Problemi relazioni e scatti d'ira

Salve, vorrei un aiuto per dei problemi che continuaro a perdurare nel tempo.

Io e il mio fidanzato stiamo insieme da 3 anni e parliamo di convivenza, insomma di una vita insieme.

Io ho 28 anni e lui 27.

Fin dall'inizio abbiamo avuto delle divergenze caratteriali, dei problemi di comunicazione.

A livello sociale è sempre stato abituato a non sentirsi dire mai niente, o comunque a non sentirsi in colpa di nulla perché si era sempre cullato del fatto che lui fosse così e gli alti si dovessero andattare.

Nel corso del tempo insieme questo suo mito è stato sfasato dal confronto costante che abbiamo avuto.

Il reale problema che c'è tra noi da sempre è che non riusciamo a parlare senza che l'altro si senta attaccato.
Si degenera SEMPRE.
È un tira e molla.
Ho cercato di smussare dei miei lati caratteriali ed anche lui nel corso di questo tempo, migliorandoci notevolmente.
Ma adesso ritrovo un muro.

Mi capita spesso di esordire una domanda facendo la premessa che non voglio creare una discussione ma semplicemente parlare, confrontarci, ma puntualmente dall'altra parte c'è un muro.
Se ne va sulla difensiva, inizia a criticarmi, inizia ad urlare ed io a mia volta, ci trasformiamo nella versione peggiore di noi stessi.
Io non mi sento capita e sottovaluta il mio malessere nel non poter parlare serenamente senza dover litigare o distruggerci.

Faccio un esempio:
Mio cognato e mia sorella ci hanno invitati per il capodanno essendo diventati genitori di una bellissima bambina di 2 mesi nonché mia nipote e questa cosa mi entusiasma, ma so' che per il 31 abbiamo già preso accordi per stare dai suoi genitori essendoci la sorella che vive fuori e in più il papà ha avuto un infarto ed è vivo per miracolo quindi ci tiene particolarmente a voler festeggiare, come sempre è accaduto gli altri anni ovvero 25/26/31.

La domanda da me fatta è stata la seguente: "non voglio discutere, ma passeremo mai il 31 anche con i miei?
"
Io non penso di aver detto qualcosa di male o che potesse essere fraintesa come a non voler stare con i suoi conoscendomi sa' benissimo che voglio molto bene alla sua famiglia, ma diventa tutto così difficile, è andato sulla difensiva, del tipo dicendomi "passeremo mai il 24 con i miei?
" "Ti avevo detto che il 31 volevo stare con i miei".

Gli ho fatto presente che stava andando sulla difensiva che non gli avevo detto niente di male, ma niente inizia a ribbolirgli il sangue e urla, grida, mi ha addirittura lasciato.
Non so' come gestire tutto questo, urlo anche io e si degenera.
Dopo esserci separati per non peggiorare le cose, l ho chiamato chiedendogli se si fosse calmato, pare non capire la gravità delle azioni che commette.
Parè non capire la paura che ho nel parlargli, nel porgli delle domande.

Bisogna rispettare i limiti dell'altro ma questo significa non poter parlare di determinate cose?
Significa non essere se stessi?

Perché non posso sentirmi libera di affrontare una conversazione in cui ci si confronta senza timore di doverci lasciare?
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Dr. Armando De Vincentiis Psicologo, Psicoterapeuta 7.2k 220
(...)Perché non posso sentirmi libera di affrontare una conversazione in cui ci si confronta senza timore di doverci lasciare?(..)
già il fatto che lei lamenti questo evidenzia una stato di malessere che lui crea e che dovrebbe essere affrontato.
Una relazione è fatta di comunicazione, se questa viene impedita per timore di ritorsioni emotive allora è una relazione che comincia ad assumere connotazioni tossiche.
dovreste parlarne con un professionista.
Altrimenti si confronti lei con un professionista per impedire di entrare in una dipendenza affettiva.
saluti

Dr. Armando De Vincentiis
Psicologo-Psicoterapeuta
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