punto essa si trasformi in psicoterapia individuale. Quando ad es. viene individuata una dipendenza in uno dei due (ad es. da porno, che distrugge o interferisce con la sessualità di coppia) in quel caso si prosegue con la persona che soffre di tale problema, che è individuale.
Al contrario, quando si inizia individualmente, in mancanza d'altro.
Condivido la sua intenzione di iniziare da sola, in mancanza d'altro.
Nella scelta del/la psicoterapeuta sia accorta,
scelga un/a professionista come da punto 1-. In questo modo lui potrà entrare, se ad un certo punto si convincesse a chiedere e ricevere aiuto.
"..Ho promesso che avrei aiutato il mio compagno nel bene e nel male..."
Rispetto la sua promessa e a Sua volontà di mantener fede.
Però essa - "nel bene e nel male" - solitamente riguarda le patologie anche psichiche ma inguaribili, cioè alle quali non c'è possibilità di guarigione.
E poi ci sono le patologie incurabili, per le quali non c'è cura.
Ma per quel che sta succedendo al Suo compagno è possibilissimo che la cura ci sia, sia pure a prezzo di un preciso lavoro psicologico di lui su di sè, che affonda le radici in territori inconsapevoli.
E dunque potrebbe trattarsi di una problematica curabile e guaribile.
P.S. Una visita uro/andrologica male non farà.
Un caro saluto.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

Utente
Dottoressa i suoi consigli sono davvero fantastici. Ho già aperto il link da lei mandato e sto cercando la figura professionale che spero possa far luce sulla mia situazione.
La ringrazio infinitamente
La ringrazio infinitamente
Prego; mi fa piacere.
Per qualsiasi dubbio, ci siamo.
Dott. Brunialti
Per qualsiasi dubbio, ci siamo.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 248 visite dal 25/03/2025.
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