Curiosità sul risveglio

Gentili Dottoresse/Dottori,
avrei una curiosità su cui non ho mai trovato risposte esaustive navigando nel web:

Come mai indistintamente dalla qualità del sonno, quando ci svegliamo dopo una dormita, che sia la notte o il pomeriggio, ci mettiamo un pò di tempo prima di sentirci completamente lucidi?



Grazie e buone feste!
[#1]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
lei ha già parlato di questo nella sua prima richiesta di consulto, al punto #4, in maniera dettagliata.
Ora lo fa in maniera generica, e le linee guida di questa piattaforma specificano che si risponde solo al problema di chi ci scrive, non a curiosità generali.
Questa indicazione manifesta la sua utilità proprio considerando la sua domanda. Lei chiede "Come mai indistintamente dalla qualità del sonno, quando ci svegliamo dopo una dormita, che sia la notte o il pomeriggio, ci mettiamo un pò di tempo prima di sentirci completamente lucidi?".
Così facendo lei dà per scontato:
- che questo fenomeno riguardi tutti;
- che avvenga "indistintamente dalla qualità del sonno".
Per il primo punto, chiunque la può smentire: molte persone si svegliano perfettamente lucide.
Per il secondo occorrerebbe valutare, oltre ai cibi, agli alcoolici, ai farmaci ingeriti (in particolare benzodiazepine) e allo stato di salute generale, la "qualità oggettiva" del sonno, ossia l'alternarsi delle varie fasi che si misurano con le apparecchiature idonee (EEG tra le altre) e altre funzioni come il respiro, la pressione, il battito del cuore, i processi digestivi etc.
Anche i sogni hanno la loro parte, ma lei è già seguita da una curante e immagino ne parlerete.
Ci dettagli il suo specifico problema al riguardo e cercheremo di aiutarla.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
Utente
Utente
La ringrazio per la sua risposta e la ringrazio per avermi ricordato di aver già espresso un consulto analogo.
Sicuramente ho la propensione a preoccuparmi di fenomeni che rientrano nella norma, tra cui appunto mi stavo domandando se si potesse inserire anche questo. ( Chiaramente questo è quanto riferito dalla mia ex psicoterapeuta, non avendo mai toccato pero questo punto nello specifico ).
Ho sbagliato a generalizzare perché effettivamente non posso sapere le altre persone come si sentono quando si svegliano, quindi mi ripropongo e dico che io mi sento in quel modo molto spesso e vedo che capita anche ai miei parenti di metterci un po prima di carburare post dormita.
Avevo sentito parlare di "inerzia del sonno", ma non so quanto ci sia di attendibile. Quindi
diciamo che il mio consulto è un mix tra curiosità e propensione a farmi paranoie.


Grazie, cordiali saluti.
[#3]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 4.4k 194
Gentile utente,
quello che va curato, e a quanto scrive è già stata in terapia, è la sua propensione a preoccuparsi, la quale ha conseguenze apparentemente opposte:
1. la fa vivere concentrata su sintomi fisici o pensieri cha la distolgono dal "qui ed ora", dandole l'impressione di assenza e stordimento di cui ci ha parlato altre volte;
2. le fa ignorare eventuali sintomi fisici o situazioni che dovrebbero invece essere oggetto di attenzione, col dirsi che si tratta sempre e comunque di ansia.
Così, per farle un esempio, avvertendo un mal di pancia che potrebbe essere appendicite lei può dirsi: "Non gli darò peso, è la mia solita tendenza a ingigantire le cose".
L'elemento che forse non è stato curato fino in fondo è l'eccessiva attenzione a stati fisici o pensieri che dovrebbero essere monitorati in automatico e in sordina, per riconoscere i segnali solo quando sono davvero degli allarmi.
Lei invece si osserva sempre, danneggiando la qualità quotidiana della sua vita, e relega tutti i segnali sotto la definizione di ansia, annullando perciò anche quelli che meritano attenzione.
Nella richiesta di consulto che le citavo lei aveva scritto:
"mi domando se sia normale il senso di "confusione" percepito per diverso tempo dopo essermi svegliata; oppure se può considerarsi normale il fatto di sentirmi "scollegata" quando sono sovrappensiero in macchina, o il sentirmi "intontita" a volte dopo i pasti. Il punto è che tendo a far convertire tutto sotto la categoria "ansia" esaminandomi a dismisura, quando invece potrebbe trattarsi di situazioni fisiologiche comuni, magari ingrandite dal mio dargli peso".
Perde di vista il fatto che in qualche caso potrebbe trattarsi di situazioni patologiche. Per esempio la sonnolenza postprandiale, specie alla sua età, potrebbe indicare qualche disturbo digestivo, e ignorarlo nella migliore delle ipotesi vuol dire trascinarsi un disagio che potrebbe essere evitato anche solo curando di più le scelte alimentari.
Tutto questo va riportato alla sua curante e se è il caso anche al medico, ma mi sembra di aver capito che ha interrotto la terapia senza risolvere i problemi d'ansia. Come mai?
Non ci ha mai scritto se assume, anche occasionalmente, benzodiazepine.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com