Come riuscire a chiudere per sempre una relazione con una persona con disturbo bordeline

Buona sera e grazie a tutti in anticipo per chi mi rispondera’.


Purtroppo sono 3 anni che sto vivendo una relazione (se cosi possiamo chiamarla) con una donna affetta da disturbo bordeline.


Venivo da una relazione di 23 anni con la mamma dei miei figli, praticamente tutta la vita insieme fino a quando lei decise di separarci.


Dopo qualche mese da solo lontano da i miei figli mi sono imbattuto in questa conoscenza.


Sin dall’inizio lei mi ha costretto ad andare a vivere da lei perche’ gelosissima, dopo un mese mi ha chiesto un figlio che non e’ arrivato per peoblemi dovuti a lei e voleva sposarmi, capisco che questi dovrebbero essere grandi bandiere rosse ma purtroppo non sapevo di soffire di una dipendenza affettiva.


Dopo circa 3 mesi vengo a scoprire che invitava ragazzi di 20 anni a casa a con qui consumava rapporti seasuali cercandi di rimanere incinta, lei ha 44 anni e all’epoca 41.


Inizio ad indagare e scopro che in circa sette anni aveva avuto piu’ di 30 uomini di qualsiasi eta’ ma sempre in modo compulsivo.
Entro nel suo istagram e scopro ancora contatti con alcuni di quasti ragazzi.
Qualcosa si inclina ma non riesco a lasciarla in quel momento e decido di non giudicarla ma di andare avanti.


Nello stesso tempo vengo insultato giornalmente e accusato di tradirla, ovviamente tutta una sua fantasia.


Resta incinta e mi lascia, mi insulta mi distrugge e mi butta fuori casa (da me affittata, con mio figlio.


La gravidanza non va a buon fine e decido di starle vicino e ci ricasco, mi manipola e torniamo insieme.
Mi convince a lasciare casa con mio figlio e torniamo a vivere insieme, circa 3 mesi e mi butta fuori casa ancora.


Nel frattempi entro in terapia per riuscire a lasciarla per sempre ma lei ritorna ogni volta e riesce a manipolarmi di nuovo, mi lascia e mi riprende per circa 5/6 volte in 2. 5 anni.


Scopro che ha avuto sesso con un altro uomo dopo circa 2 settimane che ci siamo lasciati l’ultima volta, io provo ad uscire con un altra ragazza dopo 3 mesi e ci vado a letto ma purtroppo non riesco a dimenticarla e torniamo insieme un ultima volta.


I miei terapisti mi dicono dopo piu’ di un anno di non potermi piu’ aiutare e che adesso conosco i rischi e che devo decidere io cosa fare con lei.


Perdo circa 40. 000 euro e vado quasi in bancarotta, mi rialzo, inizio ad allenarmi come u pazzo e a fare soldi di nuovo a vivere ma sempre con lei nella testa.


Per favore, ho due figli, devo riuscire a farlo per loro, lei mi manipola cosi bene che mi fa’ sentire il colpevole di tutto, e questo mi fa’ malissimo, mi sento sempre uno schifo ma lei e’ come una droga.


Cosa posso fare?


Premetto che ci sono moltissime altre cose che lei mi ha fatto e xhe ho accettato di nuovo per tornare con lei, anche denunciarmi con false accuse perche’ non le rispondevo piu’ e accettare molte altre cose che non elenco.


Vi chiedo un aiuto vero, non so piu’ cosa fare, i miei figli hanno bisogno di me.


Per favore aiutatemi
Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Gentile utente di Medicitalia,
ho letto con attenzione le sue parole e vorrei sottolineare alcuni elementi del suo discorso, che mi sembrano significativi.

Riferisce di avere "una dipendenza affettiva". Effettivamente considera la sua attuale partner come "una droga". Questo sembra essere coerente con una difficoltà a prendere decisioni. In linea generale chi è dipendente non prende una posizione, ma lascia che siano gli altri a farlo per lui, in una condizione di subordinazione. Non so se questo possa descrivere anche lei.

Inoltre, c'è una lunga e importante storia che lei ha avuto in età giovanile, durata 23 anni. Anche in questo caso lei subisce l'interruzione decisa dalla sua ex.

Ci riferisce oltretutto che anche i terapisti decidono di concludere il percorso di cura. Di nuovo sembra parlarci del fatto di non avere una voce in capitolo, di sentire ancora il bisogno di avere dei buoni punti di riferimento, diversi da quelli che possono essere tossici come lo è "una droga".
Penso che per questo ci scrive e per questo mi sento di dirle che è sulla buona strada, non si sta rassegnando a una condizione che è fonte di malessere e fortunatamente non vuole. Questo è un punto importante, anzi fondamentale. Chi è dipendente non sempre sa chiedere aiuto, mentre lei lo sta facendo.

Quello che posso suggerirle in questa sede è di trovare dei buoni punti di riferimento, con l'augurio che lei possa prendere decisioni per se stesso, dando valore a ciò che sente e, credo, non avendo timore di esporsi ed eventualmente di separarsi.

I vecchi legami possono cambiare, così come nuovi legami possono formarsi.

Un cordiale saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma e Pescara
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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