Cosa si può fare se si vuole salvare noi e la relazione contemporaneamente?
Spero di riuscire a farmi capire.
La nostra è una storia forse comune.
Siamo trentenni.
Ci siamo innamorati velocemente (almeno credo).
Altrettanto velocemente abbiamo cercato un bimbo.
Tutto in meno di un anno.
Abbiamo fatto progetti.
Preparato la casa.
Abbiamo condiviso amicizie e famiglie.
Tutto subito.
Ma ci siamo dimenticati di conoscerci a fondo.
Entrambe due caratteri complessi e complessati.
Lui plagiato dai traumi infantili (genitori separati e parecchio problematici) io plagiata da esperienze precedenti (lutti trasversali e tradimenti).
Ad oggi, dopo esserci feriti in ogni modo, (notti fuori casa senza riuscire a contattarlo, parole pesantissime, passati rinfacciati, interventi di amici e famigliari deleteri, forse dipendenze sue all'alcool, episodi abbastanza circoscritti ma di violenza purtroppo, bugie, flirt con altre donne, ricerca di contatto con una ex piuttosto ingombrante ecc...) siamo separati.
Ognuno a casa sua.
Ognuno alla sua vita.
Con questo meraviglioso bimbo di 1 mese.
Cercato per donargli una bellissima famiglia ma che alla fine non gli abbiamo donato.
C'è tanto rancore da parte mia.
Rabbia da parte di entrambe.
Ma ancora amore credo.
Nemmeno l'arrivo del nostro bambino ha cambiato le dinamiche brutte di cui sopra.
Si ripetono.
C'è gelosia.
mancanza di fiducia.
L idea di incontrare quest'uomo anche solo per 1 ora, mi rende nevrastenica dal giorno prima.
Un mio lamento o una mia frase lo rendono feroce come un animale chiuso in gabbia.
Lo penso mammone.
Meschino.
Immaturo.
Furbo.
Manipolatore.
Ed io di contro mi sento una donna schifosa.
Sempre arrabbiata.
Spaventata.
Insicura.
In colpa.
Insoddisfatta.
Per lui la colpa è solo mia.
Per me la colpa è tutta sua.
Eppure la voglia di lottare per questa famiglia mi pulsa incessantemente.
Con la speranza che ce la possiamo fare per il nostro bambino, la nostra famiglia a fare un passo indietro.
A riordinare le priorità.
A mettere la testa apposto.
A tornare a sorridere come i primi mesi.
Quando un abbraccio era "certezza" e non paura.
Una fragilità era "guarigione dal passato" e non giudizio.
Ma per quanto senta questa voglia di lottare per noi, per lui, per le cose belle che abbiamo sognato, vivo in conflitto con la me stessa che mi urla di scappare.
Tutti i giorni.
È amore questo?
O è ciò che rimane di una relazione tossica?
Quali domande sarebbe giusto farci per uscirne, da soli o in coppia ma assolutamente vincenti?
Quali strumenti possiamo usare perché il passato tormentoso non sia più solo una giustificazione per la coscienza ma diventi il traghetto di un presente quantomeno piacevole?
Grazie per chi accoglierà questo bisogno di aiuto concreto.
Lontano da parole e giudizi pendenti.
Vi leggo impaziente.
La nostra è una storia forse comune.
Siamo trentenni.
Ci siamo innamorati velocemente (almeno credo).
Altrettanto velocemente abbiamo cercato un bimbo.
Tutto in meno di un anno.
Abbiamo fatto progetti.
Preparato la casa.
Abbiamo condiviso amicizie e famiglie.
Tutto subito.
Ma ci siamo dimenticati di conoscerci a fondo.
Entrambe due caratteri complessi e complessati.
Lui plagiato dai traumi infantili (genitori separati e parecchio problematici) io plagiata da esperienze precedenti (lutti trasversali e tradimenti).
Ad oggi, dopo esserci feriti in ogni modo, (notti fuori casa senza riuscire a contattarlo, parole pesantissime, passati rinfacciati, interventi di amici e famigliari deleteri, forse dipendenze sue all'alcool, episodi abbastanza circoscritti ma di violenza purtroppo, bugie, flirt con altre donne, ricerca di contatto con una ex piuttosto ingombrante ecc...) siamo separati.
Ognuno a casa sua.
Ognuno alla sua vita.
Con questo meraviglioso bimbo di 1 mese.
Cercato per donargli una bellissima famiglia ma che alla fine non gli abbiamo donato.
C'è tanto rancore da parte mia.
Rabbia da parte di entrambe.
Ma ancora amore credo.
Nemmeno l'arrivo del nostro bambino ha cambiato le dinamiche brutte di cui sopra.
Si ripetono.
C'è gelosia.
mancanza di fiducia.
L idea di incontrare quest'uomo anche solo per 1 ora, mi rende nevrastenica dal giorno prima.
Un mio lamento o una mia frase lo rendono feroce come un animale chiuso in gabbia.
Lo penso mammone.
Meschino.
Immaturo.
Furbo.
Manipolatore.
Ed io di contro mi sento una donna schifosa.
Sempre arrabbiata.
Spaventata.
Insicura.
In colpa.
Insoddisfatta.
Per lui la colpa è solo mia.
Per me la colpa è tutta sua.
Eppure la voglia di lottare per questa famiglia mi pulsa incessantemente.
Con la speranza che ce la possiamo fare per il nostro bambino, la nostra famiglia a fare un passo indietro.
A riordinare le priorità.
A mettere la testa apposto.
A tornare a sorridere come i primi mesi.
Quando un abbraccio era "certezza" e non paura.
Una fragilità era "guarigione dal passato" e non giudizio.
Ma per quanto senta questa voglia di lottare per noi, per lui, per le cose belle che abbiamo sognato, vivo in conflitto con la me stessa che mi urla di scappare.
Tutti i giorni.
È amore questo?
O è ciò che rimane di una relazione tossica?
Quali domande sarebbe giusto farci per uscirne, da soli o in coppia ma assolutamente vincenti?
Quali strumenti possiamo usare perché il passato tormentoso non sia più solo una giustificazione per la coscienza ma diventi il traghetto di un presente quantomeno piacevole?
Grazie per chi accoglierà questo bisogno di aiuto concreto.
Lontano da parole e giudizi pendenti.
Vi leggo impaziente.
[#1]
Gentile utente,
La vostra situazione è sicuramente complessa, lo è stata fin dall’inizio, e lei ne è consapevole.
Avete sperato ed agito come se foste l’uno per l’altro la ciambella di salvataggio, ma, terminato l’innamoramento, ci si rende conto che le difficoltà sono sempre lì.
Lei ci chiede "quali strumenti usare affinché il passato tormentoso non sia più solo una giustificazione, ma diventi un traghetto per il futuro".
Dal modo in cui Lei scrive e dalla capacità di autoanalisi la percepisco come una persona acculturata e in possesso di strumenti culturali; avete pensato ad un percorso di psicoterapia?
Si potrebbe stare a disquisire se individuale o di coppia, ma l’importante è iniziare, da qualsiasi parte; anche considerato che ora siete in tre e che un bambino ha assolutamente bisogno di tranquillità, di serenità, di entrambi i genitori.
Quel che occorre e un* Psicolog* che sia anche psicoterapeuta ( lo verifica qui: https://areariservata.psy.it/albonazionale/ricerca ) con la specializzazione in terapia familiare; e con esperienza.
A voi occorre pazienza e fiducia verso un percorso IN PRESENZA che non sarà breve, ma che rappresenta una chance concreta per costruire la trama e l’ordito della vostra vita.
Quando i due non riescono a mettersi d’accordo nemmeno su questo, è sufficiente che inizi un* dei due, la persona che ha maggiore speranza, o maggiore disperazione, o maggiore lucidità.
Questo è l’aiuto più importante e "concreto" che possiamo darle, e darvi; Indicarvi la via "concreta" da percorrere, nel vostro quotidiano , nella vostra area geografica.
Tutto il resto sarebbero .. "saggi consigli" che in una situazione complessa servono solo a perdere tempo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
La vostra situazione è sicuramente complessa, lo è stata fin dall’inizio, e lei ne è consapevole.
Avete sperato ed agito come se foste l’uno per l’altro la ciambella di salvataggio, ma, terminato l’innamoramento, ci si rende conto che le difficoltà sono sempre lì.
Lei ci chiede "quali strumenti usare affinché il passato tormentoso non sia più solo una giustificazione, ma diventi un traghetto per il futuro".
Dal modo in cui Lei scrive e dalla capacità di autoanalisi la percepisco come una persona acculturata e in possesso di strumenti culturali; avete pensato ad un percorso di psicoterapia?
Si potrebbe stare a disquisire se individuale o di coppia, ma l’importante è iniziare, da qualsiasi parte; anche considerato che ora siete in tre e che un bambino ha assolutamente bisogno di tranquillità, di serenità, di entrambi i genitori.
Quel che occorre e un* Psicolog* che sia anche psicoterapeuta ( lo verifica qui: https://areariservata.psy.it/albonazionale/ricerca ) con la specializzazione in terapia familiare; e con esperienza.
A voi occorre pazienza e fiducia verso un percorso IN PRESENZA che non sarà breve, ma che rappresenta una chance concreta per costruire la trama e l’ordito della vostra vita.
Quando i due non riescono a mettersi d’accordo nemmeno su questo, è sufficiente che inizi un* dei due, la persona che ha maggiore speranza, o maggiore disperazione, o maggiore lucidità.
Questo è l’aiuto più importante e "concreto" che possiamo darle, e darvi; Indicarvi la via "concreta" da percorrere, nel vostro quotidiano , nella vostra area geografica.
Tutto il resto sarebbero .. "saggi consigli" che in una situazione complessa servono solo a perdere tempo.
Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 14 visite dal 23/12/2024.
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