Il disagio di cui parlo è quello della dipendenza affettiva
Gentili Dottori,
aver iniziato il corso di Psicologia questo trimestre all'università, considerata la mia quasi totale non conoscenza di quanto complesso e vasto sia il settore della psicologia cognitiva, mi sta innanzitutto 'illuminando' sul fatto che i disagi psicologici possano essere naturali elementi nello sviluppo di una personalità.
Per farla semplice, accogliere l'idea del diasgio come 'disgagio' in se' e non come problema-che-non-si-risolverà-mai (come spesso ci si ripete) dimezza già l'ansia. senza peccare di presunzione,è possibile che ci si possa auto-diagnosticare un disagio,isolarlo,per non avere la sensazione del ''non lo so cosa non va,TUTTO non va!'' ?!
Il disagio di cui parlo è quello della dipendenza affettiva nonostante i miei 20 anni...
E' possibile pensare alla soluzione del disagio non come 'fine della storia con quella persona' piuttosto come 'fine della dipendenza in se'' permettendo cosi una 'guarigione' del rapporto, o si tratta di un'ulteriore inconsapevole tentativo attaccamento causato dal disagio?
(la difficoltà ad esprimersi è davvero grande se si tiene conto dell'emozione)
Grazie
aver iniziato il corso di Psicologia questo trimestre all'università, considerata la mia quasi totale non conoscenza di quanto complesso e vasto sia il settore della psicologia cognitiva, mi sta innanzitutto 'illuminando' sul fatto che i disagi psicologici possano essere naturali elementi nello sviluppo di una personalità.
Per farla semplice, accogliere l'idea del diasgio come 'disgagio' in se' e non come problema-che-non-si-risolverà-mai (come spesso ci si ripete) dimezza già l'ansia. senza peccare di presunzione,è possibile che ci si possa auto-diagnosticare un disagio,isolarlo,per non avere la sensazione del ''non lo so cosa non va,TUTTO non va!'' ?!
Il disagio di cui parlo è quello della dipendenza affettiva nonostante i miei 20 anni...
E' possibile pensare alla soluzione del disagio non come 'fine della storia con quella persona' piuttosto come 'fine della dipendenza in se'' permettendo cosi una 'guarigione' del rapporto, o si tratta di un'ulteriore inconsapevole tentativo attaccamento causato dal disagio?
(la difficoltà ad esprimersi è davvero grande se si tiene conto dell'emozione)
Grazie
[#1]
Gentile ragazza, scusi, potrebbe riformulare la domanda, non sono sicuro d'aver capito.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Effettivamente,mi scuso per il pensiero espresso e formulaot in modo confusionale.
Cio' che mi chiedevo era se,senza peccare di presunzione,è possibile che io mi sia auto-diagnosticata
il disagio della dipendenza affettiva nonostnate i miei 20 anni...?
La sensazione che provo ora (finalmente) è quella di sentire la presenza del disagio come principale responsabile dell'apparente totale insoddisfazione nella mia vita.
Inoltre,E' possibile pensare alla soluzione del disagio non come ''fine del rapporto'' con la persona da cui sento di essere dipendente,ma piuttosto come ''fine della dipendenza in se'' permettendo cosi una 'guarigione' di quel rapporto con quella persona (persona che non presenta alcun tipo di problema)?!
Questo è possibile o si tratta di un'ulteriore inconsapevole tentativo,da parte mia,di attaccamento?
Cio' che mi chiedevo era se,senza peccare di presunzione,è possibile che io mi sia auto-diagnosticata
il disagio della dipendenza affettiva nonostnate i miei 20 anni...?
La sensazione che provo ora (finalmente) è quella di sentire la presenza del disagio come principale responsabile dell'apparente totale insoddisfazione nella mia vita.
Inoltre,E' possibile pensare alla soluzione del disagio non come ''fine del rapporto'' con la persona da cui sento di essere dipendente,ma piuttosto come ''fine della dipendenza in se'' permettendo cosi una 'guarigione' di quel rapporto con quella persona (persona che non presenta alcun tipo di problema)?!
Questo è possibile o si tratta di un'ulteriore inconsapevole tentativo,da parte mia,di attaccamento?
[#3]
Mi scusi se glielo dico, ma mi sembra che ce la stia mettendo tutta per smentire la sua affermazione iniziale, corretta, dove dice che un disagio in fondo può essere anche temporaneo e non per forza un DISAGIO, che sta lì come un macigno enorme, minaccioso e irremovibile.
La differenza fra stare bene e stare male spessissimo è solo una questione di percezione: lo stesso evento percepito in modo diverso causa sensazioni completamente diverse. Diceva Epitteto che non sono le cose a preoccuparci, ma l'idea che ci facciamo di esse.
Questo per dirle che la fine di una storia può essere dolorosa anche per chi non ha una personalità dipendente. Piuttosto è l'idea che per vivere bene non si debba MAI soffrire, semmai, a essere patologica (ossessiva) e quella che probabilmente la sta fregando in questo momento. Perché anche se è banale dirlo, la vita è fatta anche di momenti sgradevoli.
Inotre come ha già intuito da sola le autodiagnosi sono fuorvianti per il non addetto ai lavori: la psicologia e la diagnosi psicologica non sono scienze esatte, basta una sfumatura per cambiare notevolmente un quadro. Se sta studiando psicologia, potrà ritornarci sopra fra qualche anno.
Cordiali saluti
La differenza fra stare bene e stare male spessissimo è solo una questione di percezione: lo stesso evento percepito in modo diverso causa sensazioni completamente diverse. Diceva Epitteto che non sono le cose a preoccuparci, ma l'idea che ci facciamo di esse.
Questo per dirle che la fine di una storia può essere dolorosa anche per chi non ha una personalità dipendente. Piuttosto è l'idea che per vivere bene non si debba MAI soffrire, semmai, a essere patologica (ossessiva) e quella che probabilmente la sta fregando in questo momento. Perché anche se è banale dirlo, la vita è fatta anche di momenti sgradevoli.
Inotre come ha già intuito da sola le autodiagnosi sono fuorvianti per il non addetto ai lavori: la psicologia e la diagnosi psicologica non sono scienze esatte, basta una sfumatura per cambiare notevolmente un quadro. Se sta studiando psicologia, potrà ritornarci sopra fra qualche anno.
Cordiali saluti
[#4]
Ex utente
mi trovo d'accordo sull'affermazione che mi ha citato di Epiteto.di cui faro' tesoro come per ogni grande frase è giusto fare.
in realtà se mi permetto di insistere è perchè il 'disagio' che sento di vivere non è una storia finita, è un rapporto che eiste,che non arriva mai a un punto,che per me è una spirale da cui non esco,io sento la dipendenza in questo...
cosi' come l'ho sentita in modo un po piu lieve in un altro rapporto precedente...
il malumore e la mia insoddisfazione della situazione condizionano davvero tutte le mie giornate,a volte in modo piu eccessivo (sfoghi di pianto) e a volte meno,da piu di 2-3 anni a questa parte...
in realtà se mi permetto di insistere è perchè il 'disagio' che sento di vivere non è una storia finita, è un rapporto che eiste,che non arriva mai a un punto,che per me è una spirale da cui non esco,io sento la dipendenza in questo...
cosi' come l'ho sentita in modo un po piu lieve in un altro rapporto precedente...
il malumore e la mia insoddisfazione della situazione condizionano davvero tutte le mie giornate,a volte in modo piu eccessivo (sfoghi di pianto) e a volte meno,da piu di 2-3 anni a questa parte...
[#5]
Certo, ma la difficoltà di interrompere i rapporti insoddisfacenti appartiene a moltissime persone, non solo alle personalità dipendenti. L'uomo è un essere sociale ed è normale che provi disagio a staccarsi dalle persone che frequenta, specie da quelle con cui ha stretto legami affettivi.
Può leggere questi articoli che, anche se di passaggio, toccano il punto che la interessa:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_probsolv.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
Se tuttavia sta soffrendo troppo a causa del suo problema, dovrebbe consultare uno specialista.
Cordiali saluti
Può leggere questi articoli che, anche se di passaggio, toccano il punto che la interessa:
http://www.giuseppesantonocito.it/art_probsolv.htm
http://www.giuseppesantonocito.it/art_intervento.htm
Se tuttavia sta soffrendo troppo a causa del suo problema, dovrebbe consultare uno specialista.
Cordiali saluti
[#6]
Gentile Utente,
ho l'impressione che tutto questo "disagio" derivi da una più o meno cosciente consapevolezza che i 20 anni e la Psicologia non l'hanno resa (per ora) immune dalla sofferenza relazionale.
Ovviamente sto facendo lo psicologo che interpreta, ma d'altra parte la tentazione, come può immaginare, da qui è davvero forte.
Ecco perchè credo Lei debba parlare di "disagi" e non di "disagio": uno legato alla situazione relazionale in sé, l'altro legato agli aspetti che ho appena scritto relativi ai 20 anni ed alla Psicologia (l'effetto sorpresa?).
Per il primo disagio: non saprei cosa dirle (visto che non ha detto quasi nulla di questa fantomatica persona) se non domandarle cosa sta rinforzando questa "dipendenza"
Per il secondo disagio: penso che questa esperienza le sarà utilissima per il Suo futuro professionale, che purtroppo sarà ricco di "imprevisti".
ho l'impressione che tutto questo "disagio" derivi da una più o meno cosciente consapevolezza che i 20 anni e la Psicologia non l'hanno resa (per ora) immune dalla sofferenza relazionale.
Ovviamente sto facendo lo psicologo che interpreta, ma d'altra parte la tentazione, come può immaginare, da qui è davvero forte.
Ecco perchè credo Lei debba parlare di "disagi" e non di "disagio": uno legato alla situazione relazionale in sé, l'altro legato agli aspetti che ho appena scritto relativi ai 20 anni ed alla Psicologia (l'effetto sorpresa?).
Per il primo disagio: non saprei cosa dirle (visto che non ha detto quasi nulla di questa fantomatica persona) se non domandarle cosa sta rinforzando questa "dipendenza"
Per il secondo disagio: penso che questa esperienza le sarà utilissima per il Suo futuro professionale, che purtroppo sarà ricco di "imprevisti".
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#8]
Ex utente
Io sento di provare un senso di insoddisfazione dovuto a una sempre piu consapevolezza di aver avuto un rapporto con i miei genitori non incline al dialogo,alle confidenze ma basato sulla dipendenza e il dovere.
Il rapporto con 'questa persona' sento sia diventato un rapporto di troppo amore,di troppo sentimento,di unico desiderio,di necessità,di ricerca continua,di incapacità di riuscire a vivere la sotria in leggerezza.
Il rapporto con 'questa persona' sento sia diventato un rapporto di troppo amore,di troppo sentimento,di unico desiderio,di necessità,di ricerca continua,di incapacità di riuscire a vivere la sotria in leggerezza.
[#9]
Beh, se è per questo il 99% delle persone che ci scrivono tendono a scacciare l'idea di un consulto, quindi anche qui è in buona compagnia. D'altra parte non ha bisogno di parlarne con i suoi genitori per fare il primo passo: se frequenta l'università (e a psicologia) dovrebbe esserci senz'altro uno sportello di ascolto per gli studenti. Perché non iniziare proprio da lì?
Cordiali saluti
Cordiali saluti
[#11]
Bene, ma oggi quasi tutte le scuole e le università dispongono di un centro ascolto, con relativo psicologo.
>>> Crede che sia necessario davvero il consulto psicologico?
>>>
Se questo servisse a farla stare meglio, avrebbe tanto senso chiederselo?
Cordiali saluti
>>> Crede che sia necessario davvero il consulto psicologico?
>>>
Se questo servisse a farla stare meglio, avrebbe tanto senso chiederselo?
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 11 risposte e 3.2k visite dal 06/10/2009.
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