Dubbi su percorso psicologico

Salve, sono un ragazzo di 24 anni e vorrei chiedere un consiglio su quale percorso psicologico dovrei intraprendere, dato che é un mondo complesso nel quale orientarsi.

Devo premettere che in passato ho avuto episodi di problematiche psicologiche anche non facili, come l'insonnia, che dopo due anni mi ha portato a finire in ospedale e che sono riuscito a curare solo con i farmaci (Trittico+stilnox), e anche problemi di depressione, per il quale ho preso lo Zoloft con ottimi risultati.

Il fatto é che chiaramente i farmaci non possono essere una soluzione nel mio caso, dato che fatto un problema ne viene fuori un altro, come vari dolori fisici psicosomatici e cefalee tensive che mi accompagnano ormai da anni.

Ho fatto 2 anni di psicoterapia con due psicologi diversi, e con il secondo avevo ottenuto anche buoni risultati, ma alla fine ho smesso di andarci, non tanto perché non fosse bravo, ma più perché non sentivo che fosse ciò che mi serviva davvero.

Con il training autogeno prima, e la meditazione poi, ho cercato di capirmi e sono arrivato alla conclusione che io sono una persona estremamente "mentale" e vivo poco nel mio corpo.
Difficile da spiegare.
Sento come se tutti i miei problemi non possano essere risolti semplicemente parlandone, che non siano derivati da mancanza di consapevolezza.
Io sento che ho un forte blocco emotivo, come se fossi incapace di esprimermi emotivamente al 100%.

Vorrei imparare a lasciarmi andare di più in sostanza, a concentrarmi di più sul come poter imparare a vivere le mie emozioni senza che rimangano dentro e facciano danni.

Solo che non so che strada intraprendere, non so se il problema é lo psicologo (e quindi cambiare e basta) o devo tenere conto delle varie specializzazioni (il mio era psicoterapeuta cognitivo comportamentale).

Mi rimetto alla vostra conoscenza del settore per chiedere: per caso esiste una specializzazione più adatta al mio tipo di problema?
Perché io credo di aver capito, ma non so come risolvere e questo mi crea un po' di frustrazione.

Ringrazio in anticipo chi leggerà il mio messaggio!
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

ci scrive che
"con il secondo [psicologo] avevo ottenuto anche buoni risultati,
ma alla fine ho smesso di andarci, non tanto perché non fosse bravo,
ma più perché non sentivo che fosse ciò che mi serviva davvero."

Mi permetta: ma se aveva ottenuto "buoni risultati", non era proprio questo che le "serviva davvero"?
E dunque perchè abbandonare la psicoterapia in modo unilaterale, cioè il peggiore?
Per essere Lei ora punto e a capo, ponendo nuovamente l'attenzione sul* Terapeuta, anziché su di sè e sui propri meccanismi interni?

Talvolta fa parte del disturbo di cui si soffre,
il non riuscire:
.a godere dei successi,
.ad affidarsi alla valutazione dell* Specialista, bensì a quello che "si sente". Si sa che se si soffre di un disagio o di una patologia psichica il proprio "sentire" è fuorviato.

"Sento come se tutti i miei problemi non possano essere risolti semplicemente parlandone,
che non siano derivati da mancanza di consapevolezza."
E' certo che la consapevolezza non risolve in automatico i problemi; se Lei lo avesse detto al suo terapeuta, lui avrebbe risposto: "E' ovvio".
Occorre un serio lavoro di elaborazione e cambiamento sui pensieri e sulle emozioni, nel quale la diagnosi e la guida toccano al/la Psicoterapeuta, ma il lavoro su di sè tocca ala paziente; con .. pazienza e costanza.
Occorre però che il/la curante sia non solo Psicologo, bensì anche *psicoterapeuta* per poter curare. Il dato lo troverà qui: https://areariservata.psy.it/albonazionale/ricerca .

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/