Gelosia retroattiva
Buongiorno.
Sono un ultra cinquantenne sposato da 26 anni e dopo aver letto molti dei vostri consulti, credo di essere affetto da una forma di gelosia retroattiva.
Mi spiego meglio.
Ho conosciuto mia moglie sul lavoro quasi 30 anni fa.
Eravamo già piuttosto grandicelli (io 30 lei 28), con le nostre esperienze sulle spalle.
Le sue concluse, le mia ultima invece in via di conclusione.
Abbiamo quindi iniziato a frequentarci e, come si fa di solito, ognuno raccontava il proprio vissuto, senza entrare nei particolari ma sicuramente soffermandoci sulle cose che più ci avevano causato dolore o gioia.
Mi racconta quindi di un suo amore dimostratosi alla fine "tossico" durato alcuni anni e di una fugace storia con un uomo sposato, conclusasi poco prima di conoscermi.
Continuiamo a frequentarci, capiamo che stiamo bene insieme, che siamo veramente le due metà della mela e quindi ci sposiamo e nel corso degli anni, tra moltissimi alti e pochissimi bassi, abbiamo due figli oramai adulti.
Mia moglie è una donna straordinaria che mi ama e mi ha reso veramente felice e continua tutt'ora a farlo giorno dopo giorno, naturalmente abbondantemente ricambiata.
Non passa giorno in cui non gli dica quanto la amo e quanto è stupenda.
Si, siamo felici, fortunatamente in salute, insomma la classica coppia "modello".
Nel corso di tutti questi anni chiaramente ci siamo raccontati le nostre storie in maniera più particolareggiata, approfondendo quello che ci faceva "male" e quello che invece ci rendeva felici, nei duraturi rapporti di coppia che abbiamo avuto prima di incontrarci.
Della sua "scappatella" (comunque durata a suo dire meno di un anno) con la persona sposata è' stata sempre invece un po' restia ad aprirsi.
Bene, siamo arrivati al punto.
Mentre delle sue storie importanti non mi importa un fico secco e ne parliamo in maniera molto tranquilla (per quanto mi riguarda col suo ex potrebbe anche andarci a prendere un caffè insieme), questa sua "scappatella" mi ha invece sempre creato problemi emotivi.
Quando per qualsiasi motivo scappa fuori il discorso, mi rabbuio, mi chiudo in uno stato di malessere che spesso mi provoca insonnia, perdita di appetito, nervosismo, stato d'ansia, pensieri che fatico tantissimo a reprimere ma che rimangono comunque latenti, senza abbandonarmi mai del tutto.
E l'ultimo episodio si è verificato qualche giorno fa quando improvvisamente mi è comparso un suggerimento di amicizia proprio della persona "incriminata", scombussolando completamente il mio stato d'animo.
Non riesco a reprimere questa cosa che mi fa star male in maniera profonda e che di riflesso fa star male anche lei, assolutamente incolpevole.
Come è possibile che storie ben più importanti, durate a lungo non mi creino nessun disagio e invece una relativamente breve storia fatta di qualche incontro fugace, mi crei così tanto disagio?
Vorrei tanto volermene liberare per sempre...Grazie di cuore.
Sono un ultra cinquantenne sposato da 26 anni e dopo aver letto molti dei vostri consulti, credo di essere affetto da una forma di gelosia retroattiva.
Mi spiego meglio.
Ho conosciuto mia moglie sul lavoro quasi 30 anni fa.
Eravamo già piuttosto grandicelli (io 30 lei 28), con le nostre esperienze sulle spalle.
Le sue concluse, le mia ultima invece in via di conclusione.
Abbiamo quindi iniziato a frequentarci e, come si fa di solito, ognuno raccontava il proprio vissuto, senza entrare nei particolari ma sicuramente soffermandoci sulle cose che più ci avevano causato dolore o gioia.
Mi racconta quindi di un suo amore dimostratosi alla fine "tossico" durato alcuni anni e di una fugace storia con un uomo sposato, conclusasi poco prima di conoscermi.
Continuiamo a frequentarci, capiamo che stiamo bene insieme, che siamo veramente le due metà della mela e quindi ci sposiamo e nel corso degli anni, tra moltissimi alti e pochissimi bassi, abbiamo due figli oramai adulti.
Mia moglie è una donna straordinaria che mi ama e mi ha reso veramente felice e continua tutt'ora a farlo giorno dopo giorno, naturalmente abbondantemente ricambiata.
Non passa giorno in cui non gli dica quanto la amo e quanto è stupenda.
Si, siamo felici, fortunatamente in salute, insomma la classica coppia "modello".
Nel corso di tutti questi anni chiaramente ci siamo raccontati le nostre storie in maniera più particolareggiata, approfondendo quello che ci faceva "male" e quello che invece ci rendeva felici, nei duraturi rapporti di coppia che abbiamo avuto prima di incontrarci.
Della sua "scappatella" (comunque durata a suo dire meno di un anno) con la persona sposata è' stata sempre invece un po' restia ad aprirsi.
Bene, siamo arrivati al punto.
Mentre delle sue storie importanti non mi importa un fico secco e ne parliamo in maniera molto tranquilla (per quanto mi riguarda col suo ex potrebbe anche andarci a prendere un caffè insieme), questa sua "scappatella" mi ha invece sempre creato problemi emotivi.
Quando per qualsiasi motivo scappa fuori il discorso, mi rabbuio, mi chiudo in uno stato di malessere che spesso mi provoca insonnia, perdita di appetito, nervosismo, stato d'ansia, pensieri che fatico tantissimo a reprimere ma che rimangono comunque latenti, senza abbandonarmi mai del tutto.
E l'ultimo episodio si è verificato qualche giorno fa quando improvvisamente mi è comparso un suggerimento di amicizia proprio della persona "incriminata", scombussolando completamente il mio stato d'animo.
Non riesco a reprimere questa cosa che mi fa star male in maniera profonda e che di riflesso fa star male anche lei, assolutamente incolpevole.
Come è possibile che storie ben più importanti, durate a lungo non mi creino nessun disagio e invece una relativamente breve storia fatta di qualche incontro fugace, mi crei così tanto disagio?
Vorrei tanto volermene liberare per sempre...Grazie di cuore.
[#1]
Gentile Signore
La Sua situazione, da Lei così vivacemente e chiaramente narrata, rientra in una casistica nota di disagi psicologici.
Ovviamente, non conoscendoLa direttamente, non posso (e deontologicamente non devo) darLe alcun consiglio o suggerimento di ordine psicologico.
Tuttavia, parlando in generale, mi lasci riordarLe come la Psiche umana, per vedersi riconosciuta nel suo bisogno di affermazione, trova strade che ci appaiono strane e apparentemente prive di senso come, nel Suo caso, vicende che raccontiamo come marginali o poco importanti.
Da come Lei scrive, gentile Signore, immagino siate una coppia di persone colte, perciò potrebbe essere utile leggere un classico della letteratura psicologica dedicata a queste "stranezze" e cioè l'agile libro di Sigmund Freud "Psicopatologia della vita quotidiana": nessuna paura! Dietro questo titolo un po' pomposo si nasconde una prosa piana e di agevole lettura alla portata anche del lettore non specializzato. Chissà che non possa esserLe di una qualche utilità.
Qualora questo disagio dovesse persistere per più di sei mesi, e crearLe importanti difficoltà nella relazione con la Sua compagna, la cosa migliore credo sia affidarsi ad un professionista in grado di sostenerLa in un percorso di chiarificazione con Sé stesso e che Le possa permettere così di tornare a godersi pienamente la vita di coppia.
Con i miei migliori auguri
Dr. Claudio Puliatti
La Sua situazione, da Lei così vivacemente e chiaramente narrata, rientra in una casistica nota di disagi psicologici.
Ovviamente, non conoscendoLa direttamente, non posso (e deontologicamente non devo) darLe alcun consiglio o suggerimento di ordine psicologico.
Tuttavia, parlando in generale, mi lasci riordarLe come la Psiche umana, per vedersi riconosciuta nel suo bisogno di affermazione, trova strade che ci appaiono strane e apparentemente prive di senso come, nel Suo caso, vicende che raccontiamo come marginali o poco importanti.
Da come Lei scrive, gentile Signore, immagino siate una coppia di persone colte, perciò potrebbe essere utile leggere un classico della letteratura psicologica dedicata a queste "stranezze" e cioè l'agile libro di Sigmund Freud "Psicopatologia della vita quotidiana": nessuna paura! Dietro questo titolo un po' pomposo si nasconde una prosa piana e di agevole lettura alla portata anche del lettore non specializzato. Chissà che non possa esserLe di una qualche utilità.
Qualora questo disagio dovesse persistere per più di sei mesi, e crearLe importanti difficoltà nella relazione con la Sua compagna, la cosa migliore credo sia affidarsi ad un professionista in grado di sostenerLa in un percorso di chiarificazione con Sé stesso e che Le possa permettere così di tornare a godersi pienamente la vita di coppia.
Con i miei migliori auguri
Dr. Claudio Puliatti
Dr. Claudio Puliatti, psicologo.
Ricevo a Roma e Online.
[#2]
Utente
Gentilissimo dottore La ringrazio tantissimo per la celere ed esaustiva risposta. Mi rendo perfettamente conto quanto la psiche umana possa essere complessa nell'affrontare le varie situazioni che il quotidiano ci mette di fronte. Farò sicuramente tesoro del Suo consiglio acquistando e leggendo il libro, con la speranza di trovarne qualche giovamento. La ringrazio ancora e Le auguro una buona giornata.
Questo consulto ha ricevuto 2 risposte e 200 visite dal 28/11/2024.
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