Lavoro nuovo e nostalgia di casa
Buonasera,
vi racconto la mia situazione anche se è difficile da capire anche per me.
Mi sono laureata in una professione che amo e che ho desiderato per tanti anni di svolgere.
È una posizione in cui non è molto semplice trovare lavoro, soprattutto vicino casa.
Ho lavorato per anni in un campo che non mi soddisfaceva ma a livello di ambiente lavorativo sono sempre stata comunque serena, ma non pienamente soddisfatta.
Alla fine dell'anno scorso mi si è presentata la possibilità di lavorare in quello per cui ho studiato ma molto distante da casa, in cui convivo con il mio compagno.
La decisione non è stata automatica, anzi è stata molto sofferta, ma tutti intorno a me mi hanno sostenuto e supportato e alla fine ho deciso di partire, lasciando tutto e trasferendomi, nella speranza che prima o poi sarei potuta tornare.
Adesso mi trovo da appena un mese lontana da casa, in un lavoro che non riesco a godermi per l'eccessiva ansia e tristezza che provo all'idea di essere lontana da tutti, soprattutto dal mio compagno.
Mi pento continuamente della decisione che ho preso ma non so come uscirne per non tornare indietro e ritrovarmi senza un lavoro.
Sono costantemente giù di morale, giorni in cui non riesco a cogliere nemmeno una cosa bella della mia giornata.
Sto pensando a quanto prima non fossi soddisfatta del mio lavoro ma lo ero della mia vita al di fuori e invece ora mi sento che tutto sommato era meglio essere felice con un lavoro meno soddisfacente.
Sto valutando un percorso di psicoterapia ma non riesco a immaginare come mi possa aiutare ad uscire da questo malessere che provo e che non riesco nemmeno a condividere con chi mi vuole bene perché mi sento solo in grado di lamentarmi.
Grazie a chi potrà ascoltarmi.
vi racconto la mia situazione anche se è difficile da capire anche per me.
Mi sono laureata in una professione che amo e che ho desiderato per tanti anni di svolgere.
È una posizione in cui non è molto semplice trovare lavoro, soprattutto vicino casa.
Ho lavorato per anni in un campo che non mi soddisfaceva ma a livello di ambiente lavorativo sono sempre stata comunque serena, ma non pienamente soddisfatta.
Alla fine dell'anno scorso mi si è presentata la possibilità di lavorare in quello per cui ho studiato ma molto distante da casa, in cui convivo con il mio compagno.
La decisione non è stata automatica, anzi è stata molto sofferta, ma tutti intorno a me mi hanno sostenuto e supportato e alla fine ho deciso di partire, lasciando tutto e trasferendomi, nella speranza che prima o poi sarei potuta tornare.
Adesso mi trovo da appena un mese lontana da casa, in un lavoro che non riesco a godermi per l'eccessiva ansia e tristezza che provo all'idea di essere lontana da tutti, soprattutto dal mio compagno.
Mi pento continuamente della decisione che ho preso ma non so come uscirne per non tornare indietro e ritrovarmi senza un lavoro.
Sono costantemente giù di morale, giorni in cui non riesco a cogliere nemmeno una cosa bella della mia giornata.
Sto pensando a quanto prima non fossi soddisfatta del mio lavoro ma lo ero della mia vita al di fuori e invece ora mi sento che tutto sommato era meglio essere felice con un lavoro meno soddisfacente.
Sto valutando un percorso di psicoterapia ma non riesco a immaginare come mi possa aiutare ad uscire da questo malessere che provo e che non riesco nemmeno a condividere con chi mi vuole bene perché mi sento solo in grado di lamentarmi.
Grazie a chi potrà ascoltarmi.
Gentile utente,
un percorso psicologico potrebbe aiutarla a sciogliere la sua tendenza al pessimismo e all'isolamento, come pure a trovare soluzioni a lei più congeniali nella congiuntura che segnala.
Ho letto le sue comunicazioni precedenti, notando che dopo la crisi matrimoniale dei suoi genitori (si sono poi separati o sono ancora insieme?) e il cambio di casa, lei si è sentita sola, perché non poteva confidare la sua situazione familiare alle amiche.
La tristezza si è ripresentata ogni volta che ha dovuto allontanarsi da un ambiente noto e a quanto sembra lei non ha mai capito se ciò dipendesse dal suo dolente riserbo o dalla volontà delle amiche di isolarla. Perché afferma che dopo il liceo non le hanno parlato più?
Questa situazione avrebbe dovuto essere elaborata in terapia.
Per farle capire quanto sia marcata la sua reticenza, le dirò che usa un'espressione che in italiano non esiste: "Mi sono laureata in una professione che amo e che ho desiderato per tanti anni di svolgere".
Ci si può laureare in una professione?
In ogni caso lei non dice quale sia questa professione, non permettendoci di capire perché svolgerla comporti il suo allontanamento dalla grande città da cui scrive, dal suo ragazzo, dalla famiglia, e soprattutto per quanto tempo dovrete stare lontani; e nemmeno ci spiega se lei torna dal suo ragazzo ogni week end, se la raggiunge lui, o se non vi vedete più.
Lei capisce che nel caso abbia accettato di trasferirsi lontano dal suo ragazzo per sempre, qualcosa forse non andava bene nella sua relazione; se invece non riesce a reggere nemmeno per un anno una condizione di lontananza relativa, forse c'è dell'altro. In ogni caso, a noi ha comunicato troppo poco.
Se vuole il nostro aiuto, provi ad esprimere con più chiarezza le circostanze, le reali alternative e il suo stato d'animo.
Restiamo in attesa.
un percorso psicologico potrebbe aiutarla a sciogliere la sua tendenza al pessimismo e all'isolamento, come pure a trovare soluzioni a lei più congeniali nella congiuntura che segnala.
Ho letto le sue comunicazioni precedenti, notando che dopo la crisi matrimoniale dei suoi genitori (si sono poi separati o sono ancora insieme?) e il cambio di casa, lei si è sentita sola, perché non poteva confidare la sua situazione familiare alle amiche.
La tristezza si è ripresentata ogni volta che ha dovuto allontanarsi da un ambiente noto e a quanto sembra lei non ha mai capito se ciò dipendesse dal suo dolente riserbo o dalla volontà delle amiche di isolarla. Perché afferma che dopo il liceo non le hanno parlato più?
Questa situazione avrebbe dovuto essere elaborata in terapia.
Per farle capire quanto sia marcata la sua reticenza, le dirò che usa un'espressione che in italiano non esiste: "Mi sono laureata in una professione che amo e che ho desiderato per tanti anni di svolgere".
Ci si può laureare in una professione?
In ogni caso lei non dice quale sia questa professione, non permettendoci di capire perché svolgerla comporti il suo allontanamento dalla grande città da cui scrive, dal suo ragazzo, dalla famiglia, e soprattutto per quanto tempo dovrete stare lontani; e nemmeno ci spiega se lei torna dal suo ragazzo ogni week end, se la raggiunge lui, o se non vi vedete più.
Lei capisce che nel caso abbia accettato di trasferirsi lontano dal suo ragazzo per sempre, qualcosa forse non andava bene nella sua relazione; se invece non riesce a reggere nemmeno per un anno una condizione di lontananza relativa, forse c'è dell'altro. In ogni caso, a noi ha comunicato troppo poco.
Se vuole il nostro aiuto, provi ad esprimere con più chiarezza le circostanze, le reali alternative e il suo stato d'animo.
Restiamo in attesa.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 352 visite dal 02/02/2025.
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