Perché rimurgino su questo evento passato?
Lavoro in un'azienda che si occupa anche di ricerca scientifica.
Non mi sono mai occupata prettamente di quell'aspetto ma svolgevo lavori simili in autonomia e con dei collaboratori/amici e, soprattutto, mi sono formata pagandomi corsi e master.
In contemporanea avevo iniziato la collaborazione (a titolo gratuito) con un ordine professionale.
Le persone che facevano parte di questo ordine svolgevano ricerca nell'azienda in cui lavoro.
Da tempo avevo nutrito l'idea di mettermi in gioco e di specializzarmi anche nel settore della ricerca: pertanto decido di partecipare ad un bando pubblico di dottorato, al quale risulto vincitrice.
Purtroppo tempo dopo vengo a sapere che mi avrebbero assegnato proprio ad alcune di quelle persone che avevo menzionato prima: iniziano a dirmi che non sono centrata, competente, accademica e professionale.
Cerco di chiedere quali sono le ragioni di questo loro pensiero e chiedo che, laddove ci siano queste mancanze, loro possano supportarmi in questo lavoro.
Per poter portare a termine alcune consegne da loro indicate mi avvalgo di suggerimenti, proposte e consigli esterni competenti e che già si occupavano dello stesso settore di ricerca per poter essere all'altezza: tutto quello che inviavo non andavo bene, ribadivano che non ero centrata e che avrebbero riferito al referente la mia situazione.
Intanto emotivamente e psicologicamente ero esausta perché questa cosa mi demoralizzava parecchio, stavo male e continuavo a non sentirmi all'altezza della situazione (oltretutto non venivo informata di alcune riunioni che organizzavano e non avendo un precedente avviso non riuscivo a organizzarmi con il lavoro).
Mi sembrava tempo buttato e soprattutto vedevo che da parte loro non ci fosse il men che minimo desiderio di far crescere una ragazza più giovane, determinata nel voler fare un determinato tipo di percorso accademico.
All'ennesima critica distruttiva non ce l'ho fatta: ho fatto la rinuncia al percorso intrapreso e ne ho ripreso un altro che mi stava altrettanto a cuore.
Alla mia rinuncia mi hanno inviato un messaggio che forse fa un'ammissione di colpa e di colpa-consapevolezza:"C'è qualcosa che posso fare per farti tornare?
".
Non ho dato più disponibilità per l'ordine professionale nel scrivere cose e proporre iniziative, non ho più inviato mail o suggerimenti e, in ultimo, non ho portato il mio voto (in quanto ente sono sottoposti a voto da parte degli iscritti).
Eppure chissà perché la stessa referente ogniqualvolta che mi vede si avvicina per prima per un cenno di saluto (da autorità quale è dovrebbe essere il contrario, come la totalità delle persone fa con lei).
Ora ho proseguito altri progetti, ma ogni tanto il pensiero a quei mesi ritorna per tutta una serie di ragioni: pensavo che fossero persone più umane, empatiche, vicine a far crescere un'identità professionale da condividere; speravo di poter essere stimata, considerata e non trattata come una carta da stracciare e da sminuire.
Non mi sono mai occupata prettamente di quell'aspetto ma svolgevo lavori simili in autonomia e con dei collaboratori/amici e, soprattutto, mi sono formata pagandomi corsi e master.
In contemporanea avevo iniziato la collaborazione (a titolo gratuito) con un ordine professionale.
Le persone che facevano parte di questo ordine svolgevano ricerca nell'azienda in cui lavoro.
Da tempo avevo nutrito l'idea di mettermi in gioco e di specializzarmi anche nel settore della ricerca: pertanto decido di partecipare ad un bando pubblico di dottorato, al quale risulto vincitrice.
Purtroppo tempo dopo vengo a sapere che mi avrebbero assegnato proprio ad alcune di quelle persone che avevo menzionato prima: iniziano a dirmi che non sono centrata, competente, accademica e professionale.
Cerco di chiedere quali sono le ragioni di questo loro pensiero e chiedo che, laddove ci siano queste mancanze, loro possano supportarmi in questo lavoro.
Per poter portare a termine alcune consegne da loro indicate mi avvalgo di suggerimenti, proposte e consigli esterni competenti e che già si occupavano dello stesso settore di ricerca per poter essere all'altezza: tutto quello che inviavo non andavo bene, ribadivano che non ero centrata e che avrebbero riferito al referente la mia situazione.
Intanto emotivamente e psicologicamente ero esausta perché questa cosa mi demoralizzava parecchio, stavo male e continuavo a non sentirmi all'altezza della situazione (oltretutto non venivo informata di alcune riunioni che organizzavano e non avendo un precedente avviso non riuscivo a organizzarmi con il lavoro).
Mi sembrava tempo buttato e soprattutto vedevo che da parte loro non ci fosse il men che minimo desiderio di far crescere una ragazza più giovane, determinata nel voler fare un determinato tipo di percorso accademico.
All'ennesima critica distruttiva non ce l'ho fatta: ho fatto la rinuncia al percorso intrapreso e ne ho ripreso un altro che mi stava altrettanto a cuore.
Alla mia rinuncia mi hanno inviato un messaggio che forse fa un'ammissione di colpa e di colpa-consapevolezza:"C'è qualcosa che posso fare per farti tornare?
".
Non ho dato più disponibilità per l'ordine professionale nel scrivere cose e proporre iniziative, non ho più inviato mail o suggerimenti e, in ultimo, non ho portato il mio voto (in quanto ente sono sottoposti a voto da parte degli iscritti).
Eppure chissà perché la stessa referente ogniqualvolta che mi vede si avvicina per prima per un cenno di saluto (da autorità quale è dovrebbe essere il contrario, come la totalità delle persone fa con lei).
Ora ho proseguito altri progetti, ma ogni tanto il pensiero a quei mesi ritorna per tutta una serie di ragioni: pensavo che fossero persone più umane, empatiche, vicine a far crescere un'identità professionale da condividere; speravo di poter essere stimata, considerata e non trattata come una carta da stracciare e da sminuire.
Gentile utente,
per quanto accennata per sommi capi, la sua vicenda rientra purtroppo in una serie di pregiudizi e comportamenti aberranti che sono molto frequenti negli ambiti di studio e lavoro più elevati.
Sembrerebbe una contraddizione in terminis: più le persone hanno preparazioni specialistiche e sono dedite ad attività che dovrebbero stimolare sia intelligenza che capacità collaborative, più difendono le loro vere o presunte posizioni di privilegio col sistema rozzo, direi anche vigliacco, di sminuire chi temono possa tentare la scalata alle loro vette.
Inutile segnalarle il sistema di raccomandazioni e di scambi di favori che in certi ambiti, più che l'eccezione, è la regola. Trova in rete il testo gratuito di un noto professore dell'università di Padova, oggi in pensione, Assaad Marhaba, che descrive a fondo questo sistema: "Il potere per il potere".
Leggendolo si rischia il voltastomaco, ma si comprendono i meccanismi a cui lei si è trovata esposta: "trattata come una carta da stracciare e da sminuire", poi recuperata in maniera assurda, grottesca, quando si sono accorti che lei sfuggiva al gioco.
La scoperta di certi meccanismi, e il subirli sulla propria pelle, non solo è doloroso: è un insegnamento a guardarsi da certe persone e da certe modalità e anche a combatterle, quando verrà il suo momento.
Si rallegri intanto di non essere come loro.
Buone cose.
per quanto accennata per sommi capi, la sua vicenda rientra purtroppo in una serie di pregiudizi e comportamenti aberranti che sono molto frequenti negli ambiti di studio e lavoro più elevati.
Sembrerebbe una contraddizione in terminis: più le persone hanno preparazioni specialistiche e sono dedite ad attività che dovrebbero stimolare sia intelligenza che capacità collaborative, più difendono le loro vere o presunte posizioni di privilegio col sistema rozzo, direi anche vigliacco, di sminuire chi temono possa tentare la scalata alle loro vette.
Inutile segnalarle il sistema di raccomandazioni e di scambi di favori che in certi ambiti, più che l'eccezione, è la regola. Trova in rete il testo gratuito di un noto professore dell'università di Padova, oggi in pensione, Assaad Marhaba, che descrive a fondo questo sistema: "Il potere per il potere".
Leggendolo si rischia il voltastomaco, ma si comprendono i meccanismi a cui lei si è trovata esposta: "trattata come una carta da stracciare e da sminuire", poi recuperata in maniera assurda, grottesca, quando si sono accorti che lei sfuggiva al gioco.
La scoperta di certi meccanismi, e il subirli sulla propria pelle, non solo è doloroso: è un insegnamento a guardarsi da certe persone e da certe modalità e anche a combatterle, quando verrà il suo momento.
Si rallegri intanto di non essere come loro.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

Utente
La ringrazio intanto per avermi dato un momento di conforto che sentivo da tempo di ricevere. Le spiego anche perché la ruminazione resta, seppur nei suoi residui più marginari: queste due signore insieme alle loro pupille continuano a fare progetti, eventi, iniziative di carattere scientifico nella mia azienda, nell'ordine professione e nel grande mondo accademico poiché, come immaginerà, tutto ruota intorno a determinati nomi, fondi, traguardi. Dal mio canto sto costruendo una strada alternativa che abbia l'obiettivo di dimostrare che ce la si può fare anche senza seguire quelle vie trafficate e fatte di lecchinismo, giochi di potere, servilismi, raccomandazioni.
Non volevo che il mio tempo fosse sprecato a vantaggio di persone senza valori e rispetto per gli altri; non volevo che la mia persona fosse sminuita per far sentire altre migliori; non volevo che mi facessero sentire fuori posto per consentire che altri proseguissero la scalata.
Purtroppo è proprio questo che capita nei percorsi dottorali e post-dottorali. Mi auguro solo di trovare un mentore che possa guidarmi nel percorso di crescita e di miglioramento della conoscenza e che possa stimarmi facendomi capire con maturità e attenzione gli aspetti da affinare come anch'io cerco di fare con i miei studenti.
Grazie ancora e un cordiale saluto.
Non volevo che il mio tempo fosse sprecato a vantaggio di persone senza valori e rispetto per gli altri; non volevo che la mia persona fosse sminuita per far sentire altre migliori; non volevo che mi facessero sentire fuori posto per consentire che altri proseguissero la scalata.
Purtroppo è proprio questo che capita nei percorsi dottorali e post-dottorali. Mi auguro solo di trovare un mentore che possa guidarmi nel percorso di crescita e di miglioramento della conoscenza e che possa stimarmi facendomi capire con maturità e attenzione gli aspetti da affinare come anch'io cerco di fare con i miei studenti.
Grazie ancora e un cordiale saluto.
Gentile utente,
ha tutta la mia solidarietà, ben conoscendo il mondo di cui parla.
Dalla mia frequentazione pluridecennale, però, ho potuto anche rilevare che esistono in quel mondo persone diverse: quelle che poi hanno davvero qualcosa da dire sul piano della competenza scientifica; e tra queste mosche bianche sono certa che lei troverà il suo mentore, con cui scambiare stima e affetto.
Altra cosa che ho imparato è che viene il tempo di veder capitombolare i palloni gonfiati arroganti e prepotenti, e ciò avviene non con tempi biblici, ma presto.
Pensi a questo, mentre vede queste persone "fare progetti, eventi, iniziative di carattere scientifico nella mia azienda, nell'ordine professione e nel grande mondo accademico".
Per far afflosciare i palloni gonfiati basta un colpo di spillo.
Se crede, ci tenga al corrente.
ha tutta la mia solidarietà, ben conoscendo il mondo di cui parla.
Dalla mia frequentazione pluridecennale, però, ho potuto anche rilevare che esistono in quel mondo persone diverse: quelle che poi hanno davvero qualcosa da dire sul piano della competenza scientifica; e tra queste mosche bianche sono certa che lei troverà il suo mentore, con cui scambiare stima e affetto.
Altra cosa che ho imparato è che viene il tempo di veder capitombolare i palloni gonfiati arroganti e prepotenti, e ciò avviene non con tempi biblici, ma presto.
Pensi a questo, mentre vede queste persone "fare progetti, eventi, iniziative di carattere scientifico nella mia azienda, nell'ordine professione e nel grande mondo accademico".
Per far afflosciare i palloni gonfiati basta un colpo di spillo.
Se crede, ci tenga al corrente.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

Utente
Gentilissima,
Nella vita ho fatto tesoro del motto "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te".
Auguro ogni bene a quelle persone, anzi se dovesse presentarsi per i prossimi anni qualche collega spero che non ricevano lo stesso trattamento e che anzi il mio episodio possa aiutarle ad essere più moderate.
Sarò ben felice di darle aggiornamenti.
Nella vita ho fatto tesoro del motto "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te".
Auguro ogni bene a quelle persone, anzi se dovesse presentarsi per i prossimi anni qualche collega spero che non ricevano lo stesso trattamento e che anzi il mio episodio possa aiutarle ad essere più moderate.
Sarò ben felice di darle aggiornamenti.
Gentile utente,
fa bene ad adottare il motto ""Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te". In aderenza a questo criterio nella mia prima risposta le avevo scritto: "Si rallegri intanto di non essere come loro".
Queste persone tuttavia, come ho visto succedere praticamente sempre, sono destinate a cambiare o a perdere l'effimero potere che si sono costruite. "I mulini del Signore", dice la Bibbia.
Sia sempre attiva nel bene, perché è ciò che fa sentire bene.
fa bene ad adottare il motto ""Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te". In aderenza a questo criterio nella mia prima risposta le avevo scritto: "Si rallegri intanto di non essere come loro".
Queste persone tuttavia, come ho visto succedere praticamente sempre, sono destinate a cambiare o a perdere l'effimero potere che si sono costruite. "I mulini del Signore", dice la Bibbia.
Sia sempre attiva nel bene, perché è ciò che fa sentire bene.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 606 visite dal 05/02/2025.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Consulti su problemi relazionali
Altri consulti in psicologia
- Fino a che punto rispettare i bisogni e le richieste altrui?
- Stress o patologie organiche ?
- Difficoltà nello studio di una materia
- Chiarimenti su un certo tipo di educazione ricevuta e conseguenze della stessa in età adulta
- Dipendenza da palestra e videogiochi
- Lui non si fida di me o pensa che sia una poco di buono?