Differenza tra sensazioni intuitive e paure
Buongiorno,
Sto vivendo un momento di crisi con il mio compagno, divorziato, con una figlia.
Sul perché del momento di crisi non mi soffermo per non essere prolissa, poiché ci sarebbe tanto da dire.
Premetto che sua figlia veniva a dormire nella casa in cui vivevamo per 2 weekend al mese e che i rapporti sono sempre stati positivi, da ambo le parti.
Ciononostante mi rendo conto che dentro di me faccio dei pensieri che forse dimostrano che io non riesco ad accettare la presenza di questa ragazzina.
Mi spiego meglio:
La primissima irrazionale reazione che io ho quando lo vedo mandare messaggi alla figlia è: c’è sempre qualcuno che mi supererà in termini di importanza.
Poi torno alla realtà e dico è sua figlia, una figlia e una compagna sono due cose diverse, anche io ho un padre e guai se non lo sentissi, starei malissimo... È come se vivessi dei momenti di illusione in cui sembra che quel passato non ci sia, ma poi... quando vedo che effettivamente questo passato c’è (mi basta vedere che si mandano messaggi) mi sento frustrata e disillusa.
Non ho avuto, né tantomeno ho motivi validi per lamentarmi del suo passato perché la madre ha un compagno ed un’altra figlia, tra loro ci sono solo comunicazioni legate alla gestione della figlia, non sono mai esistite situazioni ambigue del tipo che lui andasse a cena con l’ex moglie e con la figlia, anche perché se così fosse stato, avrei già chiuso da un pezzo.
Io sono sicurissima del suo amore per me, perciò non credo che tutto questo sia legato ad una questione di insicurezza.
Piuttosto, sento che possa essere una questione connessa alla mia sofferenza relativa al non essere LA PRIMA ed UNICA persona di sesso femminile della sua vita... e non capisco il perché di tanto risentimento, in quanto ho un buonissimo rapporto con la bambina,
mi chiedo, a questo punto, se ci fosse stato un brutto rapporto che altri pensieri avrei avuto... (mi sembrano già abbastanza questi)
Arriviamo al punto... in situazioni di piccoli fraintendimenti fra lui e la bambina, ho notato che è sempre andato in ansia quando lei metteva il muso, tanto alla fine da cedere, anche quando non era giusto farlo...sulla base di questo, se io fantastico sul nostro ipotetico matrimonio immagino lui teso, incapace ad esprimersi liberamente e a godersi la giornata appieno, sempre in pensiero per come sua figlia sta vivendo quel momento in cui tutta la sua attenzione è verso un’altra persona di sesso femminile e per il fatto che è una giornata in cui lei non può essere la protagonista.
Oppure, nella rivelazione del sesso di un’ipotetica gravidanza, se lei chiedesse di scoppiare il palloncino, io chiaramente non potrei mai dire di no, lui non direbbe mai di no per scelta... avrei sempre la sensazione che lui non viva il momento in toto perché impegnato a pensare come la figlia possa vivere l’accoglimento di un nuovo arrivato.
Queste sono sensazioni di cui fidarsi o sono paure?
Potrei risolvere con una terapia?
Sto vivendo un momento di crisi con il mio compagno, divorziato, con una figlia.
Sul perché del momento di crisi non mi soffermo per non essere prolissa, poiché ci sarebbe tanto da dire.
Premetto che sua figlia veniva a dormire nella casa in cui vivevamo per 2 weekend al mese e che i rapporti sono sempre stati positivi, da ambo le parti.
Ciononostante mi rendo conto che dentro di me faccio dei pensieri che forse dimostrano che io non riesco ad accettare la presenza di questa ragazzina.
Mi spiego meglio:
La primissima irrazionale reazione che io ho quando lo vedo mandare messaggi alla figlia è: c’è sempre qualcuno che mi supererà in termini di importanza.
Poi torno alla realtà e dico è sua figlia, una figlia e una compagna sono due cose diverse, anche io ho un padre e guai se non lo sentissi, starei malissimo... È come se vivessi dei momenti di illusione in cui sembra che quel passato non ci sia, ma poi... quando vedo che effettivamente questo passato c’è (mi basta vedere che si mandano messaggi) mi sento frustrata e disillusa.
Non ho avuto, né tantomeno ho motivi validi per lamentarmi del suo passato perché la madre ha un compagno ed un’altra figlia, tra loro ci sono solo comunicazioni legate alla gestione della figlia, non sono mai esistite situazioni ambigue del tipo che lui andasse a cena con l’ex moglie e con la figlia, anche perché se così fosse stato, avrei già chiuso da un pezzo.
Io sono sicurissima del suo amore per me, perciò non credo che tutto questo sia legato ad una questione di insicurezza.
Piuttosto, sento che possa essere una questione connessa alla mia sofferenza relativa al non essere LA PRIMA ed UNICA persona di sesso femminile della sua vita... e non capisco il perché di tanto risentimento, in quanto ho un buonissimo rapporto con la bambina,
mi chiedo, a questo punto, se ci fosse stato un brutto rapporto che altri pensieri avrei avuto... (mi sembrano già abbastanza questi)
Arriviamo al punto... in situazioni di piccoli fraintendimenti fra lui e la bambina, ho notato che è sempre andato in ansia quando lei metteva il muso, tanto alla fine da cedere, anche quando non era giusto farlo...sulla base di questo, se io fantastico sul nostro ipotetico matrimonio immagino lui teso, incapace ad esprimersi liberamente e a godersi la giornata appieno, sempre in pensiero per come sua figlia sta vivendo quel momento in cui tutta la sua attenzione è verso un’altra persona di sesso femminile e per il fatto che è una giornata in cui lei non può essere la protagonista.
Oppure, nella rivelazione del sesso di un’ipotetica gravidanza, se lei chiedesse di scoppiare il palloncino, io chiaramente non potrei mai dire di no, lui non direbbe mai di no per scelta... avrei sempre la sensazione che lui non viva il momento in toto perché impegnato a pensare come la figlia possa vivere l’accoglimento di un nuovo arrivato.
Queste sono sensazioni di cui fidarsi o sono paure?
Potrei risolvere con una terapia?
[#1]
Gentile utente,
rispondo alla sua domanda finale, e in questo modo rispondo a tutta la sua email: certamente una terapia basata sulla ristrutturazione delle sue idee, e di conseguenza delle sue emozioni, potrebbe giovarle.
Una terapia di questo tipo l'aiuterebbe non solo per l'attuale situazione, ma per ogni possibile relazione e per altri aspetti della sua vita.
Infatti va sempre accolto realisticamente il passato della persona che amiamo, i suoi affetti, anche le storie d'amore ormai finite con la loro lunga eco. Lei scrive invece qualcosa che suona come un campanello d'allarme: "non sono mai esistite situazioni ambigue del tipo che lui andasse a cena con l’ex moglie e con la figlia, anche perché se così fosse stato, avrei già chiuso da un pezzo".
Moltissimi mariti divorziati vanno a cena con l'ex moglie. Ne troverà anche su queste nostre pagine. Se si è persone particolarmente gelose, possessive o esclusiviste, il rischio è di soffrire sempre.
Le potrei suggerire, come abbiamo fatto in altri casi sia io che i miei colleghi, di rinunciare a un legame che parte già con la premessa di un altro amore che precederà sempre il suo, tanto più che da quello che ci scrive questo padre ha mal digerito il suo ruolo di divorziato e non riesce ad essere equo nel rapporto con la figlia: "è sempre andato in ansia quando lei metteva il muso, tanto alla fine da cedere, anche quando non era giusto farlo".
In genere questa "sottomissione" dell'adulto al bambino è un danno per entrambi e uno stillicidio di pazienza per chi vi assiste: il bambino non incontra la fermezza che educa, ma fa anche sentire protetto, con il conseguente deteriorarsi dei rapporti e molta sofferenza.
Può darsi che lei precorra con la fantasia delle cose che forse non ci saranno mai, come il predominio del pensiero alla figlia in occasione di un vostro matrimonio o di una sua gravidanza, e chissà quante altre situazioni ancora più penose che non voglio essere io a suggerirle; può darsi che il suo sesto senso (o il buon senso) le abbia fatto intuire una preoccupazione "malata" di quest'uomo verso la figlia; ma dal momento che nella sua email si vedono anche suoi spunti personali di disagio al di là di questa relazione, un percorso professionale mirato a guarirla facendole vedere altre facce della realtà non può che esserle utile.
Buone cose.
rispondo alla sua domanda finale, e in questo modo rispondo a tutta la sua email: certamente una terapia basata sulla ristrutturazione delle sue idee, e di conseguenza delle sue emozioni, potrebbe giovarle.
Una terapia di questo tipo l'aiuterebbe non solo per l'attuale situazione, ma per ogni possibile relazione e per altri aspetti della sua vita.
Infatti va sempre accolto realisticamente il passato della persona che amiamo, i suoi affetti, anche le storie d'amore ormai finite con la loro lunga eco. Lei scrive invece qualcosa che suona come un campanello d'allarme: "non sono mai esistite situazioni ambigue del tipo che lui andasse a cena con l’ex moglie e con la figlia, anche perché se così fosse stato, avrei già chiuso da un pezzo".
Moltissimi mariti divorziati vanno a cena con l'ex moglie. Ne troverà anche su queste nostre pagine. Se si è persone particolarmente gelose, possessive o esclusiviste, il rischio è di soffrire sempre.
Le potrei suggerire, come abbiamo fatto in altri casi sia io che i miei colleghi, di rinunciare a un legame che parte già con la premessa di un altro amore che precederà sempre il suo, tanto più che da quello che ci scrive questo padre ha mal digerito il suo ruolo di divorziato e non riesce ad essere equo nel rapporto con la figlia: "è sempre andato in ansia quando lei metteva il muso, tanto alla fine da cedere, anche quando non era giusto farlo".
In genere questa "sottomissione" dell'adulto al bambino è un danno per entrambi e uno stillicidio di pazienza per chi vi assiste: il bambino non incontra la fermezza che educa, ma fa anche sentire protetto, con il conseguente deteriorarsi dei rapporti e molta sofferenza.
Può darsi che lei precorra con la fantasia delle cose che forse non ci saranno mai, come il predominio del pensiero alla figlia in occasione di un vostro matrimonio o di una sua gravidanza, e chissà quante altre situazioni ancora più penose che non voglio essere io a suggerirle; può darsi che il suo sesto senso (o il buon senso) le abbia fatto intuire una preoccupazione "malata" di quest'uomo verso la figlia; ma dal momento che nella sua email si vedono anche suoi spunti personali di disagio al di là di questa relazione, un percorso professionale mirato a guarirla facendole vedere altre facce della realtà non può che esserle utile.
Buone cose.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
[#2]
Utente
Mi sta quindi suggerendo di lasciare questa persona in quanto non c’è altro modo per risolvere queste problematiche ? Non c’è alcun margine di accettazione/miglioramento? Forse facendo un figlio con questa persona riuscirei a vedere il tutto con occhi diversi ?
Mi consiglia una terapia di tipo psico dinamico o cognitivo/ comportamentale ?
In generale, sento di voler gestire, per lo più, tutto io ed avverto una forte intolleranza al rischio.. il mio compagno ha comunque tanti pregi e sono sicura che non troverò mai una persona con la combo di cose positive che lui ha.. è una persona secondo me unica.. nonostante ciò ho molta paura ad affidarmi completamente a lui proprio per alcuni suoi atteggiamenti di cui sopra. È come se non lo sentissi saldo e forte per alcune cose (esempio se lui facesse un figlio con me e sua figlia la prendesse male avrei paura che lui, preso dal panico, per stare dietro ai capricci della ragazzina, metta da parte me e il mio bambino)
Mi sento paralizzata
Mi consiglia una terapia di tipo psico dinamico o cognitivo/ comportamentale ?
In generale, sento di voler gestire, per lo più, tutto io ed avverto una forte intolleranza al rischio.. il mio compagno ha comunque tanti pregi e sono sicura che non troverò mai una persona con la combo di cose positive che lui ha.. è una persona secondo me unica.. nonostante ciò ho molta paura ad affidarmi completamente a lui proprio per alcuni suoi atteggiamenti di cui sopra. È come se non lo sentissi saldo e forte per alcune cose (esempio se lui facesse un figlio con me e sua figlia la prendesse male avrei paura che lui, preso dal panico, per stare dietro ai capricci della ragazzina, metta da parte me e il mio bambino)
Mi sento paralizzata
[#3]
Gentile utente,
chiaramente mi sono espressa male.
Fin dal primo rigo le ho detto che le gioverebbe un percorso di tipo cognitivo-comportamentale. Ho continuato col dire che in molti casi noi suggeriamo di interrompere un rapporto che si presenta doloroso di per sé, e qui aggiungo un chiarimento: mi riferivo ai casi in cui ci sono rigide convinzioni del partner, e l'impossibilità di chi ci scrive di abbassare le proprie richieste oltre certi limiti.
Nel suo caso, invece, la rigidità appare trovarsi soprattutto, anche se non esclusivamente, in lei. Il suo compagno a sua volta troverebbe giovamento in un percorso che lo istradi ad una più sana genitorialità, ma è lei che prioritariamente dovrebbe cambiare certe sue convinzioni, e non solo a vantaggio dell'attuale rapporto.
La strada resta quindi aperta per la vostra storia d'amore, se tutti e due avrete la volontà e la capacità di rendervi idonei.
Tenga conto che noi non conosciamo l'età di lui; la distanza dalla data del divorzio e le sue modalità; da quanto tempo state insieme; quale crisi attualmente vi ha colpito, insomma tutti gli elementi che aiutano, se non a fare previsioni da indovini, almeno ad anticipare, per pararli, alcuni grossi ostacoli che potrebbero comparire davanti a voi.
Uno di questi lo anticipa lei stessa, a proposito di un'eventuale attenzione ridotta per un secondo o un terzo figlio; ma le ripeto che i pericoli noti si prevengono, se abbiamo la volontà di riconoscerli, affrontarli e risolverli.
Le faccio quindi i migliori auguri e la incoraggio ad avere fiducia.
chiaramente mi sono espressa male.
Fin dal primo rigo le ho detto che le gioverebbe un percorso di tipo cognitivo-comportamentale. Ho continuato col dire che in molti casi noi suggeriamo di interrompere un rapporto che si presenta doloroso di per sé, e qui aggiungo un chiarimento: mi riferivo ai casi in cui ci sono rigide convinzioni del partner, e l'impossibilità di chi ci scrive di abbassare le proprie richieste oltre certi limiti.
Nel suo caso, invece, la rigidità appare trovarsi soprattutto, anche se non esclusivamente, in lei. Il suo compagno a sua volta troverebbe giovamento in un percorso che lo istradi ad una più sana genitorialità, ma è lei che prioritariamente dovrebbe cambiare certe sue convinzioni, e non solo a vantaggio dell'attuale rapporto.
La strada resta quindi aperta per la vostra storia d'amore, se tutti e due avrete la volontà e la capacità di rendervi idonei.
Tenga conto che noi non conosciamo l'età di lui; la distanza dalla data del divorzio e le sue modalità; da quanto tempo state insieme; quale crisi attualmente vi ha colpito, insomma tutti gli elementi che aiutano, se non a fare previsioni da indovini, almeno ad anticipare, per pararli, alcuni grossi ostacoli che potrebbero comparire davanti a voi.
Uno di questi lo anticipa lei stessa, a proposito di un'eventuale attenzione ridotta per un secondo o un terzo figlio; ma le ripeto che i pericoli noti si prevengono, se abbiamo la volontà di riconoscerli, affrontarli e risolverli.
Le faccio quindi i migliori auguri e la incoraggio ad avere fiducia.
Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 97 visite dal 30/11/2024.
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