Approccio da seguire con una madre screditante e dispotica

Buonasera, scrivo per ricevere un consiglio sul metodo di approccio ad una problematica familiare radicata fin dalla mia infanzia.

Da che ho ricordi, mia madre non riesce a spendere parole di apprezzamento nei miei confronti, è stata sempre severa ed austera, non riconoscendo traguardi per me importanti.
Al contempo, fatica molto ad esprimere i sentimenti, non riesce ad essere affettuosa e questo si ripercuote su di me, che allo stesso modo riscontro difficoltà con gli altri.
Spesso nel corso di litigi utilizza parole forti, che mi hanno ferita e continuano a ferirmi profondamente, e lo fa consapevole dell’effetto che esercitano per provocarmi dispiacere e senso di colpa.
Con il tempo mi sono accorta che le madri degli altri non si rivolgono così ai figli, che non usano parole così violente e pensati, ma anzi, anche a seguito di conflitti cercano di risolvere.
La mia autostima è inesistente, non riesco a credere in me stessa e mi sento quasi costantemente in colpa proprio come vuole lei.
Questo mi blocca in un percorso universitario che stento a terminare, sebbene vicina alla fine.

Al contempo, lei stessa prova le mie sensazioni, date da un rapporto tossico con sua madre, che ha esercitato un trattamento ancora più aspro nei suoi confronti e che ad oggi le ha tolto la parola per questioni futili.

Spesso mi accusa di essere la responsabile della sua perdita di rapporti con la madre, problematica che in realtà esiste da quando è bambina.
Soffre tanto per questa situazione, e in fondo vorrebbe ancora essere accettata e sentirsi dire brava per la prima volta.

Tante volte ho parlato del suo rapporto con la madre, che si ripercuote su di me, di come penso siano sbagliati certi comportamenti e di quanto male mi fanno.
Tuttavia, lei non mi ascolta, anzi, ritiene io strumentalizzi la cosa.

Spesso racconta litigi con me a mio padre infarcendoli di situazioni da lei esasperate e non veritiere, in modo da screditarmi e passare da vittima.
Mi accusa di parlare male di lei al mio fidanzato, di screditarla io in giro e si mette in competizione con la madre di lui.
In questo periodo a causa anche di altri problemi, soprattutto quello universitario, sto riscontrando una profonda tristezza, che lei incrementa facendomi sentire una nullità.
Non passa giorno in cui non mi ricorda che dovrei vergognarmi e ribadisce che lei lo fa già di me, paragonandomi ad altre persone.
Ho perso interesse per il mondo, non mi va più di uscire, di rapportarmi con gli altri, finalmente di vergogno.

Vorrei urlarle il mio malessere, ma spesso mi rendo conto che un confronto con lei è totalmente inutile perché travisa, si mette sulla difensiva, mi accusa e seguono lunghissimi silenzi punitivi.

Mi assenterò per alcuni giorni, ho pensato di lasciarle una lettera in cui spiego come mi sento e come avrei voluto si comportasse con me, ma non so se ne vale la pena e se effettivamente può sortire un effetto benefico, per questo mi rivolgo a Voi per un consiglio.


Ringrazio anticipatamente
[#1]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
Gentile utente,

Parto dalla frase conclusiva della sua lettera: "mi assenterò per alcuni giorni".
Ne sono felice per lei, sempre che lei riesca a godere della distanza, dato che i problemi ce li portiamo dentro.

Lei ci parla di una madre molto aggressiva e poco accogliente. Aggiunge un dettaglio -che dettaglio non è- molto importante: sua madre aveva una mamma che agiva nella stessa maniera.

È una dinamica molto frequente nelle famiglie, che gli studi specialistici definiscono "La trasmissione transgenerazionale".
Ciò si avvale di uno strumento specifico di studio e approfondimento, il "genogramma", che visualizza e chiarifica la mappa della trasmissione di tratti, modi di fare, sentimenti, in prospettiva trigenerazionale.
Lo scopo è di elaborare quei problemi irrisolti con la famiglia d'origine che, come Lei opportunamente osserva, rendono problematiche le nostre relazioni anche con gli altri fuori dalla famiglia; d'altra parte questo è lo stampo dentro il quale siamo cresciuti.

Occorre dunque curare seriamente le ferite transgenerazionali, per maturare nuove relazioni con le famiglie di origine e per recidere quella catena che lega insieme generazioni differenti e che porterebbe chi ne ha sofferto a replicare le stesse dinamiche con i propri figli anche non volendolo.

Lei si impegna già attivamente :
. nel capire sua madre,
. nel parlarle nonostante tutto,
. nel coinvolgerla nelle Sue riflessioni,
. nel continuare a sperare che lei cambi, in modo da poter cambiare anche Lei.

Ma non è affatto facile, e Lei se ne è accorta.
Al momento può lavorare per liberare se stessa, come spiego in https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/9264-la-relazione-complessa-tra-figli-giovani-adulti-e-genitori.html , e per progettare una una vita autonoma da loro.
Cosa non facile, anche solo a pensarla.
Sì, perchè in questi casi il figlio ma soprattutto la figlia, può sperimentare difficoltà serie ad uscire dalla casa genitoriale, anche quando l'autonomia economica lo renderebbe possibile. Come se un legame patologico con il/la genitore impedisse di fatto il distanziamento.
Come se la catena della sofferenza fosse più potente delle ali per volare via.

Mi sono soffermata a spiegarLe teoricamente queste dinamiche.
Lo ho fatto con atteggiamento affettuoso; come se Lei avesse dei ceppi ai piedi e allungasse braccia e le mani verso noi qui online, chiedendoci di aiutarLa. Non sa come vorremmo poterlo fare.

Ci piacerebbe che, prendendo le mosse da questa risposta, Lei potesse iniziare a pensare ad un percorso psicologico per se stessa, in presenza. Tenga conto che presso il Consultorio è gratuito.

P.S.: Riguardo alla lettera che vorrebbe scrivere e lasciare prima della partenza,
- faccia attenzione, considerata la sua esperienza relazionale con la madre: "Scripta manent",
- pensi se sia più adatta la frase di procedura penale: "Ha il diritto di rimanere in silenzio. Tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei".
La sua conoscenza della situazione concreta La illuminerà per il meglio.

Saluti cari.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Ha centrato il punto, la ringrazio per la sua gentilezza e per la sua analisi.
I miei giorni fuori casa sono già stati motivo di lite piuttosto violenta, solitamente la dinamica prevede un silenzio punitivo atto ad instaurare sensi di colpa, che puntualmente arrivano.
Mi dispiace molto per la sua situazione, è mia madre e le voglio bene, vorrei riuscisse a distaccarsi dalle sue problematiche familiari e capisse che una famiglia ce l’ha già, siamo noi.
Ho provato a suggerirle un percorso psicologico che ha abbandonato non trovandosi a suo agio con il terapeuta.

Ha ragione sulla stesura della lettera, incrinerebbe ancora di più un rapporto al momento bellicoso.
Io stessa ho iniziato un percorso di psicoterapia tempo fa, che ho abbandonato dopo aver perso il lavoro, ma valuterò il suo suggerimento.
Tutto ciò che vorrei, oltre alla sua serenità, è che mi dicesse che anche io valgo qualcosa, avere il suo supporto e terminare questo percorso universitario che mi inchioda in una situazione di profonda tristezza e vergogna.
Ho un fortissimo timore di ricalcare il modello a mia volta, cosa che a volte già accade, e che come ha lei stessa suggerito attraversa tre generazioni.
[#3]
Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
"..è mia madre e le voglio bene,
vorrei riuscisse a distaccarsi dalle sue problematiche familiari.."

Desiderare è sicuramente legittimo;
ma perchè pensare che Sua madre ce la possa fare alla sua età (60 anni?) a modificare i propri
.pensieri,
.interpretazioni,
.sentimenti,
.emozioni,
.relazioni,
quando una figlia, che di anni ne ha la metà, fa lei stessa una grande fatica?

Ognuno di noi è responsabile e padrone unicamente di sè, ed è lì che va iniziato il cambiamento.
Al momento combatta i sensi di colpa legati alla partenza. Oppure li accetti senza dar loro importanza e rilevanza nelle decisioni.

Un vivo augurio di un buon personale percorso.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
Utente
Utente
La ringrazio di nuovo per la gentilezza, comprensione e per il tempo a me dedicato.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.6k 598
.. tempo dedicato con piacere.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/