Lutto e sensi di colpa
Purtroppo sono attanagliata da pesanti sensi di colpa riguardo la morte di mio padre lui è morto per ulcera perforata le cui cause non sono state ben accettate 8 medici dicono che la causa è nelle siringhe di antiinfiammatori che ha fatto, ma io ho paura che sia stata colpa.
mos perché un giorno ho spruzzato della candeggina sul lavandino vicino al quale c era la caffettiera scoperta del caffè che lui ha bevuto ho paura che qualche spruzzo di entrato nel caffè provocandogli tutto questo, diventando un pensiero ossessivo non so come liberarmi
mos perché un giorno ho spruzzato della candeggina sul lavandino vicino al quale c era la caffettiera scoperta del caffè che lui ha bevuto ho paura che qualche spruzzo di entrato nel caffè provocandogli tutto questo, diventando un pensiero ossessivo non so come liberarmi
Gentile utente,
condoglianze per il suo grave lutto, reso più doloroso dai sensi di colpa.
Al proposito mi sento di dirle alcune cose.
Ritengo molto improbabile che della candeggina, perfino in dosi maggiori di qualche spruzzo, possa causare un esito mortale, e poi a distanza di quanto tempo? Un'ulcera perforante non si produce in poche ore, ma questo deve chiederlo ai medici.
Se suo padre faceva iniezioni di antiinfiammatori doveva avere qualche patologia, e semmai i responsabili sarebbero i medici che hanno continuato a somministrargli gli antiinfiammatori senza monitorare i danni collaterali, per cui anche questo rapporto causa-effetto mi sembra poco verosimile.
Infine, noi esseri umani non accettiamo la morte, per quanto sia la conseguenza inevitabile della nostra fragilità, quindi cerchiamo sempre delle cause esterne quando perdiamo una persona cara, non avendola mai realmente considerata mortale.
Nel suo caso, come in molti altri, il dolore si è tradotto nel sentimento devastante della rabbia. Alcuni la indirizzano alla sorte, a Dio, ai curanti, al defunto stesso, e altri, come sta facendo lei, a sé stessi. Lei vuole sentirsi responsabile per poter avere qualcuno con cui prendersela e così sfogare quello che in realtà è dolore.
Il cammino per accettare una perdita è lungo. Si tratta di quello che noi psicologi chiamiamo "elaborazione del lutto". Alcuni pensieri lo rendono più doloroso, altri lo addolciscono. A volte ricordare i momenti belli, le frasi gentili, l'affetto che ci si è scambiati con chi non è più vicino a noi, assieme al rimpianto, offre la dolcezza del bene che ci si è voluti, e da qui può rinascere il sorriso.
Un abbraccio.
condoglianze per il suo grave lutto, reso più doloroso dai sensi di colpa.
Al proposito mi sento di dirle alcune cose.
Ritengo molto improbabile che della candeggina, perfino in dosi maggiori di qualche spruzzo, possa causare un esito mortale, e poi a distanza di quanto tempo? Un'ulcera perforante non si produce in poche ore, ma questo deve chiederlo ai medici.
Se suo padre faceva iniezioni di antiinfiammatori doveva avere qualche patologia, e semmai i responsabili sarebbero i medici che hanno continuato a somministrargli gli antiinfiammatori senza monitorare i danni collaterali, per cui anche questo rapporto causa-effetto mi sembra poco verosimile.
Infine, noi esseri umani non accettiamo la morte, per quanto sia la conseguenza inevitabile della nostra fragilità, quindi cerchiamo sempre delle cause esterne quando perdiamo una persona cara, non avendola mai realmente considerata mortale.
Nel suo caso, come in molti altri, il dolore si è tradotto nel sentimento devastante della rabbia. Alcuni la indirizzano alla sorte, a Dio, ai curanti, al defunto stesso, e altri, come sta facendo lei, a sé stessi. Lei vuole sentirsi responsabile per poter avere qualcuno con cui prendersela e così sfogare quello che in realtà è dolore.
Il cammino per accettare una perdita è lungo. Si tratta di quello che noi psicologi chiamiamo "elaborazione del lutto". Alcuni pensieri lo rendono più doloroso, altri lo addolciscono. A volte ricordare i momenti belli, le frasi gentili, l'affetto che ci si è scambiati con chi non è più vicino a noi, assieme al rimpianto, offre la dolcezza del bene che ci si è voluti, e da qui può rinascere il sorriso.
Un abbraccio.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 246 visite dal 26/02/2025.
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