Non riesco a superare l’invidia per i miei amici e il senso di invisibilità
Ciao a tutti,
scrivo qui perché sto vivendo una situazione che non riesco più a gestire.
Provo una profonda invidia nei confronti dei miei amici, che sembrano avere una vita sentimentale e sociale molto appagante (non credo sia una mia impressione, é così).
Riescono a conquistare ragazze (anche molto attraenti) con enorme facilità a mio modo di vedere, mentre io, nonostante mi impegni e cerchi di comportarmi in modo simile a loro, mi sento totalmente ignorato e invisibile alle donne (per fare un esempio, spesso non leggono neanche i miei messaggi, a loro invece rispondono e interagiscono positivamente sui social).
Ogni volta che scopro qualcosa in più sulle loro vite, per me è un vero e proprio pugno nello stomaco.
Questa sensazione mi sta consumando: arrivo persino a ossessionarmi controllando cosa fanno gli altri, alimentando un circolo vizioso che non riesco a spezzare.
Com’é possibile che io non riesca ad ottenere neanche 1/10 dei loro risultati?
Non penso che mi manchi nulla in fondo.
Sto già vedendo uno psicologo, che mi dice di pensare a me stesso e di non confrontarmi con gli altri, ma questa strategia non sta funzionando.
Non riesco a vedere risultati e, anzi, mi sento sempre più scoraggiato e impotente.
Questa situazione è diventata insostenibile.
Ho bisogno di capire se qualcuno ha vissuto qualcosa di simile e come è riuscito a uscirne, oppure se ci sono strategie diverse da quelle che sto già provando.
Qualsiasi consiglio o riflessione sarebbe molto apprezzato.
Grazie per aver letto.
P.
S. Vi chiedo umilmente una cortesia: si astengano dal rispondere persone con atteggiamento aggressivo e/o giudicante anche solo in minima parte o velatamente, vengo qui in pace per cercare un minimo di conforto e comprensione da persone che reputo professionisti e non per sentirmi attaccato in qualsivoglia maniera (specifico in quanto é già successo in un precedente consulto, almeno secondo il mio modo di vedere).
Vi ringrazio in anticipo per la gentilezza e la comprensione.
scrivo qui perché sto vivendo una situazione che non riesco più a gestire.
Provo una profonda invidia nei confronti dei miei amici, che sembrano avere una vita sentimentale e sociale molto appagante (non credo sia una mia impressione, é così).
Riescono a conquistare ragazze (anche molto attraenti) con enorme facilità a mio modo di vedere, mentre io, nonostante mi impegni e cerchi di comportarmi in modo simile a loro, mi sento totalmente ignorato e invisibile alle donne (per fare un esempio, spesso non leggono neanche i miei messaggi, a loro invece rispondono e interagiscono positivamente sui social).
Ogni volta che scopro qualcosa in più sulle loro vite, per me è un vero e proprio pugno nello stomaco.
Questa sensazione mi sta consumando: arrivo persino a ossessionarmi controllando cosa fanno gli altri, alimentando un circolo vizioso che non riesco a spezzare.
Com’é possibile che io non riesca ad ottenere neanche 1/10 dei loro risultati?
Non penso che mi manchi nulla in fondo.
Sto già vedendo uno psicologo, che mi dice di pensare a me stesso e di non confrontarmi con gli altri, ma questa strategia non sta funzionando.
Non riesco a vedere risultati e, anzi, mi sento sempre più scoraggiato e impotente.
Questa situazione è diventata insostenibile.
Ho bisogno di capire se qualcuno ha vissuto qualcosa di simile e come è riuscito a uscirne, oppure se ci sono strategie diverse da quelle che sto già provando.
Qualsiasi consiglio o riflessione sarebbe molto apprezzato.
Grazie per aver letto.
P.
S. Vi chiedo umilmente una cortesia: si astengano dal rispondere persone con atteggiamento aggressivo e/o giudicante anche solo in minima parte o velatamente, vengo qui in pace per cercare un minimo di conforto e comprensione da persone che reputo professionisti e non per sentirmi attaccato in qualsivoglia maniera (specifico in quanto é già successo in un precedente consulto, almeno secondo il mio modo di vedere).
Vi ringrazio in anticipo per la gentilezza e la comprensione.
[#1]
Gentile utente
ho letto le risposte della Collega ai precedenti consulti, e non ho trovato traccia nè di aggressività, nè di atteggiamento giudicante.
Al contrario, ha espresso suggerimenti professionalmente concreti del tipo:
"Che ne dice di cominciare ad indagare sul suo eccessivo centrarsi sui "doveri", su "quello che va fatto", sulla "razionalità necessaria" e altre cose che usate in eccesso diventano trappole mentali?
Dopo un lavoro in questa direzione, anche qualche seduta di mindfulness l'aiuterebbe a ritrovarsi nel qui ed ora."
Sappiamo che in alcuni casi l'utente attribuisce all* specialista sentimenti o comportamenti di aggressività o giudizio quando non ottiene la risposta che vuole; non sappiamo se sia anche il suo caso.
Lei cerca qui "conforto e comprensione da persone che reputo professionisti".
Però conforto e comprensione vanno cercati presso gli/le amiche*, piuttosto che presso i/le professionisti che per loro professionalità e come da Linee Guida del presente servizio hanno il compito di orientare verso la via corretta al fine di migliorare o risolvere la problematiche.
Nel suo caso l'orientamento ricevuto nei precedenti consulti, oltre a quanto già riportato sopra consisteva nell'intraprendere un percorso psicologico.
Sono lieta che Lei abbia accettato:
"Sto già vedendo uno psicologo, che mi dice di pensare a me stesso e di non confrontarmi con gli altri, ma questa strategia non sta funzionando."
Non sappiamo:
.da quanto tempo ha intrapreso il percorso,
.quante sedute ha fatto,
.la cadenza delle sedute (settimanale?);
.e neppure se Lei si impegna al massimo nel mettere in atto quelle strategie - di pensiero e/o operative - che le vengono suggerite.
Segua con fiducia il percorso. Parli apertamente con il suo/a Psicolog* delle tematiche che ha portato qui a noi; chieda maggiore aiuto.
Noi non la conosciamo in presenza, bensì unicamente da manciate di parole che ci giungono attraverso i consulti. Non è dunque possibile aiutarLa concretamente a risolvere; e quei "conforto e comprensione" che si attende da un* specialista in realtà non le servono a nulla; certamente non a risolvere.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
ho letto le risposte della Collega ai precedenti consulti, e non ho trovato traccia nè di aggressività, nè di atteggiamento giudicante.
Al contrario, ha espresso suggerimenti professionalmente concreti del tipo:
"Che ne dice di cominciare ad indagare sul suo eccessivo centrarsi sui "doveri", su "quello che va fatto", sulla "razionalità necessaria" e altre cose che usate in eccesso diventano trappole mentali?
Dopo un lavoro in questa direzione, anche qualche seduta di mindfulness l'aiuterebbe a ritrovarsi nel qui ed ora."
Sappiamo che in alcuni casi l'utente attribuisce all* specialista sentimenti o comportamenti di aggressività o giudizio quando non ottiene la risposta che vuole; non sappiamo se sia anche il suo caso.
Lei cerca qui "conforto e comprensione da persone che reputo professionisti".
Però conforto e comprensione vanno cercati presso gli/le amiche*, piuttosto che presso i/le professionisti che per loro professionalità e come da Linee Guida del presente servizio hanno il compito di orientare verso la via corretta al fine di migliorare o risolvere la problematiche.
Nel suo caso l'orientamento ricevuto nei precedenti consulti, oltre a quanto già riportato sopra consisteva nell'intraprendere un percorso psicologico.
Sono lieta che Lei abbia accettato:
"Sto già vedendo uno psicologo, che mi dice di pensare a me stesso e di non confrontarmi con gli altri, ma questa strategia non sta funzionando."
Non sappiamo:
.da quanto tempo ha intrapreso il percorso,
.quante sedute ha fatto,
.la cadenza delle sedute (settimanale?);
.e neppure se Lei si impegna al massimo nel mettere in atto quelle strategie - di pensiero e/o operative - che le vengono suggerite.
Segua con fiducia il percorso. Parli apertamente con il suo/a Psicolog* delle tematiche che ha portato qui a noi; chieda maggiore aiuto.
Noi non la conosciamo in presenza, bensì unicamente da manciate di parole che ci giungono attraverso i consulti. Non è dunque possibile aiutarLa concretamente a risolvere; e quei "conforto e comprensione" che si attende da un* specialista in realtà non le servono a nulla; certamente non a risolvere.
Saluti cari.
Dott. Brunialti
Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 92 visite dal 02/12/2024.
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