Malessere e peggioramento dei sintomi dopo seduta di psicoterapia

Buongiorno, scrivo in quanto sto malissimo a livello fisico in seguito all'ultima seduta con lo psicoterapeuta.
Spiego meglio: ho iniziato psicoterapia a gennaio e faccio una seduta a settimane alterne con uno psicoterapeuta a indirizzo rogersiano col quale mi sto trovando davvero bene.
Mi sono rivolta a lui per problematiche di colon irritabile che mi stanno rendendo la vita lavorativa e sociale molto difficoltosa.
Chiaramente questo era il motivo principale ma siccome ci soffro da 17 anni (ho 34 anni) quest'anno sono intenzionata a stare meglio.
Ovviamente dalle prime sedute ho subito vuotato il sacco e gli ho raccontato le mie esperienze e traumi di tipo cumulativo: abusi sessuali tra i 7 e i 10 anni, bullismo elementari e scuola media, rapporto difficile con la madre (molto svalutante, ipercontrollante, rifiuto verso di me, per lei non sono mai stata abbastanza a e sono figlia unica), depressione e autolesionismo in adolescenza con scatti di ira e problematiche psicosomatiche, anoressia nervosa dai 20 anni che poi si è trasformata in vigoressia e attualmente in ipercontrollo sul cibo ecc ecc... Ogni volta dopo le sedute per 3 o 4 giorni sto male a livello mentale, dopo la prima mi sembrava di essere tornata adolescente e di riprovare le stesse emozioni negative, dopo questa ultima in cui gli ho parlato dei miei problemi, fisse maniacali col cibo e altre cose e pensieri che ho scoperto mi fanno provare molta vergogna ho iniziato a stare malissimo con la pancia con netto peggioramento del mio dolore abituale.
Così male che ieri sono rimasta a casa da lavoro (cosa che non faccio mai).
Mi sento un peso enorme sul ventre e allo stomaco e ho nausea.
È anche questo un effetto della psicoterapia?
Vorrei scrivergli ma non voglio disturbarlo, quindi sto cercando rassicurazioni perché sono parecchio in ansia.
Grazie a chi mi risponderà
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.6k 197
Gentile utente,
lei ha un curante e si trova bene con lui. Dire che non vuole disturbare lui, e nello stesso tempo rivolgere le sue domande ad altri specialisti, ammetterà che è quanto meno contraddittorio.
Il fatto che si senta tornata all'adolescenza, ossia al momento scatenante dei disturbi che la affliggono, così come il peggioramento dei sintomi, sono i segnali che la psicoterapia sta funzionando. Se però si vuole spaventare -che detto in altre parole significa resistere al processo terapeutico- le dirò quali sono i rischi che corre:
- Scrivere a noi e cercare in giro risposte che una sola persona può darle: il suo curante, che ne farà strumento di terapia anziché di fuga dalla stessa.
- Credere che la terapia sia un colpo di bacchetta magica che senza il suo impegno può fare di lei una persona "uguale ma diversa". Quando soffriva di vigoressia immagino si allenasse attivamente in palestra; per una psiche indebolita da anni crede che non occorra nessun allenamento?
- Pensare che si possa percorrere la strada del cambiamento senza tornare a provare i sentimenti di vergogna, dolore, rabbia che ha sperimentato quando è stata esposta alle esperienze che l'hanno segnata. Si può curare una piaga lasciando dentro il pus?
Proceda nel suo itinerario e chieda al curante se può inviargli qualche email quando le sorgono questi dubbi, accettando di discuterli solo in sede di incontro terapeutico, e non si distolga dall'obiettivo di guarigione che si è prefissa.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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Attivo dal 2021 al 2025
Ex utente
Buongiorno Dott.ssa, innanzitutto grazie della risposta. Si, io sono contraddittoria e questo è emerso anche dalle prime sedute in quanto ho spiegato al mio specialista che è come se dentro di me vivessero due entità separate, una debole, fragile, sensibile e una razionale, cinica e priva di emozioni. Attualmente ho queste due parti in conflitto (mi succede sempre quando entro in relazione esattamente dopo un periodo di tempo fisso emerge la parte fredda e cinica) e ieri la mia parte più "debole" è andata in panico per i dolori e ho iniziato a cercare rassicurazioni esterne, alla fine ho scritto anche a lui, che avevo paura di disturbare (ho vissuto un'infanzia e adolescenza nelle quali mi sono sentita un peso difatti quando entrai in anoressia non mangiavo con la speranza di morire) ed è stato così carino e gentile da scrivermi un lungo messaggio per rassicurarmi e aggiornarlo che in caso mi avrebbe anticipato la seduta. Sono consapevole che dovrò ripassare attraverso tutto ciò che di negativo ho vissuto ma giorno per giorno sto capendo cose di me che prima non consideravo o forse non volevo considerare. Si quando ero vigoressica mi allenavo sempre in modo ossessivo e maniacale.
Grazie del tempo dedicatomi, le auguro una buona giornata
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.6k 197
Prego, gentile utente. Le auguro un buon percorso terapeutico.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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