Mio figlio ha rimosso un ricordo doloroso
Gentili psicologi, mio figlio di 7 anni meno di 2 anni fa, all'età di 5 anni e mezzo, ha subito un ricovero per un'otite molto forte.
Premetto che si tratta di un bambino con una buona memoria, ricorda dettagli del passato che noi adulto abbiamo dimenticato.
Del ricovero ricorda tutto: ciò che mangiava in ospedale, come passava il tempo, il dispositivo a forma di pistola per misurare la febbre, cosa gli dicevano le oss... ecc...
In occasione del ricovero il bambino ha vissuto un momento estremamente doloroso durante la visita dell'otorino che per necessità diagnostiche ha dovuto manipolare con forza l'orecchio dolente.
Il dolore è stato così forte che subito dopo mio figlio si è accasciato in braccio al papà come se dormisse.
Mi meraviglia molto il fatto che oggi non ricorda assolutamente nulla di quello dolorosissima visita.
Ricorda tutto fino a pochi istanti prima della visita, ma il dolore non lo ricorda.
Pare che i ricordi dolorosi rimossi possano riemergere sottoforma di disturbi o altro.
E' così?
Cosa potrei fare per aiutarlo?
Grazie
Premetto che si tratta di un bambino con una buona memoria, ricorda dettagli del passato che noi adulto abbiamo dimenticato.
Del ricovero ricorda tutto: ciò che mangiava in ospedale, come passava il tempo, il dispositivo a forma di pistola per misurare la febbre, cosa gli dicevano le oss... ecc...
In occasione del ricovero il bambino ha vissuto un momento estremamente doloroso durante la visita dell'otorino che per necessità diagnostiche ha dovuto manipolare con forza l'orecchio dolente.
Il dolore è stato così forte che subito dopo mio figlio si è accasciato in braccio al papà come se dormisse.
Mi meraviglia molto il fatto che oggi non ricorda assolutamente nulla di quello dolorosissima visita.
Ricorda tutto fino a pochi istanti prima della visita, ma il dolore non lo ricorda.
Pare che i ricordi dolorosi rimossi possano riemergere sottoforma di disturbi o altro.
E' così?
Cosa potrei fare per aiutarlo?
Grazie
[#1]
Gentile utente,
il bambino si è accasciato perché probabilmente è rimasto stordito per pochi secondi, a causa del dolore o più facilmente a causa della pressione sull'orecchio, che come lei sa è la zona deputata all'equilibrio. Provi a girare rapidamente su sé stessa ad occhi chiusi e potrà verificarlo. Meglio ancora, lo chieda a qualunque otorino.
Per questo la manipolazione della zona auricolare, che era gonfia e infiammata, ha avuto l'effetto che sa: in ogni caso ha agito da analgesico naturale... per fortuna. Cerchi di non creare lei a suo un falso ricordo di "dolore insopportabile" e di esperienza traumatica.
Buone cose.
il bambino si è accasciato perché probabilmente è rimasto stordito per pochi secondi, a causa del dolore o più facilmente a causa della pressione sull'orecchio, che come lei sa è la zona deputata all'equilibrio. Provi a girare rapidamente su sé stessa ad occhi chiusi e potrà verificarlo. Meglio ancora, lo chieda a qualunque otorino.
Per questo la manipolazione della zona auricolare, che era gonfia e infiammata, ha avuto l'effetto che sa: in ogni caso ha agito da analgesico naturale... per fortuna. Cerchi di non creare lei a suo un falso ricordo di "dolore insopportabile" e di esperienza traumatica.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#3]
Gentile utente,
forse suo figlio, come molti, ha la fortuna di censurare i disagi estremi. Del resto lei non può sapere in quale momento sia avvenuta la perdita di coscienza: può essere avvenuta qualche secondo prima che si accasciasse.
Inoltre, perché un ricordo si fissi nella coscienza occorre non solo una memoria fisica dell'episodio, ma una memoria semantica: ossia, il bambino dev'essere stato in grado di capire e verbalizzare l'evento.
Forse non ce n'è stato il tempo, forse il bambino non aveva le parole (che nascono dall'esperienza) per dirsi che un adulto gli stava facendo male.
Per questo è necessario che gli adulti non raccontino ai bambini episodi terrorizzanti di cui sono stati protagonisti senza esserne consapevoli. Si fa in questo modo una doppia violenza: all'immagine che hanno del loro passato e alla loro fiducia nella propria capacità cognitiva.
Colgo l'occasione per augurarle buone feste.
forse suo figlio, come molti, ha la fortuna di censurare i disagi estremi. Del resto lei non può sapere in quale momento sia avvenuta la perdita di coscienza: può essere avvenuta qualche secondo prima che si accasciasse.
Inoltre, perché un ricordo si fissi nella coscienza occorre non solo una memoria fisica dell'episodio, ma una memoria semantica: ossia, il bambino dev'essere stato in grado di capire e verbalizzare l'evento.
Forse non ce n'è stato il tempo, forse il bambino non aveva le parole (che nascono dall'esperienza) per dirsi che un adulto gli stava facendo male.
Per questo è necessario che gli adulti non raccontino ai bambini episodi terrorizzanti di cui sono stati protagonisti senza esserne consapevoli. Si fa in questo modo una doppia violenza: all'immagine che hanno del loro passato e alla loro fiducia nella propria capacità cognitiva.
Colgo l'occasione per augurarle buone feste.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 5 risposte e 192 visite dal 14/12/2024.
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