Vita di coppia: come devo comportarmi?
Buongiorno Dottori,
Sono un ragazzo omosessuale di 20 anni, da un anno convivo con il mio ragazzo di 32 anni e siamo arrivati ad un punto in cui la situazione che si è creata è molto strana.
Io mi sono accettato per quello che sono e vivo la mia omosessualità serenamente, desidero avere un uomo, creare una famiglia, formalizzare l'unione e a causa dei miei studi dovrò espatriare, così ho deciso una meta in cui è possibile il matrimonio omosessuale.
Il mio ragazzo invece non ha ancora accettato la sua omosessualità, fino a 30 anni è stato un gay non dichiarato nemmeno a sè stesso, sapeva che gli piacevano i ragazzi, ma è arrivato addirittura a fingere l'amore verso una donna, ma ciò non è durato a lungo. E' un tipo molto riservato e nel mondo porta la "maschera" dello scapolone, infatti ha molte ragazze, anche sposate, che gli ronzano intorno. Come ho già detto per 30 non ha visitato il mondo omosessuale, ma allora, forse stanco di essere solo, è uscito, sempre in maniera discreta, ed ha iniziato a conoscere qualche ragazzo, partendo sempre dalla via telematica. Il primo un ragazzo bisessuale che lo usava come giocattolino sessuale e che quindi quando gli ha detto dopo 4 mesi "ora basta, ho una ragazza" l'ha fatto soffrire molto, ha pianto anche con me sentendo una canzone che glielo ricordava; poi, un ragazzino di 21 anni affascinante, "figo" a quanto dice... era per lui l'oggetto da sempre desiderato, il suo ideale fisico. Con questo non è mai stato assieme ma si sono frequentati per 2 settimane ad agosto 2008 e il mio ragazzo era piuttosto preso, al punto che quando anche questo ragazzo si scoccia di lui, dopo una notte passata assieme, soffre ancora e molto.
Arriva fine settembre e conosce me in rete, io sarei andato ad abitare nella sua stessa città entro pochi giorni e così decidiamo di conoscerci di persona.
A prima vista l'impatto è forte, s'innamora fin da subito. Mi ricopre di attenzioni, mi fa regali, mi porta fuori a cena, addirittura mi regala un braccialetto come segno del suo amore e mi chiede di stare assieme...accetto. Passa un mese, viviamo la nostra vita mondana, discoteca due volte al mese, passeggiate in centro, baci rubati nell'ombra...una coppietta davvero felice felice.
Arriva dicembre, io, studente universitario, abito in una casa non molto ben tenuta con altri ragazzi gay, allora arriva la proposta, vieni a vivere con me?
Da specificare, io non sapevo che avesse un appartamento suo, infatti fino ad allora aveva sempre abitato con sua madre. In seguito mi spiegò che l'appartamento aveva deciso di prenderlo per andarci a vivere col primo ragazzo, quello bisessuale, ma che quando venne lasciato, decise di dimenticarsene e abbandonare l'idea di andarci a vivere.
Io accettai, ma gli feci promettere una cosa: doveva dire a sua madre che è gay, in modo che se un giorno sua madre fosse venuta a casa (ha anche lei le chiavi) e mi avesse trovato, non avrei dovuto comportarmi in altro modo, se non quello che sono: non volevo mentire.
Dal giorno in cui lo disse a sua madre tutto iniziò a cambiare: divenne sempre più freddo nei miei confronti, piangeva spesso dicendo che lui non voleva dare "questo dispiacere a sua madre", lo vidi cambiare totalmente. Il ragazzo preso dalla passione amorosa non c'era più, ora davanti avevo un ragazzo che iniziava ad aver paura che chiunque potesse scoprire che era gay, le sue regole erano diventate: "In casa non si può portare nessuno, non puoi gridare o parlare con la tua voce normale perchè i vicini ci sentono, non uscire sui davanzali, quando usciamo dalla porta evita smancerie ed altre sullo stesso genere". Quando siamo in casa la quasi quiete, stiamo bene, poi quando usciamo io divento un'ombra, un fantasma, non mi parla, non mi guarda, se incontriamo qualcuno che conosce mi chiede di proseguire ed aspettarmi, sui mezzi pubblici a volte evita anche di sedermi vicino: divento invisibile.
Io devo ammettere che sono agorafobico, posti nuovi e con tanta gente mi mettono a disagio e fortemente, così da quando lui iniziò a manifestare questo comportamento, ho iniziato a sentirmi non protetto, ho iniziato a sentirmi solo. Così le serate in discoteca, le uscite a due o quello che facevamo insieme fuori casa iniziarono a mancare e finimmo per "vivere solo in casa". Peccato che in casa l'unico modo di svagarci è la televisione... o meglio, io farei molte altre cose, amo ad esempio cucinare, dipingere, ma ogni volta che gliel'ho proposto rispondeva "no, sporchiamo e i mobili e le piastrelle/muri si rovinano".
Anche a livello sessuale non siamo stati poi così fortunati, all'inizio avevamo rapporti anche 3 volte al dì, adesso 2 a settimana. Con gennaio sono iniziati i suoi mal di testa, derivati dal fatto che quando, finito di studiare o guardare un film, andavo a letto circa alle 00.30, lo svegliavo e "gli rovinavo" la giornata a venire. Questo si tramutò in una nuova regola: non venire a letto oltre le 23.40.
Infine l'ultima cosa che non ho mai capito, quando ci siamo messi assieme pesavo 84, non sono obeso, ma nemmeno magro, sono alto 1,81 quindi non ho tutta questa ciccia, ma lui dal primo giorno mi ha detto che per piacergli sarei dovuto dimagrire... la mia risposta: ci posso provare, ma ricordati che se mi ami devi amarmi per quello che sono, non per quello che potrei essere.
Tutto questo è andato avanti finchè a giugno mi ha cacciato di casa ed io mi sono fatto forza e l'ho lasciato. Negli ultimi tre mesi non mi diceva più ti amo, anzi... "non so se ti amo, perchè a volte sento proprio di odiarti".
Quando l'ho lasciato, è improvvisamente diventato il ragazzo che volevo: desiderava il mio ritorno, diceva di amarmi e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riavermi. Forse ho sbagliato a tirare la corda, fatto sta che il distacco è durato 2 settimane, durante le quali lui mi "tradì" con un mio vecchio amico col quale si scriveva da un po' di tempo e si scambiavano foto dei loro corpi, io con uno sconosciuto che non avrei mai più rivisto. Eravamo entrambi arrabbiati.
Avvenne però che mentre lo facevo con lo sconosciuto, non riuscii ad avere l'orgasmo perchè pensavo al mio ragazzo, così smisi e presto scrissi al mio ragazzo di rivederci.
Ci reincontrammo e a luglio ci rimettemmo assieme. Tutto sembrava filare liscio finchè non ammettemmo ciascuno di aver "tradito" l'altro. A peggiorare il tutto il fatto che io non avevo usato il preservativo, lezione che ho imparato benissimo. Così l'estate che doveva essere un momento di riconciliazione e di felicità diventò il nostro incubo: avevamo paura che io potessi aver preso l'hiv, cosa che così non è stata, confermata dall'ultimo test oltre i 100 giorni, purtroppo però lo stesso non valse per la sifilide, che passai in seguito anche a lui, ora curata e scomparsa. L'estate è stata un calvario, 3 mesi "quasi lontani", io da mia madre, lui nel suo appartamento e qualche volta assieme. Lui diceva di non odiarmi, solo che sono stato davvero uno stupido... ci vedevamo appena però, perchè sentiva comunque repulsione nei miei confronti. Soffrii tanto, ma nonostante questo mi accusò di avergli rovinato l'estate.
Finita l'estate e scoperto che stavamo bene, mi fece tornare da lui. Ma le cose sono diverse ora... io vado a letto all'orario da lui stabilito, lo aiuto nelle faccende domestiche, sono più silenzioso e faccio in modo che i vicini non mi sentano. Insomma faccio quello che lui mi ha sempre chiesto, compresa la dieta da lui tanto desiderata.
L'unica cosa che gli ho chiesto è stata di provare di più ad entrare in empatia con me e capire quando ho bisogno di un bacio, di una carezza, di un ti amo e cose dolci... ha detto che ci avrebbe provato.
Qualcosa però ancora non va, adesso si sveglia di notte dicendo che "lo sveglio perchè quando dormo per inumidire la bocca faccio rumori con la saliva", dice che i miei baci sono troppi e che quando lo bacio, gli fanno schifo.
Tempo fa era arrivato a dirmi che dovevamo prenderci pause ogni tanto, che stare troppo con me lo stufava... contando bene però, assieme passiamo solo 30 ore scarse alla settimana a causa dei nostri impegni, soprattutto contando che su 5 sere disponibili e 2 giorni completi passa 2 sere ed un giorno con sua mamma, tanto che quei giorni ci vediamo solo per la buonanotte nel nostro letto.
Per amore io sono disposto a dargli i suoi tempi, perchè capisca quanto mi ama, perchè ci sono piccoli gesti in cui capisco che lui MI AMA. Ma è come se lui non volesse rendersene conto. O non volesse ammetterlo... ci rimango male anche quando nel periodo refrattario dopo un rapporto sessuale, lui dice "ora sono etero, non mi dare bacini o far coccole".
Infine vi riporto in breve quello che mi ha detto ieri. Sono per lui come sua mamma, nel senso che mi vuole bene e mi vede ora come un familiare, mi vede come la persona che riempie la sua giornata, che sa di trovare a casa quando finisce di lavorare... Gli piace la sera quando guardiamo la TV assieme, quando puliamo casa assieme, quando la mattina ci svegliamo ed andiamo via assieme e quando gli cucino. Non gli piace quando gli faccio ramanzine, o lo interrogo sul perchè dice di non amarmi o è cambiato.
Non vuole che vada via, al contrario ora vuole che io resti qui con lui, ma si chiede se è giusto volere che io rimanga con lui quando potrei avere qualcuno che mi ama per quello che sono e desidera passare il resto della vita con me, ovunque essa mi porterà; se è quindi giusto privarmi del futuro da me sognato per un suo egoismo.
Io vorrei che quell'uomo fosse lui, ne ho passate tante con lui e sono ancora qui, a cercare di risolvere i problemi e fare in modo che tutto funzioni.
Vorrei però che qualcuno più esperto di me, potesse aiutarmi a vederci meglio.
Vi ringrazio molto per il vostro aiuto, grazie!
Sono un ragazzo omosessuale di 20 anni, da un anno convivo con il mio ragazzo di 32 anni e siamo arrivati ad un punto in cui la situazione che si è creata è molto strana.
Io mi sono accettato per quello che sono e vivo la mia omosessualità serenamente, desidero avere un uomo, creare una famiglia, formalizzare l'unione e a causa dei miei studi dovrò espatriare, così ho deciso una meta in cui è possibile il matrimonio omosessuale.
Il mio ragazzo invece non ha ancora accettato la sua omosessualità, fino a 30 anni è stato un gay non dichiarato nemmeno a sè stesso, sapeva che gli piacevano i ragazzi, ma è arrivato addirittura a fingere l'amore verso una donna, ma ciò non è durato a lungo. E' un tipo molto riservato e nel mondo porta la "maschera" dello scapolone, infatti ha molte ragazze, anche sposate, che gli ronzano intorno. Come ho già detto per 30 non ha visitato il mondo omosessuale, ma allora, forse stanco di essere solo, è uscito, sempre in maniera discreta, ed ha iniziato a conoscere qualche ragazzo, partendo sempre dalla via telematica. Il primo un ragazzo bisessuale che lo usava come giocattolino sessuale e che quindi quando gli ha detto dopo 4 mesi "ora basta, ho una ragazza" l'ha fatto soffrire molto, ha pianto anche con me sentendo una canzone che glielo ricordava; poi, un ragazzino di 21 anni affascinante, "figo" a quanto dice... era per lui l'oggetto da sempre desiderato, il suo ideale fisico. Con questo non è mai stato assieme ma si sono frequentati per 2 settimane ad agosto 2008 e il mio ragazzo era piuttosto preso, al punto che quando anche questo ragazzo si scoccia di lui, dopo una notte passata assieme, soffre ancora e molto.
Arriva fine settembre e conosce me in rete, io sarei andato ad abitare nella sua stessa città entro pochi giorni e così decidiamo di conoscerci di persona.
A prima vista l'impatto è forte, s'innamora fin da subito. Mi ricopre di attenzioni, mi fa regali, mi porta fuori a cena, addirittura mi regala un braccialetto come segno del suo amore e mi chiede di stare assieme...accetto. Passa un mese, viviamo la nostra vita mondana, discoteca due volte al mese, passeggiate in centro, baci rubati nell'ombra...una coppietta davvero felice felice.
Arriva dicembre, io, studente universitario, abito in una casa non molto ben tenuta con altri ragazzi gay, allora arriva la proposta, vieni a vivere con me?
Da specificare, io non sapevo che avesse un appartamento suo, infatti fino ad allora aveva sempre abitato con sua madre. In seguito mi spiegò che l'appartamento aveva deciso di prenderlo per andarci a vivere col primo ragazzo, quello bisessuale, ma che quando venne lasciato, decise di dimenticarsene e abbandonare l'idea di andarci a vivere.
Io accettai, ma gli feci promettere una cosa: doveva dire a sua madre che è gay, in modo che se un giorno sua madre fosse venuta a casa (ha anche lei le chiavi) e mi avesse trovato, non avrei dovuto comportarmi in altro modo, se non quello che sono: non volevo mentire.
Dal giorno in cui lo disse a sua madre tutto iniziò a cambiare: divenne sempre più freddo nei miei confronti, piangeva spesso dicendo che lui non voleva dare "questo dispiacere a sua madre", lo vidi cambiare totalmente. Il ragazzo preso dalla passione amorosa non c'era più, ora davanti avevo un ragazzo che iniziava ad aver paura che chiunque potesse scoprire che era gay, le sue regole erano diventate: "In casa non si può portare nessuno, non puoi gridare o parlare con la tua voce normale perchè i vicini ci sentono, non uscire sui davanzali, quando usciamo dalla porta evita smancerie ed altre sullo stesso genere". Quando siamo in casa la quasi quiete, stiamo bene, poi quando usciamo io divento un'ombra, un fantasma, non mi parla, non mi guarda, se incontriamo qualcuno che conosce mi chiede di proseguire ed aspettarmi, sui mezzi pubblici a volte evita anche di sedermi vicino: divento invisibile.
Io devo ammettere che sono agorafobico, posti nuovi e con tanta gente mi mettono a disagio e fortemente, così da quando lui iniziò a manifestare questo comportamento, ho iniziato a sentirmi non protetto, ho iniziato a sentirmi solo. Così le serate in discoteca, le uscite a due o quello che facevamo insieme fuori casa iniziarono a mancare e finimmo per "vivere solo in casa". Peccato che in casa l'unico modo di svagarci è la televisione... o meglio, io farei molte altre cose, amo ad esempio cucinare, dipingere, ma ogni volta che gliel'ho proposto rispondeva "no, sporchiamo e i mobili e le piastrelle/muri si rovinano".
Anche a livello sessuale non siamo stati poi così fortunati, all'inizio avevamo rapporti anche 3 volte al dì, adesso 2 a settimana. Con gennaio sono iniziati i suoi mal di testa, derivati dal fatto che quando, finito di studiare o guardare un film, andavo a letto circa alle 00.30, lo svegliavo e "gli rovinavo" la giornata a venire. Questo si tramutò in una nuova regola: non venire a letto oltre le 23.40.
Infine l'ultima cosa che non ho mai capito, quando ci siamo messi assieme pesavo 84, non sono obeso, ma nemmeno magro, sono alto 1,81 quindi non ho tutta questa ciccia, ma lui dal primo giorno mi ha detto che per piacergli sarei dovuto dimagrire... la mia risposta: ci posso provare, ma ricordati che se mi ami devi amarmi per quello che sono, non per quello che potrei essere.
Tutto questo è andato avanti finchè a giugno mi ha cacciato di casa ed io mi sono fatto forza e l'ho lasciato. Negli ultimi tre mesi non mi diceva più ti amo, anzi... "non so se ti amo, perchè a volte sento proprio di odiarti".
Quando l'ho lasciato, è improvvisamente diventato il ragazzo che volevo: desiderava il mio ritorno, diceva di amarmi e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per riavermi. Forse ho sbagliato a tirare la corda, fatto sta che il distacco è durato 2 settimane, durante le quali lui mi "tradì" con un mio vecchio amico col quale si scriveva da un po' di tempo e si scambiavano foto dei loro corpi, io con uno sconosciuto che non avrei mai più rivisto. Eravamo entrambi arrabbiati.
Avvenne però che mentre lo facevo con lo sconosciuto, non riuscii ad avere l'orgasmo perchè pensavo al mio ragazzo, così smisi e presto scrissi al mio ragazzo di rivederci.
Ci reincontrammo e a luglio ci rimettemmo assieme. Tutto sembrava filare liscio finchè non ammettemmo ciascuno di aver "tradito" l'altro. A peggiorare il tutto il fatto che io non avevo usato il preservativo, lezione che ho imparato benissimo. Così l'estate che doveva essere un momento di riconciliazione e di felicità diventò il nostro incubo: avevamo paura che io potessi aver preso l'hiv, cosa che così non è stata, confermata dall'ultimo test oltre i 100 giorni, purtroppo però lo stesso non valse per la sifilide, che passai in seguito anche a lui, ora curata e scomparsa. L'estate è stata un calvario, 3 mesi "quasi lontani", io da mia madre, lui nel suo appartamento e qualche volta assieme. Lui diceva di non odiarmi, solo che sono stato davvero uno stupido... ci vedevamo appena però, perchè sentiva comunque repulsione nei miei confronti. Soffrii tanto, ma nonostante questo mi accusò di avergli rovinato l'estate.
Finita l'estate e scoperto che stavamo bene, mi fece tornare da lui. Ma le cose sono diverse ora... io vado a letto all'orario da lui stabilito, lo aiuto nelle faccende domestiche, sono più silenzioso e faccio in modo che i vicini non mi sentano. Insomma faccio quello che lui mi ha sempre chiesto, compresa la dieta da lui tanto desiderata.
L'unica cosa che gli ho chiesto è stata di provare di più ad entrare in empatia con me e capire quando ho bisogno di un bacio, di una carezza, di un ti amo e cose dolci... ha detto che ci avrebbe provato.
Qualcosa però ancora non va, adesso si sveglia di notte dicendo che "lo sveglio perchè quando dormo per inumidire la bocca faccio rumori con la saliva", dice che i miei baci sono troppi e che quando lo bacio, gli fanno schifo.
Tempo fa era arrivato a dirmi che dovevamo prenderci pause ogni tanto, che stare troppo con me lo stufava... contando bene però, assieme passiamo solo 30 ore scarse alla settimana a causa dei nostri impegni, soprattutto contando che su 5 sere disponibili e 2 giorni completi passa 2 sere ed un giorno con sua mamma, tanto che quei giorni ci vediamo solo per la buonanotte nel nostro letto.
Per amore io sono disposto a dargli i suoi tempi, perchè capisca quanto mi ama, perchè ci sono piccoli gesti in cui capisco che lui MI AMA. Ma è come se lui non volesse rendersene conto. O non volesse ammetterlo... ci rimango male anche quando nel periodo refrattario dopo un rapporto sessuale, lui dice "ora sono etero, non mi dare bacini o far coccole".
Infine vi riporto in breve quello che mi ha detto ieri. Sono per lui come sua mamma, nel senso che mi vuole bene e mi vede ora come un familiare, mi vede come la persona che riempie la sua giornata, che sa di trovare a casa quando finisce di lavorare... Gli piace la sera quando guardiamo la TV assieme, quando puliamo casa assieme, quando la mattina ci svegliamo ed andiamo via assieme e quando gli cucino. Non gli piace quando gli faccio ramanzine, o lo interrogo sul perchè dice di non amarmi o è cambiato.
Non vuole che vada via, al contrario ora vuole che io resti qui con lui, ma si chiede se è giusto volere che io rimanga con lui quando potrei avere qualcuno che mi ama per quello che sono e desidera passare il resto della vita con me, ovunque essa mi porterà; se è quindi giusto privarmi del futuro da me sognato per un suo egoismo.
Io vorrei che quell'uomo fosse lui, ne ho passate tante con lui e sono ancora qui, a cercare di risolvere i problemi e fare in modo che tutto funzioni.
Vorrei però che qualcuno più esperto di me, potesse aiutarmi a vederci meglio.
Vi ringrazio molto per il vostro aiuto, grazie!
[#1]
Gentile Utente,
la sua lunghissima richiesta credo che entrerà nel guinnes dei primati su medicitalia. Ma mi crede che, nonostante la lunghezza, io non ho capito bene qual'è la sua domanda?
Capire "qualcosa in più" della vostra situazione relazionale non è semplice, perchè in questo periodo vi è davvero capitato di tutto. Infatti mi chiedo come mai, dopo tutto questo, nessuno dei due abbia avuto l'idea di chiedere un parere specialistico, cosa che tra l'altro io farei.
E' vero, il suo ragazzo sembra molto confuso, e Lei in parte lo è oppure no? Fino a che punto l'Amore sarà sufficiente a tenervi insieme? No, perchè dal Suo racconto mi sembrava parlaste di una coppia etero sposata da 20 anni.
Insomma, come vede gli interrogativi sono molti, per questo credo valga la pensa affrontare un approfondimento psicologico.
la sua lunghissima richiesta credo che entrerà nel guinnes dei primati su medicitalia. Ma mi crede che, nonostante la lunghezza, io non ho capito bene qual'è la sua domanda?
Capire "qualcosa in più" della vostra situazione relazionale non è semplice, perchè in questo periodo vi è davvero capitato di tutto. Infatti mi chiedo come mai, dopo tutto questo, nessuno dei due abbia avuto l'idea di chiedere un parere specialistico, cosa che tra l'altro io farei.
E' vero, il suo ragazzo sembra molto confuso, e Lei in parte lo è oppure no? Fino a che punto l'Amore sarà sufficiente a tenervi insieme? No, perchè dal Suo racconto mi sembrava parlaste di una coppia etero sposata da 20 anni.
Insomma, come vede gli interrogativi sono molti, per questo credo valga la pensa affrontare un approfondimento psicologico.
[#2]
Gentile ragazzo, io credo che l'aut-aut che lei ha dato al suo ragazzo ("se vuoi che venga a vivere con te, devi dire a tua madre che sei gay") sia riuscito da una parte, perché ha fatto leva sul suo amore per lei, ma che abbia creato un altro problema, perché è possibile che lui si sia sentito messo con le spalle al muro, e abbia dovuto fare una scelta alla quale ancora non era pronto. Almeno ciò che descrive lascia trasparire questo.
Credo che dovreste parlarne.
Cordiali saluti
Credo che dovreste parlarne.
Cordiali saluti
[#3]
Ex utente
La domanda... ehehe, non c'è una vera e propria domanda.
Il punto è che ora io non so come comportarmi. So di amare questo ragazzo e so che mi sto impegnando molto affinchè lui possa ri-provare quello che un tempo provava.
Quella che potrebbe essere la domanda è, secondo Lei è giusto che io sia qua a cercare di sistemare le cose? Intravede la possibilità di un miglioramento? Ha notato nella storia qualche aspetto nel nostro comportamento che potrebbe evidenziare il fatto che uno dei due non sia legato all'altro? Oppure qualche ostacolo nei nostri caratteri la cui conoscenza possa aiutarmi a capire meglio il mio ragazzo e a seguirlo in una sorta di cammino introspettivo?
Io mi sono fatto un'opinione, vedo questo ragazzo come immobilizzato, fermo in una sorta di limbo in cui lotta tra chi è e chi vorrebbe essere per non soffrire, in molti casi ho notato il suo attaccamento esagerato nei confronti della madre e un senso di ostilità nei miei confronti quando cerco di fargli aprire gli occhi sul mondo che abbiamo davanti, quando cerco di fargli capire che per ottenere un qualcosa c'è bisogno d'impegnarsi per ottenere e che non bisogna fare come fa lui, ovvero gettare la spugna perchè si sa già in precedenza che il cammino fino ad essa sarà faticoso.
Vorrei una piccola analisi che mi faccia capire un po' più come dovrei pormi nei suoi confronti, come cercare di ritrovare la serenità perduta.
So che un consulto online non potrà mai essere esauriente come uno vero, ma è il mio unico mezzo, perchè alla mia domanda, "andiamo da uno psicologo e vediamo che succede?" ho ricevuto una risposta del tipo, "io non sono malato, se ci vuoi andare ci vai tu per gli affari tuoi. Io sto bene".
Insomma... vorrei poter cercare di risolvere la cosa con i pochi mezzi che mi ha messo a disposizione.
Spero possiate essermi d'aiuto.
E grazie per il "Guinness"! ^_^
Il punto è che ora io non so come comportarmi. So di amare questo ragazzo e so che mi sto impegnando molto affinchè lui possa ri-provare quello che un tempo provava.
Quella che potrebbe essere la domanda è, secondo Lei è giusto che io sia qua a cercare di sistemare le cose? Intravede la possibilità di un miglioramento? Ha notato nella storia qualche aspetto nel nostro comportamento che potrebbe evidenziare il fatto che uno dei due non sia legato all'altro? Oppure qualche ostacolo nei nostri caratteri la cui conoscenza possa aiutarmi a capire meglio il mio ragazzo e a seguirlo in una sorta di cammino introspettivo?
Io mi sono fatto un'opinione, vedo questo ragazzo come immobilizzato, fermo in una sorta di limbo in cui lotta tra chi è e chi vorrebbe essere per non soffrire, in molti casi ho notato il suo attaccamento esagerato nei confronti della madre e un senso di ostilità nei miei confronti quando cerco di fargli aprire gli occhi sul mondo che abbiamo davanti, quando cerco di fargli capire che per ottenere un qualcosa c'è bisogno d'impegnarsi per ottenere e che non bisogna fare come fa lui, ovvero gettare la spugna perchè si sa già in precedenza che il cammino fino ad essa sarà faticoso.
Vorrei una piccola analisi che mi faccia capire un po' più come dovrei pormi nei suoi confronti, come cercare di ritrovare la serenità perduta.
So che un consulto online non potrà mai essere esauriente come uno vero, ma è il mio unico mezzo, perchè alla mia domanda, "andiamo da uno psicologo e vediamo che succede?" ho ricevuto una risposta del tipo, "io non sono malato, se ci vuoi andare ci vai tu per gli affari tuoi. Io sto bene".
Insomma... vorrei poter cercare di risolvere la cosa con i pochi mezzi che mi ha messo a disposizione.
Spero possiate essermi d'aiuto.
E grazie per il "Guinness"! ^_^
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Ex utente
Grazie anche per la sua risposta dottor Santonocito,
il punto è che ho voluto evidenziare tale evento proprio perchè a me sembra molto importante... oserei chiamarlo l'evento scatenante, visto che i cambiamenti sono partiti proprio da quella data.
Ho provato molte volte ad affrontare l'argomento, ma con scarsi risultati: ogni volta il discorso termina perchè il mio ragazzo sembra disinteressato, durante il dialogo lascia trasparire qualche "a me non interessa" e così non giungo mai a nessuna conclusione.
Magari però potrei provare a parlargli con qualche Suo suggerimento.
Ad esempio, le mie domande cosa devono cercare d'investigare? Che tono dovrei utilizzare?
La domanda iniziale del post... "come dovrei comportarmi?"
il punto è che ho voluto evidenziare tale evento proprio perchè a me sembra molto importante... oserei chiamarlo l'evento scatenante, visto che i cambiamenti sono partiti proprio da quella data.
Ho provato molte volte ad affrontare l'argomento, ma con scarsi risultati: ogni volta il discorso termina perchè il mio ragazzo sembra disinteressato, durante il dialogo lascia trasparire qualche "a me non interessa" e così non giungo mai a nessuna conclusione.
Magari però potrei provare a parlargli con qualche Suo suggerimento.
Ad esempio, le mie domande cosa devono cercare d'investigare? Che tono dovrei utilizzare?
La domanda iniziale del post... "come dovrei comportarmi?"
[#6]
Gentile Utente,
Lei stesso comprende quanto sia difficile darle un orientamento obiettivo da qui.
Alle sue domande provo a dare una risposta, ma rimane valido il mio consiglio di chiedere un parere specialistico: non cè bisogno di coinvolgere il suo ragazzo, ci vada Lei visto che è Lei a porsi tutte queste domande (e quindi ad avere maggior bisogno di risposte):
1) "secondo Lei è giusto che io sia qua a cercare di sistemare le cose?" Si, è giusto che stia cercando di sistemare le cose, ma forse QUESTO non è il posto migliore
2)"Intravede la possibilità di un miglioramento?" Non le so rispondere
3) "Ha notato nella storia qualche aspetto nel nostro comportamento che potrebbe evidenziare il fatto che uno dei due non sia legato all'altro?" Non in modo particolare
Lo so che tutto questo le mette molta ansia, ma da questo Sito e dalle nostre risposte dovrebbe trarre un po' di "iniziativa", perchè più perde tempo a pensare meno la soluzione si avvicina, anzi.
Lei stesso comprende quanto sia difficile darle un orientamento obiettivo da qui.
Alle sue domande provo a dare una risposta, ma rimane valido il mio consiglio di chiedere un parere specialistico: non cè bisogno di coinvolgere il suo ragazzo, ci vada Lei visto che è Lei a porsi tutte queste domande (e quindi ad avere maggior bisogno di risposte):
1) "secondo Lei è giusto che io sia qua a cercare di sistemare le cose?" Si, è giusto che stia cercando di sistemare le cose, ma forse QUESTO non è il posto migliore
2)"Intravede la possibilità di un miglioramento?" Non le so rispondere
3) "Ha notato nella storia qualche aspetto nel nostro comportamento che potrebbe evidenziare il fatto che uno dei due non sia legato all'altro?" Non in modo particolare
Lo so che tutto questo le mette molta ansia, ma da questo Sito e dalle nostre risposte dovrebbe trarre un po' di "iniziativa", perchè più perde tempo a pensare meno la soluzione si avvicina, anzi.
[#7]
>>> Ah, proprio qualce giorno fa, parlando era saltato fuori proprio questo discorso e lui intervenne dicendo "se tornassi indietro l'unica cosa che non farei sarebbe dirglielo a mia madre".
>>>
Questo conferma che il suo ultimatum ha messo il suo ragazzo in un dilemma. Non è infrequente che nelle coppie, quando uno dei due si trova di fronte a una scelta di questo tipo, reagisca con un atteggiamento: "Ok, facciamo come vuoi tu. Però poi te la faccio pagare".
Più di questo, tuttavia, non è possibile aggiungere altro di significativo. Se il suo compagno non vuole saperne di un consulto può sempre chiederne uno lei, per farsi suggerire come comportarsi.
Ad ogni modo il primo passo che dovrebbe fare è di riconoscergli apertamente di averlo messo in difficoltà, e iniziare intanto con lo scusarsi. Se ci sarà stoffa per ricucire lo vedrete man mano, ma in tal caso le premesse sulle quali ricostruire dovranno essere più chiare e condivise.
Cordiali saluti
>>>
Questo conferma che il suo ultimatum ha messo il suo ragazzo in un dilemma. Non è infrequente che nelle coppie, quando uno dei due si trova di fronte a una scelta di questo tipo, reagisca con un atteggiamento: "Ok, facciamo come vuoi tu. Però poi te la faccio pagare".
Più di questo, tuttavia, non è possibile aggiungere altro di significativo. Se il suo compagno non vuole saperne di un consulto può sempre chiederne uno lei, per farsi suggerire come comportarsi.
Ad ogni modo il primo passo che dovrebbe fare è di riconoscergli apertamente di averlo messo in difficoltà, e iniziare intanto con lo scusarsi. Se ci sarà stoffa per ricucire lo vedrete man mano, ma in tal caso le premesse sulle quali ricostruire dovranno essere più chiare e condivise.
Cordiali saluti
Questo consulto ha ricevuto 8 risposte e 2.7k visite dal 06/10/2009.
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