Nipote maleducato con la nonna

Sono una mamma divorziata di recente, mio figlio (8 anni) vive con me e vede il padre una volta al mese.
Sereni rapporti con il mio ex.

Mia mamma si trasferisce da noi per lunghi periodi (mesi) per aiutarmi.


Mia madre e' molto controllante e frena continuamente mio figlio nella sua indipendenza, e non sa giocare con lui.
A parte questo lo adora e lo vizia, e si occupa di lui con molta cura quando io non posso, cucinando bene per lui e curandone pulizia (e' igienista compulsiva).

Io ho uno stile molto piu' rilassato e soprattutto cerco di lasciare che mio figlio sperimenti tutto cio' che puo' senza paura di sporcarsi o di sporcare, e sono molto molto presente per lui (anche giocando) quando il lavoro non me lo impedisce.

Il padre e' distante ed e' un ragazzino con poco senso di responsabilita' genitoriale.
Ma mio figlio lo adora perche' sa giocare e perche' (immagino) perche' non c'e'.


Mio figlio e' vivace e molto allegro, ma gli manca molto il padre e riesce a esprimere i suoi sentimenti spiegandogli agli adulti.


Il problema e' che a partire dalla separazione e dall'inizio di questa un po' anomala vita familiare a 3 (mamma nonna bambino) ha cominciato a manifestare episodi di maleducazione crescente nei confronti della nonna, che viene insultata con appellativi sempre peggiori (incluse parolacce), spintonata, cacciata via.

Io credo che mia madre abbia tollerato troppo la sua maleducazione iniziale, credo che lo abbia fatto per potermi rinfacciare che non lo educo bene, poiche' e' sempre stata molto critica nei confronti di come lo cresco.
Credo che questa sua tolleranza abbia causato in mio figlio una crescente sfida (se non fa effetto quello che dico, la dico piu' grossa), fino ad arrivare alla situazione presente.

A me sembra che mio figlio stia esprimendo un disagio, ma il comportamento di mia madre abbia inconsciamente "creato il mostro" di cui potersi lamentare.

Se ne parlo, mia madre commenta con frasi che mi feriscono molto, tipo: "e' fuori controllo, hai perso l'autorita', da adolescente sara' un problema, se adesso parla cosi' a 15 anni ti mettera' le mani addosso..." Cose che io non riesco nemmeno a pensare.
In mio figlio vedo soltanto il bene e un bambino che sta soffrendo mentre vorrebbe solo essere felice.

Mio figlio mi ha detto che non sopporta la nonna perche' vorrebbe che in casa non ci fosse lei ma il papa'... piu' chiaro di cosi'... Mi ha anche detto che non la sopporta perche' rompe ed e' una spiona (che per me significa che percepisce il suo atteggiamento controllante).

Ho provato a fare stare mia madre lontana da noi per qualche mese.
Ma per me lei e' un grosso aiuto.
Inoltre lei protesta perche' non crede nella mia capacita' di farcela da sola e in piu' mi fa sentire in colpa perche' dato che viviamo a 2000 Km di distanza non puo' vedere crescere il nipote.

D'altra parte credo sia anche giusto insegnare a mio figlio a rispettare la nonna, invece che tenerli lontani.


Che cosa posso fare?

grazie mille
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.8k 602
Gentile utente,

Inizio dalla sua frase:
" 1. ..In mio figlio vedo soltanto il bene
2. e un bambino che sta soffrendo mentre vorrebbe solo essere felice."

1. Perché vedere nel proprio figlio unicamente il bene, cioè il buono? I bambini e le bambine sono anche egocentrici, dispettosi, vendicativi.
L'azione educativa del genitore serve proprio a questo: a rendere tali caratteristiche compatibili con il vivere sociale. Molto significativo al proposito il il testo classico "Infanzia e società" di E. Erikson.
Se un genitore vede unicamente il bene, il buono, nel proprio figlio o figlia, certo non sarà in grado di correggere eventuali comportamenti inadeguati. Gli cercherà tutte le scusanti possibili.

Ed infatti è quello che accade in 2.
Il bambino "soffre e vorrebbe solo essere felice", come quasi tutti noi umani. I motivi per i quali lui soffre risalgono prevalentemente alla vostra situazione familiare, mi pare di capire dal suo consulto.
Ma Lei, per il fatto che lui soffre, lo giustifica, cercando una colpevole -o responsabile- in Sua madre, la nonna.

E dunque al Suo bambino sembra non venga insegnata la gestione dei sentimenti; di quei sentimenti difficili di rabbia, di opposizione, di sfida.
Certamente giungendo all'adolescenza questi bambini incontrano molte difficoltà nel vivere sociale, perché sono arrivati ad un'età in cui possiedono un'energia di fronteggiamento dell'adulto che può divenire altamente distruttiva e non hanno mai appreso come gestirla.
Al bambino non viene nemmeno insegnato che per nessun motivo si insultano gli adulti; per nessun motivo si spintonano le persone anziane, visto che corrono gravi rischi nelle cadute.
E dunque non gli viene neanche insegnata la gestione dei comportamenti interpersonali e sociali.

Capisco che per Lei, senza un partner che La appoggi e in assenza del padre, è difficile fare contemporaneamente la madre e il padre, armonizzando i due codici:
- il codice materno, che tutto accetta e giustifica
- il codice paterno, che detta le regole e ne esige l'applicazione e il rispetto.
F. Fornari non intendeva dire con ciò che devono esserci il padre e la madre necessariamente, e con una divisione dei ruoli rigida. Bensì che il bambino e la bambina non possono crescere, non riescono a crescere armoniosamente in assenza di entrambi questi codici.
Il difficile è fonderli in una stessa e unica figura genitoriale, alternandoli alla bisogna.

Se il bambino soffre, perché mai deve prendersela con la nonna?
Occorrerà individuare per lui un modo e un tempo all'esterno del Vostro triangolo (una figura geometrica piena di punte!) dove lui possa esprimere in maniera socialmente accettabile la frustrazione ed elaborarla.

Certo che la nonna è "spiona". Per fortuna.
Dal nostro punto di vista di adulti educanti è semplicemente una adulta che cerca di 'fare rete' con la propria figlia, riferendoLe i mal/comportamenti del bambino in sua assenza e cercandone l'alleanza educativa per il suo ben-crescere.
L'alleanza educativa però dipende dalla relazione tra Voi due adulte, e da come Lei ha elaborato o meno il suo essere figlia.

Cerchi di immaginare Suo figlio tra 10 anni: avrà 18 anni, e se tali modalità relazionali non vengono corrette, come sarà la Sua vita di madre, ma anche quella dell'ormai non più bambino ma ragazzo? In famiglia, in università, sul posto di lavoro.
Il tempo passa veloce, tra poco (massimo 2 anni) arriverà la pubertà e preadolescenza
e l'incidenza educativa dall'adulto dovrà cedere il passo all'importanza del gruppo di coetanei. Non perda di vista la limitatezza di tale orizzonte temporale: Le servirà per incoraggiarsi a prendere in mano la situazione chiedendo aiuto psicologico specializzato.

La situazione è complessa, ed un consulto online può darLe unicamente qualche "dritta" per rivolgersi in presenza se possibile, o online, ad un* Psicolog* che sia anche psicoterapeuta e specializzat* in terapia familiare.
Vivendo però Lei (a quanto credo di capire) all'estero, non riusciamo a darle indicazioni più concrete sulle risorse esistenti nel Paese in cui vive.
Per i comportamenti educativi, eventualmente replichi qui; ci siamo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Claudio Puliatti Psicologo 14 1
Gentile Signora, comprendo il suo stato d'animo e le difficoltà nelle quali è venuta a trovarsi.
Premesso che sono in sostanziale accordo con la Collega che mi ha preceduto in merito allo specifico,
quella che Lei descrive appare come una dinamica familiare che, per quanto a Lei possa sembrare "strana", sembra afferire all'area delle relazioni familiari disfunzionali e sono dinamiche note, relativamente diffuse e, in genere, non difficili da trattare da parte di un professionista qualificato.
Lei domanda "cosa fare". La risposta è: "fare una scelta": Lei in questo momento non sa (o non vuole) rinunciare a svolgere contemporaneamente più ruoli (e mi sembra a confonderli): è madre e figlia, adulta e bambina, autonoma e dipendente. Il risultato è la situazione di stallo che ha ben descritto (e di cui descrive, forse non se ne è accorta, anche i vantaggi che Lei ne trae, anche se purtroppo a caro prezzo!)
Vedrà che un professionista potrà aiutarla a chiarirsi, a maturare la Sua autostima, a ritrovare il piacere di fare delle scelte che siano Sue e ad assumersene la responsabilità.
Mi farà piacere se vorrà tenermi al corrente dei Suoi progressi.
Con i migliori auguri
Dr. Claudio Puliatti

Dr. Claudio Puliatti, psicologo.
Ricevo a Roma e Online.
www.psicologoclaudiopuliatti.com

[#3]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Brunialti,

la ringrazio del tempo che ha voluto dedicare alla sua risposta.
Sono sorpresa pero' che il motivo per cui chiedevo aiuto, indicato nel titolo, non sia stato compreso.

Mi scrive che "Al bambino non viene nemmeno insegnato che per nessun motivo si insultano gli adulti; per nessun motivo si spintonano le persone anziane, visto che corrono gravi rischi nelle cadute. E dunque non gli viene neanche insegnata la gestione dei comportamenti interpersonali e sociali."

Come puo' pensare che non glielo insegno, o che non mi rendo conto che vada insegnato, quando e' evidente che le sto chiedendo aiuto proprio perche' ho ben chiaro il problema (e' il titolo della mia richiesta) e evidentemente non sto riuscendo a trovare il modo giusto per insegnarglielo/farglielo capire?

Crede anche che sia necessario spiegarmi che le persone anziane corrono gravi rischi nelle cadute... e' evidente e mi sembra oltremodo superfluo specificare che sono preoccupata anche di questo aspetto, e' troppo ovvio....
io sono allibita...

Infine conclude dicendomi:

"Per i comportamenti educativi, eventualmente replichi qui; ci siamo."

Ma e' proprio quello che chiedevo nel mio messaggio... E' nel titolo.... la prego e le suggerisco di leggere con piu' attenzione le richieste...

Saluti
[#4]
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Brunialti,

la ringrazio del tempo che ha voluto dedicare alla sua risposta.
Sono sorpresa pero' che il motivo per cui chiedevo aiuto, indicato nel titolo, non sia stato compreso.

Mi scrive che "Al bambino non viene nemmeno insegnato che per nessun motivo si insultano gli adulti; per nessun motivo si spintonano le persone anziane, visto che corrono gravi rischi nelle cadute. E dunque non gli viene neanche insegnata la gestione dei comportamenti interpersonali e sociali."

Come puo' pensare che non glielo insegno, o che non mi rendo conto che vada insegnato, quando e' evidente che le sto chiedendo aiuto proprio perche' ho ben chiaro il problema (e' il titolo della mia richiesta) e evidentemente non sto riuscendo a trovare il modo giusto per insegnarglielo/farglielo capire?

Crede anche che sia necessario spiegarmi che le persone anziane corrono gravi rischi nelle cadute... e' evidente e mi sembra oltremodo superfluo specificare che sono preoccupata anche di questo aspetto, e' troppo ovvio....
io sono allibita...

Infine conclude dicendomi:

"Per i comportamenti educativi, eventualmente replichi qui; ci siamo."

Ma e' proprio quello che chiedevo nel mio messaggio... E' nel titolo.... la prego e le suggerisco di leggere con piu' attenzione le richieste...

Saluti
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Gentile Dott. Puliatti,
La ringrazio per la sua risposta.
In quanto madre single e lavoratrice (con un lavoro di responsabilita') ed essendomi di recente trasferita all'estero, non ho una rete familiare e sociale che potrebbe aiutarmi (al bisogno) nella gestione logistica della famiglia.
Molte mamme lavoratrici e single in Italia hanno nonni disposti ad accompagnare o prendere da scuola i bimbi, o fornire un aiuto per la cena, saltuariamente, senza che per questo qualcuno si permetta di definirle "bambine" o "dipendenti". Il motivo per cui mia madre vive con noi per lunghi periodi e' che, vista la distanza, non puo' prendere da scuola mio figlio e poi tornarsene a casa sua. Inoltre lei desidera stare con noi per vedere il nipote regolarmente, invece che una volta l'anno.

Apprezzo la sua risposta ma trovo il suo giudizio sulla mia persona affrettato e superficiale.
Non so nulla di lei, a parte il nome. Ma tanto basta a farmi ritenere con abbastanza certezza che lei non si sia mai trovato ad essere una mamma single lavoratrice all'estero e senza familiari/amici stretti. Spero comunque che, se dovesse capitarle, nessuno si permetta di chiamarla "bambina".

Grazie comunque per la sua risposta, il suo tono denota una certa empatia, a differenza di quello della sua collega, che mi lascia senza parole.

cari saluti
[#5]
Utente
Utente
Gentile Dott. Puliatti,
La ringrazio per la sua risposta.
In quanto madre single e lavoratrice (con un lavoro di responsabilita') ed essendomi di recente trasferita all'estero, non ho una rete familiare e sociale che potrebbe aiutarmi (al bisogno) nella gestione logistica della famiglia.
Molte mamme lavoratrici e single in Italia hanno nonni disposti ad accompagnare o prendere da scuola i bimbi, o fornire un aiuto per la cena, saltuariamente, senza che per questo qualcuno si permetta di definirle "bambine" o "dipendenti". Il motivo per cui mia madre vive con noi per lunghi periodi e' che, vista la distanza, non puo' prendere da scuola mio figlio e poi tornarsene a casa sua. Inoltre lei desidera stare con noi per vedere il nipote regolarmente, invece che una volta l'anno.

Apprezzo la sua risposta ma trovo il suo giudizio sulla mia persona affrettato e superficiale.
Non so nulla di lei, a parte il nome. Ma tanto basta a farmi ritenere con abbastanza certezza che lei non si sia mai trovato ad essere una mamma single lavoratrice all'estero e senza familiari/amici stretti. Spero comunque che, se dovesse capitarle, nessuno si permetta di chiamarla "bambina".

Grazie comunque per la sua risposta, il suo tono denota una certa empatia, a differenza di quello della sua collega, che mi lascia senza parole.

cari saluti
[#6]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.8k 602
Alla utente.

Quando gli utenti arrivano a dimenticare la buona educazione e le "Linee guida" del servizio:
"sii educato e rispettoso nel dialogo coi professionisti poiché non hanno nessun obbligo di risposta e partecipano in modo volontario e gratuito"
significa perlopiù che la risposta ha colpito nel segno, e che l'anonimato dietro lo schermo ha facilitato quella disinibizione che di persona non si permetterebbero.

Forse la risposta è stata letta affrettatamente
forse è stata travolta dalla contrarietà per delle riflessioni professionali dal contenuto a Lei non gradito,
forse si sarebbe aspettata l’empatia di una amica, anziché la competenza professionale di un* Psy.
Il fatto è che, per cause a noi sconosciute, non sono stati purtroppo còlti i suggerimenti forniti
e che sintetizzo qui anche a favore delle molte persone che ci leggono

Il consulto aveva per titolo "Nipote maleducato con la nonna"
La domanda si componeva di 4 parole: "Che cosa posso fare?"
Ben due Specialist* hanno fornito risposte .

Riassumo per punti quanto sopra scritto, a vantaggio delle tante persone che ci leggono.

1. Il bambino descritto nel consulto potrebbe avere bisogno di apprendere:
-l’espressione dei propri sentimenti verbalizzandoli anzichè agendoli,
-la gestione dei sentimenti, soprattutto di quei sentimenti difficili di rabbia, di opposizione, di sfida,
-l’empatia nei confronti della nonna,
-gli adeguati comportamenti relazionali e sociali, da apprendere anche attraverso l’imitazione in famiglia.

2. La mamma descritta nel consulto potrebbe aver bisogno di apprendere a:
-armonizzare interiormente il codice materno e paterno, dovendoli impersonare entrambi,
-creare rete educativa solida con la propria madre, elaborando eventuali conflitti irrisolti risalenti alla propria infanzia e adolescenza,
-individuare e mettere in atto modalità relazionali adeguate ed efficaci nei confronti del figlio.

Al "cosa posso fare?" abbiamo dunque dato risposta indicando gli ambiti sui quali sarebbe possibile e opportuno lavorare, stando al testo del consulto. E dunque il consulto è completo.
Sul "come" raggiungerlo non è certo sufficiente un consulto anonimo online.

Se i due protagonisti del consulto (mamma e figlio) non ce la facessero in autonomia, potrebbero avvantaggiarsi di un aiuto psicologico - separatamente - relativo ai punti sopra indicati.

Un consulto online infatti fornisce *orientamenti*, e non una reale presa in carico dell’utente, impossibile attraverso le righe di un consulto online.
Le "Linee Guida" sono molto esplicite al proposito, e all’utente viene chiesto di sottoscriverle prima di postare.
Eccole:
> "lo scopo dei consulti è quello di valorizzare e mai di sostituire la visita specialistica,
di offrire un orientamento alle problematiche senza effettuare diagnosi o terapie
> non pretendere risposte o soluzioni che non possono giungere attraverso questo servizio:
fare un uso coscienzioso dei suggerimenti ricevuti e riportarli al curante
> ricordare che questo servizio non può sostituire la visita reale presso lo specialista."

Se deciderà di utilizzare nuovamente questo servizio, si invita a leggere attentamente e a rispettare le "Linee Guida al consulto online".

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/