Che problema relazionale c'è?
Buonasera, ci tengo ad avere un parere esterno esperto.
Un anno fa ad una sagra, ho conosciuto il musicista di una band che suonava.
Mi ha chiesto il numero, ci siamo sentiti, ma poi è sorto il problema distanza: vive ad 1 ora da me.
Ci siamo tenuti in contatto e visti spesso e quest'estate siamo andati in vacanza insieme e con degli amici.
Lí abbiamo avuto relazioni fisiche e anche tornati é ricapitato, ma il giorno seguente gli orendeva l'ansia e voleva fuggire.
Settimana scorsa sarebbe dovuto venire il sabato da me e avremmo poi trascorso la domenica alle terme.
Il sabato ha dormito da me, ma la mattina, come sempre è andato in crisi.
Mi ha detto che è attratto molto, siamo complici, sono l'unica a cui dà le confidenze e racconta tutto di se, che lo sprono a migliorare e in settimana gli capita di fermarsi a pensare a cosa io stia facendo e come stia, ma va in crisi perchè la nostra amicizia sfocia in qualcosa che pare una relazione, mentre lui sa di non volere una relazione con me, perché sente che io non sia la donna della sua vita.
Quindi spera che io trovi un ragazzo perbene.
Mi chiedo: com'è possibile che l'attrazione fisica, la complicità, il pensarsi non bastino?
Come può una persona che prova quelle cose, sperare che io trovi un altro?...
Un anno fa ad una sagra, ho conosciuto il musicista di una band che suonava.
Mi ha chiesto il numero, ci siamo sentiti, ma poi è sorto il problema distanza: vive ad 1 ora da me.
Ci siamo tenuti in contatto e visti spesso e quest'estate siamo andati in vacanza insieme e con degli amici.
Lí abbiamo avuto relazioni fisiche e anche tornati é ricapitato, ma il giorno seguente gli orendeva l'ansia e voleva fuggire.
Settimana scorsa sarebbe dovuto venire il sabato da me e avremmo poi trascorso la domenica alle terme.
Il sabato ha dormito da me, ma la mattina, come sempre è andato in crisi.
Mi ha detto che è attratto molto, siamo complici, sono l'unica a cui dà le confidenze e racconta tutto di se, che lo sprono a migliorare e in settimana gli capita di fermarsi a pensare a cosa io stia facendo e come stia, ma va in crisi perchè la nostra amicizia sfocia in qualcosa che pare una relazione, mentre lui sa di non volere una relazione con me, perché sente che io non sia la donna della sua vita.
Quindi spera che io trovi un ragazzo perbene.
Mi chiedo: com'è possibile che l'attrazione fisica, la complicità, il pensarsi non bastino?
Come può una persona che prova quelle cose, sperare che io trovi un altro?...
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Gentile utente,
lei ha un'età in cui certo ha già visto che alcune persone desiderano una relazione anche senza essere innamorate, a volte nemmeno attratte, altre invece rifuggono dalle relazioni pur apprezzando i rapporti sessuali, come del resto la fisiologia richiede.
Fa parte dei desideri umani anche una vicinanza che può diventare intimità e confidenza (quella che oggi molti erroneamente chiamano "complicità").
Un tempo questo si trovava anche nell'amicizia, che era molto valutata, mentre oggi si tende a svalutarla e se nasce tra un uomo e una donna spesso la si inquina con rapporti sessuali che non derivano nemmeno da una particolare attrazione, e meno ancora dal desiderio di istaurare una relazione d'amore.
La disponibilità immediata all'incontro sessuale oggi impedisce che l'attrazione si trasformi in innamoramento, visto che questo nasce dalla sublimazione del desiderio, come ha spiegato Freud, non dal suo appagamento.
La nuova disponibilità femminile diventa mancanza di seduttività, e fa del maschio occidentale qualcosa di più simile al predatore della giungla che al cavaliere medievale che viveva e moriva col pensiero della donna amata nel cuore.
L'uomo di cui ci parla in effetti ha preso quello che ha trovato, ma non cerca una relazione e non la vuole con lei: forse addirittura -non sarebbe il primo- è rimasto deluso nel vedere che una bella amicizia, che se opportunamente coltivata poteva trasformarsi in una storia d'amore, ha preso l'andamento di una relazione di coppia: "va in crisi perchè la nostra amicizia sfocia in qualcosa che pare una relazione, mentre lui sa di non volere una relazione con me, perché sente che io non sia la donna della sua vita".
Le donne, pur non essendo disposte alle lunghe attese di un tempo, oggi vorrebbero, più degli uomini, che l'incontro occasionale diventi una relazione; ma gli uomini onesti interrompono una situazione che risulta equivoca per gli obiettivi differenti tra sé e l'altra.
Questo a quanto pare è avvenuto nel vostro caso.
Lei si chiede: "com'è possibile che l'attrazione fisica, la complicità, il pensarsi non bastino? Come può una persona che prova quelle cose, sperare che io trovi un altro?"
Potrei volgere la sua domanda in termini opposti: dove dovrebbero portare le cose che cita? Cos'ha trovato, in lei, l'uomo di cui ci parla? Una donna con cui è piacevole parlare e anche fare l'amore, ossia dei deboli, adolescenziali elementi d'interesse che si possono sperimentare con tante altre.
Come fa a non capire che si può volere l'amore, la passione, l'incontro unico e fatale, e che queste cose non nascono dai tiepidi incontri che oggi un uomo, soprattutto il musicista di una band, può trovare di frequente sul suo cammino?
Ma lei stessa, che certamente ha già sperimentato molti di questi incontri senza spessore e senza futuro, vorrebbe davvero costruire qualcosa a cui dedicare la vita soltanto su "l'attrazione fisica, la complicità, il pensarsi"?
Si chieda sinceramente se lei è profondamente innamorata, se sarebbe disposta a rischiare di soffrire, per potere avere quest'uomo, o se è condizionata dalla intercambiabilità dei partner che caratterizza l'epoca odierna.
Provi a riflettere su questo. Noi siamo qui.
lei ha un'età in cui certo ha già visto che alcune persone desiderano una relazione anche senza essere innamorate, a volte nemmeno attratte, altre invece rifuggono dalle relazioni pur apprezzando i rapporti sessuali, come del resto la fisiologia richiede.
Fa parte dei desideri umani anche una vicinanza che può diventare intimità e confidenza (quella che oggi molti erroneamente chiamano "complicità").
Un tempo questo si trovava anche nell'amicizia, che era molto valutata, mentre oggi si tende a svalutarla e se nasce tra un uomo e una donna spesso la si inquina con rapporti sessuali che non derivano nemmeno da una particolare attrazione, e meno ancora dal desiderio di istaurare una relazione d'amore.
La disponibilità immediata all'incontro sessuale oggi impedisce che l'attrazione si trasformi in innamoramento, visto che questo nasce dalla sublimazione del desiderio, come ha spiegato Freud, non dal suo appagamento.
La nuova disponibilità femminile diventa mancanza di seduttività, e fa del maschio occidentale qualcosa di più simile al predatore della giungla che al cavaliere medievale che viveva e moriva col pensiero della donna amata nel cuore.
L'uomo di cui ci parla in effetti ha preso quello che ha trovato, ma non cerca una relazione e non la vuole con lei: forse addirittura -non sarebbe il primo- è rimasto deluso nel vedere che una bella amicizia, che se opportunamente coltivata poteva trasformarsi in una storia d'amore, ha preso l'andamento di una relazione di coppia: "va in crisi perchè la nostra amicizia sfocia in qualcosa che pare una relazione, mentre lui sa di non volere una relazione con me, perché sente che io non sia la donna della sua vita".
Le donne, pur non essendo disposte alle lunghe attese di un tempo, oggi vorrebbero, più degli uomini, che l'incontro occasionale diventi una relazione; ma gli uomini onesti interrompono una situazione che risulta equivoca per gli obiettivi differenti tra sé e l'altra.
Questo a quanto pare è avvenuto nel vostro caso.
Lei si chiede: "com'è possibile che l'attrazione fisica, la complicità, il pensarsi non bastino? Come può una persona che prova quelle cose, sperare che io trovi un altro?"
Potrei volgere la sua domanda in termini opposti: dove dovrebbero portare le cose che cita? Cos'ha trovato, in lei, l'uomo di cui ci parla? Una donna con cui è piacevole parlare e anche fare l'amore, ossia dei deboli, adolescenziali elementi d'interesse che si possono sperimentare con tante altre.
Come fa a non capire che si può volere l'amore, la passione, l'incontro unico e fatale, e che queste cose non nascono dai tiepidi incontri che oggi un uomo, soprattutto il musicista di una band, può trovare di frequente sul suo cammino?
Ma lei stessa, che certamente ha già sperimentato molti di questi incontri senza spessore e senza futuro, vorrebbe davvero costruire qualcosa a cui dedicare la vita soltanto su "l'attrazione fisica, la complicità, il pensarsi"?
Si chieda sinceramente se lei è profondamente innamorata, se sarebbe disposta a rischiare di soffrire, per potere avere quest'uomo, o se è condizionata dalla intercambiabilità dei partner che caratterizza l'epoca odierna.
Provi a riflettere su questo. Noi siamo qui.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 3 visite dal 03/12/2024.
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