Un concorso mi viene ansia accompagnata
Buongiorno a tutti. Sono un ragazzo di vent’anni e sin da quando ero piccolo soffro di emotività..
Non ho mai dato molta importanza a questo lato di me fino a quando ho fatto domanda nell’esercito e mi hanno scartato per cenni di insicurezza ed emotività.
Premetto che io ci tenevo molto a quell’anno in esercito e sapevo che dal colloquio con la psicologa dipendeva la mia idoneità al VFP1.
Il giorno del colloquio appena sentii pronunciare il mio cognome dalla psicologa che mi doveva esaminare mi iniziò a battere il cuore e mi venne subito una tremarella assurda. Mi sedetti di fronte a lei e mi fece delle domande semplicissime alle quali rispondevo con la voce tremante e balbettando. Una cosa del genere non mi era mai capitata in vita mia, mai come quella volta.
Da quel giorno sono stato male perché mi sentivo inferiore a miei coetanei risultati idonei alle prove di selezione per l’esercito.
Non ho mai avuto problemi a relazionarmi con gli altri infatti sono un ragazzo molto socievole, mi piace stare al centro dell’attenzione e non sono affatto timido con le ragazze, però quando devo fare qualcosa di importante come un esame di stato o un concorso mi viene ansia accompagnata da tremarella. A distanza di un anno ho deciso di riprovarci perché voglio mettermi alla prova con me stesso e provare a vincere questo lato di me. Se nel caso risulterò idoneo starò meglio con me stesso sentendomi alla pari dei miei coetanei ed amici di caserma.
Gentile Dottore secondo Lei c’è un modo per battere queste “crisi” che mi vengono? Lei mi consiglia di riprovarci?
Nel caso non risulterò di nuovo idoneo ho paura di starci male e questo mi frena un po’.. Cosa mi consiglia?
Non ho mai dato molta importanza a questo lato di me fino a quando ho fatto domanda nell’esercito e mi hanno scartato per cenni di insicurezza ed emotività.
Premetto che io ci tenevo molto a quell’anno in esercito e sapevo che dal colloquio con la psicologa dipendeva la mia idoneità al VFP1.
Il giorno del colloquio appena sentii pronunciare il mio cognome dalla psicologa che mi doveva esaminare mi iniziò a battere il cuore e mi venne subito una tremarella assurda. Mi sedetti di fronte a lei e mi fece delle domande semplicissime alle quali rispondevo con la voce tremante e balbettando. Una cosa del genere non mi era mai capitata in vita mia, mai come quella volta.
Da quel giorno sono stato male perché mi sentivo inferiore a miei coetanei risultati idonei alle prove di selezione per l’esercito.
Non ho mai avuto problemi a relazionarmi con gli altri infatti sono un ragazzo molto socievole, mi piace stare al centro dell’attenzione e non sono affatto timido con le ragazze, però quando devo fare qualcosa di importante come un esame di stato o un concorso mi viene ansia accompagnata da tremarella. A distanza di un anno ho deciso di riprovarci perché voglio mettermi alla prova con me stesso e provare a vincere questo lato di me. Se nel caso risulterò idoneo starò meglio con me stesso sentendomi alla pari dei miei coetanei ed amici di caserma.
Gentile Dottore secondo Lei c’è un modo per battere queste “crisi” che mi vengono? Lei mi consiglia di riprovarci?
Nel caso non risulterò di nuovo idoneo ho paura di starci male e questo mi frena un po’.. Cosa mi consiglia?
[#1]
Gentile ragazzo, le suggerisco di parlarne con uno psicologo, tenendo presente che saranno colloqui molto diversi da quello che avuto il giorno della selezione per l'esercito.
Se per il resto è una persona socievole, questa è una risorsa importante che potrà essere adeguatamente valorizzata. Si tratta di capire esattamente quali sono le situazioni che le scatenano l'ansia, e di mettere a punto un programma terapeutico adeguato.
Del resto, leggendo gli altri consulti che ha inserito nelle altre aree mediche, una certa apprensione traspare dalle sue parole.
Le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta che utilizzi un approccio breve e focalizzato, tenendo presente però che la competenza del terapeuta vale più di qualunque approccio.
Cordiali saluti
Se per il resto è una persona socievole, questa è una risorsa importante che potrà essere adeguatamente valorizzata. Si tratta di capire esattamente quali sono le situazioni che le scatenano l'ansia, e di mettere a punto un programma terapeutico adeguato.
Del resto, leggendo gli altri consulti che ha inserito nelle altre aree mediche, una certa apprensione traspare dalle sue parole.
Le suggerisco di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta che utilizzi un approccio breve e focalizzato, tenendo presente però che la competenza del terapeuta vale più di qualunque approccio.
Cordiali saluti
Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com
[#2]
Ex utente
Gentile Dottore quindi, secondo Lei, se io mi presentassi un'altra volta alle prove di selezione per il VFP1 senza aver fatto prima un programma terapeutico adeguato avrò la stessa ansia avuta la volta precedente?
Io a quell'anno nel militare ci tenevo davvero tanto, però a distanza di un anno siccome ho trovato di meglio da fare il mio interesse per le forze armate è diminuito, e molto probabilmente se sarò idoneo rifiuterò l'incarico.
Alla luce di questo è possibile che se mi ripresenterò alle prove di selezione e quindi al colloquio con la psicologa riuscirò a battere quest'ansia?
Io a quell'anno nel militare ci tenevo davvero tanto, però a distanza di un anno siccome ho trovato di meglio da fare il mio interesse per le forze armate è diminuito, e molto probabilmente se sarò idoneo rifiuterò l'incarico.
Alla luce di questo è possibile che se mi ripresenterò alle prove di selezione e quindi al colloquio con la psicologa riuscirò a battere quest'ansia?
[#3]
Beh, può anche sperare che il problema si risolva da solo. Certo, non può esserne sicuro, ma se entrare nel militare ora le interessa di meno, in fondo perché preoccuparsi? Potrebbe ritrovarsi a dover sostenere lo stesso colloquio - magari proprio con la stessa psicologa - e... potrebbe andarle bene o potrebbe andarle male. Come si fa a prevederlo? Fare lo psicologo non significa avere la palla di vetro.
Invece, se vuole risolvere il suo problema e stare più tranquillo, la strada è quella già suggerita. Però è lei che deve decidere, in base a quanto fastidio le dà quest'ansia.
Cordiali saluti
Invece, se vuole risolvere il suo problema e stare più tranquillo, la strada è quella già suggerita. Però è lei che deve decidere, in base a quanto fastidio le dà quest'ansia.
Cordiali saluti
[#4]
Gentile Utente,
immagino che se fosse facile non preoccuparsi a comando Lei l'avrebbe già fatto, per questo forse la sua ansia ha una certa caratteristica di "incontrollabilità".
E questa caratteristica è legata a livello di "investimento emotivo" che Lei attribuisce al fatto di entrare nell'Esercito.
Essere emotivi non è detto che sia un male o un bene: le emozioni ci servono, sono utili perchè ci segnalano i "pericoli" ed il nostro disagio, per cui è inutile cercare soluzioni per soffocarle.
Lei non è il primo che ci scrive prima di un esame per entrare nell'Esercito, e di solito tutti lo fanno quando manca poco alla scadenza.
Se ha poco tempo ci sarà anche poco da fare: per cui se la mandano di nuovo dalla Psicologa io le consiglio di dire la verità: cerchi di farle capire che Lei desidera tanto entrare nell'Esercito e che teme che le emozioni possano impedirglielo di nuovo, come l'altra volta.
Parlare della propria ansia contribuisce spesso a diminuirne l'intensità.
Se invece ha un po' di tempo a sua disposizione le consiglio di chiedere una consulenza presso un terapeuta specializzato in terapia cognitivo-comportamentale. Avendo poco tempo a sua disposizione le conviene optare per il trattamento più efficace. Non lo dico io, bensì la ricerca internazionale, come può leggere Lei stesso qui
http://www.nimh.nih.gov/health/publications/anxiety-disorders/treatment-of-anxiety-disorders.shtml
Nel frattempo le allego anche questi articolo sull'ansia (almeno le dò qualcosa su cui lavorare)
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
immagino che se fosse facile non preoccuparsi a comando Lei l'avrebbe già fatto, per questo forse la sua ansia ha una certa caratteristica di "incontrollabilità".
E questa caratteristica è legata a livello di "investimento emotivo" che Lei attribuisce al fatto di entrare nell'Esercito.
Essere emotivi non è detto che sia un male o un bene: le emozioni ci servono, sono utili perchè ci segnalano i "pericoli" ed il nostro disagio, per cui è inutile cercare soluzioni per soffocarle.
Lei non è il primo che ci scrive prima di un esame per entrare nell'Esercito, e di solito tutti lo fanno quando manca poco alla scadenza.
Se ha poco tempo ci sarà anche poco da fare: per cui se la mandano di nuovo dalla Psicologa io le consiglio di dire la verità: cerchi di farle capire che Lei desidera tanto entrare nell'Esercito e che teme che le emozioni possano impedirglielo di nuovo, come l'altra volta.
Parlare della propria ansia contribuisce spesso a diminuirne l'intensità.
Se invece ha un po' di tempo a sua disposizione le consiglio di chiedere una consulenza presso un terapeuta specializzato in terapia cognitivo-comportamentale. Avendo poco tempo a sua disposizione le conviene optare per il trattamento più efficace. Non lo dico io, bensì la ricerca internazionale, come può leggere Lei stesso qui
http://www.nimh.nih.gov/health/publications/anxiety-disorders/treatment-of-anxiety-disorders.shtml
Nel frattempo le allego anche questi articolo sull'ansia (almeno le dò qualcosa su cui lavorare)
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/205-caro-psicologo-mi-sento-ansioso-i-disturbi-d-ansia-e-la-terapia-cognitivo-comportamentale.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/316-fobia-sociale-il-palcoscenico-della-paura.html
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#5]
Ex utente
Dottor Bulla,
Lei ha capito perfettamente il mio problema e forse è l'unico che mi può dare una mano perchè il vero motivo della mia inidoneità non l'ho detto a nessuno, nè in famiglia, nè agli amici più stretti, giustificandomi dicendo:" La psicologa mi aveva preso in antipatia e mi ha messo in difficoltà";cosa assolutamente falsa.
Le prove psico attitudinali del VFP1 nelle forze armate consistono in un test scritto (MMPI-2) e in 3 colloqui: il primo colloquio con la psicologa, il secondo con un tenente colonnello e il terzo con la psichiatra.
Al primo colloquio con la psicologa tremavo e balbettavo come già scritto, al secondo colloquio con la psichiatra ero più tranquillo infatti quest'ultima mi ha chiesto il motivo della mia emotività con la psicologa perchè secondo lei non c'era nulla di strano visto che tutti i ragazzi in quel contesto erano tutti un pò tesi.
Però credo che anche questo colloquio sia andato male visto che nel momento in cui la psichiatra mi ha chiesto di disegnare un uomo io le ho disegnato un omino come quello del famoso detersivo per indumenti e alla domanda: "Dia un'età a quest'uomo e mi dica cosa gli manca.. " io le ho risposto molto ingenuamente : " Ha 20 anni (la mia età).. e gli manca tutto.!. ".
Al terzo colloquio con il tenente colonnello invece ero deciso e pronto nelle risposte, in altre parole, ero tornato in me.
Gentile Dottore, cosa significava quell'uomo che ho disegnato? C'è un modo per sconfiggere questa emotività momentanea senza ricorerre ad una terapia presso uno psicoterapeuta?
Lei ha capito perfettamente il mio problema e forse è l'unico che mi può dare una mano perchè il vero motivo della mia inidoneità non l'ho detto a nessuno, nè in famiglia, nè agli amici più stretti, giustificandomi dicendo:" La psicologa mi aveva preso in antipatia e mi ha messo in difficoltà";cosa assolutamente falsa.
Le prove psico attitudinali del VFP1 nelle forze armate consistono in un test scritto (MMPI-2) e in 3 colloqui: il primo colloquio con la psicologa, il secondo con un tenente colonnello e il terzo con la psichiatra.
Al primo colloquio con la psicologa tremavo e balbettavo come già scritto, al secondo colloquio con la psichiatra ero più tranquillo infatti quest'ultima mi ha chiesto il motivo della mia emotività con la psicologa perchè secondo lei non c'era nulla di strano visto che tutti i ragazzi in quel contesto erano tutti un pò tesi.
Però credo che anche questo colloquio sia andato male visto che nel momento in cui la psichiatra mi ha chiesto di disegnare un uomo io le ho disegnato un omino come quello del famoso detersivo per indumenti e alla domanda: "Dia un'età a quest'uomo e mi dica cosa gli manca.. " io le ho risposto molto ingenuamente : " Ha 20 anni (la mia età).. e gli manca tutto.!. ".
Al terzo colloquio con il tenente colonnello invece ero deciso e pronto nelle risposte, in altre parole, ero tornato in me.
Gentile Dottore, cosa significava quell'uomo che ho disegnato? C'è un modo per sconfiggere questa emotività momentanea senza ricorerre ad una terapia presso uno psicoterapeuta?
[#6]
Gentile Utente,
non so cosa potesse significare quel disegno: primo perchè io non interpreto i disegni, secondo perchè chi usa questa tecnica la contestualizza. Quindi la psicologa non si sarà basata solo sul disegno ma su altri elementi che però conosce solo lei.
"C'è un modo per sconfiggere questa emotività momentanea senza ricorerre ad una terapia presso uno psicoterapeuta? "
Se lei deve andare a Roma può farlo usando l'autostrada oppure passando attraverso i campi. Nel secondo caso risparmierebbe i soldi del pedaggio e vedrebbe di certo un paesaggio bellissimo, ma arriverebbe molto in ritardo a Roma.
Lei può anche evitare di chiedere un consulto psicoterapeutico, ma questo potrebbe comportare una gravosa perdita di tempo, soprattutto in vista del prossimo esame.
non so cosa potesse significare quel disegno: primo perchè io non interpreto i disegni, secondo perchè chi usa questa tecnica la contestualizza. Quindi la psicologa non si sarà basata solo sul disegno ma su altri elementi che però conosce solo lei.
"C'è un modo per sconfiggere questa emotività momentanea senza ricorerre ad una terapia presso uno psicoterapeuta? "
Se lei deve andare a Roma può farlo usando l'autostrada oppure passando attraverso i campi. Nel secondo caso risparmierebbe i soldi del pedaggio e vedrebbe di certo un paesaggio bellissimo, ma arriverebbe molto in ritardo a Roma.
Lei può anche evitare di chiedere un consulto psicoterapeutico, ma questo potrebbe comportare una gravosa perdita di tempo, soprattutto in vista del prossimo esame.
Questo consulto ha ricevuto 6 risposte e 6.4k visite dal 05/10/2009.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Ansia
Cos'è l'ansia? Tipologie dei disturbi d'ansia, sintomi fisici, cognitivi e comportamentali, prevenzione, diagnosi e cure possibili con psicoterapia o farmaci.