Differenze tra approcci terapeutici
Buona sera a tutti.
Ho recentemente detto allo psicoterapeuta cognitivo comportamentale che avevo della mutua perché lui insisteva che dovevo fare pace con mio padre e io non volevo.
Inoltre la psichiatra ha detto che è colpa del mio umore basso che io non vado d’accordo con mio padre, ma sono già 2 mesi che mi ha aumentato l’ antidepressivo e io vivo ancora sotto lo stesso tetto di mio padre senza parlarci.
Comunque le conversazioni con questo psicoterapeuta mi sembrano chiacchiere sul più e sul meno insomma gli ho detto io cerco un altro psicoterapeuta e lui ci è rimasto male ma poi ha detto va bene.
Sono passate 2 settimane e io ho fatto 2 colloqui uno con una psicoanalista e uno con una psicodinamica.
La psicoanalista mi sembra che va troppo sulle lunghe mentre la psicodinamica che va troppo in fretta!! ! !
La psicodinamica le ho parlato del mio passato per mezz’ora circa e lei subito dopo ha fatto il punto della situazione mi ha detto che io sono una bomba che non vuole scoppiare perché creerebbe non pochi casini.
Quindi mi ha detto che mi sto trattenendo e mi ha detto che dentro ho un dolore grande.
Un’altra cosa che mi ha colpito della psicodinamica è che su tutto quello che dicevo lei era d’accordo su tutto.
Diceva: esattamente, proprio cosi, hai colto bene il punto.
Vorrei capire
Qual’è la differenza fra uno psicodinamico e lo psicoanalista?
Secondo voi se io vi dico che vorrei capire quando precisamente è nato il mio malessere, se è per mio padre che mi ha alzato le mani, se è per mia zia che si è intromessa varie volte in famiglia, se sono entrambi i miei genitori, mia madre senza carattere e succube e mio padre aggressivo... Un giorno ho scoperto che mio padre si scriveva con un’altra donna.
insomma
Io vorrei mettere in ordine un po’ il passato naturalmente peró andare avanti.
Vorrei anche mettermi faccia a faccia con il dolore ma non vorrei che si ripetesse quello che è successo quando frequentavo una psicoanalista nel 2019 e io ho avuto una rabbia esplosiva che ho espresso in casa dei miei genitori: gli ho detto che erano delle merde non mi ricordo se ero particolarmente infastidita dal fatto che mio padre avesse telefonato alla mia psicologa e quindi per questo sono scoppiata
Comunque la psicodinamica mi ha fatto capire che tratteremo argomenti profondi e potrei scoppiare ma io non voglio perché ho paura sono già 2 anni che mantengo ferme le acque e ho smesso di fare scene perché poi ero 1 contro tutti!! !
Secondo voi quale approccio è più adatto a me?
Grazie infinite
Ho recentemente detto allo psicoterapeuta cognitivo comportamentale che avevo della mutua perché lui insisteva che dovevo fare pace con mio padre e io non volevo.
Inoltre la psichiatra ha detto che è colpa del mio umore basso che io non vado d’accordo con mio padre, ma sono già 2 mesi che mi ha aumentato l’ antidepressivo e io vivo ancora sotto lo stesso tetto di mio padre senza parlarci.
Comunque le conversazioni con questo psicoterapeuta mi sembrano chiacchiere sul più e sul meno insomma gli ho detto io cerco un altro psicoterapeuta e lui ci è rimasto male ma poi ha detto va bene.
Sono passate 2 settimane e io ho fatto 2 colloqui uno con una psicoanalista e uno con una psicodinamica.
La psicoanalista mi sembra che va troppo sulle lunghe mentre la psicodinamica che va troppo in fretta!! ! !
La psicodinamica le ho parlato del mio passato per mezz’ora circa e lei subito dopo ha fatto il punto della situazione mi ha detto che io sono una bomba che non vuole scoppiare perché creerebbe non pochi casini.
Quindi mi ha detto che mi sto trattenendo e mi ha detto che dentro ho un dolore grande.
Un’altra cosa che mi ha colpito della psicodinamica è che su tutto quello che dicevo lei era d’accordo su tutto.
Diceva: esattamente, proprio cosi, hai colto bene il punto.
Vorrei capire
Qual’è la differenza fra uno psicodinamico e lo psicoanalista?
Secondo voi se io vi dico che vorrei capire quando precisamente è nato il mio malessere, se è per mio padre che mi ha alzato le mani, se è per mia zia che si è intromessa varie volte in famiglia, se sono entrambi i miei genitori, mia madre senza carattere e succube e mio padre aggressivo... Un giorno ho scoperto che mio padre si scriveva con un’altra donna.
insomma
Io vorrei mettere in ordine un po’ il passato naturalmente peró andare avanti.
Vorrei anche mettermi faccia a faccia con il dolore ma non vorrei che si ripetesse quello che è successo quando frequentavo una psicoanalista nel 2019 e io ho avuto una rabbia esplosiva che ho espresso in casa dei miei genitori: gli ho detto che erano delle merde non mi ricordo se ero particolarmente infastidita dal fatto che mio padre avesse telefonato alla mia psicologa e quindi per questo sono scoppiata
Comunque la psicodinamica mi ha fatto capire che tratteremo argomenti profondi e potrei scoppiare ma io non voglio perché ho paura sono già 2 anni che mantengo ferme le acque e ho smesso di fare scene perché poi ero 1 contro tutti!! !
Secondo voi quale approccio è più adatto a me?
Grazie infinite
[#1]
Gentile utente,
questa domanda va rivolta al/la professionista a cui si rivolgerà.
Ogni psicolog* si prende cura delle necessità psichiche del paziente, riparando per quanto possibile le ferite invisibili e modificando i processi ideativi, emotivi e comportamentali che tengono in vita il suo disagio.
Apparentemente le varie "scuole" usano strumenti diversi, ma in ultima analisi tutte curano le persone attraverso la psiche. Questo è il significato del termine "psicoterapia", non quello, come alcuni erroneamente credono, di "cura della psiche"; altrimenti "musicoterapia" vorrebbe dire "cura della musica", e "fangoterapia" vorrebbe dire "cura del fango".
Concezioni leggermente diverse della psiche e del suo funzionamento si sono succedute nei secoli: si parla di cura della psiche già nel quarto secolo avanti Cristo, con le Scuole Ellenistiche e negli Asclepeion (legga in rete).
Già allora le procedure per raggiungere il benessere mentale percorrevano strade diverse, ma il risultato comune era appunto quello di far stare bene il paziente. Così avviene anche con le moderne concezioni della psicologia scientifica, nata dal Positivismo.
Tutte le tecniche e tutte le procedure, anche quelle nuovissime che passano attraverso l'attivazione corporea (la Bioenergetica, la Sensori-motoria), in ultima analisi fanno sperimentare al paziente una modifica della mente che produce un cambiamento stabile, se supportata da esercizio e volontà.
Anche i farmaci ottengono lo stesso effetto: fanno sperimentare la calma a chi è agitato o l'ottimismo a chi è depresso. Mantenere poi questi effetti passa attraverso una ristrutturazione profonda delle proprie idee, delle proprie azioni, delle proprie emozioni.
La psicoanalisi cerca di ottenere questo facendo emergere i ricordi dei fatti che hanno creato nel lontano passato una visione disfunzionale che alimenta tuttora la sofferenza; la "psicologia psicodinamica" è un insieme di varie teorie psicoanalitiche e attinge anche ad elementi cognitivisti; la scuola cognitivo-comportamentale cerca di agire sul presente, nella considerazione del fatto che se un'esperienza ci ha feriti in un remoto passato, è il suo ricordo attuale che ci fa stare male ancora, ossia le sue conseguenze permanenti in termini di azioni, emozioni e idee.
Se si vuole far credere al paziente che una sola scuola sia adatta a lui o lei, tutto questo serve solo a confonderlo. Piuttosto è bene sapere che determinate tecniche possono essere più efficaci a seconda della diagnosi ricevuta: ci sono specialisti che curano in particolare il disturbo ossessivo-compulsivo, altri le fobie, altri i disturbi di personalità e così via, in base all'esperienza, e non solo alla teoria studiata.
Personalmente scarterei gli specialisti che sostengono che ognuno è fatto a modo suo e che la malattia essendo un tratto personale non va guarita; quelli che praticano una terapia che ha il solo scopo di capire cosa ci ha fatto male quando eravamo piccoli, senza poi usare questa nozione per modificare il presente; e in generale tutti quelli che non disegnano un percorso realisticamente percorribile verso un miglioramento.
Lei ha ricavato una sua visione dei vari specialisti consultati, ma ne ha discusso con loro? Le nostre impressioni non sempre sono un quadro fedele della realtà.
Del cognitivo-comportamentale per esempio dice: "le conversazioni con questo psicoterapeuta mi sembrano chiacchiere sul più e sul meno", ma nello stesso tempo lo ha lasciato perché lui le ha prospettato l'opportunità di far pace con suo padre. Non si accorge della contraddizione? Altro che chiacchiere! Questo specialista le ha indicato la strada operativa verso la guarigione, le ha assegnato un compito.
Il fatto è che lei non accetta una terapia attiva, almeno in questo momento; ma avrebbe potuto parlare delle sue resistenze, farne strumento di terapia. Invece è scappata.
Le osservazioni sulle altre due professioniste non hanno quasi rilievo, avendole viste una sola volta.
La cosa fondamentale che lei dovrebbe chiedersi e discutere col terapeuta che sceglierà è questa: lei vuole davvero guarire?
Questa volontà implica il cambiare idee, modi di agire, visione della realtà. Un processo difficile e a volte doloroso, che richiede sforzo. La sua reazione alla proposta di far pace con suo padre fa pensare che lei non sia pronta o non sia disponibile al cambiamento. Ne parli col curante che sceglierà.
Auguri.
questa domanda va rivolta al/la professionista a cui si rivolgerà.
Ogni psicolog* si prende cura delle necessità psichiche del paziente, riparando per quanto possibile le ferite invisibili e modificando i processi ideativi, emotivi e comportamentali che tengono in vita il suo disagio.
Apparentemente le varie "scuole" usano strumenti diversi, ma in ultima analisi tutte curano le persone attraverso la psiche. Questo è il significato del termine "psicoterapia", non quello, come alcuni erroneamente credono, di "cura della psiche"; altrimenti "musicoterapia" vorrebbe dire "cura della musica", e "fangoterapia" vorrebbe dire "cura del fango".
Concezioni leggermente diverse della psiche e del suo funzionamento si sono succedute nei secoli: si parla di cura della psiche già nel quarto secolo avanti Cristo, con le Scuole Ellenistiche e negli Asclepeion (legga in rete).
Già allora le procedure per raggiungere il benessere mentale percorrevano strade diverse, ma il risultato comune era appunto quello di far stare bene il paziente. Così avviene anche con le moderne concezioni della psicologia scientifica, nata dal Positivismo.
Tutte le tecniche e tutte le procedure, anche quelle nuovissime che passano attraverso l'attivazione corporea (la Bioenergetica, la Sensori-motoria), in ultima analisi fanno sperimentare al paziente una modifica della mente che produce un cambiamento stabile, se supportata da esercizio e volontà.
Anche i farmaci ottengono lo stesso effetto: fanno sperimentare la calma a chi è agitato o l'ottimismo a chi è depresso. Mantenere poi questi effetti passa attraverso una ristrutturazione profonda delle proprie idee, delle proprie azioni, delle proprie emozioni.
La psicoanalisi cerca di ottenere questo facendo emergere i ricordi dei fatti che hanno creato nel lontano passato una visione disfunzionale che alimenta tuttora la sofferenza; la "psicologia psicodinamica" è un insieme di varie teorie psicoanalitiche e attinge anche ad elementi cognitivisti; la scuola cognitivo-comportamentale cerca di agire sul presente, nella considerazione del fatto che se un'esperienza ci ha feriti in un remoto passato, è il suo ricordo attuale che ci fa stare male ancora, ossia le sue conseguenze permanenti in termini di azioni, emozioni e idee.
Se si vuole far credere al paziente che una sola scuola sia adatta a lui o lei, tutto questo serve solo a confonderlo. Piuttosto è bene sapere che determinate tecniche possono essere più efficaci a seconda della diagnosi ricevuta: ci sono specialisti che curano in particolare il disturbo ossessivo-compulsivo, altri le fobie, altri i disturbi di personalità e così via, in base all'esperienza, e non solo alla teoria studiata.
Personalmente scarterei gli specialisti che sostengono che ognuno è fatto a modo suo e che la malattia essendo un tratto personale non va guarita; quelli che praticano una terapia che ha il solo scopo di capire cosa ci ha fatto male quando eravamo piccoli, senza poi usare questa nozione per modificare il presente; e in generale tutti quelli che non disegnano un percorso realisticamente percorribile verso un miglioramento.
Lei ha ricavato una sua visione dei vari specialisti consultati, ma ne ha discusso con loro? Le nostre impressioni non sempre sono un quadro fedele della realtà.
Del cognitivo-comportamentale per esempio dice: "le conversazioni con questo psicoterapeuta mi sembrano chiacchiere sul più e sul meno", ma nello stesso tempo lo ha lasciato perché lui le ha prospettato l'opportunità di far pace con suo padre. Non si accorge della contraddizione? Altro che chiacchiere! Questo specialista le ha indicato la strada operativa verso la guarigione, le ha assegnato un compito.
Il fatto è che lei non accetta una terapia attiva, almeno in questo momento; ma avrebbe potuto parlare delle sue resistenze, farne strumento di terapia. Invece è scappata.
Le osservazioni sulle altre due professioniste non hanno quasi rilievo, avendole viste una sola volta.
La cosa fondamentale che lei dovrebbe chiedersi e discutere col terapeuta che sceglierà è questa: lei vuole davvero guarire?
Questa volontà implica il cambiare idee, modi di agire, visione della realtà. Un processo difficile e a volte doloroso, che richiede sforzo. La sua reazione alla proposta di far pace con suo padre fa pensare che lei non sia pronta o non sia disponibile al cambiamento. Ne parli col curante che sceglierà.
Auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
![Utente Utente](https://static.medicitalia.it/public/avatars-ready/donna.webp)
Utente
Intanto grazie per la risposta molto sostanziosa. Le rispondo alla domanda: io voglio guarire, ma non facendo cose che non voglio e io non voglio fare pace con mio padre.
Però questa domanda mi ha fatto riflettere perché alla fine per tenere calme le acque io probabilmente tornerò dallo psico Cognitivo comportamentale.
Ed anche qui scappo da una possibile agitazione interiore o dal caos di emozioni che si creerebbe dentro di me. Poiché mi ha fatto intendere la psicodinamica che saremo andate a trattare temi profondi e importanti e che questa mia forma di apatia non è altro che paura di essere travolta dalle emozioni.
Io scappo dal dolore dentro di me che è tanto!! Che non riesco a rivivere.
Dunque lo psico cognitivo che ho da 2 anni dice fai pace con tuo padre e invece lei,(che gli ho detto che mio padre mi ha menata) ha detto che potrei rivivere emozioni negative e astio contro mio padre.
Forse alla fine scelgo la psicoanalista
Però questa domanda mi ha fatto riflettere perché alla fine per tenere calme le acque io probabilmente tornerò dallo psico Cognitivo comportamentale.
Ed anche qui scappo da una possibile agitazione interiore o dal caos di emozioni che si creerebbe dentro di me. Poiché mi ha fatto intendere la psicodinamica che saremo andate a trattare temi profondi e importanti e che questa mia forma di apatia non è altro che paura di essere travolta dalle emozioni.
Io scappo dal dolore dentro di me che è tanto!! Che non riesco a rivivere.
Dunque lo psico cognitivo che ho da 2 anni dice fai pace con tuo padre e invece lei,(che gli ho detto che mio padre mi ha menata) ha detto che potrei rivivere emozioni negative e astio contro mio padre.
Forse alla fine scelgo la psicoanalista
[#3]
Gentile utente,
lei scrive: "io voglio guarire, ma non facendo cose che non voglio".
Se le dicono che ha l'appendicite e si deve operare d'urgenza, lei oppone che vuole guarire, ma senza farsi operare?
Le avevo chiarito che la strada verso il miglioramento è un processo difficile e a volte doloroso, che richiede sforzo. Adesso aggiungo: come per operarsi all'addome lei sarà anestetizzata, e sentirà un dolore ridotto e sopportabile, così per affrontare il dolore psichico del passato sarà guidata passo per passo dal terapeuta al quale vorrà affidarsi. Inoltre anche durante questo percorso potrà avvalersi di farmaci che possono aiutarla a contenere il dolore.
L'alternativa è il permanere in uno stato di narcosi auto-indotta, come le ha detto la psicologa psicodinamica, da cui non uscirà verso la guarigione.
Dice di aver paura di essere travolta dalle emozioni, di scappare dal troppo dolore che ha dentro. Ma questo dolore, non palesato alla coscienza, la consuma nell'inconscio.
Un terapeuta l'aiuterà a capire che lei, adulta, mentre ricorderà il male subito nel passato, non sarà più la bambina di allora, ma una donna grande e forte che non è facile colpire con le armi che un tempo la ferirono.
Questa sua paura, giustificabile, dev'essere riferita al curante per farne uno strumento non di fuga, ma di cura.
Le rivolgo i miei migliori auguri.
lei scrive: "io voglio guarire, ma non facendo cose che non voglio".
Se le dicono che ha l'appendicite e si deve operare d'urgenza, lei oppone che vuole guarire, ma senza farsi operare?
Le avevo chiarito che la strada verso il miglioramento è un processo difficile e a volte doloroso, che richiede sforzo. Adesso aggiungo: come per operarsi all'addome lei sarà anestetizzata, e sentirà un dolore ridotto e sopportabile, così per affrontare il dolore psichico del passato sarà guidata passo per passo dal terapeuta al quale vorrà affidarsi. Inoltre anche durante questo percorso potrà avvalersi di farmaci che possono aiutarla a contenere il dolore.
L'alternativa è il permanere in uno stato di narcosi auto-indotta, come le ha detto la psicologa psicodinamica, da cui non uscirà verso la guarigione.
Dice di aver paura di essere travolta dalle emozioni, di scappare dal troppo dolore che ha dentro. Ma questo dolore, non palesato alla coscienza, la consuma nell'inconscio.
Un terapeuta l'aiuterà a capire che lei, adulta, mentre ricorderà il male subito nel passato, non sarà più la bambina di allora, ma una donna grande e forte che non è facile colpire con le armi che un tempo la ferirono.
Questa sua paura, giustificabile, dev'essere riferita al curante per farne uno strumento non di fuga, ma di cura.
Le rivolgo i miei migliori auguri.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 86 visite dal 16/12/2024.
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