Crisi di mezza età?
Buongiorno,
Sono una ragazza di 24 anni e da ormai 1 anni e forse qualcosa in più mio padre è cambiato.
Per intenderci ho sempre avuto l’immagine della famiglia perfetta fino a qualche anno fa, poi questa immagine si è trasformata in una vera e propria bugia perché realmente lui non si è mai comportato bene con mia mamma
Quando erano giovani la picchiava spesso ora invece si limita’ a fare dei discorsi molto strani del tipo che lui vuole il divorzio perché sa che mia madre lo tradisce (con i suoi colleghi di lavoro) cosa assolutamente mai successa e mai succederà perché mia madre si può definire una puritana, arrivata al punto di mettere le telecamere in casa pur di dimostragli che si sbaglia ma inutile dire che non è cambiato nulla.
Io sono seriamente preoccupata perché le sta facendo uno stress psicologico non indifferente girando parole a suo piacimento ed avere una litigata ogni sera, la tratta con disprezzo e non nego che sono preoccupata per l’ incolumità di mia mamma.
Ho provato a parlare a mio padre dicendogli che se se ne voleva andare era libero di farlo e parlandogli ha confermato che questo ragionamento è nella sua testa dicendomi che va a dormire, si alza con questo pensiero mi sembra palese che ha dei traumi ma che non vuole risolvere visto che quando gli ho prenotato una seduta psicologica è andato una solo volta.
Datemi un consiglio su cosa posso fare vi prego perché sto delirando.
Sono una ragazza di 24 anni e da ormai 1 anni e forse qualcosa in più mio padre è cambiato.
Per intenderci ho sempre avuto l’immagine della famiglia perfetta fino a qualche anno fa, poi questa immagine si è trasformata in una vera e propria bugia perché realmente lui non si è mai comportato bene con mia mamma
Quando erano giovani la picchiava spesso ora invece si limita’ a fare dei discorsi molto strani del tipo che lui vuole il divorzio perché sa che mia madre lo tradisce (con i suoi colleghi di lavoro) cosa assolutamente mai successa e mai succederà perché mia madre si può definire una puritana, arrivata al punto di mettere le telecamere in casa pur di dimostragli che si sbaglia ma inutile dire che non è cambiato nulla.
Io sono seriamente preoccupata perché le sta facendo uno stress psicologico non indifferente girando parole a suo piacimento ed avere una litigata ogni sera, la tratta con disprezzo e non nego che sono preoccupata per l’ incolumità di mia mamma.
Ho provato a parlare a mio padre dicendogli che se se ne voleva andare era libero di farlo e parlandogli ha confermato che questo ragionamento è nella sua testa dicendomi che va a dormire, si alza con questo pensiero mi sembra palese che ha dei traumi ma che non vuole risolvere visto che quando gli ho prenotato una seduta psicologica è andato una solo volta.
Datemi un consiglio su cosa posso fare vi prego perché sto delirando.
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"Datemi un consiglio su cosa posso fare vi prego perché sto delirando."
Gentile utente,
è consigliabile che Lei rimanga coi piedi per terra anziché "delirare", se Le è possibile.
Riassumiamo i fatti da Lei esposti:
. I Suoi genitori non vanno d'accordo,
. Suo padre tratta male sua madre,
. Lei figlia convivente si inserisce pensando - faccio l'ipotesi - di poter modificare in meglio la situazione, nell'ipotesi che il responsabile della situazione sia Suo padre: "Crisi di mezza età?" [titolo].
Qualche riflessione.
Loro sono una coppia da prima che Lei nascesse,
hanno un proprio (dis)equilibrio consolidato nel tempo,
che finora però non li ha portati ad una separazione, nè per volontà dell'uno nè dell'altra.
E' straordinariamente raro che l'intervento di un/a figlio/a modifichi i (dis)equilibri della coppia genitoriale; anche perchè al/la figlio/a sfugge completamente su cosa essi si fondino. Eppure essi sono solidi e spesso immutabili nel tempo.
La Sua esigenza e desiderio di tutelare le persona che appare la più debole della coppia, Sua madre, sono ampiamente comprensibili. Però, se Lei Cioppii le chiedesse SE desidera che il marito vada via di casa, probabilmente risponderebbe di NO.
Per sua fortuna, gentile scrivente; perchè in questa eventualità sarebbe Lei a non poter più andarsene da quella casa per non lasciare sola una madre senza marito.
Concludo dicendo che gli equilibri della coppia genitoriale sono insondabili per i figli,
e dunque è altrettanto praticamente impossibile concretizzare l'esigenza di aiutarli attraverso iniziative "in proprio".
E' preferibile eventualmente rivolgersi ad una persona che goda della stima di entrambi della coppia:
.medico di famiglia,
.parroco se praticanti,
.ecc.
E per quanto riguarda Lei, cerchi di valorizzare i - forse pochi - punti positivi della loro relazione. Pensando che prima o poi Lei si farà una vita propria.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Gentile utente,
è consigliabile che Lei rimanga coi piedi per terra anziché "delirare", se Le è possibile.
Riassumiamo i fatti da Lei esposti:
. I Suoi genitori non vanno d'accordo,
. Suo padre tratta male sua madre,
. Lei figlia convivente si inserisce pensando - faccio l'ipotesi - di poter modificare in meglio la situazione, nell'ipotesi che il responsabile della situazione sia Suo padre: "Crisi di mezza età?" [titolo].
Qualche riflessione.
Loro sono una coppia da prima che Lei nascesse,
hanno un proprio (dis)equilibrio consolidato nel tempo,
che finora però non li ha portati ad una separazione, nè per volontà dell'uno nè dell'altra.
E' straordinariamente raro che l'intervento di un/a figlio/a modifichi i (dis)equilibri della coppia genitoriale; anche perchè al/la figlio/a sfugge completamente su cosa essi si fondino. Eppure essi sono solidi e spesso immutabili nel tempo.
La Sua esigenza e desiderio di tutelare le persona che appare la più debole della coppia, Sua madre, sono ampiamente comprensibili. Però, se Lei Cioppii le chiedesse SE desidera che il marito vada via di casa, probabilmente risponderebbe di NO.
Per sua fortuna, gentile scrivente; perchè in questa eventualità sarebbe Lei a non poter più andarsene da quella casa per non lasciare sola una madre senza marito.
Concludo dicendo che gli equilibri della coppia genitoriale sono insondabili per i figli,
e dunque è altrettanto praticamente impossibile concretizzare l'esigenza di aiutarli attraverso iniziative "in proprio".
E' preferibile eventualmente rivolgersi ad una persona che goda della stima di entrambi della coppia:
.medico di famiglia,
.parroco se praticanti,
.ecc.
E per quanto riguarda Lei, cerchi di valorizzare i - forse pochi - punti positivi della loro relazione. Pensando che prima o poi Lei si farà una vita propria.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 17 visite dal 29/12/2024.
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