Amica problematica
Buongiorno, Conosco da tanti anni una persona, mia coetanea, che secondo mi ha creato continui problemi con i suoi comportamenti ambigui ma non sono mai riuscita a capire che problemi abbia.
L' ho conosciuta alle elementari, ai tempi era una bambina che inventava bugie per risultare interessante, a scuola aveva buoni voti (come me) e tutti sapevamo che il padre la picchiasse.
Stetti con lei parte delle elementari, per poi essere cercata da lei durante liceo.
Lei non ha mai fatto mistero di come mi ammirasse, da subito si colorò i capelli del mio stesso colore e capivo che voleva e credeva che ci somigliassimo fisicamente (siamo molto diverse).
Negli anni si è ingrassata sempre di più, andava a letto con tutti gli amici di amici facendosi trattare con sufficienza, inoltre ha sempre ostentato complimenti da parte di uomini che nessuno ha mai visto.
Sfruttava e abusava dell' ospitalità mia e di altri amici, tanto che già al suo compiere i suoi 21 anni nessuno di noi aveva voglia di festeggiarla: eravamo stanchi e provati da lei.
Non le si poteva mai dare un consiglio che scoppiava a piangere facendo una voce puerile e in falsetto, risultando quasi ridicola.
Una volta partii dai miei nonni in campagna con una mia amica e lei, che andava in un posto con l' ennesimo amico di un amico, ci mise in mezzo per forza, quasi obbligandomi a fare 70 km per raggiungerla assicurandomi che lui sapesse di noi e che ci potesse ospitare.
Una volta lì, lui non sapeva nulla e noi rimanemmo in mezzo a una strada.
Non le parlai più per tre anni.
Poi, approfittando del fatto che io stessi fuori per lavoro, sola, iniziò a chiamarmi spesso e la rividi.
Negli anni, continuò a cercare di attirare l' attenzione, ad esempio facendosi spesso male fisicamente.
Si è messa con un uomo di vent' anni più vecchio di tutti noi, ubriacone e misogino.
Dopo anni sta ancora con lui.
Le è venuto un tumore al seno perché è nata con problemi ormonali e nonostante il medico le avesse dato una terapia per controllare i suoi problemi, non l' ha più seguita lamentando problemi estetici (è comunque obesa).
Ha smesso di fare yoga perché dice di non riconoscersi allo specchio della palestra, cosa che trovo inquietante.
Il suo compagno ci ha rovinato serate e pranzi perché è maleducato, ma continuavo ogni tanto a vederli perché lei mi ha sempre chiesto di vederci, quasi pregandomi.
Mi fa mille domande perché vuole sapere i dettagli della mia vita e soprattutto se la escludo da essa, e poi racconta tutto agli altri per fare vedere che lei frequenta tutti ma in realtà nessuno la vuole più vedere, né lei né il compagno.
Mi porto appresso questa presenza ingombrante da tutta le vita e vorrei davvero capire che problemi abbia, è stata una figura opprimente per me.
Grazie a chi mi risponderà
L' ho conosciuta alle elementari, ai tempi era una bambina che inventava bugie per risultare interessante, a scuola aveva buoni voti (come me) e tutti sapevamo che il padre la picchiasse.
Stetti con lei parte delle elementari, per poi essere cercata da lei durante liceo.
Lei non ha mai fatto mistero di come mi ammirasse, da subito si colorò i capelli del mio stesso colore e capivo che voleva e credeva che ci somigliassimo fisicamente (siamo molto diverse).
Negli anni si è ingrassata sempre di più, andava a letto con tutti gli amici di amici facendosi trattare con sufficienza, inoltre ha sempre ostentato complimenti da parte di uomini che nessuno ha mai visto.
Sfruttava e abusava dell' ospitalità mia e di altri amici, tanto che già al suo compiere i suoi 21 anni nessuno di noi aveva voglia di festeggiarla: eravamo stanchi e provati da lei.
Non le si poteva mai dare un consiglio che scoppiava a piangere facendo una voce puerile e in falsetto, risultando quasi ridicola.
Una volta partii dai miei nonni in campagna con una mia amica e lei, che andava in un posto con l' ennesimo amico di un amico, ci mise in mezzo per forza, quasi obbligandomi a fare 70 km per raggiungerla assicurandomi che lui sapesse di noi e che ci potesse ospitare.
Una volta lì, lui non sapeva nulla e noi rimanemmo in mezzo a una strada.
Non le parlai più per tre anni.
Poi, approfittando del fatto che io stessi fuori per lavoro, sola, iniziò a chiamarmi spesso e la rividi.
Negli anni, continuò a cercare di attirare l' attenzione, ad esempio facendosi spesso male fisicamente.
Si è messa con un uomo di vent' anni più vecchio di tutti noi, ubriacone e misogino.
Dopo anni sta ancora con lui.
Le è venuto un tumore al seno perché è nata con problemi ormonali e nonostante il medico le avesse dato una terapia per controllare i suoi problemi, non l' ha più seguita lamentando problemi estetici (è comunque obesa).
Ha smesso di fare yoga perché dice di non riconoscersi allo specchio della palestra, cosa che trovo inquietante.
Il suo compagno ci ha rovinato serate e pranzi perché è maleducato, ma continuavo ogni tanto a vederli perché lei mi ha sempre chiesto di vederci, quasi pregandomi.
Mi fa mille domande perché vuole sapere i dettagli della mia vita e soprattutto se la escludo da essa, e poi racconta tutto agli altri per fare vedere che lei frequenta tutti ma in realtà nessuno la vuole più vedere, né lei né il compagno.
Mi porto appresso questa presenza ingombrante da tutta le vita e vorrei davvero capire che problemi abbia, è stata una figura opprimente per me.
Grazie a chi mi risponderà
[#1]
Gentile utente,
è invalsa oggi l'abitudine di cercare una diagnosi per tutti i comportamenti non mediamente diffusi, considerando tutte le idee, le azioni e i sentimenti inconsueti come patologie.
Si è quindi persa la capacità di leggere certi comportamenti come frutto di una cattiva educazione familiare, combinata con le esperienze e le scelte del soggetto stesso, educazione che arreca disturbo al soggetto e all'ambiente.
Lei ha scritto che questa donna da bambina veniva picchiata dal padre, quindi non è stata istradata a sviluppare capacità empatiche e rispetto di sé, e nemmeno rispetto per gli altri. Tuttavia a livello personale poteva aprire gli occhi e attuare dei cambiamenti, oppure rifugiarsi dietro frasi come: "Sono fatta così" o "questo è il mio carattere", che in realtà significano: "ho preso queste abitudini e non le voglio cambiare".
Oggi si fa poco per dare ai propri figli quella che un tempo si chiamava "buona educazione" e prevedeva il rispetto di sé e degli altri, e non si fa nulla per segnalare all'adulto che percorre una strada verso l'isolamento sociale quali sono i suoi modi inaccettabili.
La persona sgradevole si conferma nell'idea che se gli altri la scansano, il difetto è in loro, mentre segnalarle che un certo comportamento ci arreca disturbo potrebbe aiutarla a riflettere e a correggersi. La sua "amica" in effetti sembra fare molti errori relazionali, e se nessuno glieli fa notare continuerà all'infinito.
Esistono dei corsi, in presenza e online, sulla comunicazione interpersonale; anche manuali di facile lettura. Esiste un'intera branca della psicologia, la Psicologia della Salute, che con un approccio bio-psico-sociale corregge quei comportamenti che arrecano nocumento a chi li pratica, sostenuti da idee e schemi mentali disfunzionali al benessere.
La persona che non si accorge di essere sgradevole subisce il sistematico rifiuto da parte degli altri: sarebbe gentile informarla. La modalità corretta è quella di riferire il proprio sentire, anziché dare un giudizio su di lei.
Per spiegarmi le farò un esempio. La persona che ha modi sgradevoli, mai empatici, mai riguardosi verso gli altri, può essere paragonata alla persona che non si lava. Lei stessa non sente il proprio cattivo odore, ma gli altri sì, e si allontanano.
Egoisticamente si può rinunciare a frequentare questa persona senza dirle nulla; generosamente invece le si può tenere un discorso che rimanda il difetto a noi, non a lei: "Laura (o Mario), ti devo confessare una mia debolezza: ho un'ipersensibilità all'odore di abiti intrisi di sudore. Oggi ti starò lontana, ma da domani se vuoi che ci vediamo ti prego di fare la doccia e di cambiarti: gli odori delle sostanze organiche in decomposizione mi provocano malessere".
Nel caso della sua amica può cominciare a segnalare le caratteristiche che più marcatamente le danno fastidio; ovviamente quelle che ricadono su lei che ci scrive, come il farla spostare di chilometri per poi lasciarla in mezzo ad una strada o il portare con sé un uomo che non è amico di nessuno e ha modi inurbani o il raccontare cose che sembrano palesi bugie o il chiederle fatti personali per poi divulgarli.
Non si tratta di dare consigli; dica quello che disturba lei che ci scrive, definendolo una sua debolezza. L'alternativa è non vedere più questa persona, senza nemmeno cercare di aiutarla.
Ci faccia sapere il suo pensiero al riguardo.
Buone feste.
è invalsa oggi l'abitudine di cercare una diagnosi per tutti i comportamenti non mediamente diffusi, considerando tutte le idee, le azioni e i sentimenti inconsueti come patologie.
Si è quindi persa la capacità di leggere certi comportamenti come frutto di una cattiva educazione familiare, combinata con le esperienze e le scelte del soggetto stesso, educazione che arreca disturbo al soggetto e all'ambiente.
Lei ha scritto che questa donna da bambina veniva picchiata dal padre, quindi non è stata istradata a sviluppare capacità empatiche e rispetto di sé, e nemmeno rispetto per gli altri. Tuttavia a livello personale poteva aprire gli occhi e attuare dei cambiamenti, oppure rifugiarsi dietro frasi come: "Sono fatta così" o "questo è il mio carattere", che in realtà significano: "ho preso queste abitudini e non le voglio cambiare".
Oggi si fa poco per dare ai propri figli quella che un tempo si chiamava "buona educazione" e prevedeva il rispetto di sé e degli altri, e non si fa nulla per segnalare all'adulto che percorre una strada verso l'isolamento sociale quali sono i suoi modi inaccettabili.
La persona sgradevole si conferma nell'idea che se gli altri la scansano, il difetto è in loro, mentre segnalarle che un certo comportamento ci arreca disturbo potrebbe aiutarla a riflettere e a correggersi. La sua "amica" in effetti sembra fare molti errori relazionali, e se nessuno glieli fa notare continuerà all'infinito.
Esistono dei corsi, in presenza e online, sulla comunicazione interpersonale; anche manuali di facile lettura. Esiste un'intera branca della psicologia, la Psicologia della Salute, che con un approccio bio-psico-sociale corregge quei comportamenti che arrecano nocumento a chi li pratica, sostenuti da idee e schemi mentali disfunzionali al benessere.
La persona che non si accorge di essere sgradevole subisce il sistematico rifiuto da parte degli altri: sarebbe gentile informarla. La modalità corretta è quella di riferire il proprio sentire, anziché dare un giudizio su di lei.
Per spiegarmi le farò un esempio. La persona che ha modi sgradevoli, mai empatici, mai riguardosi verso gli altri, può essere paragonata alla persona che non si lava. Lei stessa non sente il proprio cattivo odore, ma gli altri sì, e si allontanano.
Egoisticamente si può rinunciare a frequentare questa persona senza dirle nulla; generosamente invece le si può tenere un discorso che rimanda il difetto a noi, non a lei: "Laura (o Mario), ti devo confessare una mia debolezza: ho un'ipersensibilità all'odore di abiti intrisi di sudore. Oggi ti starò lontana, ma da domani se vuoi che ci vediamo ti prego di fare la doccia e di cambiarti: gli odori delle sostanze organiche in decomposizione mi provocano malessere".
Nel caso della sua amica può cominciare a segnalare le caratteristiche che più marcatamente le danno fastidio; ovviamente quelle che ricadono su lei che ci scrive, come il farla spostare di chilometri per poi lasciarla in mezzo ad una strada o il portare con sé un uomo che non è amico di nessuno e ha modi inurbani o il raccontare cose che sembrano palesi bugie o il chiederle fatti personali per poi divulgarli.
Non si tratta di dare consigli; dica quello che disturba lei che ci scrive, definendolo una sua debolezza. L'alternativa è non vedere più questa persona, senza nemmeno cercare di aiutarla.
Ci faccia sapere il suo pensiero al riguardo.
Buone feste.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
La ringrazio per la cortese risposta,
In realtà ho sempre provato a farle notare le cose che di lei mi davano fastidio, ma, in passato, alla prima osservazione scoppiava in lacrime, quindi negli anni mi sono autocensurata perché non volevo essere causa di ulteriore disagio.
Mi ha anche chiesto molte volte il mio parere sul suo compagno e, anche se provavo a dirle che è una persona pesante, sembrava come non voler capire, o sentire.
In realtà ho sempre provato a farle notare le cose che di lei mi davano fastidio, ma, in passato, alla prima osservazione scoppiava in lacrime, quindi negli anni mi sono autocensurata perché non volevo essere causa di ulteriore disagio.
Mi ha anche chiesto molte volte il mio parere sul suo compagno e, anche se provavo a dirle che è una persona pesante, sembrava come non voler capire, o sentire.
[#3]
Gentile utente,
le ripeto che c'è una grande differenza tra lo scusarsi di una propria debolezza e il dire invece all'altro dove sbaglia.
Provi ad esercitarsi e vedrà che la sua amica non troverà argomenti per piangere, se lei le chiederà aiuto per non trovarsi più di fronte a certe situazioni sgradevoli, come per esempio la presenza del compagno della sua amica assieme a voi.
Formuli la richiesta come una sua richiesta d'aiuto, considerando che in fondo è vero che dopo tanti anni di esposizione a queste incurie e sgarberie lei può essere diventata ipersensibile.
Al limite può partecipare lei stessa ad un corso sulla comunicazione per trovare la formula giusta.
le ripeto che c'è una grande differenza tra lo scusarsi di una propria debolezza e il dire invece all'altro dove sbaglia.
Provi ad esercitarsi e vedrà che la sua amica non troverà argomenti per piangere, se lei le chiederà aiuto per non trovarsi più di fronte a certe situazioni sgradevoli, come per esempio la presenza del compagno della sua amica assieme a voi.
Formuli la richiesta come una sua richiesta d'aiuto, considerando che in fondo è vero che dopo tanti anni di esposizione a queste incurie e sgarberie lei può essere diventata ipersensibile.
Al limite può partecipare lei stessa ad un corso sulla comunicazione per trovare la formula giusta.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 71 visite dal 13/12/2024.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.
Per rispondere esegui il login oppure registrati al sito.