Socializzazione bambino e rendimento scolastico
Buongiorno, sono la mamma di un bambino di 10 anni e mezzo che ha sviluppato problemi nelle relazioni con i coetanei e relativo cattivo rendimento scolastico. Il bambino non è mai stato un grande socializzatore e purtroppo si è legato ad un bambino straniero della sua classe con grossi problemi relazionali e di comportamento sociale. Mio figlio, nonostante sia stato più volte invitato a stare lontano da questo bambino, riconosce di avere nei suoi confronti una sorta di "dipendenza" che fa quasi paura. Tutto questo influisce sulle relazioni con gli altri compagni di scuola perchè, ovviamente, evitano contatti con mio figlio che, in diverse occasioni, per una forma di protesta, ha fatto loro dispetti e piccole angherie che hanno indotto i genitori degli altri bambini a protestare per il comportamento non corretto di mio figlio. Tutto questo è aggravato dal fatto che l'autostima del bambino è nulla ed il conseguente rendimento scolastico è insufficiente. Le insegnanti, incalzate dalla maestra di sostegno del bambino straniero, mi hanno consigliato di sottoporre mio figlio ai test per verificare un eventuale disturbo dell'apprendimento; il neuropsichiatra infantile con il quale ho avuto un contatto telefonico per fissare gli appuntamenti dei test, mi ha detto che secondo lui i problemi di dislessia e le difficoltà di apprendimento non si sviluppano nel secondo quadrimestre della quarta elementare ma si sarebbero dovuti evidenziare prima di allora, secondo lui il vero problema è un disagio scolastico che le insegnanti, arrabbiate per il comportamento di mio figlio, non riescono a cogliere. Mio marito ed io viviamo una sorta di "ghetizzazione" dagli altri genitori che, secondo la nostra impressione, ci guardano come i genitori di un mostro, come genitori di un bambino che, per farsi notare, si comporta come un bullo (anche questa parole è stata usata dall'insegnante di sostegno).
Mio marito ed io, nel contesto famigliare (sottolineo che tra noi non ci sono problemi e non abbiamo mai discussioni o litigi) non riscontriamo le stesse problematiche che ci vengono riferite a scuola; quando è con noi il bambino è sereno e tranquillo, il problema è nella socializzazione con gli altri bambini che lui ci dice essergli ostili ed odiarlo.
A questo punto, credo che abbiamo bisogno di aiuto; non vorrei mandare mio figlio a fare terapia, ha solo 10 anni! Vorrei sapere come fare ad aiutarlo e, secondo voi, cosa possiamo aiutarlo nel rinforzare l'autostima e la consapevolezza che lui vale esattamente come tutti gli altri bambini.
Grazie per qualsiasi risposta vorrete darmi.
Mio marito ed io, nel contesto famigliare (sottolineo che tra noi non ci sono problemi e non abbiamo mai discussioni o litigi) non riscontriamo le stesse problematiche che ci vengono riferite a scuola; quando è con noi il bambino è sereno e tranquillo, il problema è nella socializzazione con gli altri bambini che lui ci dice essergli ostili ed odiarlo.
A questo punto, credo che abbiamo bisogno di aiuto; non vorrei mandare mio figlio a fare terapia, ha solo 10 anni! Vorrei sapere come fare ad aiutarlo e, secondo voi, cosa possiamo aiutarlo nel rinforzare l'autostima e la consapevolezza che lui vale esattamente come tutti gli altri bambini.
Grazie per qualsiasi risposta vorrete darmi.
[#1]
Gentile signora, lei dice che ha avuto un colloquio telefonico con il neuropsichiatra infantile: siete poi andati alla visita? Questo è il primo passo importante da fare. L'analisi che riferisce del medico potrebbe essere appropriata, ma è necessario approfondire attraverso il consulto per poter dare dei consigli che calzino alla vostra situazione.
Quanto alla terapia credo che possa stare tranquilla, perché spesso a quell'età i problemi si risolvono agendo non tanto sul bambino quanto sul suo ambiente, attraverso le figure preposte a farlo (genitori e insegnanti innanzitutto). Ma anche questo tipo di consigli deve provenire in sede specialistica, o dal medico NPI oppure da uno psicologo esperto in psicologia dello sviluppo e/o scolastica.
Cordiali saluti
Quanto alla terapia credo che possa stare tranquilla, perché spesso a quell'età i problemi si risolvono agendo non tanto sul bambino quanto sul suo ambiente, attraverso le figure preposte a farlo (genitori e insegnanti innanzitutto). Ma anche questo tipo di consigli deve provenire in sede specialistica, o dal medico NPI oppure da uno psicologo esperto in psicologia dello sviluppo e/o scolastica.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Gentile Signora,
la valutazione neuropsichiatrica e psicologica credo che sia il primo passo da fare, per cui direi che almeno da questo punto di vista potete stare tranquilli.
Capisco anche il vostro sconcerto: il bambino, vostro figlio, è sospettato di bullismo, e voi non ve ne capacitate.
Per questo credo che una consulenza psicologica potrebbe essere più indicata per voi genitori, almeno in questa prima fase. Vi servono più elementi per capire che cosa sta succedendo: se il bambino fatica a "socializzare" come dice Lei ci dev'essere un motivo.
Potreste farvi consigliare dalle insegnanti uno/a psicologo/a esperto in questo tipo di problematiche
la valutazione neuropsichiatrica e psicologica credo che sia il primo passo da fare, per cui direi che almeno da questo punto di vista potete stare tranquilli.
Capisco anche il vostro sconcerto: il bambino, vostro figlio, è sospettato di bullismo, e voi non ve ne capacitate.
Per questo credo che una consulenza psicologica potrebbe essere più indicata per voi genitori, almeno in questa prima fase. Vi servono più elementi per capire che cosa sta succedendo: se il bambino fatica a "socializzare" come dice Lei ci dev'essere un motivo.
Potreste farvi consigliare dalle insegnanti uno/a psicologo/a esperto in questo tipo di problematiche
[#3]
Utente
Gent.li Dr.ri, nella città in cui vivo, come penso in tutte le realtà degli ospedali, i tempi per gli appuntamenti per i test sono quasi biblici. Il bambino farà i test all'inizio del mese di dicembre. Raccolgo il vostro prezioso consiglio e fin da ora fisseremo un appuntamento privato con un neuropsichiatra che ci verrà consigliato.
Grazie infinite per la pronta risposta ricevuta da entrambi, il cuore non è più leggero ovviamente, ma so che la strada che stiamo per percorrere è quella giusta.
Grazie ancora.
Grazie infinite per la pronta risposta ricevuta da entrambi, il cuore non è più leggero ovviamente, ma so che la strada che stiamo per percorrere è quella giusta.
Grazie ancora.
[#6]
Gentile Signora
comprendo tutta la sua preoccupazione perchè per un genitore che spende tutte le sue energie per fare del suo meglio spesso non è facile vedere che il risultato che si osserva non è in linea con gli sforzi fatti.
Sono d'accordo con il NPI che ha sentito telefonicamente nel ritenere che un disturbo dell'apprendimento non si struttura a 10 anni ma viene rilevato all'inizio della prima elementare.
Pare invece che i problemi possano essere più facilmente collocabili nella sfera emotiva del bambino, infatti lei riferisce sentimenti di autosvalutazione che sono coerenti con la "dipendenza" da un compagno più sfrontato e con l'emulazione di comportamenti "forti".
Inoltre in questi casi è in linea al problema anche il calo del rendimento scolastico.
Fin quì, per quanto brutto e sgradevole, niente di irrisolvibile. Stia tranquilla e vedrà che, se la situazione è come lei la descrive, assieme ai professionisti che contatterete troverete una soluzione al più presto.
Non aspettate
Cordiali saluti
comprendo tutta la sua preoccupazione perchè per un genitore che spende tutte le sue energie per fare del suo meglio spesso non è facile vedere che il risultato che si osserva non è in linea con gli sforzi fatti.
Sono d'accordo con il NPI che ha sentito telefonicamente nel ritenere che un disturbo dell'apprendimento non si struttura a 10 anni ma viene rilevato all'inizio della prima elementare.
Pare invece che i problemi possano essere più facilmente collocabili nella sfera emotiva del bambino, infatti lei riferisce sentimenti di autosvalutazione che sono coerenti con la "dipendenza" da un compagno più sfrontato e con l'emulazione di comportamenti "forti".
Inoltre in questi casi è in linea al problema anche il calo del rendimento scolastico.
Fin quì, per quanto brutto e sgradevole, niente di irrisolvibile. Stia tranquilla e vedrà che, se la situazione è come lei la descrive, assieme ai professionisti che contatterete troverete una soluzione al più presto.
Non aspettate
Cordiali saluti
Dr.ssa Ilenia Sussarellu, i.sussarellu@libero.it
Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, Psicologo Cilinico-Forense
[#7]
Utente
Gent.ma Dr.ssa, purtroppo, come Lei ha ben colto, mio marito ed io viviamo veramente in uno stato di angoscia che in questo momento ci frastuona e non ci permette di pensare lucidamente a come comportarci con nostro figlio. Ci stiamo muovendo per contattare uno specialista, così come consigliato da tutti (fino ad oggi avevamo sperato che l'amore grande per lui, dimostrato sotto diverse forme potesse essere sufficiente)sperando di poter avere risposte che ci aiutino nell'immediato.
Grazie comunque per le risposte che mi hanno fatto, nonostante tutto, sentire un pò meglio. Sono frustrata come mamma e mi sento una fallita perchè credo di non aver fatto abbastanza.
Buon lavoro a tutti e grazie, grazie di cuore.
Grazie comunque per le risposte che mi hanno fatto, nonostante tutto, sentire un pò meglio. Sono frustrata come mamma e mi sento una fallita perchè credo di non aver fatto abbastanza.
Buon lavoro a tutti e grazie, grazie di cuore.
Questo consulto ha ricevuto 7 risposte e 3.4k visite dal 13/10/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su DSA: Disturbi Specifici dell'Apprendimento
DSA (Disturbi Specifici dell'Apprendimento): come si riconoscono e come attivare i BES (Bisogni Educativi Speciali) secondo la Legge 107/2010.