Come mi devo comportare?

Buongiorno a tutti, ho scritto l'ultima volta all'incirca un anno fa riguardo la mia situazione familiare e dei vari problemi con mio padre che tutt'oggi non sono cambiati.

In sintesi dopo la separazione dei miei all'età di 16 anni mi sono dovuta occupare dei miei due fratelli insieme a mio padre.

Tutto questo fino a un anno fa, uno dei miei fratelli adesso convive in Piemonte e il più piccolo (15 anni) è voluto ritornare a vivere qui dopo essersi trasferito per un anno.

Adesso ho 25 anni e sto pensando anch'io di partire (su consiglio di mia cognata) e cercare di farmi una vita laddove ci sarà lei ad aiutarmi col lavoro e tutto.

Il problema è mio padre: dopo tutto questo tempo ancora non capisce e mi attacca ogni volta che menziono mia madre (non ha mai accettato il fatto di essere stato lasciato).

Stasera abbiamo litigato perché gli ho detto che a fine mese partirò definitivamente, anche se ho ancora un po' paura perché comunque è difficile dopo 10 anni.

Non l'ha presa benissimo, anzi è passato direttamente a frasi pesanti quali "facevi prima a dire che vuoi andare da lei", "vai a fare schifo lì ecc..." mi ha ferita, ho pianto davanti a lui (solitamente evito di dargli anche solo la soddisfazione) e mi ha derisa chiamandomi vittima.

Ha cancellato tutto, TUTTO ciò che ho fatto in 10 anni a causa della nostra situazione (ho abbandonato sogni, occasioni, studi, amicizie) e lui lo sa ma invece di augurarmi il meglio questo è tutto quello che ha saputo dirmi.

Nonostante ciò mi sento quasi in colpa ad andarmene per il semplice fatto che non sa neanche accendere la lavatrice se non sono io a farlo.

Quindi vi chiedo per favore, aiutatemi a capire, di certo non voglio assolutamente continuare a sentirmi così... grazie a chi risponderà.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

" Aiutatemi a capire", ci chiede.
Eppure a me sembra che lei non abbia bisogno di capire, ha già capito.
Credo che invece abbia bisogno di accettare.

Accettare che cosa?
Accettare:
.che suo padre faccia fatica a pensare di stare senza di lei, e che diventi aggressivo proprio a causa della fatica e della sofferenza,
.che non le vanga riconosciuta la decennale dedizione e rinuncia conseguente,
.che è Lei stessa la causa di tutto ciò,
.che lei si sente in colpa per avere preso questa decisione, peraltro indispensabile alla sua sopravvivenza psichica e alla sua autorealizzazione,
.che le discussioni tra voi a questo punto non servono a nulla, se non a danneggiare maggiormente la vostra relazione alla vigilia della partenza; accrescendo così la pesantezza della valigia interiore che si porterà appresso.

Può offrire suo padre di insegnargli l'A-B-C di casa, anche se immagino che lui non accetterà a causa dell'orgoglio ferito dall'abbandono.

Se lei riuscirà a superare almeno un po' i sensi di colpa, l'uscita dalla casa sarà più serena pure per suo padre. Anche se mi rendo conto che talvolta è più facile dirlo che farlo.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Grazie mille per la sua risposta. Sì, ammetto che è difficile accettare come dice lei. Ho sempre pensato a come agire in mille modi differenti stando comunque seduta sul letto della mia camera. Penso che sia arrivata l'ora di farlo veramente, di alzarmi, aprire quella porta e uscire. Nonostante mi sento debole a livello psicologico proprio per avere sempre affrontato tutto questo da sola. Più sto qui, più passa il tempo e più la sua aura mi indebolisce a tal punto da non avere le forze di affrontare una normalissima giornata.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
"ho sempre pensato che .."
"aiutatemi a capire .."

Sembra proprio esserci un primato della mente, che può giungere ad inibire l'azione.
Il Suo accenno a se stessa che "ho sempre pensato a come agire stando comunque seduta sul letto della mia camera". mi ha evocato le struggenti tele di Edward Hopper, e in particolare:
Morning sun ; la donna, sola, riflette seduta sul letto; mentre la vita è 'fuori'. Eppure, nonostante tutto, il sole trova modo di entrare e di illuminarle il viso, il corpo, e forse i pensieri.
Anche in "Stanza d'albergo" il raggio di luce illumina la giovane donna seduta sconsolata sul bordo del letto.

Le auguro che quel raggio di sole le illumini la via più giusta ed evolutiva per Lei.
Forse può ritrovarsi in qualche passaggio di questo articolo: https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html .

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/