Ansia della convivenza e del distacco dalla famiglia
Salve a tutti,
Scrivo poiché vorrei un consulto ed un aiuto rispetto alla condizione che sto vivendo.
Insieme al mio ragazzo con cui sto da qualche anno abbiamo deciso di ristrutturare una casa per trasferirci insieme.
Abbiamo fatto tutto in estrema armonia e non ho mai avuto ripensamenti, ma dentro di me ho sempre avuto un’ansia di sottofondo.
Da una parte mi rendo conto di volere i miei spazi ma dall’altra ho paura e sto male al pensiero di lasciare la mia vita (quella che ho avuto per 30anni) , di non vivere più con i miei genitori, di non potermi più sfogare con la mia mamma ogni volta che la vedo.
Inoltre negli ultimi anni sento che dentro di me si è acuita una mania ad avere tutto sotto controllo, non riesco a passare neanche una notte fuori casa perché non riesco a tollerare l’idea di non poter avere la mia routine e le mie cose, come se una parte di me rimanesse costantemente vigile e non riuscissi a rilassarmi e a godermi le cose.
Adesso è arrivato il momento del trasferimento e vorrei viverlo con serenità ma purtroppo queste mie ansie, che non riesco a controllare, stanno avendo la meglio su di me.
Aiuto
Scrivo poiché vorrei un consulto ed un aiuto rispetto alla condizione che sto vivendo.
Insieme al mio ragazzo con cui sto da qualche anno abbiamo deciso di ristrutturare una casa per trasferirci insieme.
Abbiamo fatto tutto in estrema armonia e non ho mai avuto ripensamenti, ma dentro di me ho sempre avuto un’ansia di sottofondo.
Da una parte mi rendo conto di volere i miei spazi ma dall’altra ho paura e sto male al pensiero di lasciare la mia vita (quella che ho avuto per 30anni) , di non vivere più con i miei genitori, di non potermi più sfogare con la mia mamma ogni volta che la vedo.
Inoltre negli ultimi anni sento che dentro di me si è acuita una mania ad avere tutto sotto controllo, non riesco a passare neanche una notte fuori casa perché non riesco a tollerare l’idea di non poter avere la mia routine e le mie cose, come se una parte di me rimanesse costantemente vigile e non riuscissi a rilassarmi e a godermi le cose.
Adesso è arrivato il momento del trasferimento e vorrei viverlo con serenità ma purtroppo queste mie ansie, che non riesco a controllare, stanno avendo la meglio su di me.
Aiuto
[#1]
Gent.ma utente,
La ringrazio per averci fatto partecipe del suo racconto. Leggendo quanto scrive mi sono soffermato sulla sua "ansia sottofondo". Lei la definisce così e probabilmente convive costantemente con questa ansia da moltissimo tempo.
Lei, nel corso degli anni, si è costruita uno spazio dentro il quale si sente al sicuro. Aprire e uscire al di fuori di questi confini inizia ad essere un qualcosa di molto rischioso. Tra i suoi mille pensieri compare la paura di sbagliare. Ma se per amore del suo compagno ha deciso di iniziare questo cambiamento dovrebbe affrontare con serenità questa sfida. Chi decide di iniziare un percorso di cambiamento dovrebbe essere preparato all'evenienza che si può cadere e si può cadere anche più di una volta perchè non c'è cambiamento se non c'è ricaduta. Gli errori sono importanti perchè servono a capire cosa funziona o non funziona per noi.
Se lasciamo troppo spazio all'ansia e ci isoliamo rischiamo di perdere tutti i nostri progetti.
E' arrivato il momento di mettere da parte le liti con mamma e la sua routine e di pensare di più a se stessa. E' arrivato il momento di spiccare il volo e sentirsi libera. Il mio consiglio è di lasciar andare e non vivere con il pensiero fisso di controllare ogni cosa. Le auguro il meglio.
Mi faccia sapere
saluti.
La ringrazio per averci fatto partecipe del suo racconto. Leggendo quanto scrive mi sono soffermato sulla sua "ansia sottofondo". Lei la definisce così e probabilmente convive costantemente con questa ansia da moltissimo tempo.
Lei, nel corso degli anni, si è costruita uno spazio dentro il quale si sente al sicuro. Aprire e uscire al di fuori di questi confini inizia ad essere un qualcosa di molto rischioso. Tra i suoi mille pensieri compare la paura di sbagliare. Ma se per amore del suo compagno ha deciso di iniziare questo cambiamento dovrebbe affrontare con serenità questa sfida. Chi decide di iniziare un percorso di cambiamento dovrebbe essere preparato all'evenienza che si può cadere e si può cadere anche più di una volta perchè non c'è cambiamento se non c'è ricaduta. Gli errori sono importanti perchè servono a capire cosa funziona o non funziona per noi.
Se lasciamo troppo spazio all'ansia e ci isoliamo rischiamo di perdere tutti i nostri progetti.
E' arrivato il momento di mettere da parte le liti con mamma e la sua routine e di pensare di più a se stessa. E' arrivato il momento di spiccare il volo e sentirsi libera. Il mio consiglio è di lasciar andare e non vivere con il pensiero fisso di controllare ogni cosa. Le auguro il meglio.
Mi faccia sapere
saluti.
Dr. Michele Loia
Psicologo
micheleloia@aol.com
[#2]
Gentile utente,
il passo che stai affrontando rappresenta un cambiamento di vita significativo, è comprensibile che tu stia provando un mix di emozioni, dall'incertezza all'ansia, che potrebbero derivare dalla paura dell'ignoto. Trasferirsi in una nuova casa, iniziare una nuova convivenza comporta la rottura di molte routine, il distacco da un ambiente che ti dà delle certezze, dei punti di riferimento, e l'adattamento richiede giocoforza del tempo. Tempo in cui sperimentare ansia e paura è del tutto normale, e non definisce assolutamente chi sei, quanto piuttosto un segnale che la tua psiche ti dà per proteggerti dinanzi una situazione che non conosce.
Ogni scelta deve passare attraverso l'accettazione delle proprie emozioni, consiglio sempre di segnarle su un diario in modo da focalizzarle una ad una, riconoscerle ed accettarle (cosa ti scatena l'ansia? Il pensiero di lasciare i tuoi genitori? Il timore di non avere più i tuoi spazi?) . Nel diario, oltre alle tue emozioni è fondamentale scrivere anche i propri bisogni: prova a riflettere, cosa ti fa sentire a disagio riguardo al trasferimento? Ci sono degli spazi o delle routine che vorresti mantenere? Ci sono oggetti o altro che tu possa portare con te per farti sentire più a tuo agio e che possano richiamare la tua vita precedente, quando ne senti il bisogno? Identificarli può aiutarti a trovare il modo giusto di integrarli, seppur un forma differente, nella tua nuova vita. E' essenziale, in caso di legami famigliari forti, che il distacco avvenga gradualmente ma soprattutto che siano pianificate visite regolari o altre modalità di comunicazione che tengano viva quella connessione fintanto che ne sentirai il bisogno. La famiglia ha per definizione una funzione supportiva e condividere le emozioni e ciò che di nuovo si sta sperimentando è di gran sollievo.
Devi anche parlarne con il tuo partner: si tratta di un cambiamento che impatta ambo le vostre vite e anche lui deve essere consapevole delle tue preoccupazioni, il supporto e l'ascolto reciproco sono alla base di ogni rapporto sentimentale e lo sono ancor più nelle fasi di transizione come queste. Dividere il peso dei pensieri e dei dubbi può rendere il "passaggio" più facile e anzi rafforzare il vostro legame.
Dopo aver focalizzato le routine che vorresti mantenere, prova a individuare nel nuovo ambiente delle nuove routine, qualcosa che ti faccia sentire a casa, nella tua nuova casa. Momenti da dedicare a te stessa, per mantenere un tuo spazio personale e il tuo angolo di sicurezza e indipendenza.
Presta attenzione anche ad eventuali aspettative riguardo al trasferimento, così che non vadano a sommarsi all'ansia legata al distacco e al cambiamento. Nella vita è normale che ci siano alti e bassi, e non tutto deve sempre andare perfettamente o secondo un proprio standard di perfezione. Concediti di provare emozioni contrastanti in questa fase e sii gentile con te stessa nel provarle, non c'è nulla di sbagliato.
Ricorda che ogni cambiamento porta con sè delle sfide, ma che queste sono sempre foriere di nuove esperienze e opportunità che ti permetteranno di evolvere. Datti il tempo necessario per adattarti e considera il ricorso a tecniche di rilassamento per gestire i momenti di maggiore stress: meditazione, yoga, qualche passeggiata per aiutare l'umore.
Se l'ansia persiste o diviene intensa tanto da interferire con la tua qualità di vita considera di rivolgerti ad un professionista che possa accompagnarti in questo periodo di transizione e a sviluppare strategie per affrontarlo nel modo migliore. Il bisogno di controllare ogni cosa è una forma di manifestazione dell'ansia e può essere efficacemente trattata a livello terapeutico.
il passo che stai affrontando rappresenta un cambiamento di vita significativo, è comprensibile che tu stia provando un mix di emozioni, dall'incertezza all'ansia, che potrebbero derivare dalla paura dell'ignoto. Trasferirsi in una nuova casa, iniziare una nuova convivenza comporta la rottura di molte routine, il distacco da un ambiente che ti dà delle certezze, dei punti di riferimento, e l'adattamento richiede giocoforza del tempo. Tempo in cui sperimentare ansia e paura è del tutto normale, e non definisce assolutamente chi sei, quanto piuttosto un segnale che la tua psiche ti dà per proteggerti dinanzi una situazione che non conosce.
Ogni scelta deve passare attraverso l'accettazione delle proprie emozioni, consiglio sempre di segnarle su un diario in modo da focalizzarle una ad una, riconoscerle ed accettarle (cosa ti scatena l'ansia? Il pensiero di lasciare i tuoi genitori? Il timore di non avere più i tuoi spazi?) . Nel diario, oltre alle tue emozioni è fondamentale scrivere anche i propri bisogni: prova a riflettere, cosa ti fa sentire a disagio riguardo al trasferimento? Ci sono degli spazi o delle routine che vorresti mantenere? Ci sono oggetti o altro che tu possa portare con te per farti sentire più a tuo agio e che possano richiamare la tua vita precedente, quando ne senti il bisogno? Identificarli può aiutarti a trovare il modo giusto di integrarli, seppur un forma differente, nella tua nuova vita. E' essenziale, in caso di legami famigliari forti, che il distacco avvenga gradualmente ma soprattutto che siano pianificate visite regolari o altre modalità di comunicazione che tengano viva quella connessione fintanto che ne sentirai il bisogno. La famiglia ha per definizione una funzione supportiva e condividere le emozioni e ciò che di nuovo si sta sperimentando è di gran sollievo.
Devi anche parlarne con il tuo partner: si tratta di un cambiamento che impatta ambo le vostre vite e anche lui deve essere consapevole delle tue preoccupazioni, il supporto e l'ascolto reciproco sono alla base di ogni rapporto sentimentale e lo sono ancor più nelle fasi di transizione come queste. Dividere il peso dei pensieri e dei dubbi può rendere il "passaggio" più facile e anzi rafforzare il vostro legame.
Dopo aver focalizzato le routine che vorresti mantenere, prova a individuare nel nuovo ambiente delle nuove routine, qualcosa che ti faccia sentire a casa, nella tua nuova casa. Momenti da dedicare a te stessa, per mantenere un tuo spazio personale e il tuo angolo di sicurezza e indipendenza.
Presta attenzione anche ad eventuali aspettative riguardo al trasferimento, così che non vadano a sommarsi all'ansia legata al distacco e al cambiamento. Nella vita è normale che ci siano alti e bassi, e non tutto deve sempre andare perfettamente o secondo un proprio standard di perfezione. Concediti di provare emozioni contrastanti in questa fase e sii gentile con te stessa nel provarle, non c'è nulla di sbagliato.
Ricorda che ogni cambiamento porta con sè delle sfide, ma che queste sono sempre foriere di nuove esperienze e opportunità che ti permetteranno di evolvere. Datti il tempo necessario per adattarti e considera il ricorso a tecniche di rilassamento per gestire i momenti di maggiore stress: meditazione, yoga, qualche passeggiata per aiutare l'umore.
Se l'ansia persiste o diviene intensa tanto da interferire con la tua qualità di vita considera di rivolgerti ad un professionista che possa accompagnarti in questo periodo di transizione e a sviluppare strategie per affrontarlo nel modo migliore. Il bisogno di controllare ogni cosa è una forma di manifestazione dell'ansia e può essere efficacemente trattata a livello terapeutico.
[#3]
Utente
Grazie dottore e dottoressa, innanzitutto, mi rivolgo ad entrambi perché non so come funziona con le risposte qui.
Sì forse è così, negli anni mi sono costruita una bolla, c’è un evento che mi è rimasto tanto impresso perché da quando è successa questa cosa ho iniziato ad avere dei pensieri negativi: ho iniziato a pensare più frequentemente alla morte, sopratutto quella dei miei cari e ogni volta mi manca il respiro se penso a come vivere la vita senza di loro. Questo fatto scatenante è stata la morte improvvisa della mamma di una persona che conosco, mia coetanea. Forse è accaduto anche in un momento particolare della vita (periodo covid) ma in realtà mi ha spaventata in modo assurdo quanto da un momento all’altro tutto finisce e non c’è modo di mettere le lancette indietro per rimediare a qualcosa.
Da quel momento mi sono accorta di aver maturato difficoltà ad allontanarmi da casa, ripeto il fatto che ho avuto problemi anche a dormire fuori casa per poco (problemi che si risolvono se mi forzo ed esco, perché quando poi sto fuori non ci penso e queste ansie non sono così forti come quando sono nel mio mondo ) - paradossale ma è così .
Nonostante la consapevolezza che facendo quel passo riesco a superare i miei limiti , la mia mente ha la meglio e continua a mettere di fronte anziché le cose belle di questo nuovo percorso che mi aspetta, quelle tristi come se stessi perdendo i miei genitori e i miei fratelli adesso .
Forse è vero come diceva la dottoressa che se ne avverto il bisogno devo iniziare un percorso, ci ho pensato e ci penso spesso, ma più che altro perché penso di limitarmi inconsapevolmente in tante cose.
Ho tanta difficoltà con il contatto fisico , solo con il mio ragazzo riesco ad essere affettuosa, nei rapporti con gli altri sono tanto diffidente e cerco di trovare sempre l’imbroglio tutto questo mi stanca e mi abbatte terribilmente.
Sì forse è così, negli anni mi sono costruita una bolla, c’è un evento che mi è rimasto tanto impresso perché da quando è successa questa cosa ho iniziato ad avere dei pensieri negativi: ho iniziato a pensare più frequentemente alla morte, sopratutto quella dei miei cari e ogni volta mi manca il respiro se penso a come vivere la vita senza di loro. Questo fatto scatenante è stata la morte improvvisa della mamma di una persona che conosco, mia coetanea. Forse è accaduto anche in un momento particolare della vita (periodo covid) ma in realtà mi ha spaventata in modo assurdo quanto da un momento all’altro tutto finisce e non c’è modo di mettere le lancette indietro per rimediare a qualcosa.
Da quel momento mi sono accorta di aver maturato difficoltà ad allontanarmi da casa, ripeto il fatto che ho avuto problemi anche a dormire fuori casa per poco (problemi che si risolvono se mi forzo ed esco, perché quando poi sto fuori non ci penso e queste ansie non sono così forti come quando sono nel mio mondo ) - paradossale ma è così .
Nonostante la consapevolezza che facendo quel passo riesco a superare i miei limiti , la mia mente ha la meglio e continua a mettere di fronte anziché le cose belle di questo nuovo percorso che mi aspetta, quelle tristi come se stessi perdendo i miei genitori e i miei fratelli adesso .
Forse è vero come diceva la dottoressa che se ne avverto il bisogno devo iniziare un percorso, ci ho pensato e ci penso spesso, ma più che altro perché penso di limitarmi inconsapevolmente in tante cose.
Ho tanta difficoltà con il contatto fisico , solo con il mio ragazzo riesco ad essere affettuosa, nei rapporti con gli altri sono tanto diffidente e cerco di trovare sempre l’imbroglio tutto questo mi stanca e mi abbatte terribilmente.
[#4]
Gentile utente,
ha toccato un tema molto attuale e che si è palesato proprio con l'esordio della pandemia: la morte.
Un grosso limite della società moderna è che non se ne parla più, come fosse argomento tabù, che è meglio nascondere che affrontare.
Da sempre l'essere umano cerca risposta a questi quesiti, ma non l'avremo mai, e molte religioni hanno cercato di dare delle risposte a temi che la mente non riesce a concepire, non conosce, che vive come li vive lei, destabilizzanti.
Ma la morte è parte stessa della vita. La vita è un ciclo, dalla nascita, alla crescita, alle sue varia fasi come l'infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta, etc...
Per questo motivo le suggerivo una terapia, per accompagnarla nel vivere appieno il presente, l'oggi, senza proiettarsi in un avvenimento o avvenimenti futuri vivendoli con paura o sensi di colpa.
Comprendo il suo pensiero, ma l'attaccamento eccessivo nulla potrà nell'evitare che il ciclo della vita faccia il proprio corso. Piuttosto pianifichi delle routine che le permettano di mantenere contatti e rapporti costanti con la sua famiglia ma guardando alla sua di vita, ai suoi spazi, vivendo se stessa e non in funzione dell'altro. Senza sensi di colpa. Nasciamo come esseri umani liberi e prenderci i nostri spazi è semplicemente amore per se stessi, e più si ama se stessi, meglio si dà amore e supporto agli altri.
La terapia cognitivo comportamentale è molto utile per riequilibrare questi aspetti disfunzionali nei suoi pensieri, un giorno potrebbe essere lei ad accorgersi di aver trascorso un pezzo della sua vita non come avrebbe voluto, un supporto professionale la potrà accompagnare in una migliore consapevolezza della sua situazione e come affrontarla per migliorare la qualità della sua vita. Anche in relazione alla socialità e alla diffidenza: possono esservi radici profonde che vanno esplorate, comprese, affrontate e superate.
ha toccato un tema molto attuale e che si è palesato proprio con l'esordio della pandemia: la morte.
Un grosso limite della società moderna è che non se ne parla più, come fosse argomento tabù, che è meglio nascondere che affrontare.
Da sempre l'essere umano cerca risposta a questi quesiti, ma non l'avremo mai, e molte religioni hanno cercato di dare delle risposte a temi che la mente non riesce a concepire, non conosce, che vive come li vive lei, destabilizzanti.
Ma la morte è parte stessa della vita. La vita è un ciclo, dalla nascita, alla crescita, alle sue varia fasi come l'infanzia, adolescenza, giovinezza, età adulta, etc...
Per questo motivo le suggerivo una terapia, per accompagnarla nel vivere appieno il presente, l'oggi, senza proiettarsi in un avvenimento o avvenimenti futuri vivendoli con paura o sensi di colpa.
Comprendo il suo pensiero, ma l'attaccamento eccessivo nulla potrà nell'evitare che il ciclo della vita faccia il proprio corso. Piuttosto pianifichi delle routine che le permettano di mantenere contatti e rapporti costanti con la sua famiglia ma guardando alla sua di vita, ai suoi spazi, vivendo se stessa e non in funzione dell'altro. Senza sensi di colpa. Nasciamo come esseri umani liberi e prenderci i nostri spazi è semplicemente amore per se stessi, e più si ama se stessi, meglio si dà amore e supporto agli altri.
La terapia cognitivo comportamentale è molto utile per riequilibrare questi aspetti disfunzionali nei suoi pensieri, un giorno potrebbe essere lei ad accorgersi di aver trascorso un pezzo della sua vita non come avrebbe voluto, un supporto professionale la potrà accompagnare in una migliore consapevolezza della sua situazione e come affrontarla per migliorare la qualità della sua vita. Anche in relazione alla socialità e alla diffidenza: possono esservi radici profonde che vanno esplorate, comprese, affrontate e superate.
Questo consulto ha ricevuto 4 risposte e 199 visite dal 12/01/2025.
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