Dolore da lutto
Buongiorno, ho perso il mio compagno di 49 anni, 83 giorni fa in un incidente automobilistico e ora non riesco a vivere, vorrei spegnermi, in quanto il dolore che provo è atroce, mi viene da urlare, mi sento disperata e persa. Nei primi giorni ho preso del Lexotan e poi più nulla. Non so se gli psicofarmaci siano indicati, non vorrei essere semplicemente sedata e non vorrei sviluppare dipendenza. Ho dei momenti di ansia, di rabbia, enormi sensi di colpa, e non riconosco il mondo che mi circonda, mi sembra che non valga la pena di vivere, perchè ho solo un enorme dolore. Esistono psicologi esperti in tanatologia a Torino? cosa posso fare?
[#1]
Gentile Utente,
il momento che sta vivendo è sicuramente di grande sofferenza, ed è comprensibile sentirsi in balia di un turbinio di emozioni negative che si alternano in lei e oscurano il giusto senso che la sua vita può avere.
E' dura, e spesso ci si sente persi.
Io credo che quello che è opportuno fare in questi momenti è di non fuggire questo dolore. Purtoppo si sta male, ma è l'unica strada che è giusto percorrere per arrivare ad elaborare in modo funzionale questa sua immensa perdita.
E' importante ricordarsi che il supporto emotivo in questo momento è fondamentale a partire dalle persone a lei care e vicine (genitori, parenti, amici); quindi non disdegni la loro vicinanza.
Inoltre potrebbe essere indicato un supporto specialistico: un bravo psicologo/psicoterapeuta potrebbe monitorare che questa sua sofferenza abbia un percorso lineare in quella che sarà l'elaborazione del lutto, e uno psichiatra potrebbe prescriverle una terapia farmacologica.
Sicuramente i farmaci non risolvono il problema, il suo dolore rimane tale e quale, però potrebbero sostenerla in questo momento davvero devastante.
Una corretta terapia farmacologica (antidepressiva) non la farà sentire sedata come invece può esserle capitato con il lexotan che è una benzodiazepina (ansiolitico). Inoltre gli antidepressivi (ad es. gli SSRI) non creano dipendenza e sono di aiuto per prevenire quei possibili circoli viziosi patologici come il rimuginio e i sensi di colpa.
Cordialmente
Massimo Ronchei
il momento che sta vivendo è sicuramente di grande sofferenza, ed è comprensibile sentirsi in balia di un turbinio di emozioni negative che si alternano in lei e oscurano il giusto senso che la sua vita può avere.
E' dura, e spesso ci si sente persi.
Io credo che quello che è opportuno fare in questi momenti è di non fuggire questo dolore. Purtoppo si sta male, ma è l'unica strada che è giusto percorrere per arrivare ad elaborare in modo funzionale questa sua immensa perdita.
E' importante ricordarsi che il supporto emotivo in questo momento è fondamentale a partire dalle persone a lei care e vicine (genitori, parenti, amici); quindi non disdegni la loro vicinanza.
Inoltre potrebbe essere indicato un supporto specialistico: un bravo psicologo/psicoterapeuta potrebbe monitorare che questa sua sofferenza abbia un percorso lineare in quella che sarà l'elaborazione del lutto, e uno psichiatra potrebbe prescriverle una terapia farmacologica.
Sicuramente i farmaci non risolvono il problema, il suo dolore rimane tale e quale, però potrebbero sostenerla in questo momento davvero devastante.
Una corretta terapia farmacologica (antidepressiva) non la farà sentire sedata come invece può esserle capitato con il lexotan che è una benzodiazepina (ansiolitico). Inoltre gli antidepressivi (ad es. gli SSRI) non creano dipendenza e sono di aiuto per prevenire quei possibili circoli viziosi patologici come il rimuginio e i sensi di colpa.
Cordialmente
Massimo Ronchei
[#2]
Gentile Utente,
oggi una buona terapia farmacologica, se strettamente monitorata da uno psichiatra competente, non dà solitamente problemi significativi di dipendenza o altro.
Ma, onestamente, anche se li desse...vista la sofferenza che (posso solo immaginarla) lei sta provando, beh credo sia un prezzo che pagherei volentieri se fossi in lei.
E' vero che, come dice il Collega, si passa dalla sofferenza per guarire, ma nessuno è obbligato a soffrire così tanto!! si può passare da una sofferenza mitigata e gestita, e perchè no...spiegata da una persona competente che le possa stare vicino.
Provi a contattare, quindi, uno psichiatra ed eventualmente una psicoterapeuta di tipo cognitivo-comportamentale
Mi permetto di aggiungere che mi dispiace davvero tanto, e per questo le auguro di stare meglio
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
oggi una buona terapia farmacologica, se strettamente monitorata da uno psichiatra competente, non dà solitamente problemi significativi di dipendenza o altro.
Ma, onestamente, anche se li desse...vista la sofferenza che (posso solo immaginarla) lei sta provando, beh credo sia un prezzo che pagherei volentieri se fossi in lei.
E' vero che, come dice il Collega, si passa dalla sofferenza per guarire, ma nessuno è obbligato a soffrire così tanto!! si può passare da una sofferenza mitigata e gestita, e perchè no...spiegata da una persona competente che le possa stare vicino.
Provi a contattare, quindi, uno psichiatra ed eventualmente una psicoterapeuta di tipo cognitivo-comportamentale
Mi permetto di aggiungere che mi dispiace davvero tanto, e per questo le auguro di stare meglio
Daniel Bulla
dbulla@libero.it
Cordialmente
Daniel Bulla
dbulla@libero.it, Twitter _DanielBulla_
[#3]
Psichiatra
Gentile signora,
il mio punto di vista è in sintonia con il parere espresso dai colleghi, in particolare dal Dr. Bulla.
Ribadisco che i farmaci, se gestiti correttamente, non creano alcun prolema di assuefazione o dipendenza.
Le auguro serenità.
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
il mio punto di vista è in sintonia con il parere espresso dai colleghi, in particolare dal Dr. Bulla.
Ribadisco che i farmaci, se gestiti correttamente, non creano alcun prolema di assuefazione o dipendenza.
Le auguro serenità.
Giuseppe Ruffolo
www.psichiatria-online.it
[#4]
Psicoterapeuta, Medico di medicina generale
Gentile utente
il dolore per la perdita del compagno, avvenuta in modo drammatico, inatteso,improvviso,le creano rabbia ,sofferenza ,una visione offuscata della realta' : sta elaborando la perdita, il lutto, ma non si isoli da chi le puo' stare vicina, non si autpounisca con" sensi di colpa".
Lei continua il percorso della sua vita,occorre tempo per andare oltre il dolore e ricominciare a costruire.
Ora ,un supporto farmacologico ,sotto controllo specialistico, e un supporto psicologico,possono aiutarla in questa fase difficile e drammatica.
Il tempo aiuta
Dott.ssa I.Di Sipio
www.psicomedicina.mi.it
il dolore per la perdita del compagno, avvenuta in modo drammatico, inatteso,improvviso,le creano rabbia ,sofferenza ,una visione offuscata della realta' : sta elaborando la perdita, il lutto, ma non si isoli da chi le puo' stare vicina, non si autpounisca con" sensi di colpa".
Lei continua il percorso della sua vita,occorre tempo per andare oltre il dolore e ricominciare a costruire.
Ora ,un supporto farmacologico ,sotto controllo specialistico, e un supporto psicologico,possono aiutarla in questa fase difficile e drammatica.
Il tempo aiuta
Dott.ssa I.Di Sipio
www.psicomedicina.mi.it
[#5]
Gentile utente,
mi associo a quanto detto dai colleghi.
Mi limito a segnalarle, come tecnica specifica di rielaborazione del lutto e dei traumi, l'EMDR (eye movement desensitization and reprocessing), tecnica per la quale ci sono dei terapeuti esperti nella sua regione.
Le segnalo il sito:
www.emdr.it
Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.
mi associo a quanto detto dai colleghi.
Mi limito a segnalarle, come tecnica specifica di rielaborazione del lutto e dei traumi, l'EMDR (eye movement desensitization and reprocessing), tecnica per la quale ci sono dei terapeuti esperti nella sua regione.
Le segnalo il sito:
www.emdr.it
Cordialmente,
Dr. Chiara Cimbro.
Dott.ssa Chiara Cimbro
Psicologa Psicoterapeuta
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 10k visite dal 23/02/2007.
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