Mi sento un fallito

All'età di 28 anni mi sento letteralmente un fallito.

Ho iniziato il percorso universitario all'età di 24 anni.

All'inizio sembrava che tutto andasse per il meglio, ero un punto di riferimento per i miei colleghi, alla quale davo appunti, consigli per il superamento degli esami.

Mi si era creato un clima molto stimolante e riuscivo a rendere molto.

Dopo un po', tutto è cambiato.
Ho iniziato a rimandare gli esami perché non mi sentivo mai pronto, e perché volevo ottenere sempre il massimo (30).

Uno dei docenti dei primi anni mi aveva stimolato così tanto che tutto mi sembrava stupendo, avevo così alzato le mie aspettative.

Queste aspettative mi hanno pian piano lacerato, e creato profondi dubbi sulle mie capacità.

Ora mi mancherebbero metà degli esami del mio percorso, mi sono letteralmente bloccato per 2 anni e mezzo.

Ora non so davvero cosa fare.
Vorrei continuare, mi piace studiare, ma al tempo stesso mi sento più grande e fallito.

Ragazzi che invece avevano la media del 20 mi hanno letteralmente superato in numero d'esami, e si apprestano al conseguimento della laurea.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
Gentile utente,

talvolta, quasi sempre, il perfezionismo è un a trappola che impedisce .. la perfezione.
Intendo dire che porsi come obiettivo i 30/30 è sicuramente lodevole, ma ben consapevoli che una miriade di circostanze potrebbero rendere vano l'obiettivo. in quel caso è segno di flessibilità mentale il riuscire ad accettare un 28 e anche .. un 20.

Forse il fatto di avere iniziato tardi l'università è una concausa; e tuttavia non possiamo saperlo dato che non ci dice per quale motivo ciò sia avvenuto.

Concludo così:
quanto sta accadendo le dice probabilmente qualcosa su di sè, qualcosa che va al di là del blocco universitario; qualcosa che Lei è chiamato a modificare;
In cosa consiste a Suo parere?

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Utente
Utente
Non iniziai prima l'università perché i miei avevano già a carico un altro figlio.
Nel frattempo coltivano una relazione, che è tutt'ora viva.
Diciamo che fu anche lei a spingermi, ci siamo iscritti insieme.
Agli inizi, per come erano i risultati, sembrava potessi essere io il primo a concludere, non che questo mi arrechi invidia; io amo la mia ragazza.
Tra me e lei c'è una differenza di 5 anni, e ora lei è prossima alla conclusione, questo mi fa ancor di più dubitare sulle mie capacità.
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Dr.ssa Carla Maria Brunialti Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo 18.5k 597
".. Agli inizi sembrava potessi essere io il primo a concludere", tra Lei e la sua ragazza.

Anche qui si intravedono elementi di confronto,
dl mettersi cioè a confronto con la sua ragazza che forse aveva appena finito le superiori ed era allenata allo studio. I confronti certo non Le fanno bene. Ognuno ha i propri tempi e le proprie difficoltà.

Questa situazione mette in luce, al nostro allenato sguardo specialistico, certi tratti del Suo modo di essere sui quali dovrebbe lavorare psicologicamente.
Non è bello vivere sentendosi un "fallito" [titolo]. Tale auto-etichetta infatti non presenta molte vie d'uscita.

D'altra parte la vita scorre, e La chiama ad affrontare problematiche relative al "che decisioni prendere riguardo all'Università?"
Anche in ciò un supporto potrebbe giovarLe.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/